Consiglio comunale per certi versi imbarazzante.
Presenti qui.
Sala piena, finalmente.
Viene discussa una interrogazione molto articolata e ben fatta della minoranza “Insieme per Federica” sul “bubbone” di Roverbasso (tutti i cittadini del nostro Comune sanno di cosa si tratta) e conseguentemente sulla situazione della sanità territoriale nella nostra Usll2.
Alle 8 domande poste nell’interrogazione, risponde il sindaco dicendo più o meno che l’amministrazione ha fatto il massimo, che è sempre stata disponibile a trovare soluzioni (mai trovate), che le competenze sono dell’Usll2 e bla, bla, bla, lasciando alla fine, senza assumersi nessuna responsabilità, la parola al “gran capo” Benazzi, direttore generale dell’Usll2
Il Benazzi ci “tiritera”, con una serie di giustificazioni, alcune anche fondate, demandando la responsabilità ad altri, soprattutto al ministero della Sanità, che sicuramente sa dov’è Roverbasso, e naturalmente non al presidente della giunta regionale del Veneto (Zaia) , che è il suo datore di lavoro.
Così:
– due anni di pandemia hanno inciso fortemente nel rapporto tra medici e pazienti;
– i medici italiani di medicina generale (quelli della mutua) sono tra i meno pagati al mondo;
– i medici così poco pagati vanno a lavorare nel privato;
– quindi c’è una carenza cronica di medici e questa carenza si risolverà forse nel 2024;
– poi c’è stata “quota cento” che ha permesso a molti medici di andare in pensione.
La parola “quota cento” gli è proprio sfuggita, poi prontamente corretta per ben due volte con “la Fornero“.
Ricordate lo slogan elettorale di un capo partito, uno a caso.
E invece è proprio “quota cento”, quella fantastica invenzione del “mitico” Salvini, costata un pacco di miliardi di euro, che ha permesso a molti medici di andare in pensione anticipata proprio alla vigilia dello scoppio della pandemia.
E il Benazzi, come detto, si è dovuto correggere prontamente, dando la colpa alla “legge Fornero”, d’altra parte non poteva mettere in luce le magagne del partito che lo ha nominato direttore generale.
Poi, evviva e evviva, fa l’elogio e si dichiara un grande sostenitore della sanità pubblica.
Peccato che ormai da anni la sanità pubblica in tutta Italia sia stata martoriata dalle politiche destrorse, con qualche supporto anche del centro sinistra, sempre alla rincorsa di non si sa che cosa, che vedono nel “privato” il toccasana di tutti problemi.
E’ sotto gli occhi di tutti la “distruzione” della medicina territoriale fatta in Lombardia (governa la Lega) con il potenziamento delle cliniche private, ma la stessa cosa è successa e succede (governa sempre la Lega) in Veneto, con la soppressione a gogo di posti letto, chiusure di ospedali, chiusure di guardie mediche (ne sappiamo qualcosa anche noi), ecc., ecc.
E’ chiaro che il modello in auge per molti anni è stato quello della privatizzazione della sanità pubblica, spinta anche dalle lobby delle cliniche private e delle compagnie di assicurazione, che vedono nel suo smantellamento un loro grande e potenziale affare.
Bisognerebbe dire al buon Benazzi che forse si trova nel posto sbagliato, a meno che la pandemia, che ha evidenziato anche in modo cruento tutte le lacune creatasi perseguendo il “modello privatistico”, non abbia la forza, di far effettivamente cambiare rotta e visione ai nostri politici e amministratori.
Non pensiamo sia sufficiente la volontà dell’attuale ministro della sanità per generare questo necessario cambiamento, sono i cittadini che dovrebbero difendere con tutte le loro forze la sanità pubblica (Servizio Sanitario Nazionale), “creata” da Tina Anselmi sul finire degli anni settanta.
Una grande conquista per tutti gli italiani.
Questa difesa la possono fare con manifestazioni, raccolta firme, ma soprattutto nella cabina elettorale, votando per coloro che veramente vogliono rigenerare la sanità pubblica, e finalmente smetterla con questi falsi politici.
Per finire il Benazzi fa il grande annuncio: la creazione nella sua Usll2 di 17 Case di Comunità, cioè degli ambulatori con la presenza di specialisti, psicologi, infermiere, ecc., in grado di fare esami e di alleviare il carico sui pronti soccorsi.
Una di queste case è’ prevista a Codognè, però partirà forse nel 2026, e intanto vi tenete Roverbasso, forse con un centralino nuovo, come proposto dal sindaco, e quasi senza medici.
Nel frattempo nasceranno altri poliambulatori privati, che saranno “alimentati” da cittadini sempre più abbandonati e “scazzati” dalle lacune dei servizi sanitari a loro offerti.
E così si arriva alla filippica surreale della dott.ssa Bonato, responsabile dei medici dell’Usll2, il cui “super” pensiero potrebbe essere riassunto così: quasi quasi, questi cittadini/pazienti si meritano tutto ciò.
Roverbasso: i medici dei santi, i pazienti semplicemente maleducati, le proteste e le raccolte firme per manifestare le carenze del servizio semplicemente delle operazioni che destabilizzano il sistema, e così via.
Inverosimile e imbarazzante.
Nessuna critica alla gestione interna, a qualche scontro di “potere”, al centralino sempre occupato, agli appuntamenti per visite urgenti dati anche a quindici/venti giorni, ai pazienti tenuti fuori dall’ambulatorio alle intemperie.
Ah si, è tutta colpa del Covid. Ah questo Covid, quante ne ha combinate.
Come servissero dei geni per metter in atto qualche aspetto organizzativo che alleviasse almeno le attese dei pazienti fuori dell’ambulatorio.
Ma cosa vogliono “sti” pazienti?.
Il consigliere De Martin fa presente che la “politica” quella vera, non la propaganda diciamo noi, dovrebbe farsi carico del malessere dei cittadini e trasferirlo ai più alti livelli regionali.
La consigliera Capuzzo stigmatizzando qualunque forma di maleducazione, fa però presente che i disagi nel servizio ci sono stati e ci sono e che la raccolta firme per manifestarli è un atto democratico.
C’è ancora qualche chiacchiera di Benazzi, un altro intervento del sindaco e poi il consiglio si chiude con le consuete comunicazioni dello stesso.
Per concludere una nostra, non dovuta, riflessione.
Però che mondo strano.
Chiariamo subito che l’interrogazione presentata é un atto formale che doveva essere fatto da qualcuno per mettere in evidenza tutti i problemi di Roverbasso e non solo, e quindi va dato merito alla minoranza che l’ha presentata, e altrettanto chiaramente diciamo che va apprezzata la presenza di tanti cittadini.
Ma era altrettanto prevedibile che nessuna soluzione poteva scaturire da una interrogazione, e in effetti soluzioni non ne sono state date, si sono avute solo doverose informazioni (mentre, per inciso, imprevedibili sono state le offese ai cittadini/pazienti).
Orbene. Ci sono consigli comunali importantissimi per capire quale “futuro” verrà dato al nostro comune, quelli per esempio dedicati:
. alla discussione e approvazione di un bilancio di previsione, cioè come verranno spesi i nostri soldi in quell’ anno
– alla presentazione di progetti di opere pubbliche;
. all’approvazione di progetti urbanistici di privati
. varianti urbanistiche;
. ecc.
Normalmente a questi consigli i cittadini presenti si contano sulle dita di una mano, e invece dovrebbero avere la sala stracolma.
Poi ci sono consigli, come questo, che alla fine sono solo informativi e ci ritrova con la sala consigliare piena.
Benissimo, però non vi pare che ci sia qualcosa che non funziona?
Si, è vero si parlava di salute, cosa che interessa tutti, ma non è che siamo attirati dai “talk show”, piuttosto che da un senso di “partecipazione attiva” alla vita della comunità?
Come dice qualcuno “ragioniamoci sopra”
Alla prossima.