http://www.ecplanet.com/node/3282
Un intervista rilasciata da Vandana Shiva sul valore delle terre agricole per la presente e futura generazione. ” I governi hanno fallito nel loro ruolo, la terra è l’unica salvezza, e va messa in mano a chi la coltiva”
SIAMO STATI IN VAL DI SUSA ED ABBIAMO CAPITO
Siamo stati in Val di Susa ospiti degli abitanti della valle: insegnanti, agricoltori, pensionati, studenti e abbiamo visto:
Un luogo attraversato da due strade statali, un’autostrada, un traforo, una ferrovia, impianti da sci, pesanti attività estrattive lungo il fiume
Persone che continuano a curare questo territorio già affaticato da infrastrutture ed attività commerciali e cercano di recuperare un rapporto equilibrato con l’ambiente e la propria storia.
Una comunità che crede nella convivialità e nella coesione sociale e coltiva forti rapporti intergenerazionali.
Abbiamo capito che in Val di Susa non è in gioco la realizzazione della ferrovia Torino-Lione, bensì un intero modello sociale. Un popolo unito e coeso, una comunità forte non può essere assoggettata a nessun interesse nè politico, nè economico. E’ interesse di tutti i poteri forti dividere, isolare, smembrare per poter meglio controllare e favorire interessi particolari.
Abbiamo capito perché tutto l’arco costituzionale vuole la TAV, non è dificile, basta guardare alle imprese coinvolte:
Cmc (Cooperativa Muratori e Cementist) cooperativa rossa, quinta impresa di costruzioni italiana, al 96esimo posto nella classifica dei principali 225 «contractor» internazionali che vanta un ex-amministratore illustre, Pier Luigi Bersani, si è aggiudicata l’incarico (affidato senza gara) di guidare un consorzio di imprese (Strabag AG, Cogeis SpA, Bentini SpA e Geotecna SpA) per la realizzazione del cunicolo esplorativo a Maddalena di Chiomonte. Valore dell’appalto 96 milioni di Euro.
Rocksoil s.p.a società di geoingegneria fondata e guidata da Giuseppe Lunardi il quale ha ceduto le sue azioni ai suoi familiari nel momento di assumere l’incarico di ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del governo Berlusconi dal 2001 al 2006. Nel 2002, la Rocksoil ha ricevuto un incarico di consulenza dalla società francese Eiffage, che a sua volta era stata incaricata da Rete Ferroviaria Italiana (di proprietà dello stato) di progettare il tunnel di 54 Km della Torino-Lione che da solo assorbirà 13 miliardi di Euro. Il ministro si è difeso dall’accusa di conflitto di interessi dicendo che la sua società lavorava solo all’estero.
Impregilo è la principale impresa di costruzioni italiana. È il general contractor del progetto Torino-Lione e del ponte sullo stretto di Messina. Appartiene a:
33% Argofin: Gruppo Gavio. Marcello Gavio è stato latitante negli anni 92-93 in quanto ricercato per reati di corruzione legati alla costruzione dell’Autostrada Milano-Genova. Prosciolto successivamente per prescrizione del reato.
33% Autostrade: Gruppo Benetton. Uno dei principali gruppi imprenditoriali italiani noto all’estero per lo sfruttamento dei lavoratori delle sue fabbriche di tessile in Asia e per aver sottratto quasi un milione di ettari di terra alle comunità Mapuche in Argentina e Cile
33% Immobiliare Lombarda: Gruppo Ligresti. Salvatore Ligresti è stato condannato nell’ambito dell’inchiesta di Tangentopoli pattuendo una condanna a 4 anni e due mesi dopo la quale è tornato tranquillamente alla sua attività di costruttore.
Abbiamo capito che l’unico argomento rimasto in mano ai politico-imprenditori ed ai loro mezzi di comunicazione per giustificare un inutile progetto da 20 miliardi di euro mentre contemporaneamente si taglia su tutta la spesa sociale è la diffamazione. Far passare gli abitanti della Val di Susa come violenti terroristi. Mentre noi abbiamo visto nonni che preparavano le torte, appassionati insegnanti al lavoro, agricoltori responsabili, amministratori incorruttibili.
Abbiamo capito che questo è l’unico argomento possibile perchè ormai numerosi ed autorevoli studi, di cui nessuno parla, hanno già dimostrato quanto la TAV sia economicamente inutile e gravemente dannosa.
Questi i principali:
Interventi scientifici e studi relativi all’Alta Velocità Torino-Lione dei ricercatori del Politecnico di Torino: http://areeweb.polito.it/eventi/TAVSalute/
Analisi degli studi condotti da LTF in merito al progetto Lione-Torino, eseguiti da COWI, rinomato studio di consulenza che lavora stabilmente per le istituzioni europee: http://ec.europa.eu/ten/transport/priority_projects/doc/2006-04-25/2006_ltf_final_report_it.pdf
Contributo del Professore Angelo Tartaglia, del Politecnico di Torino: http:/www.notav.eu/modules/Zina/Documenti/2010_11-Angelo%20Tartaglia%20confuta%20teorie%20S%EC%20TAV%20On.%20Stefano%20Esposito.pdf
Analisi economica del Prof. Marco Ponti del Politecnico di Milano
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002454.html
Rapporto sui fenomeni di illegalità e sulla penetrazione mafiosa nel ciclo del contratto pubblico del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro:
http://www.notav.eu/modules/Zina/Documenti/2008_Rapporto%20sugli%20appalti.pdf
Risultanze del controllo sulla gestione dei debiti accollati al bilancio dello Stato contratti da FF.SS., RFI, TAV e ISPA per infrastrutture ferroviarie e per la realizzazione del sistema “Alta velocità”:
http://www.notav-avigliana.it/doc/delibera_25_2008_g_relazione.pdf
Presentazione dell’Ingegnere Zilioli, in relazione a “EFFETTI TAV – STUDI EUROPEI/buone pratiche e cattivi esempi”
http:/www.comune.re.it/retecivica/urp/retecivi.nsf/PESIdDoc/CE2F74FF4EBDC0A7C125783000474080/$file/Presentazione%20Ing.%20Zilioli.pdf
Ricerca del Politecnico di Milano sull’alta velocità in Italia che svela un buco di milioni di utenti.
http://www.tema.unina.it/index.php/tema/article/view/486
NON POSSIAMO RESTARE IN SILENZIO, COSTRUIAMO LA NOSTRA INFORMAZIONE DAL BASSO
per aderire posta un commento su:
http://siamostatiinvaldisusa.wordpress.com/
Questo caso dimostra come la classe dirigente menta al paese, che sia piu’ interessata al progetto di conservazione del potere che a quello di riportare l’Italia ad essere protagonista in Europa attraverso politiche di giustizia sociale. La torre di controllo del volo Paese-Italia comunica ai piloti-cittadini previsioni del tempo non aggiornate, come e’ possibile tracciare una rotta sicura? Scendiamo noi o licenziamo loro?
Di seguito un articolo sull’eredità di Chernobyl in Norvegia.
Il testo è tratto dal giornale nazionale VG Nett del 18 aprile 2011, la traduzione in Italiano è stata effettuata in automatico da Google Chrome ma poichè un traduttore automatico fa quel che può mi son permesso di reinterpretarne in modo più umano frasi e significati.
Vivere con l’eredità di Chernobyl per decenni
L’eredità di Chernobyl è ancora presente nella natura norvegese, e lo sarà ancora per i decenni a venire.
Grandi quantità di cesio radioattivo piovevano su Valdres, Jotunheimen, Nord-Trondelag e Nordland dopo l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl 25 anni fa.
Le particelle radioattive sono ancora lì, assorbite da piante, erbe e funghi, pasto principale di pecore, cervi e altri animali da pascolo.
Anche se il calo della radioattività nelle zone più colpite si è stabilizzato, Astrid Liland, capo sezione della Norwegian Radiation Protection Authority, ha detto che “Probabilmente dovremo continuare anche nei prossimi 20, 30 anni con le misure precauzionali fin qui adottate per ovini e renne”.
A tutt’oggi è infatti necessario controllare regolarmente gli allevamenti di renne Sami in Snasa per garantire che non siano contaminate in maniera pericolosa per l’uomo. Controlli che hanno rilevato negli allevamenti del Nord-Trondelag una radioattività tale da sconsigliarne l’utilizzo alimentare.
Quel venerdì 26 aprile 1986 una insensata sperimentazione condotta presso gli impianti di Chernobyl, porta il reattore numero 4 fuori controllo fino ad esplodere.
Enormi quantità di particelle radioattive vengono scagliate in atmosfera dove si disperdono seguendo le correnti d’aria settentrionali. Intanto la grafite contenuta nel reattore s’incendia.
Le autorità sovietiche taceranno per giorni notizie sull’incidente.
Due giorni dopo, 600 dipendenti della centrale nucleare di Forsmark a nord di Stoccolma vengono evacuati, dopo che è stata rilevata una radioattività insolitamente alta, cosa che fa pensare a una perdita nell’impianto.
I venti di pioggia dall’est arrivano fin nei pressi di Oslo, e portano con loro livelli di radioattività elevati. Il lunedì sera, quasi dopo tre giorni dopo l’incidente, l’agenzia di stampa sovietica Tass in una breve dichiarazione parla di un incidente presso la centrale di Chernobyl.
L’incendio nel reattore 4 ha imperversato per dieci giorni prima di essere spento.
Il reattore ha vomitato livelli di radioattività 200 volte superiori a quelli delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
Le autorità norvegesi si sono trovate del tutto impreparate ad affrontare una situazione così grave e così nuova. Conseguenza di questo una quantità di informazioni e decisioni contraddittorie e fuorvianti, e una crisi di sfiducia e diffidenza tra autorità e popolazione.
“Non c’è motivo di preoccuparsi” dissero al Ministero degli Affari Sociali mentre ancora il fuoco infuriava a Chernobyl. Ma la gente era terrorizzata, e impediva ai bambini di uscire all’aperto quando pioveva.
Chernobyl ha anche messo alla luce una mancanza di preparazione e coordinamento tra le varie agenzie del governo norvegese. La drammatica esperienza di Chernobyl ha portato poi alla costituzione di un nuovo modello di emergenza, con una rete capillare di rilevamento dei livelli di contaminazione radioattiva. È previsto anche un comitato speciale di crisi dotato di ampi poteri, che si attiva immediatamente nel caso di pericoli improvvisi e acuti.
In Norvegia la paura dopo Chernobyl è scemata negli anni.
È oggi impossibile misurare l’effetto della contaminazione radioattiva derivata da quel disastro sulle statistiche relative alle patologie tumorali degli anni immediatamente successivi. Ancora oggi, così come per ancora molti anni a venire, gli escursionisti nello Jotunheimen raccoglieranno cesio radioattivo nei loro scarponi da montagna; ma non si sono verificati danni irreparabili nel patrimonio naturale norvegese.
Fanno eccezione alcuni settori periferici dell’economia, nei quali l’allevamento di renne e ovini sono stati i più colpiti, con la necessaria distruzione di grandi quantità di carne ricavata da animali contaminati.
E ancora oggi, dopo 25 anni, sono necessarie misure particolari: in alcune zone renne e ovini da allevamento vengono prelevati dai loro pascoli abituali e alimentati con mangimi non radioattivi poche settimane prima della macellazione. Nel 2010 oltre 20.000 pecore sono state sottoposte a questa misura cautelativa al fine di ridurre i livelli di radioattività prima della macellazione. E il numero di animali soggetti al trattamento è più grande dove è maggiore la presenza di funghi nell’alimentazione, poichè il fungo ha la proprietà di assorbire grandi quantità di cesio radioattivo dal suolo.
Tutto questo ha un costo.
“A distanza di 25 anni ci avviciniamo probabilmente a 700 milioni” ha detto ancora Astrid Liland; e il dispositivo di legge che prevede le misure cautelative è tuttora in esecuzione con una media di 1,8 milioni all’anno.