Castigat ridendo mores
che non significa il castigo per chi ride è la morte
come vorrebbero i tristi che si prendono troppo sul serio, ma
correggere i (mal)costumi deridendoli !
come vorrebbero i tristi che si prendono troppo sul serio, ma
correggere i (mal)costumi deridendoli !
Premessa: non voglio offendere nessuno. La comunità europea ribadisce da giorni all’Italia di evitare di IMPORRE il crocifisso. Questo non perchè sia giusto o sbagliato ma semplicemente perchè la società è in continua evoluzione e vecchi dogmi andrebbero rivisti altrimenti potremmo, volendo esagerare, passare per simili a paesi a regime teocratico come l’Iran; infatti IMPORRE il crocifisso in un’aula a scuola sarebbe come IMPORRE di credere in Cristo, i cattolici praticanti e dotati di intelligenza sanno che uno ci crede oppure no, ma NON PUOI IMPORLO.
Immaginate di andare a lavorare per qualche anno in Iran, io non sarei felice se mi venissero imposti simboli e riti religiosi che non mi appertengono; allo stesso modo troverei giusto che chi non crede e non vuole il crocifisso non festeggi neppure il Natale e la Pasqua.
Vedendo le cose in modo concreto il problema del crocifisso è solo politico, il vaticano ha un’enorme influenza è può influenzare moltissimo un voto pertanto la politica (nella sua interezza senza esclusione di nessun partito) sta molto attenta a non offendere la Chiesa, questo dovrebbe farci riflettere quando parliamo di laicità dello stato (di fatto inesistente).
Un altro Presidente della Repubblica, di ben altro spessore e ideale, disse invece: “accade che qualche mio vecchio compagno, venendo qui, mi chieda come mai io ho lasciato quel Crocefisso lì, invece di rimuoverlo dallo studio del Presidente della Repubblica. Gli rispondo che non lo farei mai per due motivi. Primo, perche’ ho un grande rispetto e una profonda ammirazione per quell’uomo finito sulla croce per dire cose giuste. Secondo, perché quel Crocefisso è da molti – non da me – amato e venerato”.
Era un comunista? No, era Sandro Pertini, un socialista.. vero; l’attuale Presidente excomunista (??) confonde “alcuni sentimenti popolari” con la fede.
Sulla profondità delle “radici cattoliche” si spieghi meglio, ci faccia capire, abbia il coraggio di manifestare la sua fede, ci porti qualche esempio..
siamo ansiosi di seguire questo popolo e convertirci.
Certamente signora Rosada ma come disse il Presidente della Repubblica “la laicità molte volte ferisce alcuni sentimenti popolari” come per esempio quello di sentirsi parte di un popolo con profonde radici cattoliche !!!
La minoranza dovrebbe proporre l’esposizione dei due Simboli?!
Allora facciamo un po’ di chiarezza: disposizioni di legge e circolari conseguenti impongono negli uffici pubblici ed istituzioni l’esposizione della foto del capo dello Stato.Perchè? perchè il Presidente della Repubblica e la Bandiera, il Tricolore, sono i due unici simboli della unità nazionale di rango costituzionale.Se questa foto non compare nella sede del Consiglio Comunale è evidentemente una grave carenza amministrativa. E certamente un notevole atto di ignoranza istituzionale, rispetto a cui la minoranza è decisamente impotente.
Per quanto riguarda invece il Crocefisso ,Esso non può essere considerato un simbolo della unità nazionale come intesa dai Principi Fondamentali della Carta Costituzionale nè peraltro essere svilito a simbolo di mera tradizione culturale: come cristiana reputo che una siffatta mistificazione con la strumentalizzazione del Cristo Crocifisso, sia semplicemente offensiva per i credenti e inaccettabile per un cittadino che creda nella laicità dello Stato.
Milena Rosada
la verità, proprio per l’evidente connotazione evangelica, non rientra nella tradizione leghista (e già il riferirsi a una inesistente tradizione leghista è fantasia!) e ha vita assai difficile nella propaganda sloganista berlusconiana.. il peccato (originale? mah!) della minoranza è stato quello di fare una provocazione timida e occasionale, quasi offrendo (cristianamente? boh!) l’altra guancia alla falsamente scandalizzata e opportunistica risposta di chi è troppo grossolano (la tradizione contadina ha purtroppo invertito i suoi valori: una volta alle scarpe grosse si univa il cervello fino; ora l’agricoltore sfoggia calzature alla moda ma ignora la saggezza delle proprie origini: analfabetismo di ritorno?) per cogliere la sottigliezza di una provocazione, figuriamoci i riferimenti storici, sociali e culturali di una fede religiosa.
Come disse Oscar Wilde: «Non discutete mai con un idiota; la gente potrebbe non cogliere la differenza!»
Certo signora Rosada, ma visto che il caso è venuto a galla, io proporrei alla minoranza di presentare una proposta per introdurre nell’aula del Consiglio Comunale entrambi i simboli che dovrebbero essere a mio avviso obbligatori…Grazie.
Solo per amore di verità,che è pur sempre un dovere evangelico, preciso, per chi non fosse stato presente in Consiglio Comunale ma trova poi il tempo di fare comunicati stampa, che la minoranza non ha proposto alcunchè -vuoi sul Crocifisso vuoi sulla foto del Capo dello Stato-:c’è stato solo la domanda del Cons.Poles che chiedeva come mai una maggioranza ad impronta leghista, se magari indifferente all’assenza della foto del capo dello Stato, potesse invece rimanere indifferente alla mancanza del Crocifisso sulla parete. Era di tutta evidenza una domanda provocatoria,e, altrettanto evidentemente, non una richiesta o proposta.
Milena Rosada ,Cons.Comunale,Gruppo Fare futuro Federale.
in una sala consiliare mi pare legittima la presenza del capo dello stato; così come in una chiesa lo è la presenza del crocifisso..
“libera chiesa in libero stato” fu detto una volta e oggigiorno avrebbe davvero senso volgerne un parte al plurale: “libere chiese in libero stato”..
ma ridurre il senso spirituale del crocifisso a mera tradizione mi pare esemplare del senso religioso diffuso tra di noi..
Giustissimo appendere nella Sala Consigliare la foto del Presidente della Repubblica e il Crocifisso…simboli dell’Italia e della nostra Tradizione…anche se la proposta viene della minoranza !!!