Ci son tanti modi per prepararsi alle elezioni.
Ci si prepara scegliendo le persone, stilando i programmi, ascoltando i bisogni dei cittadini e proponendo soluzioni, anche chiedendosi “cosa succederebbe se..” per valutarne gli effetti e discuterne pubblicamente, perché la soluzione sia probabilmente la migliore, certamente la più condivisa.
Oppure si affronta la campagna elettorale aprendo cantieri e mettendo in moto ruspe, ponendo la cittadinanza davanti ai fatti compiuti. Pare che l’amministrazione uscente, abbia scelto questa seconda strada.
Ma non di solo mattone vive una comunità che ha bisogno di sentirsi viva, perché unita da eventi e occasioni nelle quali riconoscersi e partecipare.
Una comunità si sente viva quando riconosce le proprie difficoltà e condivide le proprie gioie, quando vede nelle persone che la formano occasione continua di scoperta, conoscenza, ricchezza.
In questi giorni si è proceduto alla demolizione di un edificio della vecchia Francenigo, per la presunta costruzione di una rotonda, che si dice, eliminerà un incrocio pericoloso tra via del Molino e via Fracassi.
Analizzando i fatti risulterebbero delle mancanze in termini di progetti da approvare per la costruzione della rotatoria e impegni a bilancio. Esisterebbero solo un protocollo d’intesa di gennaio 2014 siglato con la Provincia, non vincolante per l’esecuzione, uno studio di fattibilità e la disponibilità appunto a bilancio per i soli espropri. Inoltre la rotatoria non sarebbe prevista nel piano triennale delle opere pubbliche, documento della provincia alla base dell’attività di realizzazione dei lavori legato al bilancio di previsione provinciale.
Quindi, ad oggi, senza una serie di progetti non ancora approvati e vincolanti, si potrebbe correre il rischio di aver usato denaro pubblico e demolito inutilmente un edificio, senza aver risolto il problema della pericolosità dell’incrocio, non essendoci una certezza formale della realizzazione dell’opera. Un angolo di memoria, che identifica il paese, viene intanto abbattuto.
La pericolosità di un incrocio potrebbe essere risolta in altri modi, mettendo rallentatori o restringendo la strada; soluzioni alternative, da condividere con la cittadinanza, e che dovrebbero sempre ricordare la presenza dell’encomiabile iniziativa del Pedibus, condotta per centinaia di metri sulla pista ciclabile adiacente all’incrocio e alla strada collegata; iniziativa che mantiene intatti i rischi della pericolosità, obbligando i bimbi a rimanere legati ad una corda di sicurezza, per il timore di un loro salto improvviso o di uno scarto inatteso verso quella strada dove scorrevole significa velocità e, quindi, pericolo.
Lista ESSERCI per un comune che cambia