Finalmente inaugurata l’A28 (un’altra volta)..
Finalmente risolti i problemi del traffico nei centri abitati (a parole: vedremo nei fatti..)
Finalmente i 560 cittadini di Gaiarine e Francenigo firmatari della petizione hanno avuto una risposta, dopo le acquiescenti promesse dello scorso inverno. È una risposta non diretta, come anticipato nel ricevere le firme dal MegaloSindaco: «avrete la risposta sulle strade»; risposta petulante e arrogante di un sindaco che non ha avuto il coraggio e l’umiltà di parlare con i suoi concittadini, ascoltando le preoccupazioni e le proposte vissute sulla pelle e nei polmoni.
Eppure li rappresenta essendo il sindaco di tutti i cittadini di Gaiarine (frase fatta e falsa diventata slogan onnipresente all’indomani di ogni recente elezione). Ma, da buon campione della democrazia rappresentativa e sostituiva e reiterato incapace di democrazia diretta e partecipativa, ha messo in un cassetto (nella migliore delle ipotesi) i fogli con le firme e ha aspettato, altezzoso e indifferente, che il tempo sistemasse le cose e calmasse le acque.
Salvo mostrarsi costernato, affranto, impotente, rassegnato, nei casi in cui tragici incidenti hanno visto coinvolti e anche purtroppo, soccombenti, coloro che delle strade urbane sono tra gli utenti più deboli e indifesi.
Sulla fascia tricolore che Il MegaloSindaco indossa con tronfio orgoglio per inaugurare una costosissima autostrada c’è il sangue di un ciclista, c’è il fumo nei polmoni dei suoi concittadini, ci sono 560 firme ignorate e calpestate.
E dunque?
“Chi è causa del mal suo pianga se stesso!”
L’elezzione der Presidente – Trilussa
Un giorno tutti quanti l’animali
sottomessi ar lavoro
decisero d’elegge un Presidente
che je guardasse l’interessi loro.
C’era la Società de li Majali,
la Società der Toro,
er Circolo der Basto e de la Soma,
la Lega indipendente
fra li Somari residenti a Roma;
e poi la Fratellanza
de li Gatti soriani, de li Cani,
de li Cavalli senza vetturini,
la Lega fra le Vacche, Bovi e affini…
Tutti pijorno parte all’adunanza.
Un Somarello, che pe’ l’ambizzione
de fasse elegge s’era messo addosso
la pelle d’un leone,
disse: – Bestie elettore, io so’ commosso:
la civirtà, la libbertà, er progresso…
ecco er vero programma che ciò io,
ch’è l’istesso der popolo! Per cui
voterete compatti er nome mio.
- Defatti venne eletto proprio lui.
Er Somaro, contento, fece un rajo,
e allora solo er popolo bestione
s’accorse de lo sbajo
d’avé pijato un ciuccio p’un leone!
- Miffarolo! – Imbrojone! – Buvattaro! -
Ho pijato possesso:
- disse allora er Somaro – e nu’ la pianto
nemmanco se morite d’accidente.
Peggio pe’ voi che me ciavete messo!
Silenzio! e rispettate er Presidente!
Bellissimo sonetto.Ma Trilussa lo scrisse 70, 80 anni fa: e nonostante tutto va bene anche oggi.Ma allora cosa è che non funziona? : la maschera del furbo di turno o piuttosto l’oggettiva irrecuperabile assenza di comprendonio delle masse?