Semo a.. post! (80)
Immagine
Risposta
dal Vangelo secondo Luca 10, 25 – 37
attualizzato oggi settembre 2015
25 In quel tempo un credente che venerava il Crocifisso, andava a Messa la domenica, a Natale allestiva il Presepio, riveriva padre Pio e omaggiava Medjugorje si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
27 Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
28 E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo? Non è forse quello che condivide con me le mie tradizioni, le mie religioni, la mia storia, la mia lingua?».
30 Gesù riprese: «Ascolta: uomini e donne e bambini percorrevano deserti e attraversavano mari alla mercé di briganti e scafisti, che li violentavano e derubavano lasciandoli con soli occhi per piangere sulle spiagge ove giungevano.
31 Ora leghisti osservavano quelle genti, ne valutavano pelle e condizioni, ne stimavano richieste e bisogni, ne calcolavano costi e oneri, confrontando le proprie comunità con quelle loro, giudicandoli troppi e troppo esigenti, definendoli miscredenti e invasori, invocando affondamenti, scandalizzandosi dicendo “molto abbiamo già dato” e “dobbiamo pensare qui ai nostri, aiutiamoli a casa loro”.
32 Anche nazifascisti seguivano quanto accadeva, e diffidavano ripugnati di quelle genti, giudicandoli ladri, assassini, terroristi, sollecitando incarceramenti ed esecuzioni, auspicando eserciti e repressioni.
32.1 C’erano anche tanti ignavi, che osservavano senza prender posizione, timorosi di scontentar potenti e violenti, paurosi di perder ciò che avevano, con l’anima trista di chi vive senz’infamia e senza lode.
33 Invece un buon cristiano, che seguiva quanto accadeva, vide nei loro occhi la paura, la fame, la sofferenza e riconobbe in loro i suoi fratelli e le sue sorelle, i suoi genitori, i suoi figli.
34 Si vedeva però piccolo e solo di fronte alla vastità della tragedia, e allora ne parlò alla propria comunità chiedendo aiuto e collaborazione.
35 Non tutti risposero ma vi fu chi mise a disposizione tempo, chi denaro, chi mezzi ed assieme accolsero quanti poterono tra quei bisognosi.
36 Chi dunque, tra questi, ti sembra sia stato il prossimo di coloro che fuggivano per non morire?».
37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di loro».
Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso. Perché dove due o tre agiscono nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
Castigat ridendo mores
che non significa il castigo per chi ride è la morte
come vorrebbero i tristi che si prendono troppo sul serio, ma
correggere i (mal)costumi deridendoli !
Il Re Travicello
Al Re Travicello
Piovuto ai ranocchi,
Mi levo il cappello
E piego i ginocchi;
Lo predico anch’io
Cascato da Dio:
Oh comodo, oh bello
Un Re Travicello!
Calò nel suo regno
Con molto fracasso;
Le teste di legno
Fan sempre del chiasso:
Ma subito tacque,
E al sommo dell’acque
Rimase un corbello
Il Re Travicello.
Da tutto il pantano
Veduto quel coso,
«È questo il Sovrano
Così rumoroso?
(s’udì gracidare).
Per farsi fischiare
Fa tanto bordello
Un Re Travicello?
Un tronco piallato
Avrà la corona?
O Giove ha sbagliato,
Oppur ci minchiona:
Sia dato lo sfratto
Al Re mentecatto,
Si mandi in appello
il Re Travicello.»
Tacete, tacete;
Lasciate il reame,
O bestie che siete,
A un Re di legname.
Non tira a pelare,
Vi lascia cantare,
Non apre macello
Un Re Travicello.
Là là per la reggia
Dal vento portato,
Tentenna, galleggia,
E mai dello Stato
Non pesca nel fondo:
Che scienza di mondo!
Che Re di cervello
È un Re Travicello!
Se a caso s’adopra
D’intingere il capo,
Vedete? di sopra
Lo porta daccapo
La sua leggerezza.
Chiamatelo Altezza,
Chè torna a capello
A un Re Travicello.
Volete il serpente
Che il sonno vi scuota?
Dormite contente
Costì nella mota,
O bestie impotenti:
Per chi non ha denti,
È fatto a pennello
Un Re Travicello!
Un popolo pieno
Di tante fortune,
Può farne di meno
Del senso comune.
Che popolo ammodo,
Che Principe sodo,
Che santo modello
Un Re Travicello!
Giuseppe Giusti 1841