Efficienza e risparmio energetico: le E.S.CO.

Quanto costa illuminare le strade e le piazze del notro comune di Gaiarine? E quanto costa riscaldare e raffrescare gli edifici pubblici del Comune? E quanta CO2 producono? E quanto costerebbe rendere più efficienti e più puliti questi impianti?
Un’opportunità per Comuni e condomini privati – Cara bolletta, il risparmio è in conto terzi
Fonte: Altraeconomia.it

Autore: Pietro Raitano
Impianti energetici nuovi di zecca, efficienti e a costo zero?
Oggi è possibile: grazie alle Energy Service Company, società quasi sconosciute in Italia, che coniugano profitti e tutela ambientale.

L’Energy Service Companies fa una valutazione della “bolletta” pagata dall’amministrazione pubblica, e soprattutto degli impianti. In particolare misura il potenziale di risparmio energetico e gli interventi necessari per ottenerlo. Se questo margine è sufficientemente ampio, l’affare è fatto. La Esco ci mette la competenza e, soprattutto, i soldi: finanzia i lavori, si occupa delle forniture, della manutenzione e della gestione generale, direttamente o appaltando a sua volta.
Un servizio “chiavi in mano” che, all’amministrazione pubblica, costa esattamente quanto la vecchia “bolletta”.
Ma allora dov’è il trucco? Come fanno le Esco a guadagnarci?
In realtà i rientri economici (con relativi profitti) sono garantiti alle Esco dal risparmio (energetico, e quindi monetario) che il nuovo impianto riesce a generare, grazie alla razionalizzazione e all’utilizzo di tecnologie moderne ed efficienti, capaci di evitare sprechi. L’amministrazione paga alla Esco l’ammontare di bolletta che ha sempre pagato, ma in realtà parte di questi soldi rimangono alla Esco stessa: perché i consumi reali sono diminuiti, anche se le prestazioni rimangono le stesse.

Ad esempio, i risparmi conseguiti possono anche essere ripartiti sin da subito tra amministrazione ed Esco, in percentuali variabili (anche al 50%, ma di solito le frazioni sono 70% alla Esco, 30% al cliente, oppure 90 e 10). Tutto dipende dal potenziale risparmio, dal tipo di contratto e dalla sua durata: se tutti i risparmi vanno alla società appaltatrice, ad esempio (e in questo caso si parla di “cessione globale” o “first out”), i rientri avvengono anche in due o tre anni, quindi in tempi brevi rispetto alla durata media dei contratti tra Esco e clienti (dai cinque ai sette anni).
I vantaggi per i clienti sono evidenti: assenza di rischi finanziari (tutto ricade sotto la responsabilità della Esco), opportunità di realizzare interventi senza risorse proprie, liberazione dalle problematiche connesse alla gestione.
Ma anche le Esco hanno ottime prospettive.

Un esempio per l’Europa. Ecco cos’è Trezzano Rosa, provincia di Milano, 4 mila abitanti.
Un caso eclatante: senza spendere una lira, il Comune ha fatto rifare l’impianto di illuminazione stradale, aumentando la luminosità del 5% e rispettando i limiti di legge sull’inquinamento luminoso. Merito di Luciano Burro, giovane assessore all’Ambiente e all’Istruzione (è un ingegnere di 29 anni) che scopre il finanziamento tramite terzi grazie agli studi universitari. A fine 2001 viene indetta la gara di appalto, che si aggiudica la Tiesco, società di Novegro di Segrate (Mi). Il contratto (firmato nel 2002) durerà 15 anni, in cui Tiesco finanzierà ogni aspetto (dalla realizzazione alla manutenzione) dell’impianto. I risparmi generati andranno divisi a metà col Comune. Risultato: 35% di risparmio complessivo (cioè oltre 250 mila euro in 15 anni) e l’istituzione di un fondo ambientale nel quale il Comune reinvestirà i risparmi.
In più, un premio ambito: il GreenLight Awards 2003, che l’Unione Europea consegna a chi (pubblici e privati) sviluppa progetti di risparmio energetico sull’illuminazione. Nel 2003 ne sono stati consegnati cinque in tutti gli Stati dell’Ue, e il Comune di Trezzano Rosa è stato l’unica amministrazione pubblica a ricevere il premio.

http://www.arredo-urbano-oggi.it/news.php.htm
http://www.marcoboschini.it/?p=13
http://www.confindustriaixi.it/it/news/esco_120608.html

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Acqua: diritto vitale e bene pubblico

Com’è l’acqua potabile del nostro comune? Che qualità ha? Quanta ce n’è? Quanta ne consumiamo x bagnare giardini e lavare automobili? Nel monte rifiuti quante sono le bottiglie di plastica raccolte e che “pesano” nel portafogli?

Gli Italiani sono i maggior bevitori di acqua in bottiglia … acqua imbottigliata da anni, magari depositata in piazzali al sole, quelli del Nord bevono l’acqua del Sud e viceversa!!! basterebbe inviare insieme alla bolletta dell’acqua le analisi dell’acquedotto o, ANCORA MEGLIO, quella delle fontane pubbliche. Ma sopratutto evidenziare che non hanno niente da invidiare a quella in bottiglia!!… Provate a confrontare alcune etichette di acqua in bottiglia con quella di una fontana o del vostro rubinetto.. e non soprendetevi del risultato! Allora basterebbe rivalorizzare le fontane e magari creare uno spazio vicino per esporre le analisi chimiche! Risultato? Meno rifiuti – meno camion che trasportano acqua.
http://www.imbrocchiamola.org/

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