Secondo venerdì dedicato al ciclo di incontri sui “Giardini nella storia”, e questa volta il sempre ricco e fluente intervento dell’architetto Moreno Baccichet, anche questa volta accompagnato dal ricco repertorio di immagini che ha il merito di visualizzare quanto raccontato, ha visto sviluppare il tema dei giardini rinascimentali.
All’inizio del ‘500 si formalizza un modello di organizzazione del giardino detto “all’italiana” particolarmente legato ai formalismi geometrici e prospettici della cultura
rinascimentale. Assi, terrazzamenti, grotte, fontane arredamenti caratterizzano un giardino che vuole rifarsi al modello classico della villa romana immersa nella campagna produttiva.
Cominciano ad essere usati i viali come assi prospettici che connettono le varie parti del giardino e viene data particolare attenzione agli effetti panoramici, accentuati con giardini pensili, terrazze e scenografiche scalinate. È un ritorno alle forme architettoniche di gusto classico (siamo nel Rinascimento) e si nota una spiccata passione per l’ars topiaria. L’evoluzione anche culturale porterà la creazione, nel Cinquecento, di giardini attentamente asserviti alla geometria delle forme: nasce l’architettura vegetale, dove minerali e vegetali sono usati allo stesso modo, al servizio dell’uomo.
Una caratteristica che si ritrova in tutti giardini formali sono le decorazioni al suolo fatte con aiuole, siepi di sempreverdi (spesso bosso), e le decorazioni floreali disegnate su prato o su un fondo di ghiaia colorata. Oltre ai singoli cespugli potati con forme geometriche, i giardini formali presentano spesso grandi gruppi di piante o complessi vegetali di alberi o arbusti potati secondo forme geometriche, come ad esempio alberi, alti anche oltre i 20 metri, potati a spalliera, tali da realizzare vere e proprie architetture vegetali. Con la stessa logica, nei giardini formali, sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati e anfiteatri. Nel giardino formale la pavimentazione è realizzata in terra battuta, ghiaia colorata o prato all’inglese.
Un altro elemento spesso presente è il giardino segreto, una zona riservata, nascosta nella vegetazione o murato, utilizzato per la coltivazione di piante rare o per distendersi fuori dalla vista degli altri.
Ma già solo un secolo dopo – e nel Veneto, grazie anche alle ville palladiane, esemplare esperienza di architettura a scala territoriale, nello stesso Cinquecento – la forma perfetta cinquecentesca viene modificata e ammorbidita.
Dio creò il primo giardino e Caino la prima città.
Abraham Cowley, Il giardino, 1668