Il piccolo Principe a Ville Hélène

Il piccolo Principe giunse al pianeta di ville hélène, che era abitato da un sindaco vanitoso.
“Ah! ah! ecco la visita di un ammiratore, elettore e suddito”, gridò da lontano il sindaco vanitoso appena scorse il piccolo Principe.
Per i sindaci vanitosi tutti gli altri uomini sono degli ammiratori, elettori e sudditi.
“Buon giorno”, disse il piccolo Principe, “che buffo cappello avete!”
“È per salutare”, gli rispose il sindaco vanitoso. “È per salutare quando mi acclamano, e più mi acclamano più cerco motivi per farmi acclamare, inaugurando piazze, strade, palazzi e palestre, ma sfortunatamente non passa mai nessuno da queste parti”.
“Ah sì?” disse il piccolo Principe che non capiva.
“Tu non capisci perché eri distratto o non ti ricordi bene; batti le mani l’una contro l’altra”, consigliò allora il sindaco vanitoso.

Il piccolo Principe batté le mani l’una contro l’altra e il sindaco vanitoso salutò con finta modestia sollevando il cappello e cominciando un discorso sulle opere da lui compiute.
È divertente, si disse il piccolo Principe, e ricominciò a batter le mani l’una contro l’altra.
Il sindaco vanitoso ricominciò a salutare sollevando il cappello, continuando il discorso che celebrava se stesso.
Dopo cinque minuti di questo esercizio il piccolo Principe si stancò della monotonia del gioco: “E che cosa bisogna fare”, domandò, “perché il cappello caschi? O perché io possa chiedere un aiuto per la mia piccola sorellina in difficoltà?”
Ma il sindaco vanitoso non l’intese, le piccole sorelline e fratellini sono pochi sudditi immaturi che non votano.
I sindaci vanitosi non sentono altro che le lodi e non vedono  altro che i loro progetti.
“Mi ammiri molto, veramente?” domandò al piccolo Principe. “Voterai per me? Ho giusto una dispensa colma di porchetta e spiedo.”
“Che cosa vuol dire ammirare?” chiese il piccolo Principe.

“Ammirare vuol dire riconoscere che io sono il sindaco più bello, più elegante, più ricco e più intelligente di tutto il pianeta. Fammi questo piacere. Ammirami lo stesso! Vota per me!”.“Ti ammiro”, disse il piccolo Principe, alzando un poco le spalle, “ma tu che te ne fai del mio voto, se poi non ascolti le mie richieste e soprattutto non presti attenzione ai bisogni della mia sorellina? Eppoi la porchetta e lo spiedo della tua dispensa è stata comperata anche con il mio denaro.”
E il piccolo Principe se ne andò.
Decisamente i grandi sono ben bizzarri e deludenti, diceva con semplicità a se stesso, durante il suo viaggio.

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