Matteo, 23
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sullo scranno di Palazzo Chigi si sono seduti politici e amministratori. Ascoltate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno, e se fanno trasgrediscono regole e principii. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro conti correnti e moltiplicano le loro proprietà; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle manifestazioni, dei saluti nelle piazze, delle dirette televisive come anche di essere chiamati «presidente» o «l’eletto del popolo» dalla gente.
Ma una sola sia la vostra Maestra, la Giustizia e voi siete tutti fratelli, e tutti uguali di fronte a Lei. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che chiudete l’accesso alla giustizia davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete disonesto e ipocrita due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: «Se uno giura per la Carta Costituzionale, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro dell’impresa, resta obbligato». Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro dell’impresa o la Carta che la permette? E dite ancora: «Se uno giura per la Giustizia, non conta nulla; se invece uno giura per imbavagliare la Giustizia, resta obbligato». Stolti! Che cosa è più grande: la Giustizia o il bavaglio che rende cieca la Giustizia? Ebbene, chi giura per la Carta Costituzionale, giura per i Principii da essa proclamati; e chi giura per la Giustizia, giura perché sia uguale e retta per tutti, nessuno escluso.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che pagate le escort e gli avvocati e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la Giustizia, la Misericordia e la Lealtà. Queste invece erano le cose da fare, rifuggendo quelle.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, corruttori di donne abbacinate e minorenni lusingate, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Politico cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti e affabili e giovanili davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che costruite i ponti sullo stretto e celebrate i sepolcri dei fascisti, e dite: «Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei Partigiani». Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i Partigiani. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri. Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Giustizia.
Perciò ecco, verranno a voi giudici, sapienti e pensatori: di questi, alcuni li querelerete altri li annienterete, altri ancora li comprerete nelle vostre ville e altri infine li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sulla terra, dal sangue di Matteotti e dei fratelli Rosselli fino al sangue di Falcone e Borsellino, giudici di Sicilia, e di don Pino Puglisi e don Peppe Diana, uccisi tra il santuario e l’altare.
In verità io vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
Ma avete la possibilità di redimere chi di voi non è ancora compromesso: al Referendum sul legittimo impedimento vota Sì e difendi l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla Legge.