Sottotitolo:
La cronaca che non c’è o cronaca virtuale o non cronaca o meglio ancora scimmiottando la trasmissione televisiva del sabato sera di Gramellini:
“Aspettando le parole”.
Digital divide.
Definizione = Divario digitale è il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.
Al di là della onnipresenza su facebook, con annunci, direttive, raccomandazioni, saluti, “buonenotti”, e chi più ne ha più ne metta, l’amministrazione comunale di Gaiarine ha davvero un divario digitale.
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Era il 27 febbraio scorso, quando fu convocato un consiglio comunale a porte chiuse (fatto unico dal dopo guerra), giustificato con l’emergenza Covid19 anche se non c’erano ancora disposizioni ufficiali che obbligasse a tenerlo senza pubblico
Da varie parti fu avanzata la richiesta di un rinvio, che poteva anche essere sfruttato dall’amministrazione, se avesse voluto, per approntare una video trasmissione in diretta streaming su qualche piattaforma tecnologica (si appronta in qualche ora, o forse in qualche minuto).
Il consiglio non fu rinviato giustificando questa decisione con le impellenti scadenze di alcuni bandi ai quali il comune intendeva partecipare.
Naturalmente niente diretta streaming.
Tre mesi dopo, diconsi tre mesi dopo (90 giorni), mercoledì 27 maggio, si è tenuto un altro consiglio comunale, non a porte chiuse, ma applicando per i consiglieri e pubblico le regole del distanziamento fisico, quindi con pochissimi possibili posti per chi avesse voluto essere presente (noi no).
Naturalmente, ancora una volta, senza diretta streaming.
In questi tre mesi di Covid19 perfino i bambini delle elementari e sicuramente anche qualcuno dell’asilo, ha imparato ad attivare una video conferenza da computer o telefonino per fare didattica a distanza, per salutare gli amichetti o i nonni.
Ma evidentemente l’amministrazione di Gaiarine no.
Quando si dice essere a passo con i tempi.
Maschera.
Definizione = Personaggio della commedia dell’arte italiana, caratterizzato da un travestimento fisso che ne connota il ruolo teatrale, il carattere, l’origine regionale ecc.: Arlecchino e Pulcinella sono due famose m. italiane
Non possiamo proprio chiamarle mascherine quelle indossate da tutti i componenti - 1 della maggioranza durante il consiglio del 27 maggio scorso, di color rosso e raffigurante il “leon che magna il terron”.
Si potrebbe definire, sotto il profilo politico, una pagliacciata “regionale” e “identitaria” di teatranti da 4 soldi, se, come ha detto qualcuno dei presenti, non fosse stata soprattutto un’immagine “agghiacciante“.
Provate ad immaginarvi 8 individui,con questa “roba” sulla faccia, di fronte a voi.
Politicamente un segno irrispettoso e maleducato, fine a se stesso, come tutte le cose inutili, nei confronti delle minoranze e del pubblico.
– 1 dicevamo.
Sembra che l’unica non dotata di questo segno “distintivo regionale” fosse la vicesindaca De Zan.
A lei va, a meno che non ci fossero più mascherine “rosso leon” da indossaree e questo non lo sapremo mai, la nostra stima per la sua dimostrazione di intelligenza e di rispetto.
Atto eclatante
Definizione = Azione, comportamento di un certo tipo, di tutta evidenza, vistoso, clamoroso
Oh, cosa non si fa per avere visibilità.
Si toglie la bandiera europea dal suo pennone, non rispettando le norme e le regole statali stabilite per l’esposizione delle bandiere durante le feste (25 Aprile, 1 Maggio, 9 Maggio, 2 Giugno).
E questo lo fa un sindaco che ci ha martellato, giustamente, i cabbasisi per tre mesi dicendoci di rispettare le regole: di stare in casa, lavarsi le mani, portare la mascherina, ecc., ecc.
E lui, che è il primo cittadino del comune e che rappresenta quindi tutti i cittadini e che ha giurato sulla costituzione, atto formale che significa rispetto le leggi dello stato, e che obbliga i cittadini a rispettare le regole, cosa fa?
Toglie la bandiera andando contro la legge.
Ora, se lui non è d’accordo con quelle norme che ha giurato di rispettare, si dimetta e così potrà fare tutte le battaglie che vuole, giuste o sbagliate che siano, oppure rimane in carica, ma rispetta la legge, e le battaglie le fa fare al suo partito, se ne ha uno, attraverso atti democratici.
Le leggi si possono cambiare, ci mancherebbe altro, ma chi rappresenta le istituzioni le deve assolutamente rispettare finché non saranno modificate.
Non può permettersi questo comportamento che urta la nostra sensibilità e quella di molti altri cittadini di Gaiarine.
Basta con questi sindaci che ce l’hanno con le bandiere, con le fasce tricolori, ecc., …. che vengono eletti, mascherandosi dentro programmi elettorali, e poi fanno quello che vogliono, prendendo posizioni personali . . . Basta.
L’Italia ha bisogno d’altro. Covid19 insegna.
Bandiera Europea
Definizione = La bandiera dell’Europa raffigura dodici stelle dorate a cinque punte disposte in cerchio su campo blu; le stelle sono orientate con una punta verso l’alto.
Bene ha fatto una minoranza a presentare un’interrogazione sulla mancata esposizione della bandiera europea.
All’altra minoranza non è venuto in mente (sic !).
Bruttissima la risposta del sindaco.
Ha affermato che rifarebbe quell’atto anche perchè non in contrasto con le norme.
Lo invitiamo a rileggere, con calma e attenzione, le disposizioni sulla esposizione delle bandiere negli edifici pubblici che è chiarissima e non lascia dubbi ad interpretazioni.
Ha anche affermato che non può “accontentare” tutti i cittadini.
Beh. Non aveva detto, a suo tempo, che era il “sindaco di tutti“?
E comunque noi non chiediamo favori ma il rispetto della legge, se poi togliere la bandiera europea è un favore a qualcuno dei suoi “capi” o é per farsi notare dalla sua parte politica, gli ricordiamo che la maggioranza dei cittadini di Gaiarine non ha votato per lui.
Coerenza.
Definizione = Costanza di idee e comportamenti.
Oh cribbio, se uno fa un atto eclatante (vedi bandiera) poi dice che non è pentito e che lo rifarebbe (vedi risposta interrogazione), ci si aspetterebbe che fosse coerente e non cedesse di fronte a niente e a nessuno, che fosse capace di immolarsi sull’altare della patria (si fa per dire) o della bandiera.
E invece in sordina, quasi di nascosto (pochi forse se ne sono accorti) la bandiera europea martedì 2 giugno è stata esposta.
Non sul pennone ma sulla facciata del municipio, insieme a quella Italiana e a quella Veneta (vedi, qui sotto, foto scattata il 2 giugno 2020, ore 10:46).
Domanda pleonastica.
Non sarà forse perché qualcuno (prefetto) l’ha richiamato all’ordine e l’ha obbligato a rispettare la legge?
Naturalmente la bandiera è statta tolta il giorno dopo.
In tutta fretta?
G5 o 5G
Corre l’obbligo di due definizioni.
Definizione 1 = G5, normalmente si intende il gruppo di paesi formato da: Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica, considerati come emergenti nell’economia del terzo millennio, che forma, insieme al più importante e prestigioso G8 ed all’Egitto, il G14.
Definizione 2 = 5G (acronimo di 5th Generation) indica tecnologie di telefonia mobile di quinta generazione, quindi più potenti di quelli di quarta generazione, che permettono prestazioni e velocità molto più elevate dell’attuale tecnologia 4G/IMT-Advanced.
Siamo molto contenti che nel consiglio comunale, anche questa è una prima assoluta nella storia del comune, si sia discusso, come recita l’ordine del giorno sottoscritto dal sindaco, pubblicato sul sito del comune ed inviato ai consiglieri, organi istituzionali e giornali, di “ telecomunicazioni di quinta generazione G5 e salute” in altre parole delle telecomunicazioni del “G5″ cioè del Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica e della salute di questi paesi.
Non pensavamo proprio che la nostra amministrazione potesse essere così preoccupata e solidale con questi stati, eravamo rimasti a “prima gli italiani”.
Si lo sappiamo.
È una semplice inversione di una lettera con un numero (può capitare a tutti) fatta nella stesura dell’ordine del giorno, ma è grave il fatto che nessuno se ne sia accorto, prima della sua ufficializzazione.
È la dimostrazione che “nessuno” legge con attenzione, come dall’altra è già capitato molte altre volte alle amministrazioni passate, ma anche a questa con “Il piano d’azione per l’energia sostenibile ed il clima“, presentato e approvato il 27 febbraio scorso, quel piano, per intenderci, a causa del quale non fu rinviato il consiglio comunale e propedeutico alla partecipazione di alcuni bandi, di cui abbiamo parlato sopra.
Esso contiene errori e refusi.
Non vorremmo, però, e in questo caso saremo molto preoccupati, che questa inversione involontaria, G5 al posto di 5G, manifestasse la poca conoscenza, aldilà delle prese di posizione sui giornali, delle vere e gravi problematiche relative al 5G, tanto da confonderne sigle e significati.
Mozione
Definizione = Proposta che, all’interno di un’assemblea, uno o più membri avanzano perché venga presa una deliberazione o assunto un atteggiamento ufficiale su un determinato argomento.
Una mozione dovrebbe, come nel caso di quella presentata sul 5G, quindi su un argomento specifico e ben delimitato, servire a sviscerare, approfondire e a dibattere tutti gli aspetti relativi all’argomento in questione, per arrivare, alla fine, ad indirizzare ed obbligare l’amministrazione comunale a prendere una posizione chiara e forte, in questo caso di netto contrasto alla sperimentazione e all’installazione del 5G nel territorio comunale.
Non servivano tante parole e tanti impegni che non verranno mai attuati.
La conclusione doveva semplicemente essere: impegna il Sindaco ad emettere un’ordinanza di divieto nel territorio comunale di installazione e sperimentazione di qualsivoglia apparecchiature inerente il 5G, finchè non verrà dimostrato scientificamente che questa nuova tecnologia non ha effetti nocivi sulla salute umana.
“Mozioncina”
Definizione = Proposta che, all’interno di un’assemblea, uno o più membri avanzano perché venga presa una deliberazione o assunto un atteggiamento ufficiale che non serve a nulla su un determinato argomento.
Quella presentata sul 5G
della trasmissione non in diretta streaming, naturalmente.