Convocazione Consiglio Comunale: Mercoledì 25 Maggio 2022

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Ai sensi dell’art. 16 dello Statuto Comunale mi pregio comunicare che il Consiglio Comunale è convocato in seduta Ordinaria pubblica, di prima convocazione per il giorno di mercoledì 25 Maggio 2022 alle ore 20.00, nell’apposita sala della Sede Municipale per la trattazione del seguente ordine del giorno:

1. Interrogazione presentata dal gruppo consiliare “Insieme con
Federica” il 6.04.2022 al prot. 2747 avente ad oggetto
“Interrogazione n. 01/2022: i problemi dei medici di famiglia nel
nostro territorio”

Ai sensi del DL 24 marzo 2022 n. 24 “Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrato alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza allo stato di emergenza” l’accesso alla sala consiliare è libero ma è raccomandato l’uso della mascherina (Ordinanza del Ministero della Salute del 28 aprile 2022).

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Consiglio comunale mercoledì 27 aprile 2022: Parliamone

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Anche questo un consiglio breve, durato circa un’ora.
Sempre meno interesse da parte dei cittadini del comune: due
2016327213519_locandina_distanze solo i presenti.
C’è davvero da chiedersi quale sia ormai la “distanza” tra i cittadini e chi li rappresenta.
Siamo impotenti o disinteressati?
I presenti qui

Gli argomenti principali della serata sono l’approvazione del consuntivo 2021 e la conseguente variazione del bilancio di previsione del 2022.
La chiusura del bilancio dello scorso anno, il consuntivo 2021, porta un avanzo di amministrazione di circa 617 mila euro, dei quali solo circa 252 mila euro a disposizione, cioè “spendibili”, perché gli altri sono vincolati per varie ragioni.
Come i 150 mila euro accantonati per un possibile e prevedibile aumento del costo dell’energia (illuminazione e riscaldamento) nel 2022.

Per i due punti in questione vi è la solita “sbrodolata” di cifre della De Zan (assessore al bilancio), che si faticano a sentire perché non fa uso del microfono (per quale motivo non è dato sapersi) e perchè la sua voce sicuramente non é “baritonale”.

Ma va beh, tanto erano solo due gli spettatori, e poi vuoi che ci siano dei cittadini interessati a capire come vengono spesi i soldi?
I consiglieri di minoranza De Martin e Lazzaro, che avevano già potuto “sviscerare” nella riunione di capigruppo alcune questioni, comunque pongono una serie di domande e richieste di precisazioni.
E allora si è capito che abbiamo avuto un maggior introito di circa 270 mila euro nel 2021 di IMU dovuti ad accertamenti tasse casa“importanti”, che tutti gli appalti devono, a causa dell’aumento dei prezzi in atto, essere rinegoziati, che solo nel 2024 avremo dei mutui in scadenza, e che solo se scadrà un mutuo il comune ne potrà aprire un altro; per cui per i prossimi due anni “nisba” mutui e forse è meglio così.

E poi, a fronte di una domanda del consigliere De Martin, si parla di illuminazione pubblica; del nuovo contratto che dovrebbe essere firmato il giorno seguente, così dice il sindaco, e che prevede la sostituzione delle lampade attuali con quelle a led.

Prendakinator_defie la parola, il segretario, che in questo frangente non può che essere soprannominato il “genio della lampada”, il quale si incammina su un pendio particolarmente scivoloso ….

Fa, in prima battuta, naturalmente e giustamente, l’elogio economico delle lampade a led rispetto a quelle a vapori di sodio (si può risparmiare, in casi fortunati, fino al 40/50% di energia elettrica e quindi ridurre effettivamente l’emissione di CO2 in atmosfera) ma afferma che l’impianto di illuminazione pubblica a led deve rimanere accesso per tutta la notte.
Si leva una “vocina” di uno dei due cittadini presenti: « ma scherziamo … e l’inquinamento luminoso? » .

Risponde il segretario ... « i led non inquinano  » … e poi   « … c’è l’obbligo di illuminare le strade e gli incroci … » « … se ho un incidente in un incrocio non illuminato faccio causa al comune (frase desolante nelle sue molteplici sfaccettature) … »

Anche il consigliere Bubbaco afferma che i led non inquinano.
Interviene anche il sindaco affermando che è il codice della strada che obbliga ad illuminare le strade.

Mamma mia.

Ma andiamo per ordine.
Intanto, forse tutti sanno anzi no, che la durata di una lampadina di qualsiasi specie è in funzione delle ore di utilizzo, e va da se che più ore la tengo accesa prima avrò il suo decadimento luminoso, e conseguentemente prima la dovrò sostituire, aumentando i costi di manutenzione che andranno, è ovvio, in parte a diminuire i vantaggi economici di cui sopra.
Poi.

Per inquinamento luminoso si intende la dispersione del flusso luminoso verso l’alto.
La tecnologia led
permette di indirizzare meglio il flusso luminoso verso il basso e questo permette una riduzione dell’inquinamento, ma si sa anche che, soprattutto in ambito urbano, gran parte del flusso luminoso verso l’alto è dovuto alla riflessione del manto stradale e delle altre superfici investite dalla luce.

Quindi l’inquinamento luminoso c’è con qualsiasi fonte di luce, quindi anche con i led, anche se in minor misura, e ci verrebbe da dire anche con un candela.
Il punto è la quantificazione dell’inquinamento luminoso notturno: dispersione verso l’alto e per quante ore.
Se i led mi permettono di indirizzare meglio la luce ma qucorso-importanza-avifauna-1024x538ella luce la tengo accesa tutta la notte anche nelle ore a cui non serve a nessuno, avrò per più ore la dispersione verso l‘alto, provocando danni maggiori all’avifauna.
Anche se sappiamo che qualcuno si metterà a ridere (ma il riso abbonda sulla bocca degli stolti), i danni provocati dall’inquinamento luminoso sono danni a livello sistemico sul mondo naturale (studio dell’università di Exeter GB, pubblicato su Nature Ecology and Evolution )
impatti negativi sulla fauna selvatica, ma anche sulla flora.
Impatti che spaziano dall’interferenza con i livelli ormonali degli animali alle modificazioni dei loro cicli riproduttivi, dai cambiamenti delle loro attività quotidiane fino alla vulnerabilità ai predatori.” ecc.

Punto.
Ma c’è di più.
SuccInquinamento-luminoso-in-Europa-1080x675ede che, poichè con i led si risparmia energia elettrica, si illumina per più ore (tanto costa poco) e cosi ci sono studi a livello mondiale che dimostrano che dall’introduzione dell’illuminazione a led, pur di per se meno inquinante, l’inquinamento luminoso a livello globale è aumentato.

Dall’altra parte se ci si nutre solo della propaganda tecnologica e non si ragiona, i risultati non possono che essere questi.

Nel codice della strada, salvo essere smentiti (lo potete leggere qui), non è indicato nessun obbligo di illuminare alcunché.
Esistono invece, non nel codice della strada, una serie di norme  (UNI, ecc.) a cui, se ci decide di illuminare una strada, l’estensore del progetto illuminotecnico deve per forza attenersi.
Ripunto.

Dopo un batti e ribatti, un po’ di “buona  luce” viene dal consigliere Lazzaro che, utilizzando semplicemente la logica, afferma che tutte le fonti luminose inquinano: chi più chi meno.
Niente propaganda, ma uso delle meningi.

Grazie.

Si va al completamento dell’ordine del giorno con l’approvazione della variante per la pista ciclabile a Calderano, approvata all’unanimità, anche se ancora il consigliere Lazzaro fa presente che non è la migliore soluzione quella voluta, ma forse l’unica praticabile.
E va bene, però ” chi cerca trova”.

Si passa alle solite comunicazioni del sindaco, che ormai sono una abitudini anche se non previste nell’ordine del giorno.

Covid casi in aumento.

Uffici pubblici: finito lo stato di emergenza, pseuda apertura al pubblico , perché comunque, a parte mezza giornata, bisognerà prendere appuntamento per parlare “con i nostri dipendenti”.
La casa comunale, passate le emergenze, dovrebbe ritornare, forse non lo è mai stata, ma sarebbe ora che lo fosse, una casa “trasparente”, una casa “accogliente” dove non dovrei aver bisogno di bussare giorni prima per essere ricevuto.

Ma aldilà della propaganda tecnologica e della iettatura del sempre connessi, ogni571b33beb0_1951773_med dipendente è stato “dotato” di cellulare e così invece di “avvicinarsi”, di “vedersi” ci si allontana sempre di più, e si allontanano pure i cittadini dalle istituzioni.

 

Ah la tecnologia.

Adesso anche per avere i farmaci.

 

Dopo due anni di pazienti tenuti al freddo, alla pioggia, al sole in quel di Rovecallcenterrbasso, dopo due anni di telefonate senza risposta, una nostra conoscente ha telefonato in una settimana 52 volte prima di ottenere un “pronto”, adesso si inventano “l’app”, che risolverà tutti i problemi.

A parte le difficoltà oggettive nelle quali molti anziani si troveranno, se tecnologia deve essere sia almeno intelligente.
Siamo tutti dotati di una tessera sanitaria, oggi sotto utilizzata, all’interno della quale si potrebbero memorizzare un sacco di informazioni: le patologie, i farmaci necessari e ripetitivi, ecc.

Con quella tessera aggiornata il paziente potrebbe andare in farmatessera-sanitaria-448x296cia ed avere le medicine necessarie senza più bisogno della ricetta.
Oppure tutte le farmacie collegate ad un sistema sanitario dove sono memorizzati per ogni paziente i farmaci ripetitivi. Anche in questo caso la ricetta del medico non servirebbe più.
Se si è per la tecnologia, come si legge nella pagina Facebook del Comune, allora ci si deve battere fino in fondo perché la tecnologia sia davvero utile ai cittadini e non diventi invece una complicazione per la loro vita.
Per questo bisogna battersi.
Non è
Battersi per qualcosa con una “app qua e una là, trallalà” che si risolvono i problemi dei cittadini.

E dato che, anno dopo anno, con le disinteressate amministrazioni di centro destra, abbiamo perso come comune tutto quello che con fatica si era ottenuto, guardia medica, centro prelievi, medici, ecc., chiediamo al sindaco, primo responsabile della salute dei cittadini del comune, se non sia il caso di attuare azioni forti, fortissime,  creando anche coalizioni con altri comuni, per far si che venga ricreata una medicina territoriale che sia degna di questo nome,  e che sia di supporto vero alle esigenze di una popolazione sempre più anziana.
Gli chiediamo se non sia giunta l’ora di far sentire la propria voce all’interno della consulta dei comuni?
Consulta snobbata dai nostri amministratori da almeno quindici anni.

Chiediamo se non sia giunta l’ora di smetterla di dire che l’organizzazione compete all’USLL e di fare invece  qualcosa di concreto per cambiare la situazione attuale.

A proposito di medicina territoriale, così parlava l’assessore alla sanità (2010-2018) del Veneto Luca Coletto (lega) nel 2011,:

“Il fulcro della nuova organizzazione sono le “medicine di gruppo integrate”, forme associative di medici di medicina generale che garantiranno la disponibilità per i cittadini 24 ore su 24 7 giorni su 7, ovviamente operando in rete ed in sinergia con le guardie mediche. “E’ un’operazione che risponde appieno ad uno dei cardini fondamentali del nuovo piano socio sanitario regionale: rafforzare la medicina sul territorio, spostare dall’ospedale al territorio tutti i servizi non prettamente ospedalieri, alleggerire la pressione dei codici bianchi impropri sui pronto soccorso, portare la sanità più vicina al cittadino, che possa così trovare vicino a casa tutti quei servizi che non riguardano le acuzie, per le quali ci sono gli ospedali”.
“abbiamo sempre sostenuto che i medici di medicina generale sono uno snodo fondamentale del nostro sistema sanitario: ebbene, con questa riorganizzazione, anche la loro figura e le loro professionalità verranno fortemente valorizzate”.
Sono passati 11 anni e la medicina territoriale veneta è stata distrutta, i privati hanno fatto i poliambulatori, i medici di medicina generale convenzionati con la regione hanno fatto “Roverbasso“.
Me par benon.
(Per inciso Luca Coletto è diventato sottosegretario che vuol dire vice ministro alla Sanità nel primo Governo Conte.)
Quando si dice la potenza delle parole.

Altra notiziola.
La piazzola di Albina verrà chiusa dal 12 maggio per forse 6 mesi o più.

La piazzola è proprietà comunale, ma la SAVNO la rifarà a sua immagine e somiglianza, con il beneplacito della giunta comunale.
Una immagine industriale, una nuova colata di cemento, via le siepi, una rampa dove si sale con le macchine da una parte e si scende dall’altra.

Nessuno, non i nostri amministratori, si è posto il problema di capire il perché la piazzola di Albina sia stata a suo tempo realizzata in quel modo.
Proviamo a spiegarlo anche se probabilmente non sarà capito:
La piazidealista-rifiuti-777x437zola di Albina è stata pensata non per gestire un rifiuto da “buttare”, ma per gestire un rifiuto “risorsa”.
Un rifiuto che diventa una risorsa, non per il valore economico che se ne può ricavare dalla sua vendita, ma per i valore intrinseco, molto più importante e che vale molto di più, che permette di riusarlo per “rifare” dei beni di consumo senza consumare altre risorse della terra.
Se il rifiuto è quindi una risorsa, una fondamentale risorsa per la nostra sopravvivenza, va “depositato” in un posto “bello”.
Ecco la piazzola di Albina doveva diventare un “parco”, doveva essere abbellita, doveva diventare un posto “ameno”, dove portarci, magari, le scolaresche per far capire l’importanza della risorsa rifiuto, del suo riciclo, del suo non abbandono, .

Si, ne siamo coscienti: tutte chiacchiere.

Poi abbiamo avuto i quindici anni abbondanti delle solite amministrazioni di centro destra che della piazzola se ne sono sbattuti, come della biblioteca, come della sanità, ecc., ecc. .
E ora vai con il cemento e 495.000 euro di spesa.
Ma il bello è che la Savno farà i lavori sulla proprietà del comune, ci metterà i soldi, ma alla fine (quindici anni) il rifacimento della piazzola indovinate chi lo pagherà?
E’ la solita battuta: Elementare Watson.

Lo pagheranno naturalmente i cittadini di Gaiarine, che si troveranno nella bolletta per quindici anni la loro giusta quota di piazzola rifatta ad immagine e somiglianza della Savno.

Seguitici ancora per un attimo in questo excursus politico/calcistico:

  • i vigili in convenzione con altri comuni: arbitra il comandante che sta a Cimadolmo o giù di li;
  • il regolamento di polizia rurale fatto dal gruppo di lavoro e dalle associazioni di categoria degli agricoltori:  comune di gaiarine non tocca palla;
  • l’app ricette la decide l’attuale responsabile di Roverbasso:  il comune di Gaiarine fa da raccattapalle;
  • medicina territoriale decide Benazzi: il comune di Gaiarine squalificato;
  • piazzola di Albina decide la Savno e paghiamo noi: comune di Gaiarine non ammesso al torneo.

Domanda pleonastica: ma alla fine serve davvero eleggere qualcuno?

Un bacione.

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Convocazione Consiglio Comunale: Mercoledì 27 Aprile 2022

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Consiglio Comunale è convocato per il giorno di mercolesì 27 Aprile 2022 alle ore 21.00  in seduta ordinaria pubblica con presenza del pubblico regolato in base alla normativa vigente volta a garantire il distanziamento, con il seguente ordine del giorno:

1. Verbali seduta del 22 marzo (dal n. 6 al n. 7);
2. Approvazione rendiconto della gestione 2021;
3. Variazione al bilancio di previsione 2020/2022 ai sensi dell’art. 175 del D.Lgs. 267/2000;
4. Opera pubblica realizzazione percorso ciclopedonale lungo la S.P. 44 in
località Calderano. approvazione variante urbanistica al p.i. per
apposizione vincolo preordinato all’esproprio.

L’entrata in sala consiliare sarà contingentata secondo le norme anti COVID-19 e in particolare, a seguito dell’entrata in vigore del D.L. n.127 del 21.09.21 e del DPCM del 12.10.2021, tale accesso sarà subordinato all’esibizione della certificazione verde Covid-19 (c.d. green pass). Il controllo della certificazione verde avverrà all’atto dell’accesso alla sala consiliare.

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Consiglio comunalemartedì 22 marzo 2022: Parliamone

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Un brevissimo e necessario consiglio comunale.
Convocato per approvare una convenzione con altri due comuni per poter partecipare ad un bando in scadenza il 30 marzo.

Ma di questo parleremo più avanti.
Intanto chi c’era.
I presenti qui.
4 “gatti” tra il pubblico. Letteralmente quattro.

E dopo?
Quello che è “mancato”.
ucraina

Non è stato osservato un minuto di silenzio in favore del popolo Ucraino.

 A quasi un mese dall’inizio (24 febbraio – 22 marzo) della invasione dell’Ucraina da parte della Russia e di fronte al massacro di civili e alla distruzione di intere città, a nessuno, né al sindaco, né alla maggioranza, né alle minoranze, è venuto in mente di chiedere di osservare un minuto di silenzio per manifestare solidarietà al popolo Ucraino.
Eppure nel precedente consiglio del 10 febbraio, data coincidente con il Giorno del Ricordo, un minuto di silenzio fu osservato per i morti delle foibe.

 Ma il Giorno del Ricordo, si sa, è quella giornata voluta dalle destre italiane per ricordare le Foibe, quasi in antagonismo con quella della Memoria (Soah) e quella della Festa della Liberazione.

bandiera_mappa_ucrainaCome dire: il popolo Ucraino non sappiamo ancora se sta a destra o a sinistra, nel caso stesse a “destra” … beh allora potremmo sempre rimediare … tanto tempo ce n’è …

Come dire che il Comune di Gaiarine è accanto ai morti di 70 anni fa, ma non a quelli di adesso.

Come dire che è accanto agli sfollati di 70 anni fa ma non ai quasi 4 milioni di ucraini che attualmente cercano un posto in cui andare.

Si, sappiamo che un minuto di silenzio è un piccolo gesto, che non contribuisce a riportare in vita i morti, non rida ai bimbi i genitori, non attenua le sofferenze, non ricostruisce gli ospedali, le scuole, gli asili, le case distrutte.

E’ un piccolo gesto che i nostri rappresentanti, però,  potevano fare peace-free-john-lennon-1024x768a nome di tutti noi cittadini di Gaiarine per dire che noi stiamo con l’Ucraina e siamo contro la guerra, qualsiasi guerra.
Ci è chiaro che moltissimi altri minuti di silenzio si sarebbero dovuti osservare per le continue guerre che in questi anni si sono succedete in tutte le parti del mondo.

Un Minuto di silenzio per la guerra in Cecenia, in Iraq, in Afghanistan, in Yemen, in Siria, solo per citarne alcune forse tra le più atroci e feroci, e  per la trentina che insanguinano attualmente l’Africa, e poi per i genocidi che ancora oggi vengono perpetrati contro i Rohingya, contro i Curdi o quello culturale degli Uiguri in Cina.

 Ma ancor di più sappiamo che un minuto di silenzio ogni giorno lo dovremmo fare da soli, nella nostra intimità, sicuramente per tutte le guerre in corso, ma anche per ricordarci quello che questa umanità fa con la distruzione degli ecosistemi, con l’alterazione del clima, con l’accaparramento e spreco delle risorse, con la negazione di diritti elementari, con i soprusi e le violenze.

E forse due minuti di silenzio andrebbero geo-barents-625x350osservati per chi a causa di tutto questo è costretto ad andarsene dal proprio paese e magari annegare in quella tomba d’acqua che si chiama Mediterraneo.

 

 

Al secondo e ultimo punto del consiglio il sindaco presenta la convenzione con i comuni di Godega e Cordignano per la partecipazione ad un bando riguardante la “rigenerazione urbana”.
Bando accessibile ai comuni con più di quindicimila abitanti o a quei comuni con meno abitanti che “convenzionandosi” ” con altri raggiungono tale soglia.
In questa “associazione temporanea di comuni“, denominata “Paesi in Festa“, Gaiarine fa da capofila per i tre progetti che coinvolgono i tre comuni.
Per Gaiarine l’intenzione dell’amministrazione, se mai arriveranno i soldi, è quella di sistemare l’area centrale di Francenigo, la cosiddetta area “ARCUF“.
Possiamo tranquillamente dire che sarebbe davvero una azione meritoria.
Da troppo tempo, infatti,  quest’area, che potrebbe essere il fulcro del paese, è stata ed è in stato di degrado.
Ci sono tra le indicazioni, non tutte chiarissime, date dal sindaco sugli interventi previsti alcune cose interessanti e altre, appunto, da chiarire.

Bellissima l’idea, così l’abbiamo capita, di fare con quel che rimane del fabbricato esistente, recuperandolo, un palcoscenico per spettacoli all’aperto, e altrettanto interessante è la sistemazione del percorso lungo l’Aralt con la riqualificazione delle sue sponde, noi suggeriamo la semina sulle sponde di fparco-grassina-003iori perenni per sostenere gli insetti impollinatori.
Anche la piantumazione di alberi è una cosa che necessariamente va fatta e che naturalmente condividiamo.
Ma quando il sindaco parla di pavimentazione drenante, chiediamo: dove? per far cosa? quanti mq.?
Perché delle due l’una: o quell’area diventa un vero e proprio parco urbano, con un teatro all’aperto, con zone verdi a prato, alberi, panchine, ecc. usufruibile dalla scuola e dalla cittadinanza tutta, diventando anche un luogo verde di aggregazione sociale, oppure diventa altro: un luogo dove installare capannoni per la sagra o altre manifestazioni (ricordiamo con sgomento il vecchio progetto Arcuf, che prevedeva al centro dell’area  persino un parcheggio).
Si possono sposare le due cose? Forse.

Eventualmente lo “sposalizio” va fatto con molta “intelligenza” e non sacrificando in nessun modo la vocazione a “parco urbano” dell’area.
Altrimenti si rischia di spendere circa un milione di euro (sembra questa la cifra) per non avere “né carne né pesce”.

Alcune cose in consiglio non sono state chiarite:
1. L’Arcuf che ha in comodato d’uso per 99 anni una parte dell’area, compreso il fabbricato, rinuncerà a tale concessione?
2. Se l’Arcuf non rinuncerà al comodato d’uso, e ammesso che arrivino i soldi, cosa farà il comune?
Sicuramente non potrà fare opere su aree concesse in comodato d’uso (99 anni) ad un privato. O no?

Se lo facesse, aldilà degli aspetti amministrativi/legali, sarebbe un affronto troppo grande nei confronti degli altri tre comitati festeggiamenti del comune, ai quali sono state concesse in comodato le aree, ma tutto il resto (capannoni, cucine, ecc.) se lo sono pagato con i loro soldi e non con i soldi del comune.

Insomma: la necessità di sistemare l’area c’è.
La progettualità manifestata ha in se delle belle e utili idee.
Esiste però, a nostro avviso,  il pericolo di compromessi al ribasso che potrebbero ridurre la potenzialità di quell’area che come già detto può diventare, anche per la presenza dell’acqua, un magnifico parco urbano.

Vi è quindi la necessità di monitorare attentamente gli sviluppi di questo progetto da parte dell’intera cittadinanza, comprese le minoranze che come compito istituzionale hanno proprio il controllo sull’operato dell’amministrazione.

 Alla prossima.

 

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Convocazione Consiglio Comunale: Martedì 22 Marzo 2022

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Consiglio Comunale è convocato per il giorno di martedì 22 Marzo 2022 alle ore 20.30  in seduta ordinaria pubblica con presenza del pubblico regolato in base alla normativa vigente volta a garantire il distanziamento, con il seguente ordine del giorno:

1. Verbali seduta del 10 febbraio (dal n. 1 al n. 5);

2. Approvazione schema di convenzione ex art. 30 del TUEL fra i comuni di Cordignano, Gaiarine e Godega di Sant’Urbano per la richiesta di assegnazione di un contributo erariale finalizzato alla realizzazione di interventi di rigenerazione urbana ai sensi dell’art. 1, comma 534 e seguenti, della legge 30 dicembre 2021, n. 234.

L’entrata in sala consiliare sarà contingentata secondo le norme anti COVID-19 e in particolare, a seguito dell’entrata in vigore del D.L. n.127 del 21.09.21 e del DPCM del 12.10.2021, tale accesso sarà subordinato all’esibizione della certificazione verde Covid-19 (c.d. green pass). Il controllo della certificazione verde avverrà all’atto dell’accesso alla sala consiliare.

 

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Consiglio comunale giovedì 10 febbraio 2022: Parliamone

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Consiglio comunale di routine.
Due interrogazioni e una variazione al Piano triennale delle Opere pubbliche.
I presenti qui.

Si inizia, essendo il 10 febbraio il Giorno del Ricordo, con un minuto di silenzio.

Le due interrogazioni presentate ai primi di dicembre da Alternativa per Gaiarine – Lazzaro Giuseppe Sindaco, riguardano: una la sicurezza sulla solita stagione dei furti di cui è vittima ogni fine anno il nostro comune e l’altra la tutela della salute pubblica e servizi ai cittadini.

Queste due interrogazioni vengono discusse dopo due mesi dalla loro presentazione, non per colpa dei presentatori, ma per il fatto che non hanno potuto essere inserite nel consiglio comunale del 28 dicembre scorso, in quanto in quel consiglio era in discussione il bilancio di previsione che preclude, per regolamento, la discussione di interrogazioni.

Anche se fuori tempo massimo e sebbene la discussione sia sembrata per certi aspetti un po’ anacronistica ha qualcosa sono servite.

Sulla prima, relativa alla stagione dei furti eStopaiLadri della sicurezza sul nostro territorio, a fronte delle richieste poste da Lazzaro, naturalmente il sindaco ha difeso tutto il difendibile: l’operato dell’amministrazione, il Controllo di vicinato, il progetto che sta per partire di video sorveglianza, la convenzione di polizia municipale con gli altri comuni, e chi più ne ha più metta.
Ha poi sollecitato una maggior partecipazione dei cittadini al controllo del territorio, invitandoli a segnalare situazioni “anomale” e ad iscriversi al Controllo di Vicinato.

L’interrogazione chiedeva conto anche di una promessa elettorale fatta da questa maggioranza e cioè la vigilanza sul territorio da farsi usufruendo di società private, in poche parole “ronde a pagamento“.
Il sindaco ha ammesso che questa promessa elettorale, valutati i costi che sarebbero spropositati, non potrà essere mantenuta.
E così viene alla luce come i programmi elettorali siano soprattutto degli specchietti per le allodole (leggi elettori) con cui attrarre il consenso promettendo mari e monti, e dando sfogo anche alla fantasia.
Promesse stravaganti che non potevano e non possono essere mantenute.
Ma più interessante ancora è ragionare su come verrà valutata una amministrazione alla fine del suo mandato nel caso si ripresentasse o si ripresentasse una delle stesso colore politico.
Gli elettori del comune andranno ad analizzare quante delle promesse elettorali siano state mantenute?
Gli elettori andranno a verificare se le “cose fatte” erano state previste nel programma elettorale e nel caso non lo fossero se siano stati coinvolti in quelle decisioni “fuori sciap?
Ma neppure per sogno.
Si voterà per dei candidati qualsiasi, competenti o incompetenti, basta che siano della propria parte politica e poi c’è sempre sotto traccia quel po’ di “sano” campanilismo.

Sulla seconda un batti e ribatti tra Lazzaro e il sindaco sul funzionamento dei uffici comunali, con Lazzaro, che messosi nei panni dei cittadini, ha giustamente evidenziato le difficoltà di quest’ultimi ad interloquire con gli uffici.
Ha fatto notare che per accedere agli uffici bisogna fissare un appuntamento telefonico, e che tale appuntamento può essere preso solo telefonando in certi orari, che potrebbero  coincidere con quelli lavorativi dei cittadini, rendendo impossibile per taluni farlo.
Il sindaco pur ammettendo qualche “defaillance ” sostanzialmente e “naturalmente” dice che “tutto va ben madama la marchesa“.

L’altro aspetto di questa interrogazione si riferiva alla salute ed in particolare alla situazione pandemica.
Lazzaro ha criticato l’operato dell’amministrazione che ha permesso, con la pandemia in corso, lo svolgersi del “street food festival” in piazza del municipio, dando luogo, secondo lui, 
sicuramente ad un aumento dei contaggi  non essendo state rispettate le regole, distanziamento e mascherine.
Anche qui, il sindaco, ha difeso l’operato dell’amministrazione negando che quell’evento, possa aver causato dei focolai, essendo, secondo lui, sostanzialmente rispettate le regole..

Eccome no.
Basta guardate questa foto.

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Distanziamento e mascherine a gogo.
E poi come sempre c’è qualcuno che osa dire che i “festaioli” non hanno rispettato le regole… ma dai.

Ma quello che lascia perplessi è che parlando di salute, di pandemia, di contaggi, ecc., non ci sia stato da parte di nessuno un accenno alla condizione disastrosa della sanità veneta, soprattutto rispetto alla medicina territoriale distrutta dalle politiche messe in atto da Galan e Zaia.
I cittadini di Gaiarine e dei comuni limitrofi sono davvero “in……i” (vedi raccolta firme) per la situazione che si è venuta a creare: una medicina che è diventata ospedalecentrica sempre più senza il presidio del territorio e cure domiciliari, e sempre più in mano ai privati.

Marca sanita
Ma non si deve dare fastidio al manovratore.

Per finire: la variazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, modifica apportata per introdurre la sistemazione della scuola Primaria di Gaiarine, variazione propedeutica alla partecipazione ad un bando.
Tutto ancora in alto mare.

Ciao.

Condivi
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Evviva la propaganda

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Ogni morto, ogni caduto va, se possibile, ricordato, così come ogni esule.

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Ma l’istituzione del “Giorno del Ricordo” (10 Febbraio), legge voluta dalle destre e approvata nel 2004, non attiene alla sfera del ricordo ma ad un vero e proprio scopo politico di revisionismo storico con l’obbiettivo di avere una festa da contrapporre alla Festa di Liberazione.

D’altra parte l’Italia e conseguentemente l’italiani, brava gente, non hanno mai fatto davvero i conti con il fascismo e con i crimini che gli “italiani fascisti” hanno perpetrano per anni nei territori sloveni e croati annessi dopo il trattato di Rapallo del 1920, dove si giunse nel 1942 ad una vera e propria occupazione militare.

Solo per ricordare cosa fu quell’occupazione:
«Si ammazza troppo poco», e «Non dente per dente, ma testa per dente», raccomandavano nel 1942 i generali italiani Marco Robotti e Mario Roatta. Furono 200.000 i civili «ribelli» falciati dai plotoni di esecuzione italiani in Slovenia, «Provincia del Carnaro», Dalmazia, Bocche di Cattaro e Montenegro” (fonte Contropiano)

 Come non c’è stata mai una vera assunzione di colpa per le leggi razziali promulgate nel 1938 dal regime fascista e del conseguente sterminio degli ebrei italiani, anzi la colpa, piano piano gli italiani, sempre brava gente, l’hanno quasi completamente trasferita da Mussolini a Hitler.

Va ricordato, e lo esplicita molto bene Furio Colombo, (colui che propose la legge per l’istituzione del Giorno della Memoria celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’ Olocausto, potete ascoltare l’intervista qui) che vi fu una grande differenza tra le tragedie dei Gulag e delle Foibe, e la Soah, nel senso che le prime due sono eventi subiti in parte anche da italiani, mentre la Soah (per la parte degli ebrei italiani) è una orribile tragedia perpetrata dagli stessi italiani.
Non è che i morti italiani, nei Gulag e nelle Foibe, valgano meno degli ebrei italiani, ma diversa è la responsabilità.
Per i Gulag la responsabilità è di Stalin, per le Foibe dei Titini, ma per persecuzioni e le uccisioni degli ebrei italiani e non solo, la responsabilità è tutta del regime fascista “italiano”.

Ora le destre tentano di fare l’operazione di mettere tutto sullo stesso piano piegando la storia a loro uso e consumo: vorrebbero accomunare i crimini fascisti con i crimini comunisti.
Ma, senza difendere il comunismo, bisogna ricordare che furono regimi comunisti stranieri ad ammazzare italiani, mentre fu il regime fascista italiano ad ammazzare italiani, sloveni, croatti, e che, mentre il comunismo non ha mai governato l’Italia, il fascismo l’ha governata per oltre vent’anni, portandola alla catastrofe che conosciamo.  

Se vogliamo diventare davvero “brava gente” dobbiamo fare i conti con le “nostre colpe” e lasciar fare agli storici veri e non a quelli del “10 febbraio” o di sabato scorso  le ricostruzioni degli eventi tragici che attraversarono il novecento, eventi che non vanno piegati per fini politici propagandistici.

Ora invece, anno dopo anno, in tutta Italia aumentano le iniziative di celebrazioni del “Giorno del Ricordo”, da parte di amministrazioni di destra, e forse anche di qualcuna di “sinistra” che non vuol essere da meno, proprio per nascondere o per meglio tentare di cancellare i crimini fascisti e conseguentemente sminuire la Festa della Liberazione e quindi la Resistenza da cui è nata la nostra Repubblica.

Anche l’amministrazione di Gaiarine si è collocata in questo filone e si annuncia ufficialmente e pubblicamente come Amministrazione di estrema Destra.
Qualche segnale, per chi avesse voluto vedere, era già giunto: l’ammaina bandiera europea, una celebrazione del 25 Aprile dove il sindaco attuale ha ricordato solo l’eccidio di Porzus, la cittadinanza al Milite Ignoto e ora l’intitolazione di un parco pubblico a “Parco Vittime delle Foibe”.

Sarebbe interessante conoscere le posizioni di qualche componente della maggioranza, solo per fare qualche nome, della De Zan o di Germano Scottà, o di Valentina Pezzin, in merito a questo evidente spostamento a “tutta destra”.

Per scendere dalle “chiacchiere” a fatti concreti, e quindi al parco mi vengono due considerazioni:
1. Mentre il sindaco chiede una maggior “partecipazione dei cittadini” (consiglio comunale del 10 febbraio 2022), alla attività di vigilanza per contrastare fenomeni di delinquenza comune sul territorio, l’amministrazione comunale senza nessun dibattito pubblico, senza sentire i cittadini, quindi la partecipazione dei cittadini è un optional strumentale che serve quando serve ma non serve quando non serve, decide di imperio di tramutare un parco pubblico adibito a gioco per i bimbi, in un parco politico, con un nome “Parco Vittime delle Foibe”, che è orripilante, non per le Vittime e neppure per quello che vorrebbe ricordare ma per il nome in se.
Ve lo immaginate: Dai mamma voglio andare a giocare al parco delle Vittime delle Foibe.

Che poi diventerà nel dire comune: “Parco delle Foibe”
Sono solo io che provo questo senso di tristezza?

E lo fa nell’ombra, quasi di nascosto, con una delibera di giunta fatta il 26 di Agosto (vi ricordate le leggi del parlamento fatte ad Agosto quando tutti sono in ferie? in genere foriere di guai per i cittadini).
Una questione come questa andava, come già detto, resa pubblica ed il luogo deputato a rendere pubbliche le decisione dell’Amministrazione è e resta il Consiglio Comunale, il massimo sarebbe stato coilvolgere direttamente la cittadinanza, nelle sue più varie componenti.

Quindi se si voleva non nascondere questa decisione, si doveva almeno portare la delibera in Consiglio Comunale, dando luogo ad una necessaria trasparenza e ad un minimo di dibattito.
Ricordo, a questi nostri amministratori, che essi pur non essendo l’espressione della maggioranza dei cittadini del comune ma solo del 40,43 dei votanti, dovrebbero coniugare le varie sensibilità della cittadinanza e non solo quelle della loro parte politica, soprattutto se certe scelte non sono contemplate nel loro programma elettorale.

Ma forse questi nostri si sentono tenutari di un potere assoluto, o forse devono pagare scotto ai loro supporter politici Lega e Fratelli d”Italia.

In ogni caso la delibera di giunta, che potete leggere qui, parte da un presupposto non del tutto vero, in quanto l’affermazione contenuta in premessa “il via 8 marzo a Gaiarine esiste un’area di verde pubblico, dedita a parco, che risulta essere priva di denominazione” è una affermazione perlomeno equivoca.

Quel parco è nato all’interno del Piano di Lottizzazione denominato “Parco Castellir”, dal toponimo di quel luogo.
Orbene, secondo voi, come dovrebbe chiamarsi un parco che si trova all’interno di quella Lottizzazione? Perché quella lottizzazione è stata denominata Parco?
Non è che ci voglia l’amministrazione dei “migliori” per capire che quel parco aveva come nome intrinseco “Castellir”. O no?

Le “Foibe” nel nostro comune non ci sono, ma il toponimo “Castellir” è presente nelle vecchie mappe del comune di Gaiarine.
Alla faccia del rispetto delle nostre radici e tradizioni.

C’è poi una questione di sicurezza che secondo me non andrebbe sottovalutata.
La presenza di quella “croda” all’interno del parco adibito anche a giochi di bimbi può essere foriera di incidenti.
Sicuramente sarà “scalata” da più di un bimbo.

2.  A proposito di rispetto.
La lottizzazione “parco Castellir” è una lottizzazione innovativa, pensata prima di tutto come parco sul quale gravitano guarda caso delle abitazioni, una fruizione “diretta” del verde per gli abitanti di quelli edifici e dei i loro figli.
E questo è merito indubbiamente del progettista architetto Giambattista Zaccariotto ma anche della famiglia Zorzetto, la committente, che ha condiviso talmente le scelte progettuali che per rendere il complesso fruibile secondo questa innovativa idea dell’abitare, ha ceduto al comune e urbanizzato aree non dovute.
Orbene si debbono rispettare tutte le persone, e non ci sono cittadini di serie A o di serie B, ma a questa famiglia che “qualcosa in più” ha dato al Comune di Gaiarine non era forse giusto chiedere un parere in merito o perlomeno metterla al corrente delle intenzioni   dell’amministrazione?
Sempre per quel senso di rispetto che si deve avere per le “persone giuste”.

Cosa dovrebbe fare a questo punto una amministrazione “intelligente”?
1. Spostare il monumento nell’area verde, sufficientemente ampia e non frequentata dai bimbi, che si trova entrando nella lottizzazione sulla destra.
2. Cambiare la targa e scrivere “In ricordo delle Vittime delle Foibe”.
3. Riportare il nome del Parco al suo nome originario “Parco Castellir”, istallando anche un cartello illustrativo.

E tutti vissero felici e contenti.

P.S. Nel caso  non venisse seguito il suggerimento di cui sopra: nei pressi dell’abitazione dell’Assessore Gottardi, sicuramente uno dei “King Maker” di questa operazione, mi dicono esserci un’area pubblica.
Gli fate anche voi la stessa domanda che gli faccio io?
Perché non ….

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