Stampa, salute, affari… L’influenza suina aumenta il PIL???

Aviaria - E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature uno studio che dimostra la pratica impossibilita’ di una pandemia da aviaria. Il virus si annida nelle parti profonde dei polmoni il che rende estremamente improbabile una contaminazione aerea da persona a persona. Per mesi ci e’ stato raccontato esattamente il contrario. Ci e’ stato detto che era solo una questione di tempo e che bisognava prepararsi al peggio. Grandi accordi, quindi, con le case farmaceutiche per la predisposizione di vaccini, acquisti di farmaci antivirali, premurosi consigli per vaccinarsi contro l’influenza tradizionale che, cosi’ si diceva, avrebbe dato una parziale copertura anche per l’aviaria.

Antrace - Nel 2001 le spore del carbonchio sono state fatte uscire direttamente dal laboratorio militare di Fort Detrick nel Maryland e inviate mediante posta ai rappresentati democratici.

SARS - L’hanno chiamata “Killer” anche se il tasso di mortalità, l’8,5 %, è relativamente basso rispetto ad altre forme più gravi di polmonite. L’ hanno definita “L’AIDS del nuovo secolo” anche se all’inizio hanno taciuto persino sulla sua esistenza. Poi hanno messo in quarantena centinaia di possibili e probabili contagiati negli ospedali di Hong Kong, Singapore, Indonesia, Filippine, Canada e Thailandia. Tutti improvvisamente a rischio: “La SARS non perdona” ci hanno ripetuto.

Dopo l’aviaria, l’antrace e la S.A.R.S., era solo questione di tempo.

Durante la visita ufficiale del 9 marzo scorso di Sarkozy in Messico, la multinazionale francese Sanofi-Aventis, annunciò di aver raggiunto un accordo con le autorità messicane, per un investimento di 100 milioni di euro per la costruzione di un impianto destinato alla produzione di vaccini antinfluenzali in modo da preparare il paese ad affrontare eventuali pandemie.
Anche le altre case farmaceutiche si erano date da fare, BioCryst Pharmaceutical e Novavax già avevano in produzione l’antivirale consigliato dalle autorità sanitarie, la Roche produceva il Tamiflu che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è efficace contro la nuova influenza. Non c’è bisogno di ricordare che le suddette case farmaceutiche già fecero un sacco di affari con l’altra bufala, quella dell’aviaria, difatti milioni di dosi furono ordinate dalla sola Italia.
“Il Ministero della salute italiano rassicura tutti: l’Italia è in regola con i piani dell’U.E. e nei suoi magazzini sono attualmente stoccati 40 milioni di dosi di antivirali utili ad affrontare una eventuale pandemia di H1N1”. Per essere più precisi, nei nostri magazzini sono disponibili 10 milioni di dosi di Zanamivir (Relenza della britannica GlaxoSmithKline), 60 mila dosi di Oseltamivir (Tamiflu della svizzera Roche), e altre 30 milioni di dosi sempre di Tamiflu.

La situazione oggi sembra abbastanza normalizzata con l’OMS che giornalmente si contraddice aggiornando le sue cifre tenendo il grado di allerta a livello cinque su un massimo di sei con “solo” quattromila casi di contagio in tutto il mondo.
Festeggiano i dirigenti e gli azionisti delle due multinazionali farmaceutiche, la svizzera Roche e la britannica GlaxoSmithKline, produttrici dei farmaci antinfluenzali di cui tutti i governi del pianeta stanno facendo incetta in questi ultimi giorni: il Tamiflu (Roche) e il Relenza (Glaxo). Mentre tutti i titoli di borsa sono in calo, le quotazioni della Roche e della Glaxo stanno guadagnando su tutte le piazze mondiali. Per non parlare delle due aziende che detengono i brevetti dei due farmaci, la californiana Gilead (Tamiflu) – che ha tra i suoi principali azionisti l’ex capo del Pentagono, Donald Rumsfeld – l’australiana Biota (Relenza), i cui indici azionari sono schizzati alle stelle negli ultimi giorni.
Festeggiano anche le multinazionali farmaceutiche che hanno già preso accordi con l’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) per lo studio e la produzione di vaccini contro l’influenza suina: la francese Sanofi Aventis e la statunitense Baxter e la svizzera Novartis.

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Un pensiero su “Stampa, salute, affari… L’influenza suina aumenta il PIL???

  1. Poco tempo fa mi interessai anche io a questo riguardo. Creare un vaccino contro un virus è impossibile. I motivi sono vari, ma il principale è l’incredibile capacità mutante di tutti i virus e di alcuni ceppi in particolare. figurarsi quindi se sia possibile creare un vaccino per un’influenza, che è un mix di vari virus di vari ceppi e anche di vari batteri assortiti. Supponendo poi che per un secondo si trovasse un qualsiasi vaccino per un qualsiasi virus, sarebbe impensabile crearne scorte per epidemie future, perchè il virus muterebbe e i vaccini sarebbero presto inutili. Allo scoppiare di questa tremendissima suina molti capi di governo e ministri della sanità (i nostri compresi) sostennero di avere una buona scorta di vaccini (il Lazio grazie a Storace pullula di sta roba) e che altri erano già pronti in attesa di essere incapsulati. Balle su balle per tranquillizzare la gente. Il bello è che non c’era motivo di allarmare nessuno! è molto facile dire a giornalisti poco informati, e in ogni caso solo intenzionati allo scoop, che il pericolo incombe e trasformare uno starnuto in un ciclone.

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