Siamo all’ultimo Consiglio Comunale del 2023 e anche all’ultimo bilancio di previsione – cioè come saranno spesi i soldi dei cittadini nel 2024- di questa amministrazione, dato che nel 2024 si andrà al voto.
Presenti e chiacchieroni qui.
Il consiglio si apre con un doveroso minuto di silenzio in onore di Vanessa Ballan, un’altra donna assassinata che entra nella tristissima e impressionante statistica del 2023: 118 donne uccise e di queste 96 in ambito familiare o affettivo.
Un’altra morte a poco più di un mese da quella di Giulia Cecchettin,
che ha portato il Veneto ad una macabra ribalta nazionale.
Sono ben otto le donne uccise nella nostra regione nell’anno appena trascorso e questo mette in evidenza come una delle regioni che si vanta di trainare il PIL nazionale abbia ancora molta strada da fare, invece, per sconfiggere il “patriarcato”, il maschilismo, e per conquistare una vera parità di genere.
D’altra parte, se si manifesta ostilità verso qualsiasi forma di diversità, se si riducono i diritti, e non si rende invece l’inclusione un obbiettivo di ogni azione politica, verrà meno il riconoscimento e l’apprezzamento delle differenze che permettono di rispettare e valorizzare ogni persona, e di superare i pregiudizi e le “vecchie culture” radicate nella società anche veneta, negando di fatto a tutti ed in particolare alle donne pari diritti ed opportunità.
In tutte le province del Veneto, dopo l’uccisione di Giulia, sono aumentate, in numero ragguardevole, le denunce delle donne.
Nella provincia di Padova c’è stato un aumento del 20%.
Ma anche la nostra di provincia, Treviso, sta facendo emergere, finalmente, quel sommerso che tenevamo sotto “al tappeto”: i codici rossi attivati sono passati da 35 nel periodo tra il 15 ottobre e il 15 novembre, a 50 tra il 15 novembre e il 15 dicembre.
Che dire . E’ evidente come molta strada sia ancora da fare e sicuramente, anche se i simboli hanno una loro forza intrinseca, non bastano due scarpe rosse, una sulle scale del municipio e una in sala consigliare (queste due abbiamo visto), per eliminare la violenza che volenti o nolenti è radicata ancora nelle nostre case, come non sono sufficienti le due serate informative sull’argomento tenutesi un mese fa nel comune e andate, purtroppo, pressoché deserte (anche questo dovrebbe far riflettere).
E’ necessario un cambiamento sociale profondo che chiami in causa tutti: chi ci governa – tutte le istituzioni nazionali e locali -, tutti coloro che hanno compiti educativi a qualsiasi livello – siano essi interni od esterni all’ambito scolastico- e tutto il mondo del lavoro -operai, impiegati, dirigenti imprenditori-.
Ricordiamo che la “parità di genere” è il 5° dei 17 obbiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile“, redatta dall’ONU e sottoscritta da 193 Paesi (o Nazioni come si vorrebbe si dicesse oggi).
Il raggiungimento di questi obbiettivi, che è determinante per salvare noi stessi e il nostro pianeta, è naturalmente compito anche delle amministrazioni locali.
Ma nel nostro comune e dalla nostra amministrazione non l’abbiamo mai sentita nominare, così come non abbiamo mai visto una tabella di comparazione che evidenzi in che modo i soldi stanziati (così arriviamo al bilancio di previsione) o spesi nel nostro comune, aiutino a ridurre il divario tra gli obbiettivi dell’Agenda 2030 e la vita reale.
Il 5° obbiettivo, come detto, è la Parità di Genere ma il 1° è “Sconfiggere la povertà” .
E qui si innesca la parte più interessante di questo consiglio.
Viene proposto dall’amministrazione il mantenimento per il 2024 delle stesse aliquote dell’addizionale Irpef e dell’Imu in vigore nel 2023.
Il consigliere De Martin, per l’addizionale Irpef, invita l’amministrazione comunale, visto anche il depauperamento dei redditi dovuto all’inflazione, a dare un “segno” cercando di aiutare i più poveri e di “bussare” ai più ricchi.
Richiesta più che condivisibile, ma che formulata come è stata formulata è sembrata più una chiacchierata tra “amici al bar” su cosa sia giusto fare e non fare, piuttosto che una proposta concreta in grado di costringere la maggioranza a “ragionare” o a “ripensare” e quindi ad esplicitare, tramite un voto, la sua visione “politica” nei confronti dei meno abbienti.
Doveva essere presentato un emendamento scritto che definisse in modo chiaro quali fossero secondo il De Martin le aliquote da rimodulare e/o chi eventualmente esentare dal pagamento, per rendere più equo e progressivo il prelievo nel senso da lui voluto.
Solo così si sarebbe obbligata la maggioranza a esprimersi e a mettere la propria “faccia” su una proposta che chiaramente andava incontro ai più poveri del comune.
Naturalmente sappiamo tutti che i componenti di questa maggioranza essendo espressione di quei partiti politici che sono a favore della flat tax e che strizzano l’occhio agli evasori ritenendo le tasse “un pizzo di stato”, avrebbero comunque bocciato l’emendamento ma almeno avrebbero dovuto palesare con una alzata di mano la loro insensibilità anche a concedere un minimo aiuto ai cittadini in sofferenza economica.
E invece, in queste quattro chiacchiere “tra amici al bar”, il sindaco se la cava dicendo semplicemente che la maggioranza aveva deciso così e buona notte suonatori.
Stessa storia per l’Imu. Qui il consigliere De Martin è un po’ più preciso e propone di abolire l’esenzione di 200 euro prevista per la prima casa se questa casa fosse accatastata come villa, e di aumentare di un minimo la tassazione sui capannoni.
Ma anche qui niente proposta scritta da sottoporre al voto, così tutto resta invariato e passa la proposta della maggioranza.
Per il resto siamo nella piena consuetudine di tutti gli altri consigli in cui sia stato approvato il Bilancio di previsione.
L’assessora Fantuz fa l’elenco delle opere pubbliche, previste e alcune forse anche impossibili, del prossimo triennio, senza illustrare però le specifiche dei vari progetti, ma esponendo solo i relativi costi.
Le minoranze entrano in qualche piccolo dettaglio e allora ai pochi cittadini in sala rimane ben poco da capire.
Per esempio: quando si parla del “Restauro della casa del custode del Maglio” di Francenigo, per un importo di 650.000 euro, si intende un restauro della casa principale per farne una abitazione o per ampliare il museo e portarlo ad essere un museo etnografico o un museo didattico che magari usi i nuovi mezzi digitali?
L’eventuale abitazione per il custode si può ricavare tranquillamente nell’annesso aderente alla casa o no?
Capire come intenda muoversi l’amministrazione non ci sembra cosa di poco conto.
Probabilmente quelli seduti dietro il tavolo semicircolare, leggi consiglieri, sanno già tutto, ma quei pochi che sono seduti davanti, leggi cittadini, avrebbero il diritto di capire qualcosa in più o no?
Stesso discorso vale per la consueta “sbrodolata” di cifre che l’assessora De Zan, ha dovuto leggere, su invito delle minoranze, che ad un certo punto si sono perfino stancate di ascoltarla chiedendole di interrompere la lettura.
Che senso ha presentare un bilancio di previsione in questo modo.
Ai cittadini e crediamo anche alle minoranze servirebbe conoscere le macro cifre: quanto si prevede di spendere in totale per il personale, quanto per i servizi, per l’illuminazione, per il gas, a quanto ammonta complessivamente la previsione di spesa per la gestione delle scuole, per la biblioteca, a che cifra ammonta la spesa prevista per ogni cittadino per sostenere i servizi a domanda individuale, quanto si prevede di introitare da tasse, e contributi, ecc.
15 o 20, facciamo pure 25, macro cifre, due/tre tabelle in croce che diano un sunto della previsione delle spese e delle entrate, magari rapportate con le previsioni dell’anno prima, tabelle che si possano però leggere sullo schermo, non come le slide proiettate dal sindaco illeggibili stando dalla parte del pubblico.
Non sarebbe meglio per tutti? Anche per le minoranze?
Bilancio approvato e si va velocemente alla fine del consiglio, anche perché il segretario se ne deve andare.
Fine. E come sempre si passa alle solite comunicazioni del sindaco.
Viene presentato, era presente in sala, il Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi, Vengono letti i nomi degli studenti consiglieri, degli assessori con le loro aree di competenza.
Consideriamo il Consiglio Comunale dei Rragazzi sicuramente una iniziativa pregevole, portata avanti dall’Istituto Comprensivo in collaborazione con l’Amministrazione comunale, che avvicina e sprona i ragazzi a diventare cittadinanza attiva, a porre attenzione non solo alle problematiche della scuola ma anche al contesto in cui vivono; però notiamo, stupiti, che tra le aree assegnate alle competenze dei ragazzi-assessori non vi è l’ambiente.
Non lo diciamo con senso polemico, perché sappiamo che la scuola oggi, oltre ad essere criticata molto spesso ingiustamente e a sproposito, é anche oberata da mille incombenze, ma come stimolo, perché è fuor di dubbio che la tutela degli ecosistemi e della biodiversità, la lotta all’inquinamento, la transizione ecologica e anche la resilienza necessaria per adattarsi ai cambiamenti climatici, sono tutti argomenti che, oltre noi, investono e investiranno le generazione future, quindi anche i nostri ragazzi, siano esse assessori o no.
Da adulti quali siamo e anche purtroppo da responsabili della situazione ambientale attuale, non possiamo non incentivarli a guardare al territorio, all’ambiente in cui vivono ed incoraggiarli a fare proposte e/o richieste che aiutino a salvaguardarlo, perché saranno loro, domani, che dovranno trovare le strategie e prendere le decisioni giuste per assolvere all’arduo compito di salvare il martoriato pianeta che riceveranno in eredità.
Sarebbe meglio aiutarli.
Buon anno a tutti.