«Il Veneto ha gi

VENEZIA
Professor Domenico Patassini, preside della facoltà di Pianificazione del territorio allo Iuav, che impatto potrà avere il Piano casa per l’edilizia?
«È evidente che la legge nasce con un connotato anticiclico. Da un lato si propone di rilanciare i consumi sul versante del bene-casa, dall’altro, per la natura stessa dei lavori che prevede, contiene una forma di sostegno alle imprese del settore. Almeno nelle intenzioni».

Per l’appunto: queste intenzioni potranno trasformarsi concretamente in misure anticrisi?
«Studi aggiornati che ci consentano una valutazione dei benefici purtroppo non ne abbiamo, vedo che il Cresme ha cominciato, per ora, a elaborare delle stime. Dal mio punto di vista, ho una netta sensazione: il rapporto tra ciclo economico e ciclo edilizio, oggi, è molto diverso rispetto agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso».

Secondo il suo giudizio, perché proprio il Veneto e la Sardegna fanno da capofila in Italia?
«Non è un caso. La Sardegna, per dire, viene da una fresca campagna elettorale che si è combattuta proprio su questi temi».

E il Veneto?
«Il Veneto esce da un periodo di transizione dalla vecchia alla nuova legge urbanistica regionale, in cui si sono accumulate migliaia di varianti ai Piani regolatori comunali. Questa corsa alla variante ha creato – e noi allo Iuav lo possiamo dire con cognizione di causa, poiché abbiamo studiato il fenomeno per conto della Regione – una situazione di sovradimensionamento e di eccesso di offerta edilizia, già pianificata ».

Questo cosa comporta?
«Potremmo tranquillamente fermarci qui per almeno 5 anni e dichiarare una moratoria, senza che le potenzialità dell’offerta edilizia vengano minimamente intaccate».

Il presidente Galan, illustrando gli obiettivi del progetto di legge, ha indicato due bersagli precisi: la «villettopoli» veneta e i capannoni. Missione possibile?
«La legge ha un suo target ed è probabile che questi siano i segmenti che ne beneficeranno di più. Però, ripeto, parliamo di un settore che già adesso è sopra standard, non siamo certo in una situazione di carenza ».

E nei centri storici?
«In molti centri del Veneto ci sono aree dismesse o in via di dismissione, con cubature spesso notevolissime. Occorre che diventino occasione di riqualificazione per le città, più che di aumento delle volumetrie. Il provvedimento di legge, sotto questo aspetto, andrebbe meglio orientato: se c’è una cosa che non si può e non si deve fare, nei centri storici, è intervenire alla spicciolata. La manutenzione urbana è assolutamente fondamentale e costituirebbe un’opportunità enorme per il mercato ».

Il premier Berlusconi, dal canto suo, ha parlato invece di un’occasione per migliorare la «bruttissima edilizia» degli anni Sessanta. Sul fatto che sia brutta è difficile dissentire.
«Potrei presentare, come molto spesso facciamo a scuola, un corposissimo album degli orrori. Basta girare per la nostra “villettopoli”, come la chiama Galan, per rendersene conto. Proprio per questo non vorrei che consentire un’aggiunta del 20 per cento, come prevede la legge, finisse per aggravare la situazione, sommando bruttura a bruttura. Meglio una politica di demolizione e ricostruzione, basata non tanto su incentivi individuali quanto, piuttosto, su programmi di riqualificazione urbana».

«Il Veneto ha già pianificato un’offerta edilizia in eccesso»
Alessandro Zuin
Corriere del Veneto 12/03/2009

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3 pensieri su “«Il Veneto ha gi

  1. da Edificare occupando nuovi suoli conviene?
    martedì 13 gennaio 2009
    di Gianni Rinaudo, Presidente del Circolo Legambiente di Bra, Direttore di Cibernetica Sociale Italia.
    .. ALCUNI (S)PUNTI PROBLEMATICI RELATIVI ALL’EDILIZIA
    · Gli oneri comunali derivanti dalle nuove costruzioni ,che paiono essere il vero ritorno per le amministrazioni comportano invece, a monte, il depauperamento del territorio nei suoi elementi essenziali: della terra, dell’aria, dell’acqua e dell’energia;
    · Si interrompono falde acquifere e lo stesso consumo idrico potrebbe risentirne; edificando in modo industriale sin ora non si è ancora sufficientemente valutato l’impatto energetico delle nuove abitazioni in termini di riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni. Si continua in modo insensato a produrre abitazioni senza attenzione al risparmio energetico;
    · In gran parte dell’Italia si continua ad edificare con muri perimetrali di trenta centimetri e senza coinbentare il tetto;
    · Costruire abitazioni all’infinito è una scelta limite, dettata da poca creatività. Far cambiare opinione a chi è imprenditore in questo settore non sarà facile, ma è il compito primario di un’ Amministrazione comunale, adulta, che non può accettare ricatti da un settore oggi tanto problematico e che deve urgentemente riconvertirsi profondamente nella tecnologia oltre che preferire la ristrutturazione delle vecchie abitazioni all’edificare su nuovi suoli;
    · Il costruire abitazioni o capannoni in modo sproporzionato favorisce solamente il consumo del suolo e la ricchezza dei soliti pochi;
    ..
    ed ecco qua due link interessanti:
    http://www.comunivirtuosi.org/index.php/stop-al-consumo-di-suolo/18-consumo-di-suolo/380-campagna-nazionale-qstop-al-consumo-di-suoloq
    http://www.stopalconsumoditerritorio.it/

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