Televisione, cellulare e Internet rischi e opportunit

Ci giunge notizia e pubblichiamo con il giusto risalto la seguente iniziativa nella speranza che siano molti i genitori che sentano la curiosità e la necessità di partecipare, consapevoli del ruolo sempre più importante giocato dai nuovi media nella vita quotidiana dei loro figli e nella loro educazione.

Incontri formativi per genitori
Televisione, cellulare e Internet rischi e opportunità per i nostri figli


Cosa sappiamo dei nostri figli e dell’uso che fanno di queste tecnologie?

Quali misure legislative tutelano l’infanzia?

Quali strategie per un uso sicuro di queste tecnologie?
Che ruolo ha il genitore in tutto ciò?

Il Comitato Biblioteca del Comune di Gaiarine, in collaborazione con il Comune, ha colto l’opportunità offerta dalla Provincia di Treviso per realizzare un ciclo di tre incontri rivolto ai genitori delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.
Durante gli incontri i partecipanti potranno confrontarsi con esperti su come ridurre i rischi dell’uso della televisione, del cellulare e di Internet.


1° incontro Mercoledì 14 Aprile 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e ….. TELEVISIONE”


2° incontro Mercoledì 28 Aprile 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e …. CELLULARE”


3° incontro Mercoledì 12 Maggio 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e….. INTERNET”


Gli incontri si svolgeranno presso la Biblioteca Comunale – Villa Altan

L’INGRESSO È LIBERO E GRATUITO

nel 1960 Rodari così scriveva della televisione

Condivi
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Televisione, cellulare e Internet rischi e opportunit

Ci giunge notizia e pubblichiamo con il giusto risalto la seguente iniziativa nella speranza che siano molti i genitori che sentano la curiosità e la necessità di partecipare, consapevoli del ruolo sempre più importante giocato dai nuovi media nella vita quotidiana dei loro figli e nella loro educazione.

Incontri formativi per genitori
Televisione, cellulare e Internet rischi e opportunità per i nostri figli


Cosa sappiamo dei nostri figli e dell’uso che fanno di queste tecnologie?

Quali misure legislative tutelano l’infanzia?

Quali strategie per un uso sicuro di queste tecnologie?
Che ruolo ha il genitore in tutto ciò?

Il Comitato Biblioteca del Comune di Gaiarine, in collaborazione con il Comune, ha colto l’opportunità offerta dalla Provincia di Treviso per realizzare un ciclo di tre incontri rivolto ai genitori delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.
Durante gli incontri i partecipanti potranno confrontarsi con esperti su come ridurre i rischi dell’uso della televisione, del cellulare e di Internet.


1° incontro Mercoledì 14 Aprile 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e ….. TELEVISIONE”


2° incontro Mercoledì 28 Aprile 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e …. CELLULARE”


3° incontro Mercoledì 12 Maggio 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e….. INTERNET”


Gli incontri si svolgeranno presso la Biblioteca Comunale – Villa Altan

L’INGRESSO È LIBERO E GRATUITO

nel 1960 Rodari così scriveva della televisione

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IV GIORNATA MONDIALE DELLA LENTEZZA Rallentare quando possiamo Correre quando dobbiamo

L’Arte del Vivere con Lentezza è un’organizzazione di volontariato che si occupa di comunicazione sociale per il benessere delle persone a livello mondiale, senza dimenticare l’ambiente e il sostegno concreto a piccole realtà dei paesi meno avvantaggiati.
In un mondo sempre più votato alla velocità e alla complessità, rallentare a livello individuale è dunque il primo passo per poter vivere meglio, superare le difficoltà, vincere la paura dell’incertezza, trovare soluzioni e recuperare la fiducia nel futuro, anche in momenti di grave crisi economica come quelli che stiamo vivendo.
Il prossimo miracolo economico e sociale sarà frutto di mille piccole azioni di mille piccole persone che si moltiplicheranno all’infinito. La nostra mission è incoraggiare la fiducia nel futuro e sostenere l’impegno di ogni singola persona nella costruzione di un tessuto sociale in accordo con le diverse esigenze e latitudini.

“Voi conoscete il motto che Pierre de Coubertin ha riattivato per le Olimpiadi: citius, più veloce, altius, più alto, fortius, più forte. Questo è il messaggio che oggi ci viene dato. Io vi propongo il contrario: lentius, più lento, profundius, più profondo, suavius, più dolce. Con questo motto non si vince nessuna battaglia frontale, però si ottiene un fiato più lungo”. (Alexander Langer, + 3 luglio 1995)

I nostri primi 14 comandalenti, per trovare la velocità giusta nella vita

  1. Svegliarsi 5 minuti prima del solito per farsi la barba, truccarsi o far colazione senza fretta e con un pizzico di allegria.
  2. Se siamo in coda nel traffico o alla cassa di un supermercato, evitiamo di arrabbiarci e usiamo questo tempo per programmare mentalmente la serata o per scambiare due chiacchiere con il vicino di carrello.
  3. Se entrate in un bar per un caffè:ricordatevi di salutare il barista, gustarvi il caffè e risalutare barista e cassiera al momento dell’uscita (questa regola vale per tutti i negozi, in ufficio e anche in ascensore)
  4. Scrivere sms senza simboli o abbreviazioni, magari iniziando con caro o cara…
  5. Quando è possibile, evitiamo di fare due cose contemporaneamente come telefonare e scrivere al computer… se no si rischia di diventare scortesi, imprecisi e approssimativi.
  6. Evitiamo di iscrivere noi o i nostri figli ad una scuola o una palestra dall’altra parte della città
  7. Non riempire l’agenda della nostra giornata di appuntamenti, anche se piacevoli, impariamo a dire qualche no e ad avere dei momenti di vuoto.
  8. Non correte per forza a fare la spesa, senz’altro la vostra dispensa vi consentirà di cucinare una buona cenetta dal primo al dolce.
  9. Anche se potrebbe costare un po’ di più, ogni tanto concediamoci una visitina al negozio sottocasa, risparmieremo in tempo e saremo meno stressati.
  10. Facciamo una camminata, soli o in compagnia, invece di incolonnarci in auto per raggiungere la solita trattoria fuori porta.
  11. La sera leggete i giornali e non continuate a fare zapping davanti alla tv.
  12. Evitate qualche viaggio nei week-end o durante i lunghi ponti, ma gustatevi la vostra città, qualunque essa sia.
  13. Se avete 15 giorni di ferie, dedicatene 10 alle vacanze e utilizzate i rimanenti come decompressione pre o post vacanza.
  14. Smettiamo di continuare a ripetere:”non ho tempo”. Il continuare a farlo non ci farà certo sembrare più importanti.


… e i 7 comandalenti in cucina

  1. Il cibo è la tua prima medicina: insegna Ippocrate… crediamoci!
  2. La poesia del cibo inizia quando facciamo la spesa: scegliamo prodotti di stagione e di qualità. Se vogliamo risparmiare diminuiamo la quantità: che è anche un’ottima scelta per controllare colesterolo e peso.
  3. E’ scientificamente provato che l’acqua non bolle prima se continuiamo a osservarla: quindi senza fretta appassioniamoci alla preparazione della nostra cenetta e apparecchiamo con cura la tavola, un fiore?
  4. Utilizziamo tutti i nostri sensi per godere dei singoli ingredienti: la vista, il tatto, l’olfatto, il gusto … anche l’udito (i rumori della cucina fanno tanto casa e calore!).
  5. Gustiamo ogni forchettata e ogni piccolo sorso di quel vino che, anche se da incompetenti, avremo scelto con amore e cura.
  6. Evitiamo il “due in uno”! Se mangiamo non telefoniamo, se telefoniamo non mangiamo.
  7. Non precipitiamoci … il cinema, la lavastoviglie, l’ultimo ritocco al computer, ecc. aspettano
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La scuola va a rotoli

I continui tagli ai fondi delle scuole, fanno sì che ai nostri figli venga progressivamente sottratto il diritto ad una scuola non solo di qualità, ma persino che garantisca la sicurezza.
Gli ultimi tagli hanno provocato:

- giornate di lezione perse per mancanza di personale interno a disposizione e per mancanza di fondi per nominare supplenti
- classi troppo numerose a dispetto della qualità della didattica e in violazione delle norme sulla sicurezza

- scomparsa delle compresenze con conseguente impossibilità di gestire recuperi e approfondimenti
- insegnanti di sostegno negati

- difficoltà a gestire tempo mensa e gite scolastiche

- progetti cancellati

- gessi, libri, carta, detersivi e carta igienica centellinati o mancanti

- ore di pulizia tagliate

Il neonato “Coordinamento Nazionale Comitati e Genitori della Scuola”
promuove una “campagna nazionale di sensibilizzazione e protesta, civica e apartitica, e che coinvolga i genitori in quanto tali”, eleggendo a simbolo dell’iniziativa “un semplice rotolo di carta igienica”.
Dopo un’analisi dello stato deficitario in cui versano i bilanci delle scuole, il Comitato chiede a “ogni coordinamento, comitato, gruppo, presidente o membro di Consiglio di Istituto/Circolo o di Comitato Genitori e singolo genitore” di organizzare una raccolta di rotoli di carta igienica “magari con un banchetto davanti alla scuola”, con annessa raccolta di firme.
E poi di preparare un grande pacco coi rotoli e le firme e di spedirlo al MIUR (Ministero della Pubblica Istruzione), documentando il tutto anche con foto e filmati.
Rot
oli che saranno depositati davanti agli Uffici Scolastici Provinciali o alle Prefetture.
La manifestazione a Pordenone è organizzata per venerdì 12 marzo alle ore 13.30-14.00 davanti al Provveditorato Provinciale agli Studi di Pordenone (via Concordia Sagittaria n. 1, vicino alla Fiera Vecchia)
.
È una dimostrazione pacifica, per sottolineare che siamo arrivati a toccare il fondo.

È importante esserci sotto nessuna sigla sindacale e nessun simbolo di partito ma come cittadini che vogliono mantenere la scuola pubblica: un diritto per tutti e di tutti!
il Comitato Genitori di Pordenone

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8 marzo 2010

Il 26 luglio 1992, Rita Atria a 17 anni si toglie la vita lanciandosi dal settimo piano di via Amelia. Una settimana esatta dalla morte dello “zio” Paolo, nella stessa ora.
“Rita, non t’immischiare, non fare fesserie” le aveva detto ripetutamente la madre, ma, Rita aveva incontrato Paolo Borsellino, un uomo buono che le sorride dolcemente, e lei parla, parla… racconta fatti. Fa nomi. Indica persone, compreso l’ex sindaco democristiano Culicchia, che ha gestito e governato il dopo terremoto.

“Fimmina lingua longa e amica degli sbirri” disse qualcuno intenzionalmente, e così al suo funerale, di tutto il paese, non andò nessuno.
http://it.wikipedia.org/wiki/Rita_Atria
http://www.ritaatria.it/RitaAtria.aspx

Il 20 marzo 1994 la giornalista RAI Ilaria Alpi a 33 anni viene uccisa in un agguato a Mogadiscio inviata in una Somalia dilaniata dalla guerra civile, dove regnano la violenza, i traffici illegali, il caos; con lei l’operatore Miran Hrovatin.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ilaria_Alpi
http://www.ilariaalpi.it/index.php

«La donna-merce non è normale»
Questo il testo dell’appello promosso da Silvia Nono, Maria Teresa Carbone, Serena Perrone Capano e Adriana Valente
Ci siamo stufate di sentir dire con un sorriso sornione alla radio, in farmacia, in televisione: e che sarà mai? Ci sono cose peggiori… In questi giorni ci siamo chieste: ma ci sono degli italiani che considerano offensivo trattare una donna come un oggetto di scambio, o ormai la pensano tutti così? Così abbiamo pensato di lanciare un appello ai candidati di sinistra: per poterci fidare di loro, per poterli votare, esigiamo che si schierino. Chiediamo che tra i primi punti del programma politico dei candidati di sinistra venga inserita una dichiarazione semplice, chiara e forte: io non considero normale che le donne siano trattate come merce di scambio nelle relazioni personali e professionali, nella politica, nella comunicazione. Uno spartiacque fondamentale in questi tempi gelatinosi, in cui l’immagine della donna sembra aver percorso a ritroso sentieri che si credevano ormai superati. Non è più una questione di costume: è una questione di sostanza. Le donne sono oltre la metà dell’elettorato, e hanno diritto di sapere da che parte stanno le persone che aspirano a rappresentarle.
http://www.nonconsideronormale.com/

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Ad Auschwitz c’è ancora la neve…

Sono trascorsi ormai 15 giorni dalla Giornata della Memoria, e ben 65 anni dalla data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, eppure, questa importante commemorazione, si celebra ogni anno riempiendo i quotidiani, i telegiornali e i notiziari di foto, di commenti, di testimonianze storiche, o magari, per l’occasione, qualche rete televisiva trasmette dei film riguardanti l’Olocausto, la sera..
Ma nulla più.
Allora, il mio intento nello scrivere questa testimonianza, è di richiamare a voi tutti la Memoria, perchè la Shoah non sia e non diventi sempre più una rievocazione momentanea che debba riempire una breve giornata, ma perchè grazie ad essa gli uomini possano un giorno cessare di odiare, di ammazzare e di ideare sempre nuovi sistemi per autodistruggersi.. Mercoledì 3 febbraio 2010, sono partito in compagnia di alcuni ragazzi della mia scuola e alcune professoresse per un viaggio d’istruzione di una settimana: destinazione Cracovia, principale meta turistica internazionale della Polonia, e tristemente famosa per essere relativamente vicina ai campi di concentramento Nazisti di Auschwitz e Birkenau. Dopo i primi giorni, trascorsi visitando la città, il 7 febbraio 2010, all’alba di una domenica mattina fredda, grigia e nevosa, io e i miei compagni siamo partiti da Cracovia verso la vera meta del nostro viaggio. Meta, che sarebbe stata fonte delle nostre riflessioni per i giorni successivi e verso la quale ci sentiamo in dovere di testimoniare tutto quello che abbiamo visto.
Verso le 10 di mattina, infatti mi trovavo lì, sopra la mia testa avevo la pesante e minacciosa scritta in ferro “ARBEIT MACHT FREI” (sadica scritta dei nazisti: Il Lavoro Rende Liberi) e oltre ad essa, la neve disegnava gli sfocati contorni del Campo di Concentramento di Auschwitz.
Se mai ho avuto un’immagine più chiara delle altre, pensando ai Lager Nazisti, era quella frase, in grado di riassumere in sé tutta la menzogna, la crudeltà e la barbarie dei campi di concentramento nazisti; essa troneggiava sopra di me e dopo averla fissata a lungo incredulo, rendendomi conto forse solo in quel momento, di trovarmi in uno dei cimiteri più grandi della storia dell’umanità, ne varcai la soglia, intorpidito, confuso. Auschwitz al suo interno è freddo, angoscioso, claustrofobico. I suoi confini sono rigidamente dettati da una linea continua di recinzioni di filo spinato, e al suo interno si ergono schematicamente gelide costruzioni in mattoni rossi, dai cui tetti penzolano lunghe stalattiti di ghiaccio. Trovandomi in mezzo al campo e ascoltando le inquietanti descrizioni della nostra guida, scandite con un sistematico accento polacco e spezzate talvolta in un velo di tristezza, nonostante fossi circondato dagli amici e dai professori mi sono sentito solo, in mezzo al silenzio. Da ogni angolo del campo mi sembrava di percepire sguardi addolorati, carichi di morte, provenienti da scheletriche figure in fin di vita vestite di luridi stracci a righe. Di tanto in tanto, spostavo il mio sguardo verso i miei compagni, velocemente, quasi se farlo fosse una cosa irrispettosa o proibita e gli occhi di tutti erano puntati lontani, a terra, verso la neve che si stendeva sotto i nostri piedi, verso immaginarie impronte dei deportati in un freddo inverno del ’43. Non credo di aver mai provato sensazioni del genere in vita mia. Le scioccanti testimonianze lette dalle guide, le sfocate foto rappresentanti ogni genere di orrore, gli infiniti oggetti dei deportati, scrupolosamente stipati dai nazisti in grandi magazzini, la solenne paura provata all’interno delle camere a gas, del forno crematorio.. Il secondo campo di concentramento, nel pomeriggio, sarebbe stato Birkenau: dal suo ingresso un binario morto svaniva nel deserto innevato del Lager. Esso era stato parzialmente distrutto dai nazisti in fuga dall’Armata Rossa. Pertanto i suoi 4 forni crematori ormai non esistono più lasciando spazio ad un’insieme di grigie macerie.
Le baracche erano in legno, piene di spifferi d’aria, e nell’insieme, creavano ciò che realmente mi aspettavo dalla visita di un luogo come quello.
A contrario di Auschwitz (ormai reso quasi simile ad un museo), poi, l’unico intervento di modifica applicato al campo di sterminio consisteva in una immenso monumento situato tra le rovine dei Forni. Ai suoi piedi giacevano insieme una moltitudine di lapidi che riportavano, in tutte le lingue del mondo, la seguente frase:
“Grido di disperazione
ed ammonimento all’umanità
sia per sempre questo luogo
ove i nazisti uccisero
circa un milione e mezzo di
uomini, donne e bambini,
principalmente ebrei
da vari paesi d’Europa.”
Tali parole devono risultare INDELEBILI nella mente di tutti gli uomini per ricordare le atrocità subite dagli Ebrei durante la seconda Guerra Mondiale, ma soprattutto per liberare la nostra “moderna” civiltà da ogni forma di razzismo verso qualsiasi popolo, qualsiasi etnia, qualsiasi corrente di pensiero o diversità. Mai più un’insieme di uomini dovrà porsi al di sopra di tutti gli altri, portando come giustificazione la presunta rivendicazione di vuoti ideali.
Forse non avverrà mai più una catastrofe come quella dei campi di concentramento della IIª guerra mondiale; ma non per questo l’umanità è giustificata a discriminare ancora, in qualsiasi situazione.
Questo, infine, era il vero scopo del mio viaggio.
E questa, la mia Testimonianza.

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Razzismo, Lega e "radici cristiane"

Qualche tempo fa, il governo esortò medici e operatori sanitari a segnalare alle autorità gli extracomunitari clandestini che si fossero rivolti a presidi ospedalieri per avere cure mediche urgenti! Bene, io sono un farmacista e racconto cosa mi è accaduto qualche giorno fa. Mancano pochi minuti alla chiusura di una giornata qualunque, ci sono un paio di clienti in farmacia quando entra un signore straniero, pelle scura, italiano stentato. Ha il viso gonfio e mi dice di avere un dente che gli procura un male tremendo, tale da non riuscire quasi ad aprire la bocca. Gli rispondo che ha senz’altro bisogno di un antibiotico, però deve farsi rilasciare una ricetta dal suo medico. Il signore mi dice di non avere un medico. Provo a chiedergli allora se ha mai preso qualche antibiotico in vita sua, così da avere la certezza che non abbia allergie e poter così chiudere un occhio sulla ricetta. Mi risponde di non aver mai preso un antibiotico. Sono quindi costretto a suggerirgli di andare al pronto soccorso o alla guardia medica. Mi sussurra, con occhi imploranti: “Non posso andare all’ospedale, non ho i documenti in regola. La prego, mi dia l’antibiotico, il dente mi fa molto male.” Sono solo un farmacista dipendente, il mio titolare è poco distante, non posso proprio farlo. Allargo le braccia, dispiaciuto. L’uomo si gira, esce, vedo che all’esterno una donna lo aspetta, con un’espressione preoccupata. Lui scuote la testa come a dire che nemmeno lì l’hanno aiutato, si guardano in giro come se non sapessero dove andare. Poi scompaiono nel buio.
Vorrei rincorrerli… Ma a quale scopo se non posso aiutarli?
Ora mi chiedo: possiamo rivendicare le nostre “radici cristiane”?
possiamo dirci più civilizzati della maggior parte dei popoli che abitano questo mondo?
possiamo guardare in faccia questi poveri cristi senza provare imbarazzo e vergogna?

Per le nostre “radici cristiane” rileggiamo Matteo 25, 41-46

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