Riconvocazione Consiglio Comunale Venerdì 31/05/2013

Il Consiglio Comunale del 17/05/2013  è riconvocato il giorno di Venerdì 31/05/2013 alle ore 18.30 nella sala della sede municipale con il seguente ordine del giorno:


  1. Approvazione verbali seduta del 19 aprile 2013 ( Dal n. 5 al n.8);
  2. Ampliamento attivita’ produttiva ai sensi art. 3 L.r. 55/2012 ed Art. 7 d.p.r. 160/2010. Approvazione progetto in deroga ai sensi Art. 3 l.r. 55/2012. Ditta Bignucolo s.r.l.;
  3. Esame ed approvazione conto del bilancio dell’esercizio 2012;
  4. Art. 14 decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni in legge 22 dicembre 2011, n. 214. Istituzione della tariffa sui rifiuti e del tributo comunale sui servizi, approvazione regolamento ed approvazione convenzione per la gestione associata dei servizi inerenti i rifiuti urbani ed assimilati, ivi compresi i servizi di accertamento e riscossione della tariffa
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Convocazione Consiglio Comunale Venerdì 17/05/2013

Il Consiglio Comunale è convocato per il giorno di Venerdì 17/05/2013 alle ore 18.30 nella sala della sede municipale con il seguente ordine del giorno:


  1. Approvazione verbali seduta del 19 aprile 2013 ( Dal n. 5 al n.8);
  2. Ampliamento attivita’ produttiva ai sensi art. 3 L.r. 55/2012 ed Art. 7 d.p.r. 160/2010. Approvazione progetto in deroga ai sensi Art. 3 l.r. 55/2012. Ditta Bignucolo s.r.l.;
  3. Esame ed approvazione conto del bilancio dell’esercizio 2012;
  4. Art. 14 decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni in legge 22 dicembre 2011, n. 214. Istituzione della tariffa sui rifiuti e del tributo comunale sui servizi, approvazione regolamento ed approvazione convenzione per la gestione associata dei servizi inerenti i rifiuti urbani ed assimilati, ivi compresi i servizi di accertamento e riscossione della tariffa

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Consiglio Comunale del 19/04/2013: cronaca

Un due e tre e voilà il consiglio è finito, un cittadino della moltitudine di cittadini sempre presenti (quattro) arrivato, vista l’ora di convocazione, purtroppo con dieci minuti di ritardo, ha fatto appena in tempo a sedersi, guardarsi attorno, riprendere fiato e come d’incanto .. tutto finito.
è andata in onda l’ennesima farsa, anzi, una Bühne Blitz, un teatrino-lampo della durata di 18 minuti, con una manciata di votazioni (5), la lettura dei punti all’ordine del giorno, gli interventi rassegnati della minoranza, le repliche stizzite e insolenti del megalosindaco, il cellulare del dottore che squilla (più vitale del suo possessore) a più riprese fino al richiamo del collega antoniolli.. e poco altro..
18 minuti di Consiglio, un record.
E se non fosse stato per il Consigliere Poles che ha contribuito a far “perdere” una decina di minuti, il nostro povero cittadino avrebbe trovato anche la porta della sala Consigliare chiusa.
Questa è la vera efficienza amministrativa.
Non perdere tempo e soprattutto non farlo perdere ai cittadini.
I cittadini non hanno proprio bisogno di capire, comprendere, rendersi conto di che cosa succede nella “loro” casa.
Hanno già tanti e tali problemi, come ad esempio arrivare alla fine del mese, pagare le tasse e le prebende a questi amministratori, che ci mancherebbe altro che fossero costretti perdere tempo in Consiglio comunale.
Eppure il Consiglio Comunale è l’assemblea pubblica rappresentativa di ogni Comune posto in una regione a statuto ordinario, ente locale previsto dall’art. 114 della Costituzione della Repubblica Italiana, ed è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo del comune.
Ebbene non c’è nulla di collegiale nel Consiglio Comunale di Gaiarine dove manca il confronto, la discussione, la competenza, la responsabilità, addirittura l’educazione e il rispetto..

Si comincia: appello (vedi qui)
Gli assenti sono tutti giustificati. E l’orario di convocazione è talmente consono (ore 18.30) che mancano addirittura tre consiglieri della maggioranza. Numero legale a rischio.
Prima di passare al primo punto all’ordine del giorno il sindaco legge una comunicazione (vedi qui).
Si tratta di una comunicazione firmata dai consiglieri Marco Poles e Severino Scandolo con la quale si avvisa il sindaco che verrà eseguita la registrazione audio del consiglio e dei prossimi consigli comunali.
Già nel 2009 il gruppo ForaparFora aveva chiesto al sindaco, in un incontro, di poter procedere alla registrazione dei consigli comunali. Vi fu da parte del sindaco il rifiuto di concederla con la giustificazione che la registrazione sarebbe stata effettuata d’ufficio a partire dalla prima seduta di consiglio comunale tenuta nella nuova sala consigliare del municipio restaurato (allora i consigli comunali si tenevano a Villa Altan a Campomolino)
Quindi, il sindaco applicando la massima trasparenza e mantenendo anche la parola data al gruppo ForaparFora , indovinate cosa ha detto …. NO!
… «non esiste il regolamento … non vi autorizzo a registrare, e se qualcuno lo farà procederò con una denuncia alla Procura della Repubblica»
A uno di noi (foraparfora) che a fine consiglio gli faceva notare la promessa non mantenuta …. ha risposto …. « Non l’ho promesso mica a te» … in effetti la persona che gli stava ricordando la sua promessa non era presente all’incontro avvenuto con i ForaxFora … peccato che fossero presenti a quel incontro ben 2 persone del nostro gruppo.
Ci vengono in mente quegli atteggiamenti tenuti dai bambini bugiardi che non vogliono ammettere di aver promesso delle cose che non hanno poi mantenuto e trovano delle scuse puerili per salvarsi. Forse è il timore di ritrovare documentati su video i suoi interventi villani e gli sbadigli e il mutismo dei suoi assessori/consiglieri.
Il fatto certo è che la promessa è stata fatta e il consiglio di cui stiamo facendo la cronaca è il quarto Consiglio che si tiene nella nuova sala consigliare.
Giudicate un po’ voi.

Primo punto.
No.
Interviene di nuovo il consigliere Marco Poles.
Legge un’altra comunicazione (vedi qui).
Si tratta di una nuova censura su l’orario di convocazione.
Termina la lettura. Il sindaco non dice una parola e passa al primo punto all’ordine del giorno.

1) APPROVAZIONE VERBALI SEDUTA DEL 1 MARZO 2013 (DAL N. 1 AL N. 4);
Si vota:
astenuti Antoniolli, PERUCH, Poles Marco, Scandolo in quanto assenti al precedente consiglio.

2) APPROVAZIONE DI VARIANTE PARZIALE AL P.R.G. PER “VARIANTE INNESTO P.DI L. D1/13 – PIANCA SULLA S.P. 44″ – L.R. N. 61/1985, ART. 50 COMMA 4 LETT. F);
Il sindaco illustra. Quattro parole in croce …
Variante adottata il 21/12/2012, non ci sono state osservazioni quindi si passa all’approvazione.
Il consigliere Marco Poles interviene dichiarando .. «che aveva già detto, in fase di adozione, che secondo la normativa vigente la variante non era necessaria … ora, a maggior ragione, è davvero inutile approvarla in quanto i lavori sono già stati eseguiti.
Il sindaco.. « trattasi di un accesso provvisorio»
accesso provvisorio? …. o forse un’altra bugia del sindaco? …. giudicate voi

                             FOTO DEL 16_04_2013  NUOVO INNESTO ALLA LOTTIZZAZIONE

Il consigliere Marco Poles legge una dichiarazione (vedi qui)
Antoniolli richiama quando detto in fase di adozione e cioè che a certi cittadini viene fatto e concesso di tutto.
Si vota: 9 (maggioranza) + Mashif favorevoli, Scandolo e Poles contrari, Antoniolli astenuto.

3) APPROVAZIONE DI VARIANTE PARZIALE AL P.R.G. – L.R. N. 61/1985, ART. 50 COMMA 4 LETT. F) PER APPROVAZIONE VINCOLO PREORDINATO ALL’ESPROPRIO, RELATIVA
•    PERCORSO CICLABILE LUNGO LA SP. 44 IN COMUNE DI GAIARINE, PROVINCIA DI TREVISO, IN ATTUAZIONE DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA DEL 2.12.2011;
•    PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO INNESTO DI VIA MOIE SULLA SP. 44 ALLA PROGRESSIVA KM7+700;

Il sindaco illustra per modo di dire … si approva la variante .. adottata … percorso ciclabile…
Basta anche troppo

Il consigliere Antoniolli chiede come avesse votato in fase di adozione … risponde il segretario «astenuto».
Si vota:
9 (Maggioranza) + Mashif Favorevoli, Scandolo e Poles Contrari, Antoniolli Astenuto

4) ART. 14 DECRETO LEGGE 6 DICEMBRE 2011, N. 201, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI IN LEGGE 22 DICEMBRE 2011, N. 214. ISTITUZIONE DELLA TARIFFA SUI RIFIUTI E DEL TRIBUTO COMUNALE SUI SERVIZI, APPROVAZIONE REGOLAMENTO ED APPROVAZIONE CONVENZIONE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DEI SERVIZI INERENTI I RIFIUTI URBANI ED ASSIMILATI, IVI COMPRESI I SERVIZI DI ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE DELLA TARIFFA 
Doveva essere il punto cruciale del Consiglio … la famosa Tares che tutti i cittadini aspettano con gioia, così finalmente potranno devolvere qualche altro soldino al comune e allo stato.
Punto ostico e non risolvibile in qualche minuto.
Tant’è che è stato ritirato . Si discuterà nel prossimo consiglio comunale.
Si mormora che un consigliere (Mario Cappellotto che è sempre così loquace in consiglio comunale) dovesse per forza, a causa di un impegno improrogabile, andarsene prima delle 19.00.
Se il consiglio si fosse prorogato oltre quell’ora la maggioranza non avrebbe avuto il numero legale e la minoranza avrebbe potuto andandosene far “saltare” il consiglio.
Così sembra..

5. MODIFICHE AL REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA MORTUARIA – ART. 45 COMMA 3 LETT. B).
Si parla di urne cinerarie. Una modifica al regolamento di polizia mortuaria per permettere l’interramento di dette urne.
Il sindaco fa presente che ci sarà anche l’individuazione tra i cimiteri comunali di quelli che avranno uno spazio cinerario comune da destinare allo scopo.
Il consigliere Scandolo chiede se sarà possibile disperdere le ceneri.
Il sindaco risponde che sarà individuato uno spazio all’interno dei cimiteri dove poterle disperdere.
Si vota:
13 favorevoli, all’unanimità.

Il Sindaco saluta. Antoniolli prende la parola è dice «l’unico record di questo consiglio comunale è la velocità .. i consiglieri di maggioranza penseranno che nei comuni limitrofi i consigli comunali funzionino tutti così … nessuno della maggioranza che parla … li inviterei ad andare ad assistere a qualche consiglio a Sacile, Brugnera Prata.. »
Grande Romeo. Finalmente un sobbalzo dei consiglieri di maggioranza. Un brusio indistinto si solleva da quella parte dell’emiciclo. Si sono svegliati. Grande.
Si coglie una battuta a mezza voce da questi consiglieri: “non parliamo, facciamo..”
Eccolo qua, finalmente smascherato e dichiarato questo mito del “fare”: cominciò un disgustoso miliardario pelato qualche anno fa, quando a colpi di decreto cominciò la demolizione dello stato sociale e dei diritti.. “Fatto!” spottavano le sue televisioni, quelle che “vietato vietare”..
Ma fatto cosa? Rabbia? Schifo? Sgomento? mah.. giudicate voi..
Però subito interviene lui… chi? il Megalosindaco con una frase storica, molto educata e rispettosa del consigliere Antoniolli .. «forse è qualche consigliere datato che è rimasto a tanto tempo fa»

Insomma, a questo punto è proprio ora di andarsene contenti.

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Napolitano rieletto Presidente

Pdl e Lega esultano


Pd .. oh, ragassi, siam mica qui a scambiar Milanesi per Napoletani!!

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Non mi piace.
Non mi è mai piaciuto.
Perchè lo aveva chiarito subito, “sarò super partes” e Giorgio Napolitano, primo capo dello Stato ex Pci eletto coi voti della sola Unione di centrosinistra, intendeva “operare all’insegna delle più ampie convergenze” (discorso d’insediamento del 10/5/2006). Poi invita il futuro governo Prodi a “non distruggere gli atti di quello precedente” e “avviare un dialogo col centro destra sulla giustizia”. Sono i tempi delle legittime intercettazioni della Procura di Potenza e quelle illegali Telecom. Napolitano firma senza batter ciglio (“Non ho nulla da dire”, 15/9/2006) il decreto Mastella che ne dispone la distruzione.
La Consulta dichiarerà parzialmente illegittima quella formulazione.
Nei due anni di coabitazione con il governo di centro sinistra Napolitano uno dei temi spinosi è l’immigrazione. Napolitano assume posizioni già suggellate dalla legge Turco-Napolitano che ha istituito i Cpt, strutture bocciate anche in sede europea per violazione dei diritti umani, ma che lui continuerà a difendere (“Non sono dei lager”). Così esterna: “Chi viene in Italia riconosca le nostre regole” (5 sett. 2006). Ma ne ha anche su temi etici e diritti civili. Il capo dello Stato si erge a garante delle posizioni della Chiesa e del centro destra. Sul testamento biologico richiama la maggioranza a “scelte non partigiane su etica e famiglia” (20/11/2006) e “Trovare regole condivise con la Chiesa” (24/11/2006).
Quando scoppia il caso di Eluana Englaro, Napolitano farà muro alla smania del centro destra di cavalcare il caso facendo sapere però per tempo, con una lettera al governo, che non firmerà un decreto ai suoi occhi palesemente incostituzionale, dando all’esecutivo di riorganizzarsi presentando notte-tempo un disegno di legge identico al decreto. Napolitano la sera stessa ne autorizza la presentazione alle Camere.
E l’indulto di Mastella? Napolitano non si stancherà mai di denunciare il sovraffollamento delle carceri e le deprivazioni che comporta. Il ministro di Ceppaloni predispone un provvedimento generoso, votato da tutti (tranne che da Idv, Lega e Pdci), che liberò 30mila carcerati ed evitò che altrettanti finissero dentro, costringendo i magistrati a fare indagini e processi costosissimi per erogare pene meramente virtuali. Salvo poi scoprire sei mesi dopo che le carceri erano più piene di prima.

Durante il suo mandato Napolitano esercita un’influenza enorme sulla politica estera dell’Italia, spingendola in prima fila fra le missioni di “pace armata”, compresi Iraq, Afghanistan, Libia e Libano. Già dieci anni fa, da alto dirigente dei Ds, zittì la sinistra che protestava contro la guerra in Iraq (“No alla guerra è pura propaganda, reagire all’antiamericanismo”, 2003). Una volta eletto non si contano i moniti ad approvare e finanziare le missioni nei teatri del conflitto (“Chi sfida l’Onu desista”, “No a ritiri unilaterali”). Anche i tributi di sangue non gli fanno cambiare idea. Quando sei militari muoiono a Kabul (17/9/2009) dichiara il lutto nazionale, ma il giorno dopo chiude la porta ad ogni ipotesi di ritiro (“Nulla da rivedere in missione”, 18/9/2009). E commenta le manifestazioni contrarie in modo sprezzante: “Una becera e indegna manifestazione che non conta” (28/9/2009). Sulla Libia è Bossi a rivelare “Berlusconi non voleva la guerra, Napolitano sì” (Monza, 29/7/2011). Ma solo due anni prima aveva accolto più volte il leader libico col picchetto d’onore (“Gheddafi, utile conoscere la sua visione”, 6/10/2009). Qualcuno, poi, lo convince che non si possa starne fuori (“Libia, non possiamo sottrarci”, 21/3/2011). E si dichiara stupito, quando la Germania si sottrae (“Non capisco scelta della Merkel”, 30/3/2011).

Intanto a Prodi succede Berlusconi: “Bisogna garantire al Cavaliere la partecipazione politica”, così l’Ansa sintetizza nel titolo il senso del Quirinale per Silvio Berlusconi. L’ultimo favore, forse, è stato fare spallucce sulla questione dell’ineleggibilità, in barba alla legge (Sturzo, 1957) e alle 200mila firme raccolte da Micromega. Col centrodestra al governo restano le leggi vergogna, il legittimo impedimento e i tanti interventi per tenere in sella un Cavaliere ormai disarcionato. Emblematiche alcune risposte: “Non firmare? Non significa nulla, me lo ripresentano” (3/10/2009) risponde a chi lo supplica di non promulgare lo scudo fiscale di Tremonti che garantisce anonimato e di conseguenza impunibilità a mafiosi ed evasori. “Stop a processo breve? Faccio quello che posso”, risponde a una madre di una delle 32 vittime della strage di Viareggio del 2009. Si ricordano anche la finanziaria che raddoppia l’Iva a Sky, i pacchetti sicurezza Maroni con norme xenofobe, il decreto salve-liste del Pdl con tanto di viatico per Berlusconi: “Non era sostenibile l’esclusione del Pdl” (6/3/2010). Un mese dopo promulga il legittimo impedimento (legge 51 del 7/4/2010) che consente al solo presidente del Consiglio e ai suoi ministri di non comparire in aula per 18 mesi e far slittare i processi a carico verso la prescrizione. Napolitano firma nonostante fosse palesemente incostituzionale, come aveva già sancito la Consulta con due sentenze (nel 2001 sugli impedimenti accampati da Cesare Previti, nel 2008 bocciando il lodo Alfano). E sostiene davanti alle persone per bene che “non poteva fare altrimenti”.
Eppure si rifiuta di firmare il ddl sul welfare che estende l’arbitrato ai rapporti di lavoro. Poi un monito a distanza di 20 giorni toglie ogni dubbio: l’invito per i magistrati è a “non cedere a esposizioni dei media” e “fare autocritica” (27/4/2010). Ma saranno proprio dei giudici, quelli della Corte Costituzionale, a decretare la breve vita del provvedimento dichiarandone illegittima una parte (l’altra sarà cancellata dai cittadini con il referendum del giugno successivo).

Nel 2010, quando la pattuglia di Fini sfoltisce le file della maggioranza, il capo dello Stato si adopera direttamente per evitare la chiusura anticipata della legislatura (“Cercherò di evitare lo scioglimento della camere”, 23/12/2010) e consente a Berlusconi di reclutare i deputati che gli servono (“Da Berlusconi ipotesi di rafforzamento governo”,  16/3/2011).
Quando il governo viene bocciato sul rendiconto generale dello Stato Napolitano si precipita a chiarire che “Non c’è obbligo giuridico di dimissioni” (14/10/2011).  Poi Napolitano dal Colle si mobilita contro lo spread (“Mio dovere intervenire per evitare ora le urne”,  31/12/2011). E salva Berlusconi da un voto che lo avrebbe seppellito definitivamente, rendendo possibile quello che solo un anno prima non lo era, lo scivolo dei tecnici. Nel 2010 Napolitano lo aveva escluso tassativamente (“Non esistono governi tecnici”, 14/12/2010). Un anno dopo cambia idea e dal cilindro presidenziale tira fuori Monti, previa nomina a senatore a vita.

A questo punto si diletta con l’economia (“Non possiamo giocare con fallimento”, 15/11/2011) lancia l’alchimia istituzionale di un governo tecnico (“Non c’era spazio per crisi parlamentare”, 22/12/2012) salvo poi lanciare precisi (e inascoltati) moniti: “No tagli alla cieca, impatto su crescita”(31/1/2012), “Spending review ma no tagli indiscriminati” (1/5/2012), (“Esodati, tema da chiarire”, 1/5/2012), (“Spread inspiegabile, con Monti fiducia cresce”, 5/9/2012), (“Crisi, Italia farà sua parte”, 8/9/2012).
Nel frattempo esplode il fenomeno 5Stelle ma lui lo ignora e deplora (“Boom? Ricordo solo quello degli anni Settanta”, 8/5/2012), “Moralizzatori fanatici e distruttivi”, (“attenti a imprecare contro la casta, dietro c’è il buio di regimi totalitari”, Palermo 8/9/2011). Fa anche la sua parte nella spending review, ma il Quirinale continua a costare 624mila euro al giorno, 23mila l’ora (in un anno 240 milioni di euro, la Casa Bianca ne costa 136,5, l’Eliseo 112,5 e Buckingham Palace 57). Impossibile fare di più, così Napolitano decide di dare un segnale di persona: il 7 luglio dell’anno scorso una nota del Colle informa della sua rinuncia all’aumento di stipendio su base Istat. Si scoprirà poi che il risparmio era di 68 euro al mese, una rinuncia dal forte valore simbolico.

È cronaca di questi giorni: prima incarica Bersani senza risultato poi s’inventa i dieci saggi, tra i quali nemmeno una donna;  del resto, lo stesso Napolitano aveva lamentato davanti ai ragazzi delle scuole di Firenze che “a vedere le percentuali di donne elette in Parlamento in Italia cadono le braccia” (12/5/2011).
Infine nei sette anni di Presidenza si contrappone a più riprese alla magistratura, della quale presiede l’organo di autogoverno, “Si pongono con urgenza problemi di equilibrio istituzionale nei rapporti tra politica e magistratura ed esigenze di misure di riforma volte a scongiurare eccessi di discrezionalità, rischi di arbitrio e conflitti interni alla magistratura nell’esercizio della funzione giudiziaria, a cominciare dalla funzione inquirente e requirente” (17/12/2008), “non cedere al protagonismo dei media” (12/5/2008), (“Giustizia, Csm non è giudice costituzionale”,  1/7/2008), (“No a spettacolarizzazione dei processi”, 21/7/2008), (“No all’uso voyeristico delle intercettazioni”, 28/7/2008), “l’altamente dannoso protagonismo dei pm” e “la Magistratura si attenga alle sue funzioni” (27/8/2009) arrivando ad invitare il CSM a “discutere in modo equilibrato (…) e di fare un uso responsabile e prudente dell’istituto delle pratiche a tutela dei magistrati (…) il cui uso si giustifica solo quando è indispensabile garantire la credibilità dell’istituzione giudiziaria nel suo complesso da attacchi cosi denigratori da mettere in dubbio l’imparziale esercizio della funzione giudiziaria e da far ritenere la sua soggezione a gravi condizionamenti” (Lettera Csm, 9/10/2009).
E adesso è ancora lì..
No, non mi piace, decisamente non mi è mai piaciuto.

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Depuratore di Gaiarine

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un piccolo reportage sul fantomatico depuratore comunale costruito ormai nello scorso millennio e tuttora inutilizzato e abbandonato..

   le foto si commentano da sole..

ma il video seguente, che mostra acqua sgorgare con evidente pressione da un pozzetto della presumibile rete della fognatura “nera”,
suscita qualche domanda preoccupata e sollecita risposte pertinenti:

 
Se il depuratore serve una fognatura nera, allora l’acqua che sgorga e finisce nel suolo, dovrebbe essere uno scarico a cielo aperto.
E sarebbe grave.
Non ci risulta tuttavia che scarichi civili e/o industriali siano stati autorizzati allo scarico. Questo da un lato ci conforta perchè sarebbe scongiurato il pericolo di inquinamento. ma dall’altro ci preoccupa.
Da dove arriva tutta quell’acqua?
Non è che la fognatura, che dovrebbe essere a tenuta stagna, è piena di infiltrazioni di acqua di falda? Come potrà funzionare correttamente un depuratore di fognature nere se gli arriva così tanta acqua di falda?
E allora:
i 4 comuni del Consorzio Fognature (Gaiarine, Orsago, Godega e Codognè) hanno completato il passaggio della gestione dell’impianto al Consorzio Piave come previsto 4 anni fa dal programma elettorale dell’attuale giunta di Gaiarine?
è consapevole il Consorzio Piave del pessimo affare concluso acquisendo la gestione di un impianto nelle condizioni sopra illustrate?
a chi spettava il collaudo della rete consortile?
è stato fatto questo collaudo prima della cessione?
oppure il MegaloSindaco ha trovato per tempo altri responsabili per le future prevedibili disfunzioni e ulteriori ritardi?
 
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