Sempre a risorse infinite…anche con il Fotovoltaico (3)


L’agricoltura è in crisi: lo dicono tutte le associazioni di categoria (se volete approfondire andate su questo sito http://www.florablog.it/2009/11/12/e-solo-unimpressione-o-lagricoltura-in-italia-sta-davvero-morendo/

L’agricoltura in Italia da lavoro al 4% della popolazione e purtroppo gli addetti sono in continuo calo, ma quello che preoccupa di più è il fatto che abbiamo un giovane contadino con meno di 35 anni ogni 12,5 agricoltori con più di 65 anni.

Così, mentre noi abbiamo un agricoltore giovane su 12,5 agricoltori vecchi, la Francia ne ha uno su 1, 5 e la Germania uno su 0,8.

E’ sufficiente analizzare questo dato per capire quanto sia profonda la crisi dell’agricoltura in Italia e quale sarà il suo futuro se non si interverrà in fretta.

Viene spontaneo associarsi all’appello fatto a suo tempo da Petrini ai giovani “Uscite dai call center, andate nei campi!. Fatevi il favore di un lavoro meno precario, più creativo, più gratificante dove siete i padroni di voi stessi, per ritrovare un sano rapporto con il mondo”

Ma al di la degli appelli bisognerebbe fare cose concrete in modo che i giovani rientrino nel mondo agricolo, ritrovino la voglia e la condizione economica sufficiente per vivere e far vivere le loro famiglie.

E’ vero ci sono programmi Europei, nazionali e regionali per incentivare ed aiutare i giovani che approcciano o sono già inseriti nel mondo agricolo, ma questo non basta.

Il problema più grande è in costo della terra.

In Italia, in media, un ettaro costa 25.500 euro. Un prezzo enorme se confrontato con i 5.500 euro della Francia, i 6.500 della Germania e gli 8.500 dell’Olanda.

Qui da noi, però, un ettaro di terreno costa non meno di 80.000 euro (solo raramente si scende sotto questa cifra) e se su di esso sono presenti colture specializzate come vigneto, frutteti, ecc, può valere anche 150.000 euro.

Tutti sappiamo perché la terra in quest’angolo di Nord/Est ha un prezzo così elevato.
E’ inutile nasconderselo. Molti terreni sono stati acquistati da non agricoltori come bene rifugio di denari che in qualche caso non sono stati assoggettati alle imposte, terreni che normalmente vengono coltivati da terzisti e che rendono al proprietario il contributo PAC.
Terreni, questi, sui i quali si attende magari per anni la trasformazione in zona residenziale o industriale, tanto il proprietario non è agricoltore e non necessita per vivere del ricavato proveniente dalla loro coltivazione. Terreni che quindi non si vendono e non si affittano ad agricoltori.

Piero è un giovane che decide di “darsi” all’agricoltura.
Ha studiato. Ha fatto qualche lavoro precario ora però non trova lavoro.
Ha sempre aiutato il nonno nei lavori dei campi ha quindi l’esperienza per poter essere un buon agricoltore.
Il papà invece lavora in fabbrica.
La famiglia ha potuto vivere in modo decente e lui ha potuto studiare, anche perché al reddito del papà si sommava quello proviene dalla piccola azienda agricola gestita dal nonno.
Il nonno è morto e lui pensa seriamente di subentrare all’attività del nonno.
Ragiona e fa quattro conti. Si interroga: potrò mai vivere e mantenere una famiglia con il reddito ricavato da questa sola attività agricola?
Gli sorgono dubbi. Comprende che questa piccola azienda andrebbe ampliata, bisognerebbe avere qualche ettaro in più.
Si guarda attorno, chiede in giro e si rende immediatamente conto che non pot
rà mai acquistare dei nuovi terreni: avrebbe bisogno di centinaia di migliaia di euro, neppure con i prestiti agevolati, mutui, ecc. mai riuscirebbe ad avere sufficiente terra per garantirsi un futuro decente.
Non demorde. Si mette a cercare terreni in affitto, e così scopre che il suo Comune, il Comune di Gaiarine, gli ha proprio dato una mano.
Gira la voce che si può ottenere per vent’anni un reddito annuo di circa 5.000 euro per ettaro. Come?
Semplicemente, cedendo il diritto di superficie al Comune, che poi lo cederà a sua volta a qualche azienda che costruirà un impianto fotovoltaico (Campion e Presotto i a apena fat la gran operazion).
Si, è evidente che il Comune non potrà tappezzare tutte le campagne di pannelli fotovoltaici, ma intanto il guasto è fatto.
I non agricoltori proprietari di terreni e forse anche qualche agricoltore, stanno già pensando alla possibilità di trovare una ditta del fotovoltaico con cui fare la stessa operazione attuata dal comune con Campion e Presotto, e cosi si chiedono: perché mai dovrei affittare i terreni a qualche azienda agricola?
Non è forse meglio aspettare lo sviluppo di questa faccenda e vedere se si può in qualche modo rientrare in questo lucroso giro?
Cosa resta al nostro intraprendente Piero che andando a chiedere terreni in affitto ha ricevuto solo risposte negative?
Non gli resta altro che “ringraziare” il proprio Comune e abbandonare la sua “malsana” idea di “darsi” all’agricoltura.
Grazie Comune!!!!!!!!!

E’ necessario ragionare e parlare non solo di crisi dell’agricoltura, ma dell’agricoltura come una delle possibili vie d’uscita dalla crisi attuale. Ma nel nostro Nord/Est, come abbiamo visto, tornare alla terra, al lavoro dei propri padri o nonni agricoltori è quasi impossibile.

Non c’è lungimiranza, non ci sono amministratori capaci di vedere un futuro diverso, immaginano sempre l’uscita dalla crisi con il rilancio dei consumi, l’industria e l’edilizia, quindi ancora consumo del territorio e poi c’è il Comune di Gaiarine che per un introito di 50.000 euro (più o meno) all’anno, come se da questi dipendesse la sopravivenza stessa del Comune, toglie all’agricoltura 50.000 mq di suolo fertile, per produrre, dice il Sindaco, energia “pulita”.

Ma come può essere definita “pulita” un’energia la cui produzione snatura l’attività agricola e la terra, toglie all’agricoltura terreni fertili per 20-25 anni e crea uno scempio di distese ricoperte di pannelli?

Poi ci sono gli imprenditori agricoli seduti in Consiglio comunale che avvallano queste devastanti decisioni.

Parafrasando Frizzi della trasmissione “i soliti ignoti”, ci viene da chiedere a Giuseppe Fantuz che siede in Consiglio Comunale, che è un imprenditore agricolo quindi un agricoltore, che ha ricoperto cariche all’interno di associazioni agricole, che ha basato la sua “scalata” politica “coltivando” i rapporti con gli agricoltori del Comune…..

.. è Lei signor Giuseppe Fantuz di Gaiarine, è proprio Lei che aiuta i giovani agricoltori del suo Comune?
…… musichetta, musichetta ….
…no , non sono io che aiuto i giovani agricoltori del Comune.

E ancora, sempre parafrasando Frizzi, ci viene da chiedere a Giuseppe Fantuz che siede in Consiglio Comunale, che essendo il segretario della sezione della Lega di Gaiarine si è fatto sicuramente portavoce di uno dei tanti slogan del suo partito, “noi difendiamo e salvaguardiamo il nostro territorio”….

.. è Lei signor Giuseppe Fantuz di Gaiarine, è proprio Lei il segretario della Sezione della Lega Nord di Gaiarine che difende e salvaguarda il territorio di Gaiarine?
…… musichetta, musichetta ….
… no , non sono io il segretario della Sezione della Lega Nord di Gaiarine che difendo e salvaguardo il territorio.

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Il Veneto dice NO a nuovi inceneritori (2)

Da qualche tempo il Presidente Unindustria di Treviso sputa fuoco e fiamme (appropriata metafora considerando il tema) sui politici veneti che bloccano la costruzione di nuovi inceneritori nella nostra regione, cosa che impedisce, a suo dire, uno smaltimento definitivo, legale e proficuo in termini economici ed energetici dei rifiuti speciali.
Questo signore si può permettere di acquistare una pagina sui quotidiani ed elencare un suo decalogo che presenta l’incenerimento dei rifiuti economico, conveniente, risolutivo, salubre, innocuo.
Appuntiamoci questo nome e aggiungiamolo a quello dei tanti convinti che ogni sostanza possibilmente inquinante è innocua fino a prova contraria, soprattutto se nel frattempo consente profitto e guadagno.

Tra i testimonial a garanzia dell’incenerimento dei rifiuti ritroviamo Umberto Veronesi.. e il dubbio ritorna: quando chi proclama l’innocuità di un presunto agente inquinante è finanziato dal produttore di quello stesso agente inquinante devo fidarmi del suo giudizio?
A voi la risposta..

Tra i sostenitori della Fondazione Veronesi ci sono Acea e Veolia, società presenti in Italia nel settore energia, rifiuti, acqua.

Veolia è stata indagata nel 2008 per emissioni di diossina superiori a quelle consentite in un inceneritore da lei gestito a Pietrasanta, con centraline di rilevazione manomesse; nel 2008 il gruppo ha pagato 95,4 milioni di euro per vari casi di violazione alla normativa ambientale.

Acea nel 2007 ha ricevuto complessivamente 292 multe da parte delle autorità per violazioni alla normativa ambientale. La filiale Acea Ato2 Spa, ad esempio ha ricevuto multe per 121mila euro.



La Codardia chiede: «È sicuro?»

La Convenienza chiede: «È opportuno?»
Arriva la Vanità e chiede: «È popolare?»

La Coscienza, però, chiede: «È giusto?»
Poi arriva un momento in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né opportuna e neppure popolare, ma va presa perché la Coscienza dice che è quella giusta.
MARTIN LUTHER KING, JR.


http://www.dirittoalfuturo.it/primopiano2.html
http://www.gestionecorrettarifiuti.it/no-inceneritore/
http://www.ramazzini.it/ricerca/pdfUpload/LaStampa_22.10.2008.pdf
http://codiceedizioni.it/files/estratti/Davis_estratto.pdf

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26 aprile 1986 ore 01.24: Chernobyl

Un appuntamento da non perdere, un’occasione per saperne di più
26 aprile 2010, ore 20.45 Ex Chiesa San Gregorio Via G. Garibaldi – Sacile

Chernobyl l’eredità nascosta
Era il 26 aprile del 1986.
All’una e ventiquattro di notte un evento disastroso, definito come la più grande catastrofe tecnologica dell’era moderna, entrò nella storia segnando la vita di milioni di persone.
Quella notte esplose il reattore numero quattro della centrale nucleare di Chernobyl.
[…]



L’accordo truffa AIEA-OMS e la disinformazione su Chernobyl
[…]
In un rapporto del 1956 dell’OMS (fra i cui relatori vi era il premio Nobel J. M. Muller) si legge:
Il patrimonio genetico è il bene più prezioso dell’essere umano.
Esso determina la vita della nostra discendenza,
lo sviluppo sano ed armonioso delle generazioni future.
In qualità di esperti affermiamo che la salute delle generazioni future è minacciata
dal crescente sviluppo dell’industria atomica e delle fonti di irradiamento…
Noi reputiamo che le nuovi mutazioni che compariranno negli esseri umani,
saranno nefaste per loro e per la loro discendenza
”.
[…]

L’efferatezza di questo accordo ha permesso, solo quattro mesi dopo l’incidente di Chernobyl (il 28-08-86) all’allora direttore generale dell’AIEA, Hans Blix, di affermare:
Il mondo potrebbe sopportare un incidente uguale a Chernobyl ogni anno”.
[…]


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E bravo il nostro sindaco

E bravo il nostro sindaco, sempre all’altezza della situazione.
Fino a qualche tempo fa snobbava gli impianti fotovoltaici, adesso dal magico suo cilindro ne escono ben due da 1 mega Watt ciascuno.
Naturalmente la strada più breve per realizzare ciò, è quella di occupare ancora del suolo agricolo e i fortunati proprietari, perché di affare si tratta, sono due, Renzo Campion e Franco Presotto. Sicuramente piazzare pannelli fotovoltaici sulle coperture di fabbricati industriali, sulle tettoie, sulla parti scoperte delle numerose aree gia compromesse del Comune, avrebbe impegnato di più il nostro sindaco e l’affare non sarebbe stato così veloce e sicuro.
Ma dico, è mai possibile che si debba essere governati da persone che hanno una così scarsa conoscenza delle problematiche ambientali e territoriali del proprio Comune? Spesso non ne conoscono i confini amministrativi, né sanno collocare geograficamente la zona in cui operano. Non sanno che uno dei motivi della cosiddetta insostenibilità ambientale in atto è dato fondamentalmente dalla mancanza di territorio libero. Mentre alcuni sindaci hanno decretato uno stop al consumo del proprio territorio, il nostro ne vuole occupare ancora.
Un cosiddetto parco fotovoltaico, come spesso vengono chiamati questi impianti collocati sul suolo agricolo, assomiglia di fatto ad una zona industriale per la produzione di energia elettrica, con posizionamento di plinti in cemento armato, intelaiature in ferro di supporto, posizionamento dei pannelli inclinati in filari e a una non indifferente altezza dal suolo, recinzioni anti intrusione con impianto d’allarme per impedire il furto dei pannelli, probabile diserbo per eliminazione dell’erba e inghiaiatura di alcuni percorsi.
Ma lo vedete voi questo mega impianto a Francenigo in via Mazzul da Franco Presotto? Ma non pensate a tutto ciò come ad un notevole danno da impatto ambientale.
L’impianto inoltre verrebbe a collocarsi su un importante corridoio ecologico istituito dalla Provincia di Treviso e individuato nel Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia. Un cosidetto “varco” è stato individuato proprio sul terreno di Franco Presotto. Tale corrodoio permette la connessione con il SIC (sito di interesse comunitario) denominato ambito fluviale della Livenza con le risorgive di Orsago e, tramite un raro varco sulla pontebbana, la connessione con la zona Pedemontana. Queste connessioni sono fondamentali per il mantenimento della cosidetta biodiversità nei siti di importanza comunitaria e per lo scambio dei geni nei vari livelli di specie di animali e piante.
L’altro impianto è previsto nella proprietà di Renzo Campion, in quanto l’area è già compromessa dall’impianto del padre per la produzione di manufatti in cemento vibrato. C’è da far notare che più volte si era chiesto, essendo un’unica attivita non funzionale con la zona agricola, il suo spostamento in zona artigianale. La costruzione dell’impianto voltaico consolida quindi un’altra zona artiginale in un’area impropria.
Pertanto, caro sindaco, i pannelli fotovoltaici piazzali prima sugli stabili del Comune e poi con degli opportuni incentivi vedi di far sì che siano piazzati sui tetti delle case e delle fabbriche del tuo territorio.

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Il Veneto dice NO a nuovi inceneritori

La notizia é che LA REGIONE VENETO STOPPA GLI INCENERITORI Progetto congelato in attesa del Piano rifiuti che Galan non è riuscito a fare in 3 lustri
Niente inceneritori fino a quando non sarà approvato un piano regionale per i rifiuti, atteso da 15 anni. Poi staremo a vedere. Ma intanto è stato congelato il progetto dei due inceneritori che Unindustria vuole realizzare a Bonisiolo e a Silea. Il consiglio regionale ha approvato ieri, a larga maggioranza, l’emendamento alla Finanziaria Atalmi-Pettenò.
Questo è il commento dell’Arpav: «Stupidi pregiudizi, c’è bisogno di questi impianti» Il dg Drago: «E’ assurdo, è ora di finirla con paure irragionevoli, frutto anche di giochi politici. Gli inceneritori sono macchine ipercontrollate—prosegue il dg dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto—quindi hanno ripercussioni minime sull’ambiente. … siamo costretti a restare indietro, e molto, perchè ci trinceriamo dietro pregiudizi di gente ignorante.»
Eh sì, perchè dovete sapere che il Direttore Generale dell’ARPAV è un tecnico, un esperto al quale i Consiglio Regionale ha affidato l’incarico per competenza e preparazione scientifica.. infatti è avvocato! (vedi qui come funziona una nomina politica!
)
Mentre Federico Valerio (vedi) è “solamente” un chimico ambientale e Valerio Gennaro (vedi) è “semplicemente” un Medico Epidemiologo dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova: insomma, gente ignorante!

Tanto per ricordare:
Inceneritori, perché no
1. L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine
2. L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti
3. Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze.
- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche
- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso
- l’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare
4. Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti
5. Le patologie derivanti dall’inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici
6. Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell’Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici.
7. In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporre di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo
8. I petrolieri, i costruttori di inceneritori (che sponsorizzano la Fondazione Veronesi: ma và?!?) e i partiti finanziati alla luce del sole da queste realtà economiche sono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti

Cosa fare con i rifiuti.

1 – Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, ha ridotto in sei mesi i rifiuti del 50%)
2 – Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale
3 – Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato
4 – Quanto rimane di rifiuti dopo l’attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delle tipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla in impianti di bioessicazione
5 – In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
- il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato
- il riciclaggio della carta rende più dell’energia che se ne può ricavare

- il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono 2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica

6 – La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il 30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari.

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La mamma degli imbecilli è sempre incinta (e radioattiva!)

NUCLEARE: URSO, DDL SCAJOLA AIUTERÀ A RIDURRE COSTI ENERGIA
“Oggi è un giorno storico, il Senato sta approvando il ddl sullo Sviluppo, del ministro Scajola, che prevede, tra l’altro, lo sviluppo del nucleare civile”. Lo ha detto il viceministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, parlando a margine della tavola rotonda “L’energia di domani: opportunità e sfide per il futuro”, in programma a Marcianise, in provincia di Caserta. “Finalmente – ha proseguito – abbiamo una agenda chiara, all’avanguardia. Era necessario semplificare le procedure, renderle chiare. Solo così si rende più competitivo il sistema Paese”. Parlando ancora dell’approvazione del ddl, Urso ha sottolineato che “ci consentirà di ridurre i costi dell’energia e abbassare le emissioni di anidride carbonica”. (AGI)

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Mentre tutti i Paesi industrializzati vanno verso l’innovazione e le fonti rinnovabili, per Berlusconi e Scajola i problemi energetici dell’Italia si risolvono ricominciando a produrre energia nucleare tra 20 anni. Pura propaganda, aggravata dal fatto che i siti nucleari verranno scelti liberamente dalle imprese che li realizzeranno, alla faccia del federalismo (Lega dove sei?) potranno essere localizzati anche contro la volontà delle Regioni, e saranno di fatto militarizzati. Il costo della realizzazione di 4 centrali da 6400 megawatt sarà di 20/25 miliardi, mentre il contributo di questi impianti ai consumi di energia del paese sarà inferiore al 5%.
articolo qui

Samso è l’isola a emissioni zero
Gli abitanti usano turbine, pannelli solari e combustibili naturali
KOLBY KAS (DANIMARCA) – Le dieci turbine a vento, piloni d’acciaio conficcati nel Mare del Nord ed emergenti per 77 metri, hanno cambiato il destino di un’isola. … Quelle 10 turbine “off shore”, moderna diga al carburante fossile, hanno fatto sì che l’isola di Samso sia diventata il primo e per ora unico insediamento umano ad aver abbattuto totalmente le emissioni di anidride carbonica. … I “samsingers”, si chiamano così gli abitanti, coloro che cantano Samso, spiegano come le turbine siano state piantate anche in terraferma. Sono 11 e sono proprietà di residenti che ne possiedono le chiavi. … Ventun turbine, 570 mila euro l’una il costo di quelle a terra, 2,2 milioni le “off shore”. Un investimento da 28 milioni di euro che è stato aiutato dal governo danese con abbattimenti fiscali e affrontato dal Comune e dai samsingers. Chi non aveva il capitale, in media 15 mila euro, o non credeva nel progetto, 1 su 4, oggi continua ad alimentare casa con la nafta. E nessuno lo discrimina. Gli altri proteggono le loro turbine e riprogettano le abitazioni. Hanno addobbato i tetti con il muschio per mantenere il calore, ci hanno inserito pannelli solari grandi come lucernai per l’acqua del boiler. A Samso, dove il sole si vede da maggio a fine agosto, per riscaldarsi usano paglia e trucioli di legno, le biomasse. … Alla fine dei ’90 qui importavano energia prodotta con il carbone. Nel 2001 avevano dimezzato le emissioni inquinanti, nel 2003 raggiunto l’autosufficienza energetica (pulita) e dal 2005 Samso restituisce alla Danimarca elettricità prodotta dal vento e dal sole. Quindi, i samsingers fanno profitti. … “Nel 1997 abbiamo vinto una gara e il governo ci ha chiesto di diventare un laboratorio di sostenibilità. Abbiamo dimostrato che in 10 anni si possono cambiare abitudini energetiche e stile di vita”. …
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Autosufficienza energetica: fora par fora prima dell’europa

Immobili a “energia zero”, per quelli pubblici si anticipa al 2015

27 aprile 2009 – Prosegue l’iter di revisione della direttiva europea sul rendimento energetico degli immobili EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), la cui ultima versione risale al 2002. Il Parlamento europeo ha detto sì alla risoluzione approvata dalla Commissione Industria, Ricerca, Energia (ITRE), che prevede per gli immobili l’obbligo a partire dall’1 gennaio 2019 di essere a “energia zero”, di autoprodursi cioè tutta l’energia che consumano attraverso impianti a fonti rinnovabili. Con 549 voti a favore il testo è passato alla plenaria di Strasburgo senza cambiamenti radicali, ma con un’interessante novità: l’obbligo per gli immobili pubblici di fare da esempio anticipando solo per questi ultimi la data verso l’obiettivo “energia zero” di tre anni.
Insomma, gli edifici pubblici, vecchi o nuovi che siano, dovranno applicare i requisiti richiesti dalla direttiva per realizzare immobili autosufficienti dal punto di vista energetico e 100 per cento “energia verde” entro il 2015. L’altra modifica del testo elaborato dalla Commissione Itre prevede l’eliminazione dello studio di fattibilità, prima obbligatorio, sull’uso delle rinnovabili negli immobili. Modifica che però non è piaciuta all’Erec (European Renewable Energy Council). Quest’ultima si è mostrata soddisfatta, invece, per l’aspetto che riguarda i meccanismi di finanziamento previsti nel testo. Nell’accordo raggiunto al Parlamento europeo è passata l’indicazione della Commissione Itre che prevede la Commissione europea avanzi proposte legislative entro il 2010 che stabiliscano tassi Iva agevolati per i prodotti e i servizi legati alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica. Le proposte dovranno anche considerare un aumento dell’ammontare massimo dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale a sostegno di energia rinnovabile ed efficienza energetica. Infine dovrà essere creato un fondo per gli investimenti fatti negli edifici in efficienza energetica e energia rinnovabile grazie ai contributi del bilancio comunitario, della Banca europea degli investimenti e degli Stati membri. Ora, per il via libera definitivo, si attende l’ultima tappa dell’iter di approvazione, ovvero il parere del Consiglio Europeo.
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