Si sa che “le crisi” possono essere foriere di opportunità e innescare alla fine dei cambiamenti positivi.
È così è sembrato anche per il Covid19.
Più di una volta durante le passate amministrazioni, Sonego e Cappellotto, è stata richiesta, da vari consiglieri, la videoregistrazione dei consigli comunali.
Registrazioni sempre negate anche se nei loro programmi elettorali avevano pubblicamente “inneggiato” alla trasparenza.
Causa Covid19 l’attuale amministrazione, dovendo fare i consigli comunali non in presenza e a distanza, quindi senza pubblico, ha dovuto, gioco forza, attrezzarsi per videoregistrarli e pubblicarli sul sito del comune.
Ci si era quindi attrezzati e arrivati, superando qualche défaillance tecnica iniziale, ad una video registrazione di buona qualità.
Il Covid19 aveva finalmente dato, così è sembrato, il via a questo nuovo “servizio” che permetteva ai cittadini interessati e standosene a casa di conoscere, senza filtri, l’operato del consiglio comunale, potendo così “valutare” direttamente sia la maggioranza che le minoranze.
Ora che i consiglio comunale è tornato in presenza questo “servizio” è stato tolto.
Siamo ritornati al pre Covid19. Perchè?
Questo fatto ci stimola una breve riflessione.
Ci pare si voglia velocemente, soprattutto da parte di certe parti conservatrici della società, cancellare tutte le nuove opportunità di cambiamento che questa terribile pandemia ci ha prospettato.
Non avevamo detto tutti quanti che volevamo essere migliori, più solidali, più equi, più attenti alla salute e all’ambiente, ecc. e invece siamo ritornati al “Papeete”, esattamente come un anno fa. Ops!!!
I presenti qui .
Consiglio incentrato “sugli equilibri di bilancio” e modifiche al piano triennale delle opere pubbliche, un consiglio che potremo definire di routine se non fosse per il punto 9, l’ultimo dell’ordine del giorno.
Tra le tante cifre delle spese e delle entrate esposte dalla De Zan relative alla variazione di bilancio presentata, è sicuramente degna di nota la spesa di ulteriori 100.000 euro per il restauro dell’ex Cinema di Gaiarine, spesa dovuta alla scoperta di amianto all’interno delle pareti (così ha riferito l’assessore Fantuz), soldi quindi necessari per analisi, asportazione e smaltimento.
A proposito di amianto.
Quanto eternit è ancora presente nelle coperture di vecchi capannoni, tettoie ecc. nel nostro comune?
Non sarebbe ora che il comune, attraverso una verifica puntuale, venisse a conoscenza della portata del problema?
Perché non sollecitare attraverso una campagna informativa la messa in sicurezza di questo materiale?
Perché non pensare a qualche forma di incentivo anche economico per rendere il comune di Gaiarine “libero dall’amianto”?
Non dobbiamo pensare che il mesoteliomia maligno, dovuto per il 90 per cento dei casi all’esposizione all’amianto, sia un malattia presente solo a Casale Monferrato o a Broni e nelle loro zone limitrofe. Sarebbe interessante poter analizzare il registro tumori del Veneto e conoscere il numero di morti causati da questa terribile malattia nel nostro comune. Noi ricordiamo almeno un caso a Francenigo una decina di anni fa.
Occuparsi in modo concreto dell’ambiente è anche occuparsi del problema dell’amianto, o no?
Altra “notiziola” emersa strada facendo, è che verranno spesi 15.000 euro per un incarico professionale per georeferenziare i numeri civici e quindi poter procedere con la revisione del piano acustico comunale.
Piano acustico che giustamente e finalmente, essendo stato elaborato la fine della seconda legislatura Toso, cioè circa vent’anni fa, rivedrà la classificazione acustica dell’intero territorio comunale prendendo atto delle trasformazioni urbanistiche avvenute in questi anni.
E ben venga. Finalmente qualcosa di concreto per l’ambiente e conseguemente per i cittadini, anche se in ritardo di parecchi anni, dato che questo piano doveva essere revisionato prima, ma sappiamo quanto le amministrazioni precedenti (tutte di destra) avessero a cuore queste problematiche.
Le variazioni al piano triennale delle opere pubbliche presentate dal sindaco sono state due e tutte due relative all’illuminazione.
La prima relativa a quella pubblica e la seconda relativa a quella dei cimiteri.
Il sindaco ha fatto notare come, avendo il comune impianti di illuminazione pubblica obsoleti, l’attuazione del PAESC (Piano di attuazione per l’energia e il clima, approvato dall’amministrazione), passi necessariamente attraverso una loro sostituzione determinando un miglioramento dell’efficienza energetica e una riduzione dell’inquinamento luminoso.
Qui c’è da registrare la stizza del consigliere Lazzaro espressa dopo l’affermazione del sindaco che ha definito obsoleti gli impianti di illuminazione pubblica.
Lazzaro ha tenuto a precisare che una quindicina di anni fa (che tradotto vuol dire quando era lui assessore ai lavori pubblici), non esistevano le tecnologie attuali e quindi le scelte non potevano essere che quelle fatte allora.
Diciamo semplicemente che si è sentito con la coda di paglia e ha reagito.
Bene, aldilà delle iniziative spot, che si parli e si vada nella direzione indicata dal PAESC che permette effettivamente e attivamente di occuparsi di migliorare l’ambiente.
A nostro avviso però non basta che la sola amministrazione pubblica diventi più efficiente sotto il profilo energetico e sia la sola a ridurre l’inquinamento luminoso.
E’ necessario che anche i privati facciano altrettanto, dall’altra parte il PAESC misura i miglioramenti relativamente all’energia e al clima dell’intero comune e non solo della parte pubblica, e per questo andrebbero sollecitati ed incoraggiati i cittadini a diventare più virtuosi.
Per quanto riguarda l’inquinamento è necessario stendere ed approvare, urgentemente, un regolamento al fine di ridurre in modo sostanziale la luce (sprecata, vedi foto a fianco scattata dal Pizzoc) che di notte emettiamo verso l’alto, causando danni a noi e agli ecosistemi.
Gli astrofili di Vittorio Veneto, storica associazione che fa della interessante e importante divulgazione astronomica, sono anni che chiedono regolamenti in grado di limitare questo fenomeno.
Proviamoci.
E veniamo al clou della serata, al punto 9 dell’ordine del giorno, la Mozione concernente interventi urgenti sul DDL n. 2005 (Zan e altri) avente ad oggetto “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Siamo di fronte alla solita mozione confezionata dai partiti di destra, come quella su Bibiano o quella per la Cittadinanza al Milite Ignoto.
Il presentatore e firmatario della mozione non ha fatto nessuna fatica, l’ha scaricata da Internet o ricevuta da qualche partito, l’ha confezionata con un copia e incolla, ci ha messo una firma e voilà mozione pronta da trasmettere al comune.
Non è farina del suo sacco, neppure una riga.
Questo tipo di mozioni strumentali, portate in discussione nei comuni servono solo per marcare il “territorio” di appartenenza per cercare facili consensi, o forse sono addirittura imposte dai certi partiti ai propri sostenitori, i quali orientati a perseguire, magari illusoriamente, una possibile carriera politica, seguono pedissequamente le loro direttive.
Annotiamo che la “mozione” è stata firmata dal solo capogruppo Gottardi, e questo fatto, anche se poi è stata votata dall’intera maggioranza, potrebbe avere una certa rilevanza politica.
Ci fa presupporre, ma anche sperare, che probabilmente alcuni dei suoi compagni di viaggio non fossero proprio così entusiasti di dover votare una cosa del genere.
Dall’altra parte non possiamo pensare che consiglieri come la Pezzin, la De Zan o Scottà, solo per citarne alcuni, la pensino come il presidente della Commissione Giustizia in Senato, Andrea Ostellari, della Lega, che ha osteggiato in tutte le maniere l’iter parlamentare di questo provvedimento, il cosiddetto DDL Zan, e che così si è espresso ” la Lega non è omofoba ma che ci sono questioni più importanti come la violenza sugli animali.“
Davvero non possiamo pensare che nel comune di Gaiarine, ci siano consiglieri che ritengono che il diritto delle persone di essere rispettate a prescindere dai loro orientamenti sessuali o dalla loro identità di genere, siano meno importanti dei diritti degli animali.
La mozione letta da Gottardi è confezionata in un modo tale da creare un calderone, dando informazioni e dati parziali, cercando di impaurire la gente, quando invece si tratta solo di poter dare un segnale forte per portare l’Italia, spinta ad essere negli ultimi anni razzista e omofoba, di nuovo rispettosa dei diritti di tutti.
Dopo la lettura della mozione da parte di Gottardi, ha preso la parola il consigliere De Martin e finalmente si è assistito da parte di una minoranza ad una dichiarazione di voto, contraria alla mozione, di ampio respiro che ha smontato passo dopo passo tutta la propaganda terrorizzante di questa destra che non vuole rinunciare ad incutere nei cittadini paure inesistenti.
La dichiarazione di voto, che ha avuto l’applauso di un paio di cittadini, la potete trovare qui e l’allegato richiamato qui.
Cosa dire dell’altra minoranza quella per intenderci di Lazzaro e Carrer, che per votare a favore si sono trincerati dietro un voto non politico ma personale.
Ma fateci il piacere. O non vi esprimete e ve ne andate, oppure sui diritti non potete non esprimere una valutazione “politica, a prescindere anche dalle vostre convinzioni personali.
I diritti si difendono tutti, sempre e per tutti.
Dopo l’intervento di De Martin, forse Gottardi si è accorto di averla “fatta grossa”, perché ha risposto non più con il suo solito tono altosonante ma in tono dimesso e perfino imbarazzato, rimescolando le fake news propagandistiche di una destra davvero impresentabile.
E’ arrivato persino a dire che la mozione poteva essere emendabile, quindi modificabile.
Naturalmente una falsa apertura politica per salvarsi dalla figuraccia che stava facendo, alla quale però non ha fatto seguire nessuna proposta e nessun emendamento.
E la mozione è andata in votazione così come scaricata da Internet.
Ci dispiace che dei giovani, come Gottardi, invece di vivere nel futuro continuano a vivere nel passato.
Il futuro è quello che ci ha presentato l’Olimpiade di Tokio, dove l‘Italia ha battuto tutti i record di medaglie e per la quale tutti noi abbiamo gioito, compreso, immaginiamo anche il nostro giovincello.
Una squadra azzurra multietnica, multi colorata, addirittura con qualche colore “arcobaleno“, senza pregiudizi di sorta, che ha dimostrato quanto l’Italia sia diversa da quella dove per motivi propagandistici ed elettorali ci vogliono ributtare.
Viva il futuro. Viva l’Italia. Viva l’Italia del futuro.