Iniziamo con una “cosuccia” che ci ha fatto anche un po’ sorridere e che forse in questa Gaiarine ovattata non interesserà a nessuno, ma un cronista (facciamo finta di esserlo) se scopre “qualcosa”, per onestà intellettuale, ha l’obbligo di renderla pubblica.
Avevamo nell’ultimo post riguardante il consiglio del 29 aprile scorso “redarguito” l’amministrazione per aver pubblicato la registrazione di quel consiglio comunale ben 15 giorni dopo.
Questa volta la registrazione del consiglio è comparsa su YouTube il 31 maggio (quattro giorni dopo l’avvenuto consiglio), ma probabilmente qualcuno si è dimenticato di aggiornare in contemporanea il sito del comune.
Aggiornamento eseguito il 3 giugno, ma facendo credere che la pagina con il link alla registrazione fosse stata pubblicata il 31 maggio.
Chiamiamolo un escamotage per farsi vedere super solerti.
La pagina è stata pubblicata il 3 giugno alle ore 8:00 e trenta secondi, modificata e ripubblicata alle 8:00, 5 minuti e trenta secondi, dello stesso giorno, e di questo abbiamo le prove inconfutabili.
Noi, che giornalmente abbiamo monitorato il sito del comune, il 3 giugno, al comparire della pagina datata 31 maggio, in prima battuta abbiamo avuto un moto di incredulità, poi, come cittadini, ci siamo sentiti presi in giro, ma alla fine di fronte a questa bambinesca furbata, non siamo riusciti a trattenere una risata.
Ma davvero nell’amministrazione comunale c’è qualcuno che “gioca” con le “date” invece che con le “bambole” o le “macchinine”? Evidentemente si.
Senza farla troppo grande, e diventando seri, purtroppo quello che emerge da questo piccolo episodio è che la vera trasparenza e la conseguente assunzione di responsabilità, anche per questa amministrazione, è una meta ancora da raggiungere, ammesso che lo si voglia fare, e che non si pensi, invece, che la grancassa del virtuale possa essere maneggiata per incantare tutti e farsi vedere per quello che non si è.
Veniamo al consiglio.
Presenti qui
La registrazione la trovate qui o nel sito del comune.
La De Zan nell’illustrare il 2° punto all’ordine del giorno avente per oggetto le variazioni di bilancio evidenzia un incremento di spesa di 5.500 euro per “manutenzione software e PC”, compensati (riportiamo le testuali parole)
… «... da una diminuzione di 5.500 euro per quanto riguarda il capitolo sulle rette di ricovero, questo, come avevo anticipato nel consiglio comunale precedente, “fortunatamente” da inizio anno ad oggi abbiamo una diminuzione dei casi degli anziani seguiti dal comune…».
Normalmente si ha una riduzione di spesa sulle rette degli anziani quando questi muoiono.
E sebbene sia in corso questa triste pandemia, ci è scappata e ce ne scusiamo, un altra risata di fronte a questo sfortunato “fortunatamente“, anche per il fatto che tutti definiscono gli anziani portatori del “divario digitale”, ma in questo caso, probabilmente, sono loro, questi anziani, “alla fine” i veri fautori del superamento del divario digitale del comune.
Dal faceto al serio.
Non abbiamo a tutt’oggi dati ufficiali, pur avendoli chiesti molte volte e sapendo che il comune li ha, dell’impatto del Covid19 sulla popolazione del comune.
Non sappiamo per l’appunto quanti siano stati i morti.
Sappiamo solo, come ha detto il sindaco alla fine consiglio, che i cittadini “toccati” in qualche modo dal Covid19 (ammalati, morti, in quarantena, ecc.) sono stati circa 800.
Questo unico dato è troppo pocoooooooooooooooooo.
Ed è sempre un problema di trasparenza.
E per il resto?
Durante quest’anno di pandemia, con i consigli tenutesi non in presenza, eravamo giunti alla conclusione che il collegamento da remoto, con le evidenti difficoltà di comunicazione, avesse reso difficile un confronto serrato tra maggioranza ed opposizioni.
Ora che i consigli si svolgono di nuovo in presenza, però notiamo che la situazione non è cambiata.
Anzi.
É vero che maggioranza e opposizioni non debbono per forza accapigliarsi, ma una differenza di vedute su alcuni aspetti, un diverso sentire rispetto a determinate questioni, ci dovrebbe pur essere o no?.
Purtroppo le minoranze sembrano anestetizzate e forse annichilite dalla presenza mediatica di questa amministrazione.
In questo consiglio non c’è stato nessun voto contrario, e se questo può anche accadere, fa specie che manchino delle prese di posizione politiche argomentate, convinte e forti, tanto da far sembrare le minoranze delle appendici della maggioranza.
Nulla hanno detto o quasi su questioni importanti.
A fronte dell’autorizzazione temporanea prevista per “il Diamantik“, qualcosa è stato detto, ma volendo, vi erano moltissime argomentazioni per una forte critica sia al comune che ha accettato supinamente quanto proposto dal privato sia al governo nazionale precedente (Conte II) che ha introdotto nel “Testo Unico dell’Edilizia” una norma che travolge, con la sua furba applicazione, in tutto e per tutto il concetto di pianificazione urbanistica.
Potevano almeno essere letti i due commi di questa norma
“1. Allo scopo di attivare processi di rigenerazione urbana, di riqualificazione di aree urbane degradate, di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione e favorire, nel contempo, lo sviluppo di iniziative economiche, sociali, culturali o di recupero ambientale, il comune può consentire l’utilizzazione temporanea di edifici ed aree per usi diversi da quelli previsti dal vigente strumento urbanistico.
2. L’uso temporaneo può riguardare immobili legittimamente esistenti ed aree sia di proprietà privata che di proprietà pubblica, purché si tratti di iniziative di rilevante interesse pubblico o generale correlate agli obiettivi urbanistici, socio-economici ed ambientali indicati al comma 1.
e chiedere, in che modo l’autorizzazione temporanea concessa si possa sposare con questo articolato;
e ancora come si possa concepire di rigenerare, riqualificare e valorizzare pezzi del comune con interventi provvisori e marginali.
Si poteva anche chiedere se “il rilevante interesse pubblico” fosse giustificato (ripetiamo quello che ha detto il sindaco perché la delibera non l’abbiamo) da un percorso vita ad accesso libero (forse), e da qualche prezzo agevolato per qualche attività sportiva.
Sappiamo che in Italia niente è più definitivo di una cosa temporanea.
Se il “Diamantik” aveva la urgente necessità di risistemare le sue attività all’interno delle aree di proprietà, doveva far correre e lavorare i suoi progettisti, presentare un piano generale e il comune valutata la bontà e il rispetto delle norme, si doveva far in quattro per accelerare l’iter.
Solo in questo modo poteva essere approvato un progetto complessivo, mentre ora non si può sapere, aldilà delle parole e delle promesse, cosa accadrà alla scadenza dell’autorizzazione temporanea.
Forse un’altra richiesta di autorizzazione temporanea?.
Doveva, altresì, essere messo in evidenza il fatto, che una volta creato il precedente, questo procedere potrebbe innescare una corsa, difficile da fermare, da parte di altre attività ad ottenere autorizzazioni temporanea, con cambio di destinazione d’uso di immobili, aree, ecc., togliendo di fatto al comune la possibilità di elaborare un minimo di pianificazione urbanistica.
Una fabbrica di mobili, o qualsiasi altra attività, che da lavoro, ha o non ha lo stesso “interesse pubblico” di una attività che si occupa di tempo “libero”?
Ma forse a questa amministrazione non interessa pianificare.
Difatti.
Siamo alla presa d’atto della presentazione del “documento del sindaco” relativo alla Variante al Piano degli Interventi (P.I.), un documento di grande importanza in quanto dovrebbe delineare le strategie che verranno messe in atto per determinare la struttura urbanistica del nostro comune nei prossimi anni.
La presentazione del sindaco ci ha lasciato allibiti (anche qui non avendo il documento dobbiamo stare alle sue parole).
Dalla presentazione si è compreso che la strategia del comune per dar luogo alla variante al P.I. sarà quella di raccogliere qualsiasi tipo di richiesta proveniente dai cittadini o da attività, anche quelle di “riqualificazione di attività produttive in zona impropria”.
Per fortuna , in estremis, il sindaco ha messo un ipotetico limite a questa deregulation dicendo che probabilmente non tutte le richieste potranno essere accolte.
E meno male.
Per le attività in area impropria, non eravamo arrivati, negli anni, a definire la necessità del loro trasferimento in zona propria, cioè in zona industriale?.
Non eravamo arrivati negli anni a determinare che certi bubboni sparsi per le nostre campagneo o inseriti nei dei centri abitati o a ridosso degli stessi, dovevano essere trasferiti?
Ma sembra non essere più così.
Siamo all’urbanistica senza una “visione” di come saranno i nostri paesi, i nostri centri storici, le zone industriali, le nostre zone agricole, le nostre zone naturalistiche tra qualche anno.
Probabilmente c’è stato qualcuno che si è fatto avanti con delle richieste e l’amministrazione demanderà a loro la “costruzione” del “paesaggio” futuro, nostro e di chi verrà dopo di noi, e non si potrà fare nulla.
O forse si se le opposizioni si facessero portavoci di una progettualità diversa.
E invece dalle opposizioni non una parola.
Potevano chiedere al sindaco spiegazione sul perché, nella sua breve presentazione, non avesse mai usato la parola ambiente, non avesse parlato di piani di gestione delle nostre valenze naturalistiche (SIC e ZPS), non avesse, con fermezza, evidenziato l’impossibilità, ormai nota a tutti, di consumare ulteriore suolo, se non con appropriate compensazioni, non economiche, ma ambientali.
Silenzio e basta.
Sulla mozione dell’assegnazione della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, dopo l’esposizione del sindaco e l’intervento del capogruppo Gottardi, pieno di retorica anche se condivisibile sui richiami alla pace ed in particolare ad una convivenza pacifica priva di qualsiasi tipo di violenza, le minoranze sono state zitte.
Nessun parola e voto favorevole.
Cose da dire ce ne sarebbero state anche qui molte, per esempio:
che il Milite Ignoto “abitando” all’Altare della Patria ha già di per se il più alto riconoscimento che si possa avere e che quindi è già automaticamente cittadino di tutta Italia, di ogni paese, di ogni comune;
oppure che questa mozione è semplicemente un inutile rigurgito “nazionalista”;
oppure si poteva ricordare:
che la maggioranza dei “Militi Ignoti” fu mandata al massacro da generali “incapaci” , per i quali la vita proprio questi di “Militi Ignoti”, tra l’altro in gran parte contadini, non valeva proprio nulla;
che furono 6.000.000 gli italiani che parteciparono alla guerra ma solo 8.171 i volontari, e questo ultimo dato la dice lunga su quanto questa guerra fosse desiderata dalla popolazione italiana;
che furono 470.000 i renitenti alla leva
che 262.000 furono i soldati processati come disertori;
che 15.000 di loro furono condannati all’ergastolo;
che 750 furono condannati a morte;
che furono molte le decimazioni per sedare rivolte, come quella della Brigata Ravenna avvenuta a marzo del 1917;
si poteva sottolineare, a proposito di papi, che l’assessore Gottardi ha citato Pio XII ma non Benedetto XV che definì questa guerra “un’inutile strage”;
si poteva evidenziare che sarebbe stato forse più opportuno, invece di concedere la cittadinanza onoraria al “Milite Ignoto“, concederla a Patrick Zaki e alla memoria di Giulio Reggeni, schierandosi chiaramente in difesa i diritti umani.
Un piccolo gesto, a costo zero, ma dal grande valore simbolico affinché quello che è successo a questi due ragazzi e alle loro famiglia non accada più.
Un messaggio per i giovani italiani e per quelli di tutte le nazionalità:: il comune di Gaiarine sarà sempre al vostro fianco per difendere i vostri diritti, come il diritto allo studio e il diritto di manifestare liberamente il vostro pensiero.
(Qualcuno farà suo questo messaggio che tanto subliminale non è?)
oppure potevano dichiarare il loro voto favorevole motivandolo almeno con il fatto che questa guerra, a carissimo prezzo, portò a termine l’unificazione italiana con l’annessione delle regioni ”irredente” (ovvero Trento e Trieste).
Ma forse con il loro voto favorevole, senza interventi, volevano togliersi rapidamente “sta” grana e far piacere ad Anci, alle Medaglie d’oro, alle associazioni d’Arma promotrici dell’iniziativa, e non sentirsi da meno della maggioranza.
E ora.
Abbiamo meditato a lungo.
Per smuovere la politica gaiarinese da questa apatia reciproca, due potrebbero essere le strade percorribili:
la prima: allargare la maggioranza, fare insomma il governo “Draghi” anche a Gaiarine.
In effetti, visto questo consiglio, si tratterebbe solo di ufficializzare un dato di fatto, ma motiverebbe le opposizioni, e le porterebbe fuori dal loro impasse attuale.
Con tutta probabilità a quel punto porterebbero nuova linfa e forse qualche “visione” a questa maggioranza che ci pare non altezza delle sfide che i tempi attuali richiedono, soprattutto nel campo dell’ambiente, dell’urbanistica, della salubrità della vita, della lotta ai cambiamenti climatici.
Maggioranza ancora ancorata, al presente, agli autovelox, alla video sorveglianza, ad armare i vigili, a fare insignificanti regolamenti ma non quelli necessari, ecc, tutte cose che non servono a far sopravivere quelli “dopo di noi” e che non servono a disegnare il “futuro” .
la seconda, se la prima venisse rifiutata: creare un “governo ombra” delle minoranze, formando una giunta, sindaco e assessori, aperta anche alla società civile.
Elaborare quindi idee e progetti da presentare alla cittadinanza e in consiglio comunale.
Proposte nuove che guardino al domani e quindi alternative a quello indicate dalla maggioranza, un pungolo per l’amministrazione attuale dato che sarebbe costretta a confrontarsi con esse e forse ad farne proprie alcune.
Esiste una terza strada:
quella del quieto vivere, senza scossoni, senza linfa, senza pungoli, senza futuro, in attesa del prossimo consiglio comunale.