Consiglio comunale lunedì 6 Marzo 2023: Parliamone

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Presenti e parlanti qui.
Pubblico: 10 cittadini.

Consiglio comunale dedicato “all’urbanistica”, con l’approvazione della variante “generale ” e di un’altro po’ di varianti “ad impresam“.image_01Con l’amministrazione che fa anche marcia indietro, concedendo, in particolare all’Alf, parte di quello che gli aveva negato non più di sei mesi fa.

Ma non c’è da meravigliarsi.
Siamo in Veneto (che conta più di 92mila capannoni industriali – 32mila a Padova e Treviso -, sparsi in 5.679 aree produttive – per 41.300 ettari di terreno corrispondenti a 413 milioni di metri quadrati -, che coprono il 18,4% della superficie ‘consumata’ del Veneto. Molti dei quali – 11mila, il 12% del totale- dismessi e inconsumo suolo province veneto 2021-2utilizzati.)

La regione seconda per consumo di suolo in Italia e naturalmente il comune di Gaiarine è allineato.
Alla fine basta chiedere e tutti o quasi ottengono quello che desiderano.
Non è che sia sempre e tutto sbagliato, ma cribbio è stata fatta e approvata una variante al piano degli interventi, che può definirsi “generale”, ed ecco nuove richieste da parte di attività produttive, che disegnano a loro piacimento il territorio.
D’altra parte le parole del sindaco «… consentire ampliamenti di queste attività produttive e nelle nostre corde …», la dice chiara e lunga.
Appunto basta chiedere e non importa se si continua a consumare suolo.
Non esiste proprio qualche altro tipo di ragionamento o di visione, siamo al solito modello di sviluppo, cioè spazio all’economia per creare sviluppo.
Non si ragiona sul fatto che i problemi ambientali e sociali sono causati proprio dal far proprio lo sviluppo economico.
Non ci rende conto della necessita di generare “un nuovo modello di economia”, dove la deve far da padrone non lo sviluppo, ma la “compatibilità” con i limiti propri della sostenibilità ambientale e quindi del territorio dove si calano le opere.
Non ci potrà essere futuro per l’umanità se non si cambia, perché lo sviluppo economico consuma più risorse di quelle che il nostro pianeta riesce ad reintegrare.moore-umanita-3333924615Non ci potrà essere futuro per l’umanità se non si cambia perché emettiamo più anidride carbonica di quella che la fotosintesi clorofilliana riesce a sintetizzare.
Mah. Discorsi troppo “grandi”.

Che ci frega dell’umanità e di tutti quelli che verranno dopo di noi?

Torniamo al consiglio ed in particolare al punto 5 dell’ordine del giorno.Siccome basta chiedere, non siamo in grado di dire di no.
Diciamo di si anche quando le norme sono chiare e basterebbe applicarle.
E così permettiamo, in deroga, la costruzione di due silos alti 23 metri (30 con “il cappello”) anche quando la norma comunale prevede un’altezza massima di 10 metri.
E così ci portiamo a “casa” ad Albina, povera Albina, un impianto della Fassa Bortolo per lo stoccaggio di segatura, con due silos di 30 metri, a solo 140 metri dalla prima casa e a 320 dalla chiesa.

140 metri320_1 metriAldilà del notevole impatto paesaggistico che i due silos avranno, la cosa grave è che essi serviranno ad accumulare migliaia di metri cubi di segatura proveniente da tutto il circondario anche dal Friuli e forse dal veneziano.
La segatura emana polveri e le polveri di legno sono classificate cancerogene se provenienti dalla lavorazione di legno duro.
Si avrà un bel via vai di camion.
Prima quelli che porteranno la segatura per stoccarla nell’impianto e poi quelli che verranno a prelevarla per portarla agli impianti di produzione della Fassa Bortolo .
Un bel giochino per la viabilità del nostro comune.
La relazione che accompagna la richiesta di deroga alle altezze dei silos presentata fa sorridere.

Si evince in modo lapalissiano il solo vantaggio economico della Fassa Bortolo e nessun vantaggio per i cittadini di Gaiarine, anzi.
La segatura raccolta e stoccata verrà trasportata e poi bruciata, negli impianti per la produzione di prodotti per l’edilizia della Fassa Bortolo, al posto del metano, con notevole risparmio … per la sola Fassa Bortolo..

Per inciso va annotato che la combustione della segatura (biomassa) produce una “montagna” di polveri sottili in più rispetto alla combustione del metano.
Verrà quindi prodotto maggior inquinamento atmosferico.
Ma questo è un problema che riguarda i cittadini dei comuni che ospitano gli impianti di “produzione”.
   

Ma se poi questo impianto di stoccaggio di segatura, fosse propedeutico per  portare nel nostro comune, in un prossimo futuro, un “bel” impianto di calce.
Beh. Allora. Qualcuno ne risponderà.

Quisquiglie da puntigliosi.
Nella relazione , per mitigare l’impatto paesaggistico di questo impianto viene previsto che: ” La piantumazione deve essere fatta con essenze che abbiano almeno 5-6 anni o 2-3 cm diametro“.
E’ evidente che, se si tratta di “essenze arboree“, c’è una antinomia tra gli anni e il diametro.
Dopo 5-6 anni un albero ha normalmente un diametro superiore ai 2-3 centimetri, tant’è che il sindaco chiede di modificare i “2-3 cm.” con “16-20 cm.”

Si fa avanti il consigliere De Martin, suggerendo, giustamente ma senza nerbo, di aggiungere alla parola “essenze” la specificazione “alto fusto“.
Il sindaco non raccoglie, d’altra parte non è un botanico e forse deve ancora affinare le sue conosce naturalistiche, e così la frase approvata è questa: “essenze che abbiano almeno 5-6 anni o 16-20 cm. diametro”
Ma quali essenze?
Essenze legnose? Essenze arboree? Essenze ad alto fusto? Essenze a medio fusto? Essenze arbustive? Essenze erbacee? Essenze …..
Si potrebbe, come da delibera approvata, eseguire una bellissima piantumazione di essenze … e
Hakonechloa-macra-1rbacee di 5-6 anni” utilizzando la “Hakonechloa macra” che può raggiungere un’altezza massima di 50 cm.
Una notevole mascheratura per silos alti 30 metri, non c’è che dire.
Proprio quisquiglie da puntigliosi quali siamo. Naturalmente.

 

Su tutte le varianti, compresa anche questa deroga sull’altezza dei silos, le Astenemos-non-voto-astensione-partito-degli-astenutiminoranze si sono astenute, non un voto contrario.
Nessuna presa di posizione o di contrarietà a questo modo di procedere, qualche domandina qua e là, qualche piccola preoccupazione per la viabilità, ma nient’altro.
Una mestizia.

Consiglio terminato. Ma.

All’inizio il consigliere De Martin aveva ottenuto dal sindacoNaufragio migranti: croci sulla spiaggia di Cutro e segretario il permesso di poter leggere a margine del consiglio una riflessione del suo gruppo sul naufragio di Cutro.
E così avviene.
Il documento lo potete legge
re qui.

Contenuto ben strutturato, di spessore e condivisibile, tant’è che alla fine della lettura prende la parola il Capogruppo della maggioranza Gottardi per manifestare, a nome del suo gruppo, apprezzamento per quanto esposto.

Si, un bell’in335372231_1270973490494621_8103165055290683350_ntervento, su una tragedia immensa, che come altre precedenti, ha colpito tutti.
Giustissimo parlarne, dare voce e parole ai sentimenti di tanti cittadini di Gaiarine .

Esistono però delle responsabilità. Quelle eventualmente penali sarà compito delle magistratura appurarle, ma quelle politiche è compito di ognuno di noi, di ogni cittadino, valutarle.

E così non si possono dimenticare le forniture di motovedette alle milizie libiche di Minniti (2018) usate alla fine contro gli stessi migranti, i cosiddetti decreti “sicurezza” anticostituzionali di Salvini (2018), quelli dell’attuale governo contro le ONG, il girovagare pubblicitario di Meloni e camerati per il nord Africa con lo scopo furviante di fermare “l’invasione”.
Tutto questo ha creato e crea un sentimento sempre più profondo di repulsione verso i migranti, che alla fine si ripercuote, volenti o nolenti, anche nelle catene di comando, attenuando di fatto l’applicazione di quella legge atavica (oggi leggi internazionali) che spinge a prestare soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo.

Il governo attuale, in cui si riconosce l’amministrazione di Gaiarine, ha di fatto incrementato notevolmente, in questi mesi, questo senso di repulsione, e ha quindi una grande responsabilità politica sulla attenuazione dell’obbligo del soccorso in mare e sulle tragedie conseguenti.

Questo andava e va ricordato a tutti, ma soprattutto ai consiglieri di maggioranza che tanto di destra si sentono.

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Consiglio comunale martedì 27 Dicembre 2022: Parliamone

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2022_3Ultimo consiglio comunale del 2022. Presenti qui. Cinque/sei persone in sala.
Si parte con un’interrogazione urgente presentata dalla Consigliera Capuzzo.
La comunità di Gaiarine è scossa per i fatti accaduti la notte di Natale: uno o più fuori di testa ha/hanno rotto le vetrate dell’Osteria del Municipio, appiccato il fuoco a delle fioriere e a  una centralina elettrica.
Con la sua l’interrogazione la consigliera chiede all’amministrazione, di fronte ai fatti accaduti e ad altri precedenti di ” bullismo(sembra ci sia un fuori di testa che imperversa oltre che sui social anche nel mondo reale di Gaiarine) cosa intenda fare per “dare sicurezza” ai propri cittadini.

La risposta del sindaco, “struca struca”, è che l’amministrazione non può far nulla: il compito della sicurezza è demandato ed quindi è proprio delle forztelecameree dell’ordine, Carabinieri in primis, per il resto,  arrivata la “banda larga”, si installeranno delle telecamere.
E va bene… così.
Rimaniamo in attesa di essere tutti “ripresi” da una montagna di telecamere sparse per il comune, e poi al prossimo caso forse non si scoprirà, come adesso, un bel nulla.
Ma ormai tutti si sono innamorati del “grande fratello”, che ci osserva, e non si può far nulla.
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Ma va bene … così.
Per non dire dell’innamoramento dei tanto sbandierati “vigili armati” in convenzione con altri comuni, che alla fine armati lo sono davvero ma presenti sul territorio ci pare un po’ meno.
Con i vigili armati voluti dalle amministrazioni leghiste del circondario, specchietto delle allodole della “Lega Salvini Mai Premier” e non solo, i cittadini non dovevano vivere sonni tranquilli?

Ma va bene … così.
A proposito di sonno.

Senza assolutamente voler difendere colui/coloro che ha/hanMusicano compiuto un atto vandalico da pazzo/i scriteriato/i e che andrebbe/andrebbero punito/i con assoluta severità, se una delle possibili cause, da accertare, fosse la musica ad alto volume fino a tarda ora (qualcuno parla dell’una, ma altri parlano delle due e quindici) nella notte di Natale, una domanda all’amministrazione comunale si potrà pur porre o no?

Domanda: Le regole devono essere rispettare da tutti oppure no?

Ci sono dei regolamenti, c’è un nuovo piano rumore appena adottato: le regole della convivenza civile vanno spiegate a “tutti” i cittadini, e a tutti va spiegato quali sono i loro diritti e anche i loro doveri.
Poi possibilmente le regole vanno fatte rispettare, non solo per evitare il “fattaccio” immediato,  ma anche per evitare il nascere di fastidiosi contrasti anche semplicemente verbali, che nel lungo periodo potrebbe portare ad atti inconsulti.

Altro che telecamere.
Le telecamere servono per verificare i “fatti”, cioè qualcosa che é già successo e non sono quindi un deterrente. Non servono a prevenire.
Ma va bene … così. 

Si passa ad una petizione presentata dalla maggioranza, non farina del suo sacco, ma confezionata dalla Coldiretti nazionale.
Questa petizione sta Cibo-Sintetico-Poster-A4_pages-to-jpg-0001facendo il giro dei consigli comunali e regionali dell’Italia intera,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sulla spinta naturalmente della Coldiretti, ma anche della destra, non bisogna dimenticare che la prima uscita pubblica della Premier Meloni, primo ottobre 2022, si è svolta con un intervento al Villaggio della Coldiretti a Milano, dove è stata accolta da un’ovazione e dove ha firmato questa petizione.

Due considerazioni:
1. La Coldiretti ora si scaglia giustamente con determinazione, ma anche esagerando alcuni aspetti, contro il cibo sintetico e conseguentemente contro le multinazionali che stanno “fabbricando” carne, pesce e uova sintetiche, preoccupata della possibile perdita di quote di mercato dei suoi allevatori e suoi produttori di cibo.
Quindi si appella al cibo sano e naturale.

Pur avendo negli anni avviato campagne per la coltivazione biologica, e difendendo il cibo biologico e biodinamico non la si è mai vista scagliarsi con tanta forza e determinazione contro le multinazionali dei pesticidi, e difendere a spada tratta il cibo privo di pesticidi.
Negli anni ha tentennato molto, soprattutto nelle province venete e friulane, per esempio sull’uso del glifosate in viticoltura.
Molte volte esponenti locali della Coldiretti, ma anche di altre associazioni di agricoltori, chiamati a partecipare a gruppi di lavoro sulla stesura dei regolamenti comunali sull’utilizzo dei pesticidi, A5-ogm_pesticidi-768x541hanno contribuito a scrivere regolamenti che si sono preoccupati di tutto, ma poco della salute dei cittadini irrorati costantemente dai pesticidi.

Il regolamento di Polizia Rurale di Gaiarine ne è un classico esempio.
2. Dopo aver cambiato il nome da: “Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali” a “Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste“, la destra non poteva lasciarsi sfuggire la bella occasione di dare il suo supporto alla Coldiretti per questa battaglia che vorrebbe tramutare in “sovranista” ma che è invece una battaglia per la “sovranità alimentare“.

Chiediamo scusa per due citazioni anche abbastanza lunghe ma necessarie a chiarire i nostri successivi commenti.
Prima citazione.
Cosa vuol d”sovranità alimentare”?
In un articolo del 2003 (vent’anni fa, prima del sorgere dei “sovranismi”, Peter Rosset, il co-direttore di Food First ( istituto che immagina un mondo in cui tutte le persone abbiano accesso a cibo sano, prodotto ecologicamente e culturalmente appropriato), riporta la dichiarazione ufficiale di sovranità alimentare
« La sovranità alimentare – scrive l’organizzazione – è il sovranita-alimentare-pax-mundidiritto dei popoli a definire la propria alimentazione e agricoltura; a proteggere e regolare la produzione agricola nazionale e il commercio al fine di raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile; a determinare la misura in cui vogliono essere autosufficienti; a limitare il dumping dei prodotti nei loro mercati. La sovranità alimentare non nega il commercio, ma piuttosto promuove la formulazione di politiche e pratiche commerciali che servano il diritto dei popoli a una produzione sicura, sana ed ecologicamente sostenibile ». Questa definizione è stata fatta propria anche dalla Dichiarazione di Nyéléni, la sintesi degli incontri avvenuti al Forum internazionale sulla sovranità alimentare che si è tenuto in Mali nel febbraio del 2007. In quel caso, la sovranità alimentare è « il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, e anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo »

La seconda citazione è il pensiero di Carlo Petrini fondatore di SlowiStock-522246751-1024x724 Food sul cibo sintetico:
« Penso che la carne sintetica sarà tra i trend alimentari più dibattuti del 2022. Un alimento prodotto in laboratorio, e che fino a poco fa sembrava perfetto per un film di fantascienza. Ciò che ora rende la questione più reale è la possibilità che entro il 2030 il costo della carne sintetica si eguagli a quella animale; rendendola un prodotto appetibile per il mercato. La notizia viene accolta da molti con entusiasmo. Eviterebbe infatti la macellazione di molti animali e sarebbe la panacea per i danni ambientali — dalla deforestazione, all’eccessivo consumo di suolo e acqua, al taglio di emissioni (forse) — derivanti dalla produzione in larga scala di crescenti quantità di prodotti di origine animale. Tutto ciò senza che a noi vengano richieste modifiche alle nostre abitudini alimentari. Si tratterebbe però di una soluzione riduzionistica e che concentrerebbe ulteriormente il governo dei nostri stomaci nelle mani di pochissimi attori. Dietro alla carne in vitro ci sono infatti multinazionali dell’alimentare (come Cargill, Tyson Foods, e Nestlé, alcuni dei quali sono leader della zootecnia industrializzata e del commercio globale della carne), fondi di investimento e esponenti della Silicon Valley. Di certo non paladini dell’ambiente e della giustizia sociale, ma soggetti mossi dalla ricerca di grandi profitti e che identificano la tecnologia come l’unica soluzione possibile.
La tecnologia è senz’altro importante, purché dialoghi con quanto non è ancora stato cancellato dall’agroindustria (biodiversità, saperi, metodi tradizionali), e che ha garantito nel tempo l’equilibrio uomo-natura. Mi vengono in mente molti allevamenti di piccola scala dove gli animali sono ancora una risorsa, e non una fonte di esternalità negative come invece avviene nella zootecnia industrializzata. Realtà in cui gli animali non trascorrono la loro vita in spazi angusti, alimentati a mangimi a base di soia ogm, ma sono liberi di pascolare e soddisfare i propri bisogni.
Dove molto spesso l’allevamento si sviluppa insieme all’agricoltura, a formare un sistema a ciclo chiuso di materia ed energia; senza scarti né alterazioni dell’ecosistema.
Credo che sia questa la direzione da intraprendere nel futuro. L’impatto negativo dell’attuale sistema di produzione dominante della carne è evidente, così come anche la necessità di una transizione proteica dei nostri sistemi alimentari verso opzioni più sostenibili e vegetali. La soluzione però non va ricercata rifiutando l’allevamento, ma cercando di cambiarlo. E questo viene fatto indirizzando le risorse economiche delle politiche agricole (che non mancano) a chi mette in atto pratiche ecologicamente e socialmente sostenibili.
Educando a un cambio di dieta verso un minor consumo di carne, di migliore qualità e diversità (di specie, tagli, preparazioni). E sì, anche favorendo l’innovazione tecnologica, a patto però che sia regolamentata in modo ferreo e che i cittadini siano informati con etichettature chiare, che rendano conto del sistema di produzione.
Perché il cibo è prima di tutto un diritto universale, e come tale la sua produzione deve sempre essere indirizzata al bene comune e non frutto di interessi sommersi.».

Ora ci chiediamo: la difesa dei piccoli allevatori e coltivatori, aspirare a dei cibi sani e ecologicamente sostenibili, magari a km. zero e o di produzione nazionale, ritenere il cibo bene comune, spendersi per ridurre l’impatti ambientali degli allevamenti industriali con un cambio sostanziale del modo di allevare gli animali, ecc. non dovrebbero essere azioni proprie di una sinistra che difende i piccoli, i deboli, che è contro gli oligopoli e che difende l’ambiente, piuttosto che essere a favore di multinazionali, grandi compagnie che si sono buttate sul cibo sintetico solo per soldi, e che sono normalmente difese dalla destra.
Fatto sta che pur capendo la parziale strumentalizzazione della destra, ma valutandone il contenuto, in tutta Italia la petizione è passata con i voti favorevoli di tutte le forze politiche.
A Gaiarine no. Coloro che dovrebbero rappresentare, diciamo,il centro sinistra (sempre che si sentano in qualche modo legati a questa parte politica) si sono astenuti.
Si è vero, la petizione, come è stato rimarcato dagli astenuti, è stata “sbattuta” in consiglio comunale senza alcun avviso, senza una discussione preliminare, senza dibattito pubblico.
Chiediamo: ma cosa vi aspettate, che la destra vi coinvolga nelle loro doverose ubbidienze partitiche?
Qui il fatto però è un altro: la petizione è condivisibile oppure no?

Chi è seduto in consiglio comunale dovrebbe esprimere un voto di merito sugli argomenti proposti e quel voto dovrebbe rappresentare possibilmente anche le convinzioni del proprio elettorato se si voglino ascoltare.
Altan_sonosmarritoNon ci sono ancora sondaggi ufficiali ma sembra che oltre il 90% degli Italiani sia contro il cibo sintetico.
Basterebbe prenderne atto.

A noi sembra cha a Gaiarine si siano invertite le cose, la destra fa la sinistra e viceversa, e quindi risulta sempre più difficile capirci qualcosa.
La dichiarazione di voto letta dal consigliere De Martin ci ha lasciati sbigottiti, sembrava di sentire la Meloni nel suo discorso di insediamento al parlamento italiano, che, per non dire che lei ha strizzato l’occhio a No Vax per ben due anni, si è appellata alla scienza. Ha detto che: « il suo governo si atterrà solamente alla scienza».
Cosi ha fatto il consigliere De Martin: per giustificare il voto di astensione, ha elogiato senza se e senza ma la “scienza”.
Ma noi gli chiediamo:  quale scienza,  quella che rende gli uomini liberi o quella che li rende schiavi?
Perché la “scienza”, (ricerca scientifica, scoperte e quindi realizzazioni tecnologiche), non è mai neutra o lo è raramente, dato che per fare ricerca oggi, ma era così anche ieri,  ci vogliono normalmente una montagna di soldi, e chi li spende indirizza  la “scienza” dove e come vuole, sono pochi gli scienziati indipendenti, finanziati dalla società civile o da enti No Profit.
Perfino i finanziamenti statali la indirizzano in modo significativo verso i loro obbiettivi strategici, che molte volte coincidono con obbiettivi militari.
De Martin ha citato tre casi per elogiare l’avanzamento del progresso scientifico: i vaccini, la fusione nucleare, e la corsa verso Marte..barbagli_fascisti su marte_guzzanti
Partiamo dall’ultima. Un signore, il più ricco del mondo e di destra,Elon Musk, sta spendendo una montagna di dollari per studiare il modo di portare l’uomo su Marte (c’era già andato Corrado Guzzanti con il suo film Fascisti su Marte).
A chi serve?
Alle persone povere che muoiono di fame, che emigrano?
Oppure serve a ridurre i cambiamenti climatici?
A si, quando la terra non potrà più sopportare il “peso” degli uomini questi andranno tutti su Marte.
Ma figuriamoci.
Tutti i miliardi stanziati non potrebbero invece essere indirizzati per promuovere nuovi modelli di sviluppo e nuovi stili di vita?
Potrebbero essere usati per migliorare la conoscenza del funzionamento degli ecosistemi e del sistema Terra facendo emergere maggiore consapevolezza e comportamenti più coerenti con la salvaguardia delle risorse naturali?
E’ oggi che abbiamo bisogno di salvare il pianeta, non domani.

La fusione nucleare, esperimenti_fusione_nucleareun esperimento militare sbandierato dall’amministrazione americana come un successo epocale, fra quanti decenni potremmo eventualmente usufruirne?
Potranno, viste le mastodontiche risorse economiche e l’immense capacità di carattere tecnico-industriale, necessarie per la sua realizzazione, essere a portata di tutti i popoli?
Assolutamente NO.
Saremo di fronte, ammesso che la si possa realizzare per scopi pacifici, ad un altro oligopolio energetico.
Non sono forse le fonti rinnovabili, in primis fotovoltaico e eolico, la soluzione per risolvere ora  il grande problema energetico e contrastare i cambiamenti climatici che abbiamo?
Non so
comunita-energetiche-768x487no queste che abbattono gli oligopoli e creano una rete dove tutti possono essere produttori di energia e quindi non schiavi di qualcuno?
Tra l’altro l’annuncio della “fusione nucleare ” e lo sbandieramento continuo del nucleare di quarta generazione fatto dai nostri politici di destra (vedi il leader di “Lega Salvini Mai Premier”), induce i cittadini a pensare che queste soluzioni siano dietro l’angolo (non fra decine di anni) e quindi frenano “la corsa” alle rinnovabili, posticipando e rallentando la soluzione ai cambiamenti in climatici in corso. Un Danno gravissimo.
Per avere i vaccini in tempi da record, tralasciando le polemiche sui tempi di sperimentazione e sui possibili danni collaterali, l’Unione Europea e gli Stati Uniti (solo per citare alcuni) hanno finanziato con miliardi di euro/dollari alcune case farmaceutiche.
Si è parlato e tentato a lungo di abolire i brevetti per fare in modo che i paesi del terzo mondo potessero produrseli da soli, ma le case farmaceutiche in questione non hanno ceduto alle pressioni.
Alla fine della fiera i soldi glieli abbiamo dati noi, ma la proprietà è rimasta a loro, e questo la dice lunga sulla forza che possono avere certi oligopoli.

Comunque viva la scienza che serve solo a noi occidentali.

Dalla rubrica l’Amaca di Michele Serra, La Repubblica di ieri::
«Ma la scienza è una sola, veritiera e fallace, salvifica e non, libera e venduta ai padroni tanto quanto ciascuno di noi» .
Aspirare però ad essere “liberi” è un anelito che noi cerchiamo di non soffocare.

Passiamo all’altra parte del Consiglio Comunale che prevedeva l’approvazione del Bilancio di previsione del 2023.
Vari punti, ma non ci soffermeremo sui dettagli.
Sappiamo che esiste il caro energia, l’inflazione galoppante, e che sicuramente non è facile far quadrare i conti.
Ma aldilà dell’auto incensamento fatto dalla De Zan, assessore al bilancio, siamo di fronte ad un bilancio “ragionieristico”.
E comunque resta il fatto che dopo forse più di vent’anni, viene aumentata l’addizionale Irpef ai cittadini di Gaiarine, viene portata allo 0,6 (era 0,5) per i redditi fino a 50.000 euro e 0,8 (era 0,5) per i redditi superiori a 50.000.

Ma non é sem15137 Tasca KSpre la sinistra che aumenta le tasse?
Invece a Gaiarine, è proprio la destrache mette le mani nelle tasche dei gaiarinesi“.
Davvero non si capisce più nulla.

 

 

 

Infine un consiglio: Fate attenzione al “Fascismo culturale“, vi penetra e vi cambia Fasscismol’anima.

 

 

 

 

 

 

 

 Buon Anno

 

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Consiglio comunale mercoledì 30 novembre 2022: Parliamone

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il-vuoto-tra-parola-e-silenzio-2933784887Sala vuota.

 

 


Consiglieri presenti qui.

Forse non l’ultimo consiglio comunale dell’anno.
Ci sarebbe da approvare entro il 31 dicembre il Bilancio di Previsione del 2023.
Salvo proroghe, forse necessarie.

E non sarebbe una cosuccia, vista la situazione geopolitica attuale.
Prevedere le effettive spese correnti del 2023 soprattutto quelle elettriche e del gas, sembrerebbe proprio un compito davvero arduo.

Intanto in questo consiglio (punto 5) sono state apportate variazioni al bilancio del 2022 per circa 224.000 euro.

elettricità-gasSoldi arrivati in gran parte dallo stato e utilizzati proprio per coprire maggiori spese di elettricità e riscaldamento.

Tutti i punti all’ordine del giorno sono scivolati via.
Delle semplici formalità.
Qualche “domandina” da parte delle minoranze. Ma niente di più.
Vita facile per la maggioranza.

Noi invece qualcosa la vogliamo dire.
Sul punto 2 “adozione del piano comunale di classificazione acustica (p.c.c.a.)”, per esempio.
Piano acustico necessariamente e giustamente da rivedere, quello precedente era del 1999 (secolo scorso).
Ma dopo che sarà approvato, i cittadini saranno più protetti?
Si farà una pubblicità adeguata? Si indicheranno chiaramente le prassi da seguire per far valere i loro diritti?
O resterà l’ennesimo piano fatto solo perché finanziato dalla Provincia?
Farà la stessa fine del P.E.B.A. – Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche – approvato il 15 ottobre del 2020?sep-296774057-handicap
Quanti e quali interventi sono stati fatti o incentivati in due anni per rendere meno faticosa la vita ai portatori di handicap e agli anziani del nostro comune?
Uno? Nessuno? O centomila?

E qualcosa la vogliamo dire anche sul punto 4 che recita: “Individuazione delle aree del territorio comunale non metanizzate ai fini dell’ottenimento delle agevolazioni fiscali”
Vediamo un po’.
Lo stato, con leggi all’uopo stabilite, prevede che si possano applicare delle agevolazioni, riducendo le aliquote delle accise su gpl e gasolio, per comuni o parti di essi non metanizzati.
Il comune dopo un bel po’ di anni, l’ultima volta è stato nel 2010, ha ridefinito le vie e i criteri per permettere ai cittadini di ottenere questa agevolazione.
Così la possono richiedere tutti coloro che abitano in vie dove la metanizzazione si ferma a una distanza superiore ai 40 metri dalla loro abitazione.
sprint-40mAlla fine è stata fatta una buona cosa anche se la distanza stabilita è proprio la minima.
Molti comuni la fissano superiore ai 40 metri. Alcuni addirittura a 80 metri.
Ma qualcosa bisogna pur pagare al “consenso”. O no?
Quindi bene.
Ma.
Il sindaco nel presentare la delibera ha sottolineato come, pur di fronte a richieste e sollecitudini anche sue, l’Italgas non intenda ampliare la rete del metano nel nostro comune.
Ques
guardere indietrote parole dimostrano che siamo governati da un’amministrazione che guarda ancora al passato.
Ancora al gas.
Forse non si è accorta della “guerra energetica” in atto.
Forse non si è accorta che si parla ormai da qualche anno di transizione ecologia.

Se abbiamo delle zone del comune non metanizzate non portiamoci il gas.
Permettiamo ai cittadini di avere le agevolazioni sul gpl e/o gasolio, questo è giusto, ma sproniamoli anche a passare, se possibile, ad impianti con elevata efficienza energetica (pompe di calore, ecc.)
Facciamo, ora che c’è la nuova mappatura delle vie non metanizzate, una campagna “comunale” sugli ecobonus statali che saranno disponibili anche nel 2023.

E’ chiaro che non tutti i cittadini saranno in grado di sopportare il peso economico della trasformazione dei loro impianti di riscaldamento.
E allora?
Inventiamoci qualcosa.
Potrebbero essere ridotti gli oneri di urbanizzazione se vi fosse in contemporanea con “il risparmio energetico” anche una richiesta di ampliamento.
Oppure mettiamoci qualche euro.
Nel bilancio di previsione del 2023 si potrebbero destinare, per esempio e per cominciare a far qualcosa,  20.000 euro.
Destinarli ad un bando e suddividerli tra primi 10 o 20 (o altro numero) dei “non metanizzati” che decidessero di abbandonare il gpl o il gasolio e installare una pompa di calore e magari farsi anche l’impianto fotovol
scusatetaico.

Guardiamo avanti. Alle rinnovabili. Non restiamo inermi.

Usiamo finalmente qualche “soldino” per l’ambiente. E non sempre contributi ai soliti.
Poi si potrebbe andare dal gran capo Zaia, ora che è diventato “ambientalista” (non per convenienza, vero?), dato che si oppone (giustamente secondo noi ) all’estrazione di gas nell’alto Adriatico e ai nuovi “trivellatori” che ci governano.
A chiedergli cosa?
Che il  grande Veneto  faccia come la piccola Basilicata:
La Giunta regionale della Basilicata ha approvato le linee guida per l’avviso per la concessione di contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti rinnovabili a servizio delle unità abitative non allacciate alla rete metano ricadenti nel territorio lucano.
L’Avviso sarà rivolto a persone fisiche che, alla data di presentazione della domanda, risultano essere proprietarie di unità immobiliari utilizzate come abitazione principale, ubicate all’interno del territorio della Regione Basilicata e non allacciate alla rete metano. Gli immobili devono essere regolarmente censiti.
La procedura di presentazione delle domande sarà “a sportello” ovvero le istanze verranno istruite in ordine di presentazione e finanziate nei limiti della dotazione finanziaria prevista, pari a € 10.000.000,00 per l’esercizio finanziario 2022, € 40.000.000,00 per l’esercizio finanziario 2023 ed € 40.000.000,00 per l’esercizio finanziario 2024.
È previsto un contributo a fondo perduto nella misura massima di euro 5.000,00 (IVA inclusa) elevabile fino ad euro 10.000,00 sulla base di condizioni specifiche che saranno dettagliate nell’avviso.
Il contributo di cui alla presente misura può coprire fino al 100% della spesa ammissibile.
Il contributo sarà destinato alle spese relative all’acquisto, installazione e connessione degli impianti di cui al punto successivo, comprese le spese tecniche e i costi delle pratiche amministrative”

Naturalmente con cifre più sostanziose dato che noi siamo il “grande Veneto”.
Anche il comune di Gaiarine potrebbe trarre  spunto da questo testo per confezionare il bando di cui sopra.

Un’ultima annotazione.
Se l’a
Gas-Niet-002mministrazione di Gaiarine è così poco aperta al futuro e ha così poca sensibilità ambientale, in poche parole è ancora legata alla “canna del gas”, le minoranze a che stadio sono?
Non c’è certezza, ma dalla loro mancanza di proposte  si potrebbe dedurre che non siano messe meglio.

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Consiglio comunale martedì 26 luglio 2022: Parliamone

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caldo_estivoConsiglio comunale in “calura” pre ferie. Di quelli necessari ad aggiustare i conti e poi tutti al mare ( o in montagna stando attenti però ai ghiacciai).

I presenti e chiacchieroni qui.

1. VERBALI SEDUTA DEL 28 GIUGNO (DAL N. 13 AL N. 18);
Tutti approvati all’unanimità

2. VARIAZIONE DEL PROGRAMMA TRIENNALE OOPP 2022/2024 ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI PUBBLICI PER L’ANNO 2022 (D.LGS. N. 50/2016);

Espone l’assessore Fantuz ed è sostanzialmente un adeguamento dei costi delle opere al nuovo quadro economico causato da pandemia, guerra e crisi energetica.
Viene riportato un veloce dettaglio delle cifre che vi risparmiamo, sull’efficientamento energetico del complesso scolastico di Calderano (rinunciando a un precedente parziale contributo per accedere ad un altro che copre il 100% della spesa), sul miglioramento antisismico della primaria di Francenigo che verrà integrato con un intervento di efficientamento energetico, sul primo lotto dell’ex cinema di Gaiarine, il consigliere De Martin interviene per annotare puntualmente gli importi che vengono ripetuti, mentre il consigliere Lazzaro chiede a che punto siano i lavori per la primaria di Francenigo, presumibilmente conclusi entro la fine del prossimo anno scolastico.

Si vota: maggioranza favorevole, minoranza astenuta

3. RATIFICA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N.81 DEL 14.06.2022 AVENTE AD OGGETTO: “VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2022/2024 AI SENSI DELL’ART.175 D.LGS.267/2000”;

Espone la vicesindaco De Zan, che giustifica la variazione per una variazione del Fondo Regionale di Sostegno degli Affitti che quindi necessitava di un adeguamento in entrata e in uscita.
Si vota: maggioranza favorevole, minoranza astenuta

4. ART.193 DEL D.LGS. 18.08.2000 N.67 – SALVAGUARDIA DEGLI EQUILIBRI DI BILANCIO 2022/2024;
Espone il vicesindaco De Zan, che presenta la necessità del punto in oggetto, puntualizzando alcuni episodi riguardanti situazioni disagiate e nelle opere pubbliche e il sostanziale parere favorevole del Revisore dei Conti , il consigliere Lazzaro chiede lumi sulla situazione disagiata citata, mentre il consigliere De Martin chiede ragguagli sulla ciclopedonale di Albina.
Si vota: maggioranza favorevole, minoranza astenuta

5. VARIAZIONE DI ASSESTAMENTO AL BILANCIO DI PREVISIONE 2022/2024 AI SENSI DELL’ART.175 DEL D.LGS. 267/2000;
Espone la vicesindaco De Zan, presentando le cifre su una serie di interventi (ex cinema di Gaiarine, scuola di Francenigo, rotonda di Albina e altro), concludendo con i compensi degli amministratori che, ne chiede conferma il consigliere Lazzaro, derivando da un trasferimento statale non rappresenta un ulteriore costo per i cittadini. Interviene il Segretario  che puntualizza come non sia più possibile la rinuncia al cosiddetto “gettone” supportando l’affermazione con una particolareggiata esposizione della legge, della sua finalità e della sua applicazione, innescando sull’argomento tutta una serie di considerazioni alla quale pone fine il consigliere Lazzaro con la perla della serata, un Il-segreto-per-andare-avanti-e-iniziare_1perentorio: “Andiamo avanti!” (per finirire non si da dove).
Seguono altre cifre e poi il consigliere Lazzaro chiede ragguagli su due punti ai quali risponde la consigliera con delega all’informatica Pezzin che risponde aiutata dall’integrazione del consigliere De Martin.
Poi ancora altre cifre tra le quali riusciamo a ricordare che la manutenzione di piazze e strade batte manifestazioni culturali 20 a 1.
Infine un chiarimento sugli importi destinati a persone e/o famiglie in difficoltà economica.

Si vota: maggioranza favorevole, minoranza astenuta

6. PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (DUP) 2023/2025.
Il Sindaco ricorda che è stato consegnato il documento sviluppato in più di cento pagine e che trattandosi di presentazione la votazione diventa una presa d’atto della stessa.

A chiusura del consiglio le comunicazioni del Sindaco che riguardano la situazione COVID nel comune in progressivo miglioramento, la restituzione dell’incontro a Cimetta con i vertici dell’ULSS 7 che aldilà delle banali e piccate giustificazioni del solito Benazzi ha confermato la drammaticità della situazione, il richiamo alla comunicazione del Consorzio di Bonifica riguardante l’emergenza idrica, l’avvio di uno sportello della polizia locale e varie iniziative ludiche e gastronomiche.

È tutto per quanto riguarda il locale mentre la disperante situazione politica nazionale ci fa tornare in mente una lettura da riscoprire in questa torrida e secca estate; ne riportiamo uno stralcio che magari vi incuriosirà facendovi riflettere:

Fattoria degli animaliNel Consiglio della domenica successiva la questione se i lavori del mulino a vento dovessero cominciare o no fu posta ai voti. Quando gli animali furono tutti riuniti nel grande granaio, Palla di Neve si alzò e, benché talvolta interrotto dal belato delle pecore, espose le sue ragioni in favore della costruzione del mulino. Poi si alzò a rispondere Napoleon. Egli disse tranquillamente che il mulino era una sciocchezza e che il suo consiglio era che nessuno votasse per esso; poi subito sedette. Non aveva parlato che per trenta secondi e sembrava affatto indifferente all’effetto prodotto.

Allora Palla di Neve scattò in piedi e, gridando alle pecore che avevano ricominciato a belare, uscì in una appassionata perorazione in favore del mulino. Fino a quel momento le simpatie degli animali erano state equamente divise, ma allora l’eloquenza di Palla di Neve ebbe il sopravvento. In frasi brillanti egli fece un quadro della Fattoria degli Animali quale sarebbe stata quando il vile lavoro non avrebbe più gravato sul dorso delle bestie. La sua immaginazione andava ora ben oltre il trinciapaglia e l’affettatrice di barbabietole. L’elettricità, disse, avrebbe potuto muovere trebbiatrici, aratri, rastrelli, rulli, macchine per falciare il grano e legare i covoni, oltre che fornire le stalle di luce elettrica e di riscaldamento. Quando ebbe finito di parlare nessuno più dubitava a chi sarebbe andato il voto.

Ma proprio allora Napoleon si alzò e gettando una strana occhiata di traverso a Palla di Neve emise un altissimo lamento, quale nessuno 1’aveva mai sentito emettere. A questo rispose un terribile latrato, e nove enormi cani che portavano collari ornati di punte d’ottone fecero irruzione nel granaio. Essi si avventarono su Palla di Neve che balzò dal suo posto appena in tempo per sfuggire alle loro feroci mascelle. In un istante si trovò fuori coi cani che lo inseguivano. Troppo sbalorditi e spaventati per parlare, tutti gli animali si affollarono sulla porta per assistere all’inseguimento. Palla di Neve correva attraverso il lungo pascolo che conduceva alla strada. Correva come solo un maiale sa correre, ma i cani gli erano alle calcagna. A un tratto scivolò e parve certo che sarebbe stato raggiunto. Poi si rialzò, correndo sempre più forte; ma i cani guadagnarono ancora terreno. Uno di essi era quasi riuscito ad addentare la coda di Palla di Neve, ma Palla di Neve con un rapido movimento poté liberarsi proprio a tempo. Con un ultimo slancio, quando ormai il suo vantaggio era ridotto a pochi centimetri, sgusciò attraverso un’apertura del recinto e non fu visto mai più.
Muti e terrorizzati, gli animali lentamente rientrarono nel granaio.”
La fattoria degli animali.
George Orwell
10 insegnamenti

Alla prossima

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Consiglio comunale martedì 28 giugno 2022: Parliamone

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Consiglio comunale importante per via dell’urbanistica: approvazione di un accordo con un privato per tramutare un’area agricola in commerciale e adozione della 4° Variante Urbanistica al Piano degli interventi.
Non cosucce da niente, ma decisioni che urbanisticain parte ridisegnano sotto il profilo urbanistico, edilizio e anche infrastrutturale, alcune parti del nostro territorio comunale.

I presenti qui.
Pubblico formato da una quindicina di cittadini, forse 20.
Presente in massa l’ufficio tecnico.

Sicuramente chiamato dall’amministrazione a presenziare per dare all’occorrenza supporto tecnico.
Ma lo svolgersi del consiglio comunale, che immerge gli spettatori in una commedia surreale, lo relega semplicemente a far da “palo”.

Si entra nel merito dell'”Accordo pubblico privato” inerente l’area a fianco del distributore di Gaiarine.
Lo illustra il sindaco che con enfasi giustifica l’approvazione di questa non piccola trasformazione urbanistica (7.000 mq di nuovo suolo consumato) dal fatto che nel fabbricato commerciale che si andrà a costruire si insedierà un supermth-3461388394ercato.
Nessuno nega che il capoluogo abbia davvero questa necessità dato che, dalla chiusura del supermercato A&O, ne è sprovvisto.
Non è dato sapere però quale sarà la “catena di distribuzione” che si insiederà.
Infatti alle domande sia del consigliere Lazzaro che della consigliera Capuzzo, il sindaco risponde di non saperlo.
Quindi: il privato, almeno non ci siano “accordi segreti” che non si possono dire e che i cittadini non devono conoscere, giustifica la sua richiesta con una possibile apertura di un supermercato, ma ottenuta la trasformazioni urbanistica, potrebbe nel tempo insediare qualsiasi altra attività, persino “un mille lire”.

E allora o non gli si da la trasformazione, o si trova il modo di vincolare il privato, cosa assai difficile e forse illegittima, o si trova un “vero” compromesso economico che porti davvero reali vantaggi alla comunità.
Invece si scopre che “l’indennizzo” che il privato darà al comune, solo 150.000 euro di opere su via Fermi e affini, non è stato contrattato dall’amministrazione, ma è frutto della sola proposta del privato, accettata tale e quale.
Dal punto di vista politico la dimostrazione di essere in balia di chi invece il “gioco” lo sa condurre.

Alla domanda della consigliera Capuzzo che chiede se il valore dei terreni conteggiati al fine dell’indennizzo non siano troppo bassi, il sindaco non sa, “l’ufficio tecnico” ammette (uniche parole dette nella serata) che la proposta è stata fatta dal privato, ma che i valori non si discostano da quelli dei comuni limitrofi.
Mentre la titolare dell’ assessorato all’urbanistica, Serena Fantuz tace, il segretario (vero assessore all’urbanistica come vedremo in seguito) difende la scelta aduditodentrandosi in campi che non gli competono, ma consolidati da un lungo servizio come segretario  nell‘amministrazione Cappellotto (chi ha orecchie per intendere intenda).

Si passa alla adozione della 4° Variante al P.I:
Attenzione stiamo parlando dell’adozione di una variante urbanistica, che come si è capito   prende spunto da 28/29, richieste di cittadini/imprese.
L’assessore all’urbanistica presenta la variante non dicendo pressoché nulla.
Si limita ad elencare le linee guida generali e cioè che la variante riguarda:
– l’ adeguamento cartografico allo stato di fatto;
– .la riclassificazione di aree edificabili (residenziali o produttive) in zone agricole;
- interventi in aree di urbanizzazione consolidata – riclassificazione della zona
territoriale omogenea;
il recepimento accordo pubblico/privato;
–  l’individuazione di fabbricati non più funzionali alla conduzione del fondo.

Non legsilenzio-681x358ge le 28/29 richieste fatte da cittadini/imprese
Non si sa quindi chi ha fatto la richiesta e cosa abbia chiesto.
Non spiega quali siano stati gli eventuali criteri per valutare il loro diniego o la loro accettazione.
Non dice quante di queste richieste siano state accettate (tutte? nessuna? centomila?).
Neppure se ci sono stati accoglimenti parziali.
Non illustra una per una quelle accettate.
Non specifica per ognuna quale sarà l’impatto sul territorio e come sarà trasformato.
Non chiarisce se ci sarà o no consumo di suolo ed eventualmente quanto.
E neppure se ci saranno trasformazioni infrastrutturali.

Niente di niente.

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Un Cittadino va in consiglio comunale per capire, per conoscere, e invece ne esce non sapendo nulla di quanto deciso dall’amministrazione.

Nella nostra lunga frequentazione dei consigli non abbiamo mai, e diciamo mai, assistito a così “squallida” presentazione di un atto importante come l’adozione di una variante urbanistica.
Non abbiamo mai assistito ad una così vergognosa mancanza di trasparenza.
L’unica che accenna alle 28/29 richieste e al fatto che dovrebbero essere lette  e presentate è la consigliera Capuzzo, ma nessuno le da seguito, neppure gli altri consiglieri di minoranza.

E si che tra questi c’è un certo Lazzaro che oltre ad essere stato per oltre 20 anni in consiglio comunale, essere stato in maggioranza, è stato anche in commissione edilizia e varianti urbanistiche ne ha viste passare molte e sa benissimo come dovrebbero essere presentate e discusse.
Ma forse tra i richiedenti ci sono “potentati” che non si possono disturbare e neppure nominare.
E la presenza in sala dell’ufficio tecnico a cosa è servita?
Desolante e surreale.

Un’unica cosa si viene a sapere. casa
Verrà tolta l’area PEEP ( Piani per l’edilizia economica e popolare) della lottizzazione “Parco Castellir“, per intenderci quell’area che ora comprende il famosissimo dall’impronuciabile nome “Parco Vittime delle Foibe“.

La consigliera Capuzzo oltre a dirsi contraria a questa scelta che elimina la possibilità di agevolare l’accesso ai cittadini ad aree edificabili con prezzi calmierati chiede al segretario cosa significa il termine extra commercium presente nell’atto di cessione gratuita di quelle aree al comune.
E qui parte la filippica del segretario, vero assessore all’urbanistica, che invece di limitarsi a dare la definizione (beni che non sono suscettibili di essere oggetto di diritti economici), si avventura in una “distruzione” del concetto stesso di PEEP, giudizi che proprio non gli competono.

Comunque il comune di Gaiarine, anche se la legge non lo obbligava, si è dotato a suo tempo di zone PEEP, e invece di eliminarle sarebbe bene incentivare con bandi l’accesso  dei cittadini ad una edilizia agevolata, così suggerisce anche la consigliera Capuzzo.

PEEP quindi non come strumenti “anacronistici”, così li ha definiti il sindaco, anche se poi ha corretto il tiro, ma strumenti che in qualche caso se pubblicizzati a dovere potrebbero essere ancora utili a qualche cittadino.

Infine.
Un vero “golpebiblioteca” politico/culturale la modifica del regolamento per l’elezione del Comitato Biblioteca, tra l’altro non obbligatorio, e la  conseguente sua elezione .

Questa la composizione prevista: sindaco o suo rappresentante, due componenti eletti dalla maggioranza e uno eletto dalle minoranze.
Dalla precedente composizione viene tolta la presenza dei lettori, e ridotto a uno (erano due) il rappresentante delle minoranze.
A questo punto un comitato completamente in “mano” alla maggioranza.

A nostro avviso facevano più bella figura ad abolirlo, invece di dare questa pseuda parvenza di “democrazia”.

Ma si può fingere di …..

 

 

 

 

 

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Consiglio comunale mercoledì 25 maggio 2022: Parliamone

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Consiglio comunale per certi versi imbarazzante.
Presenti qui.
Sala piena, finalmente.

Viene discussa una interrogazione molto articolata e ben fatta della minoranza “Insieme per Federica” sul “bubbone” di Roverbasso (tutti i cittadini del nostro Comune sanno di cosa si tratta) e conseguentemente sulla situazione della sanità territoriale nella nostra Usll2.

Quiz-sign-scaledAlle 8 domande poste nell’interrogazione, risponde il sindaco dicendo più o meno che l’amministrazione ha fatto il massimo, che è sempre stata disponibile a trovare soluzioni  (mai trovate), che le competenze sono dell’Usll2 e bla, bla, bla, lasciando alla fine, senza assumersi nessuna responsabilità, la parola al “gran capoBenazzi, direttore generale dell’Usll2

Il Benazzi ci “tiritera”, con una serie di giustificazioni, alcune anche fondate, demandando la responsabilità ad altri, soprattutto al ministero della Sanità, che sicuramente sa dov’è Roverbasso, e naturalmente non al presidente della giunta regionale del Veneto (Zaia) , che è il suo datore di lavoro.

Così:
– due anni di pandemia hanno inciso fortemente nel rapporto tra medici e pazienti;
– i medici italiani di medicina generale (quelli della mutua) sono tra i meno pagati al mondo;

– i medici così poco pagati vanno a lavorare nel privato;
– quindi c’è una carenza cronica di medici e questa carenza si risolverà forse nel 2024;
– poi c’è stata “quota cento” che ha permesso a molti medici di andare in pensione.

La parola “quota cento” gli è proprio sfuggita, poi prontamente corretta per ben due volte con “la Fornero.
Ricordate lo slogan elettorale di un capo partito, uno a caso.

E invece è proprio “quota cento”, quella fantastica invenzione del “mitico” Salvini, costata un pacco di miliardi di euro, che ha permesso a molti medici di andare in pensione anticipata proprio alla vigilia dello scoppio della pandemia.

E il Benazzi, come detto, si è dovuto correggere prontamente, dando la colpa alla “legge Fornero”, d’altra parte non poteva mettere in luce le magagne del partito che lo ha nominato direttore generale.

 Poi, evviva e evviva, fa l’elogio e si dichiara un grande sostenitore della sanità pubblica.

Peccato che ormai da anni la sanità pubblica in tutta Italia sia stata martoriata dalle politiche destrorse, con qualche supporto anche del centro sinistra, sempre alla rincorsa di non si sa che cosa, che vedono nel “privato” il toccasana di tutti problemi.

E’ sotto gli occhi di tutti la “distruzioPensione-3102510804ne” della medicina territoriale fatta in Lombardia (governa la Lega) con il potenziamento delle cliniche private, ma la stessa cosa è successa e succede (governa sempre la Lega) in Veneto, con la soppressione a gogo di posti letto, chiusure di ospedali, chiusure di guardie mediche (ne sappiamo qualcosa anche noi), ecc., ecc.

E’ chiaro che il modello in auge per molti anni è stato quello della privatizzazione della sanità pubblica, spinta anche dalle lobby delle cliniche private e delle compagnie di assicurazione, che vedono nel suo smantellamento un loro grande e potenziale affare.

Bisognerebbe dire al buon Benazzi che forse si trova nel posto sbaHASHTAG-1-1050x911gliato, a meno che la pandemia, che ha evidenziato anche in modo cruento tutte le lacune creatasi perseguendo il “modello privatistico”, non abbia la forza, di far effettivamente cambiare rotta e visione ai nostri politici e amministratori.

Non pensiamo sia sufficiente la volontà dell’attuale ministro della sanità per generare questo necessario cambiamento, sono i cittadini che dovrebbero difendere con tutte le loro forze la sanità pubblica (Servizio Sanitario Nazionale), “creata” da Tina Anselmi sul finire degli anni settanta.
Una grande conquista per tutti gli italiani.
Quephoca_thumb_l_anestesia_locale-590961757sta difesa la possono fare con manifestazioni, raccolta firme, ma soprattutto nella cabina elettorale, votando per coloro che veramente vogliono rigenerare la sanità pubblica, e finalmente smetterla con questi falsi politici.

Per finire il Benazzi fa il grande annuncio: la creazione nella sua Usll2 di 17 Case di Comunità, cioè degli ambulatori con la presenza di specialisti, psicologi, infermiere, ecc., in grado di fare esami e di alleviare il carico sui pronti soc3739c8998cf87c8649fcfe3df976db4a-2007999382corsi.

Una di queste case è’ prevista a Codognè, però partirà forse nel 2026, e intanto vi tenete Roverbasso, forse con un centralino nuovo, come proposto dal sindaco, e quasi senza medici.
Nel frattempo nasceranno altri poliambulatori privati, che saranno “alimentati” da cittadini sempre più abbandonati e “scazzati” dalle lacune dei  servizi sanitari a loro offerti.

E così si arriva alla filippica surreale della dott.ssa Bonato, responsabile dei medici dell’Usll2, il cui “super” peth-583720450nsiero potrebbe essere riassunto così: quasi quasi, questi cittadini/pazienti si meritano tutto ciò.

Roverbasso: i medici dei santi, i pazienti semplicemente maleducati, le proteste e le raccolte firme per manifestare le carenze del servizio semplicemente delle operazioni che destabilizzano il sistema, e così via.

Inverosimile e imbarazzante.

Nessuna critica alla gestione interna, a qualche scontro di “potere”, al centralino sempre occupato, agli appuntamenti per visite urgenti dati anche a quindici/venti giorni, ai pazienti tenuti fuori dall’ambulatorio alle intemperie.
Ah si, è tutta colpa del Covid. Ah questo Covid, quante ne ha combinate.

Come servissero dei geni per metter in atto qualche aspetto organizzativo che alleviasse almeno le attese dei pazienti fuori dell’ambulatorio.

Ma cosa vogliono “sti” pazienti?.

Il consigliere De Martin fa presente che la “politica” quella vera, non la propaganda diciamo noi, dovrebbe farsi carico del malessere dei cittadini e trasferirlo ai più alti livelli regionali.

La consigliera Capuzzo stigmatizzando qualunque forma di maleducazione, fa però presente che i disagi nel servizio ci sono stati e ci sono e che la raccolta firme per manifestarli è un atto democratico.

C’è ancora qualche chiacchiera di Benazzi, un altro intervento del sindaco e poi il consiglio si chiude con le consuete comunicazioni dello stesso.

Per concludere una nostra, non dovuta, riflessione.
Però che mondo strano.
Chiariamo subito che l’interrogazione presentata é un atto formale che doveva essere fatto da qualcuno per mettere in evidenza tutti i problemi di Roverbasso e non solo, e quindi va dato merito alla minoranza che l’ha presentata, e altrettanto chiaramente diciamo che va apprezzata la presenza di tanti cittadini.

Ma era altrettanto prevedibile che nessuna soluzione poteva scaturire da una interrogazione, e in effetti soluzioni non ne sono state date, si sono avute solo doverose informazioni (mentre, per inciso, imprevedibili sono state le offese ai cittadini/pazienti).

Orbene. Ci sono consigli comunali importantissimi per capire quale “futuro” verrà dato al nostro comune, quelli per esempio dedicati:
. alla discussione e approvazione di un bilancio di previsione, cioè come verranno spesi i nostri soldi in quell’ anno
– alla presentazione di progetti di opere pubbliche;
. all’approvazione di progetti urbanistici di privati

. varianti urbanistiche;
. ecc.

Normalmente a questi consigli i cittadini presenti si contano sulle dita di una mano, e invece dovrebbero avere la sala stracolma.

Poi ci sono consigli, come questo, che alla fine sono solo informativi e ci ritrova con la sala consigliare piena.

Benissimo, però non vi pare che ci sia qualcosa che non funziona?cittadinanza_attiva

Si, è vero si parlava di salute, cosa che interessa tutti, ma non è che siamo attirati dai “talk show”, piuttosto che da un senso di “partecipazione attiva” alla vita della comunità?

Come dice qualcuno “ragioniamoci sopra”

Alla prossima.

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Consiglio comunale mercoledì 27 aprile 2022: Parliamone

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Anche questo un consiglio breve, durato circa un’ora.
Sempre meno interesse da parte dei cittadini del comune: due
2016327213519_locandina_distanze solo i presenti.
C’è davvero da chiedersi quale sia ormai la “distanza” tra i cittadini e chi li rappresenta.
Siamo impotenti o disinteressati?
I presenti qui

Gli argomenti principali della serata sono l’approvazione del consuntivo 2021 e la conseguente variazione del bilancio di previsione del 2022.
La chiusura del bilancio dello scorso anno, il consuntivo 2021, porta un avanzo di amministrazione di circa 617 mila euro, dei quali solo circa 252 mila euro a disposizione, cioè “spendibili”, perché gli altri sono vincolati per varie ragioni.
Come i 150 mila euro accantonati per un possibile e prevedibile aumento del costo dell’energia (illuminazione e riscaldamento) nel 2022.

Per i due punti in questione vi è la solita “sbrodolata” di cifre della De Zan (assessore al bilancio), che si faticano a sentire perché non fa uso del microfono (per quale motivo non è dato sapersi) e perchè la sua voce sicuramente non é “baritonale”.

Ma va beh, tanto erano solo due gli spettatori, e poi vuoi che ci siano dei cittadini interessati a capire come vengono spesi i soldi?
I consiglieri di minoranza De Martin e Lazzaro, che avevano già potuto “sviscerare” nella riunione di capigruppo alcune questioni, comunque pongono una serie di domande e richieste di precisazioni.
E allora si è capito che abbiamo avuto un maggior introito di circa 270 mila euro nel 2021 di IMU dovuti ad accertamenti tasse casa“importanti”, che tutti gli appalti devono, a causa dell’aumento dei prezzi in atto, essere rinegoziati, che solo nel 2024 avremo dei mutui in scadenza, e che solo se scadrà un mutuo il comune ne potrà aprire un altro; per cui per i prossimi due anni “nisba” mutui e forse è meglio così.

E poi, a fronte di una domanda del consigliere De Martin, si parla di illuminazione pubblica; del nuovo contratto che dovrebbe essere firmato il giorno seguente, così dice il sindaco, e che prevede la sostituzione delle lampade attuali con quelle a led.

Prendakinator_defie la parola, il segretario, che in questo frangente non può che essere soprannominato il “genio della lampada”, il quale si incammina su un pendio particolarmente scivoloso ….

Fa, in prima battuta, naturalmente e giustamente, l’elogio economico delle lampade a led rispetto a quelle a vapori di sodio (si può risparmiare, in casi fortunati, fino al 40/50% di energia elettrica e quindi ridurre effettivamente l’emissione di CO2 in atmosfera) ma afferma che l’impianto di illuminazione pubblica a led deve rimanere accesso per tutta la notte.
Si leva una “vocina” di uno dei due cittadini presenti: « ma scherziamo … e l’inquinamento luminoso? » .

Risponde il segretario ... « i led non inquinano  » … e poi   « … c’è l’obbligo di illuminare le strade e gli incroci … » « … se ho un incidente in un incrocio non illuminato faccio causa al comune (frase desolante nelle sue molteplici sfaccettature) … »

Anche il consigliere Bubbaco afferma che i led non inquinano.
Interviene anche il sindaco affermando che è il codice della strada che obbliga ad illuminare le strade.

Mamma mia.

Ma andiamo per ordine.
Intanto, forse tutti sanno anzi no, che la durata di una lampadina di qualsiasi specie è in funzione delle ore di utilizzo, e va da se che più ore la tengo accesa prima avrò il suo decadimento luminoso, e conseguentemente prima la dovrò sostituire, aumentando i costi di manutenzione che andranno, è ovvio, in parte a diminuire i vantaggi economici di cui sopra.
Poi.

Per inquinamento luminoso si intende la dispersione del flusso luminoso verso l’alto.
La tecnologia led
permette di indirizzare meglio il flusso luminoso verso il basso e questo permette una riduzione dell’inquinamento, ma si sa anche che, soprattutto in ambito urbano, gran parte del flusso luminoso verso l’alto è dovuto alla riflessione del manto stradale e delle altre superfici investite dalla luce.

Quindi l’inquinamento luminoso c’è con qualsiasi fonte di luce, quindi anche con i led, anche se in minor misura, e ci verrebbe da dire anche con un candela.
Il punto è la quantificazione dell’inquinamento luminoso notturno: dispersione verso l’alto e per quante ore.
Se i led mi permettono di indirizzare meglio la luce ma qucorso-importanza-avifauna-1024x538ella luce la tengo accesa tutta la notte anche nelle ore a cui non serve a nessuno, avrò per più ore la dispersione verso l‘alto, provocando danni maggiori all’avifauna.
Anche se sappiamo che qualcuno si metterà a ridere (ma il riso abbonda sulla bocca degli stolti), i danni provocati dall’inquinamento luminoso sono danni a livello sistemico sul mondo naturale (studio dell’università di Exeter GB, pubblicato su Nature Ecology and Evolution )
impatti negativi sulla fauna selvatica, ma anche sulla flora.
Impatti che spaziano dall’interferenza con i livelli ormonali degli animali alle modificazioni dei loro cicli riproduttivi, dai cambiamenti delle loro attività quotidiane fino alla vulnerabilità ai predatori.” ecc.

Punto.
Ma c’è di più.
SuccInquinamento-luminoso-in-Europa-1080x675ede che, poichè con i led si risparmia energia elettrica, si illumina per più ore (tanto costa poco) e cosi ci sono studi a livello mondiale che dimostrano che dall’introduzione dell’illuminazione a led, pur di per se meno inquinante, l’inquinamento luminoso a livello globale è aumentato.

Dall’altra parte se ci si nutre solo della propaganda tecnologica e non si ragiona, i risultati non possono che essere questi.

Nel codice della strada, salvo essere smentiti (lo potete leggere qui), non è indicato nessun obbligo di illuminare alcunché.
Esistono invece, non nel codice della strada, una serie di norme  (UNI, ecc.) a cui, se ci decide di illuminare una strada, l’estensore del progetto illuminotecnico deve per forza attenersi.
Ripunto.

Dopo un batti e ribatti, un po’ di “buona  luce” viene dal consigliere Lazzaro che, utilizzando semplicemente la logica, afferma che tutte le fonti luminose inquinano: chi più chi meno.
Niente propaganda, ma uso delle meningi.

Grazie.

Si va al completamento dell’ordine del giorno con l’approvazione della variante per la pista ciclabile a Calderano, approvata all’unanimità, anche se ancora il consigliere Lazzaro fa presente che non è la migliore soluzione quella voluta, ma forse l’unica praticabile.
E va bene, però ” chi cerca trova”.

Si passa alle solite comunicazioni del sindaco, che ormai sono una abitudini anche se non previste nell’ordine del giorno.

Covid casi in aumento.

Uffici pubblici: finito lo stato di emergenza, pseuda apertura al pubblico , perché comunque, a parte mezza giornata, bisognerà prendere appuntamento per parlare “con i nostri dipendenti”.
La casa comunale, passate le emergenze, dovrebbe ritornare, forse non lo è mai stata, ma sarebbe ora che lo fosse, una casa “trasparente”, una casa “accogliente” dove non dovrei aver bisogno di bussare giorni prima per essere ricevuto.

Ma aldilà della propaganda tecnologica e della iettatura del sempre connessi, ogni571b33beb0_1951773_med dipendente è stato “dotato” di cellulare e così invece di “avvicinarsi”, di “vedersi” ci si allontana sempre di più, e si allontanano pure i cittadini dalle istituzioni.

 

Ah la tecnologia.

Adesso anche per avere i farmaci.

 

Dopo due anni di pazienti tenuti al freddo, alla pioggia, al sole in quel di Rovecallcenterrbasso, dopo due anni di telefonate senza risposta, una nostra conoscente ha telefonato in una settimana 52 volte prima di ottenere un “pronto”, adesso si inventano “l’app”, che risolverà tutti i problemi.

A parte le difficoltà oggettive nelle quali molti anziani si troveranno, se tecnologia deve essere sia almeno intelligente.
Siamo tutti dotati di una tessera sanitaria, oggi sotto utilizzata, all’interno della quale si potrebbero memorizzare un sacco di informazioni: le patologie, i farmaci necessari e ripetitivi, ecc.

Con quella tessera aggiornata il paziente potrebbe andare in farmatessera-sanitaria-448x296cia ed avere le medicine necessarie senza più bisogno della ricetta.
Oppure tutte le farmacie collegate ad un sistema sanitario dove sono memorizzati per ogni paziente i farmaci ripetitivi. Anche in questo caso la ricetta del medico non servirebbe più.
Se si è per la tecnologia, come si legge nella pagina Facebook del Comune, allora ci si deve battere fino in fondo perché la tecnologia sia davvero utile ai cittadini e non diventi invece una complicazione per la loro vita.
Per questo bisogna battersi.
Non è
Battersi per qualcosa con una “app qua e una là, trallalà” che si risolvono i problemi dei cittadini.

E dato che, anno dopo anno, con le disinteressate amministrazioni di centro destra, abbiamo perso come comune tutto quello che con fatica si era ottenuto, guardia medica, centro prelievi, medici, ecc., chiediamo al sindaco, primo responsabile della salute dei cittadini del comune, se non sia il caso di attuare azioni forti, fortissime,  creando anche coalizioni con altri comuni, per far si che venga ricreata una medicina territoriale che sia degna di questo nome,  e che sia di supporto vero alle esigenze di una popolazione sempre più anziana.
Gli chiediamo se non sia giunta l’ora di far sentire la propria voce all’interno della consulta dei comuni?
Consulta snobbata dai nostri amministratori da almeno quindici anni.

Chiediamo se non sia giunta l’ora di smetterla di dire che l’organizzazione compete all’USLL e di fare invece  qualcosa di concreto per cambiare la situazione attuale.

A proposito di medicina territoriale, così parlava l’assessore alla sanità (2010-2018) del Veneto Luca Coletto (lega) nel 2011,:

“Il fulcro della nuova organizzazione sono le “medicine di gruppo integrate”, forme associative di medici di medicina generale che garantiranno la disponibilità per i cittadini 24 ore su 24 7 giorni su 7, ovviamente operando in rete ed in sinergia con le guardie mediche. “E’ un’operazione che risponde appieno ad uno dei cardini fondamentali del nuovo piano socio sanitario regionale: rafforzare la medicina sul territorio, spostare dall’ospedale al territorio tutti i servizi non prettamente ospedalieri, alleggerire la pressione dei codici bianchi impropri sui pronto soccorso, portare la sanità più vicina al cittadino, che possa così trovare vicino a casa tutti quei servizi che non riguardano le acuzie, per le quali ci sono gli ospedali”.
“abbiamo sempre sostenuto che i medici di medicina generale sono uno snodo fondamentale del nostro sistema sanitario: ebbene, con questa riorganizzazione, anche la loro figura e le loro professionalità verranno fortemente valorizzate”.
Sono passati 11 anni e la medicina territoriale veneta è stata distrutta, i privati hanno fatto i poliambulatori, i medici di medicina generale convenzionati con la regione hanno fatto “Roverbasso“.
Me par benon.
(Per inciso Luca Coletto è diventato sottosegretario che vuol dire vice ministro alla Sanità nel primo Governo Conte.)
Quando si dice la potenza delle parole.

Altra notiziola.
La piazzola di Albina verrà chiusa dal 12 maggio per forse 6 mesi o più.

La piazzola è proprietà comunale, ma la SAVNO la rifarà a sua immagine e somiglianza, con il beneplacito della giunta comunale.
Una immagine industriale, una nuova colata di cemento, via le siepi, una rampa dove si sale con le macchine da una parte e si scende dall’altra.

Nessuno, non i nostri amministratori, si è posto il problema di capire il perché la piazzola di Albina sia stata a suo tempo realizzata in quel modo.
Proviamo a spiegarlo anche se probabilmente non sarà capito:
La piazidealista-rifiuti-777x437zola di Albina è stata pensata non per gestire un rifiuto da “buttare”, ma per gestire un rifiuto “risorsa”.
Un rifiuto che diventa una risorsa, non per il valore economico che se ne può ricavare dalla sua vendita, ma per i valore intrinseco, molto più importante e che vale molto di più, che permette di riusarlo per “rifare” dei beni di consumo senza consumare altre risorse della terra.
Se il rifiuto è quindi una risorsa, una fondamentale risorsa per la nostra sopravvivenza, va “depositato” in un posto “bello”.
Ecco la piazzola di Albina doveva diventare un “parco”, doveva essere abbellita, doveva diventare un posto “ameno”, dove portarci, magari, le scolaresche per far capire l’importanza della risorsa rifiuto, del suo riciclo, del suo non abbandono, .

Si, ne siamo coscienti: tutte chiacchiere.

Poi abbiamo avuto i quindici anni abbondanti delle solite amministrazioni di centro destra che della piazzola se ne sono sbattuti, come della biblioteca, come della sanità, ecc., ecc. .
E ora vai con il cemento e 495.000 euro di spesa.
Ma il bello è che la Savno farà i lavori sulla proprietà del comune, ci metterà i soldi, ma alla fine (quindici anni) il rifacimento della piazzola indovinate chi lo pagherà?
E’ la solita battuta: Elementare Watson.

Lo pagheranno naturalmente i cittadini di Gaiarine, che si troveranno nella bolletta per quindici anni la loro giusta quota di piazzola rifatta ad immagine e somiglianza della Savno.

Seguitici ancora per un attimo in questo excursus politico/calcistico:

  • i vigili in convenzione con altri comuni: arbitra il comandante che sta a Cimadolmo o giù di li;
  • il regolamento di polizia rurale fatto dal gruppo di lavoro e dalle associazioni di categoria degli agricoltori:  comune di gaiarine non tocca palla;
  • l’app ricette la decide l’attuale responsabile di Roverbasso:  il comune di Gaiarine fa da raccattapalle;
  • medicina territoriale decide Benazzi: il comune di Gaiarine squalificato;
  • piazzola di Albina decide la Savno e paghiamo noi: comune di Gaiarine non ammesso al torneo.

Domanda pleonastica: ma alla fine serve davvero eleggere qualcuno?

Un bacione.

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