L’acqua non si vende: Campagna Referendaria! I banchetti

Dalle parole ai fatti..

Abbiamo informato dell’avvio della campagna referandaria “l’acqua non si vende: si difende”.


Abbiamo partecipato al coordinamento provinciale dei promotori della campagna.

Abbiamo consegnato i moduli per le firme nei comuni di Gaiarine, Orsago, Codogè e Cordignano.

Abbiamo partecipato all’incontro ierisera a Treviso sui motivi di questo referendum.

E ora mettiamo a disposizione dei cittadini del comune di Gaiarine i banchetti per poter informarsi e firmare: domattina, sabato 19 giugno, saremo nella piazza del mercato a Gaiarine dove replicheremo sabato 19 giugno, mentre domenica 20 saremo nella piazza della chiesa a Francenigo.

L’acqua è vita.
È limpida, trasparente, non ha colore, non è di nessuno perchè è di tutti e da tutti va difesa.
Difendiamola.
Firmiamo in tanti.

Condivi
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Consiglio Comunale a Gaiarine del 25/05/2010 : il sunto

Cosa c’è di nuovo sotto il sole, anzi dentro la notte dei Consigli Comunali in quel di Gaiarine?
Verrebbe da dire niente, tutto continua come sempre e come si sa.
Ma invece qualcosa di nuovo c’è: si sta probabilmente toccando il fondo, il fondo della democrazia, della trasparenza, dell’educazione, del rispetto di istituzioni e persone.
Siamo in presenza di un Consiglio Comunale e di conseguenza dell’intero Comune Gaiarine, in balia di una sola persona: il Sindaco.
Un Consiglio Comunale svuotato di ogni potere e non più in grado partecipare e incidere su alcuna decisione. Decide tutto
il «Sindaco», ormai autoproclamato «MegaloSindaco». I Consiglieri di maggioranza ridotti ad ectoplasmi è come non ci fossero: quando la minoranza presenta emendamenti, il «MegaloSindaco» decide come si deve votare, incurante perchè sicuro del parere ossequiante della sua coalizione, il «MegaloSindaco» alza la mano per primo o non la alza e i Consiglieri della “sua” maggioranza lo seguono come le pecorelle.
Alcune perle d’esempio:
si scopre che spenderemo (e anzi, una parte sono già stati spesi) 1.200.0000 euro per rifare quasi tutte le piazze comunali, perché quelle attuali al «MegaloSindaco» non piacciono (e speriamo che sia solo un fatto estetico..);
la minoranza fa una domanda al Revisore dei Conti, obbligato per legge a rispondere a tutti i quesiti che gli vengono sottoposti: il Revisore non riesce a rispondere perché il «MegaloSindaco» ha deciso che non deve farlo: punto e basta;
un Consigliere di minoranza chiede a che punto è la gara sugli impianti fotovoltaici comunali, il «MegaloSindaco» risponde bofonchiando in un sussulto di sussurrato pudore: annullata. In che senso annullata? Annullata! Non un spiegazione, non una motivazione; e l’espressione di lesa maestà dipinge il suo volto, che par significare: “Ma chi è questo Consigliere di minoranza che si permette di chiedermi qualcosa?” Per il «MegaloSindaco», per il suo modo di intendere la comunità, per il suo egocentrismo smisurato, questo Consigliere (come gli altri, che “questo o quello, per Lui pari sono”) son niente e nessuno, dimenticando che invece rappresentano una parte dei cittadini del Comune di Gaiarine che li ha votati ed eletti.
La minoranza chiede come opererà l’amministrazione per la tutela dell’ambiente e il
«MegaloSindaco» (che già ha considerato inutile l’assessorato all’ambiente) risponde presentando l’ormai prossima apertura dell’autostrada e l’imminente realizzazione della circonvallazione; mentre sul tema dei rifiuti ha già deciso che Gaiarine non aderirà alla raccolta “porta a porta”.
Si scopre anche come a suo giudizio i Consiglieri non conoscono Gaiarine (vi ricordate come fu apostrofato Silvano Zaccariotto sui giornali per la vicenda del Monumento ai Trevisani nel Mondo?), non capiscono nulla di edilizia (così disse il ragioniere al geometra!) e non capiscono le necessità dei proprietari di case sfitte, mentre lui sì dall’alto della sua onnipotenza capisce e abbassa loro le aliquote Ici, e così via.
Uno squallore istituzionale, un crescendo di maleducazione.

Qui ci vorrebbe insieme un sussulto etico e politico, ma i partiti presenti nella maggioranza non sono in grado di produrlo: non la Lega ridotta a comparsa incapace di scuoterselo da dosso per la pochezza dei suoi rappresentanti, non gli/le ex AlleanzaNazionale forse intimoriti/e dagli equilibri/squilibri nazionali, non gli ex di ForzaItalia che pur di stare al potere sono disposti a tutto, anche alla poltrona dell’invisibilità, tutta apparenza niente sostanza.
E la minoranza: oh, la minoranza!!!!
Non ha forza, non ha capacità; non ha nè visione nè strategia politica, troppo distanti e diversi i modus operandi e le sensibilità dei suoi componenti, troppo diversi gli obiettivi che si propongono di perseguire, quando se ne propongono, e diverse anche le modalità di azione. Qualcuno di loro cerca visibilità, qualcun altro è il capogruppo e non lo sa o dimentica d’esserlo, altri ancora pare lì per caso, apatico, abulico, tanto indifferente quanto pronto alla sintonia compromettente con la maggioranza.
E questa minoranza eterogenea dopo un anno (solo!!!) giunge alla scissione! Così inizierà il Consiglio Comunale del 25 maggio 2010; con una comunicazione del Consigliere Rosada che interviene sulla grave crisi economica che stiamo attraversando e conclude con l’annuncio della sua personale fuoriuscita dal Gruppo Impegno Comune Genti Venete per formare un suo personale Gruppo Fare Futuro Federale.

La cronaca
punti 1 e 2
Approvazioni Verbali

punto 3
Viene deliberata (notate: a fine maggio!) l’individuazione delle zone non metanizzate del comune e la relativa agevolazione fiscale per l’acquisto di gasolio e/o gpl. Dai Consiglieri di minoranza viene fatto notare che da inizio anno i cittadini delle vie non metanizzate hanno acquistato il gasolio, (tra l’altro in presenza di un inverno tra i più freddi degli ultimi anni) senza l’agevolazione, perché il Comune non aveva ancora deliberato in merito. Il Sindaco si nasconde dietro al fatto che si era in attesa di una modifica di legge e che comunque da domani i cittadini possono richiedere il rimborso. Gli viene fatto notare che, alla faccia della semplificazione burocratica, il cittadino sarà costretto a compilare carte e perder del tempo per ottenere ciò che gli era dovuto sin dall’inizio dell’anno. Non risponde nemmeno. (il che significa: “Ma che cosa vogliono questi cittadini, chiedano il rimborso e basta.”). Noi riteniamo che questa delibera poteva essere fatta tempestivamente a gennaio 2010 (come hanno fatto tanti altri comuni), a prescindere dalle eventuali modifiche di legge, e anche convocando un Consiglio comunale ad hoc. In questo modo si sarebbe fatto l’interesse dei propri cittadini e si sarebbe evitato esborsi di denaro e disagi burocratici. (vedi post)

punto 4 e 5
Scivolati via.

punto 6
Alla presentazione del bilancio consuntivo 2009 nocciolo del dibattito è il mancato rispetto del patto di stabilità, infrazione che penalizzerà la possibilità di investimenti dell’amministrazione negli esercizi a venire. nello scambio anche acceso di chiarimenti, distinguo, spiegazioni viene fuori addirittura come in realtà il Comune di Gaiarine non ha speso più di quel che doveva e gli era consentito per la correttezza del suo bilancio: ma ha onorato i pagamenti che doveva ai propri fornitori (come dire che un ubriaco non ha bevuto troppo: ma ha diligentemente pagato all’oste tutte le bottiglie svuotate!).
Commovente l’invito del Revisore dei conti (al quale si possono rivolgere SOLO domande inerenti al punto in questione – ovvero nessuna domanda sgradita o imbarazzante, please!) all’applauso per il comune di Gaiarine, che in questi frangenti economicamente difficili e perigliosi, ha scelto di pagare i propri fornitori.. (nessuno che chiedesse come mai ben conoscendo a priori il limite di spesa imposto dal patto di stabilità, si è scelto di spendere ugualmente: un buon amministratore – ovvero il toccante buon padre di famiglia richiamato sapientemente più avanti nella relazione di presentazione del bilancio 2010/2012 – decide le spese che si può permettere.. o no?); altra curiosa coincidenza riguarda la recente scadenza elettorale amministrativa del 2009: le spese giungono a ridosso delle elezioni (opere pubbliche, inaugurazioni, cerimonie), si fa campagna elettorale su ciò che si è fatto (infrangendo il patto di stabilità: si sa ma non si dice!) e nella stessa campagna elettorale si promettono nuove spese e nuove opere pur sapendo che prima conseguenza dell’infrazione sarà una serie di sanzioni che ridurrà la possibilità dei nuovi investimenti promessi.
E dunque?
Si mente sapendo di mentire?
Revisore, ciò dovremmo applaudire?
Infine «son d’accordo»: questa l’inaspettata risposta del Sindaco ad una critica della minoranza riferita alla fatto sconveniente di venir a sapere con grande ritardo del mancato rispetto del patto di stabilità.. chissà perchè ma ci sovvi
ene quel celebre e orgoglioso motto dannunziano «me ne fr..»!

punto 7
Sulle aliquote ICI contestata la riduzione dell’aliquota dal 7 al 5,5 per mille sui locali sfitti; riduzione vista dall’amministrazione come misura premiante in questo momento di crisi economica verso chi si trova proprietario di immobili (case, negozi, capannoni) e non riesce ad affittarlo; la minoranza, tramite un emendamento presentato dal Consigliere Poles, propone invece di favorire in altro modo (e con uguale impegno economico) i cittadini con una più generalizzata riduzione delle aliquote ICI; sprezzante e ironico il commento del Sindaco: “la minoranza non vive la realtà del comune di Gaiarine”..
Si vota, 5 favorevoli e 11 contrari (10 le pecorelle); possibile che nessuna di quest’ultime abbia ritenuto che fosse più giusto in questo momento di crisi ridurre l’aliquota ICI di un po’ a tutti piuttosto che ai soli signorotti, immobiliaristi, ecc? Ma fa così anche il governo nazionale.

punto 8
L’unica opera pubblica del 2010, sarà il raddoppio della palestra di Calderano (abracadabra: vedi la palestra? voilà! Ora sono due!). Vediamo un po’.
Era prevista, per l’intero campus sportivo di Calderano (palestra, campi da tennis, percorso vita) una spesa totale di 750.000 euro, ora per la costruzione della sola palestra si prevede una spesa di 905.000 Euro. Alla faccia della deflazione e della crisi… La minoranza fa notare che alla Scuola Elementare di Francenigo c’è una palestra in cattive condizioni (vi ricordate il cedimento rovinoso di gennaio?) ed è anche senza una mensa adeguata da tempo immemore. Il «MegaloSindaco» attiva i suoi poteri speciali e si lancia contro il Consigliere Antoniolli in una filippica che parte dal secolo scorso (1994), con la progettazione e realizzazione di quella che lui chiama la “giostra” (ovvero il padiglione d’attesa davanti alla scuola) rinfacciandogli che se palestra e mensa fossero state davvero necessarie le doveva far costruire lui stesso quando in quel tempo era consigliere anziano.

Ahilui, Il «MegaloSindaco» dimentica che nel 1994 i bambini non mangiavano a scuola e quindi la mensa allora non era necessaria e soprattutto dimentica, cosa che noi invece ricordiamo non fosse altro perchè più vicina nel tempo, che lui ha speso, nella passata legislatura, ben 40.000 euro (dei nostri) per ri-adattare due aule come mensa, sbandierandola come il rimedio migliore a tutti i disagi legati al pranzo degli scolari, rimedio invece che nulla ha risolto anzi “pezo il tacòn del sbrego”.
Il buon senso dovrebbe far dire al Sindaco: “ho buttato via 40.000 euro della comunità e chiedo scusa a tutti: cittadini, scolari, genitori, insegnati, e per questo realizzo prima di ogni altra opera pubblica una mensa vera.”
No, non è così. Invece poichè pare ci siano molte richieste da parte di squadre di calcetto, di pallavolo, di pallacanestro, di ginnastica (e qui par seguire l’intero campionario di sport olimpici escluso forse il canottaggio e il tiro con l’arco) per l’uso della palestra e non riuscendo ad accontentare tutti, la nostra comunità spenderà 905.000 euro per soddisfare queste richieste e introitare qualche migliaio di euro di affitto equo e popolare.
Siamo tutti d’accordo, proprio un gran affare, ma per chi?

punto 9
Scivola via senza particolari discussioni (d’altra parte l’ora si fa tarda); quando all’improvviso dalla minoranza, visto l’argomento ecclesiastico, giunge una domanda fondamentale e di vitale importanza per la vita democratica e politica del Comune di Gaiarine: come mai nella Sala Consiliare non ci sono nè la foto del Presidente della Repubblica Eccellentissimo Giorgio Napolitano nè il Crocifisso del Salvatore Gesù Cristo? Repentino rotear di teste consiliari e scrutar d’occhi sorpresi sulle pareti circostanti: ohibò, è vero!
Per non scontentar nessuno (o in ossequio alla par condicio) manca sia il sacro che il profano!
Forse perchè l’essenzialità è laica?

punto 10
Nella relazione viene riproposta tutta la mielosa propaganda elettorale, zeppa di interventi ed opere, di articoli 6, di palestrepavimentazionipisteciclabilipiazzelottizzazioni.. si ripresenta il raddoppio della palestra di Calderano, si ridiscute animatamente su quale sia la priorità nel Comune, se la seconda palestra a Calderano o la realizzazione di un locale mensa adeguato e di una palestra a Francenigo, riesumando posizioni e scelte del secolo scorso sulle priorità di un paese;
viene presentato dalla minoranza un emendamento che si può battezzare “impegno a valutare il quoziente familiare”; e poichè si tratta di valutare e quindi la valutazione potrà essere fatta ma anche no, il Sindaco decide di approvarlo e alza la mano magnanimo al che, rivelando un’inaspettata attenzione (non all’emendamento: ma alla Sua mano) tutti i Consiglieri di maggioranza reagiscono all’unisono: emendamento approvato! La democrazia è salva!
Infine qualche altra discussione, anche animata ma fine a se stessa poichè al momento della votazione l’intera maggioranza (10 pecorelle) esce dal torpore che l’ora, il postcena, il primo caldo estivo causa e vota compattamente a favore o contro seguendo l’indicazione della mano augusta.

Ite missa est!

parrebbe inutile ma potete verificare qui l’aggiornamento su “chi parla nei consigli comunali”

Condivi
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Acqua bene pubblico: quando la societ

Nel post del 9 maggio scorso ci chiedevamo quale riguardosa e discreta attività stessero conducendo maggioranza e minoranza sul tema della tutela dell’acqua come bene pubblico, così clamorosamente deliberata in Consiglio Comunale non più tardi di 3 mesi fa, approfittando della campagna referendaria con la quale si vuole raccoglier firme per abrogare i passaggi più vergognosi della recente Legge Ronchi, che obbligherà entro due anni a svendere la gestione dell’acqua ai privati.
A quella domanda abbiamo ricevuto una sola risposta (e proprio su questo blog) che si riassume nella disponibilità (apprezzata ma non sufficiente) dei consiglieri di minoranza ad autenticare le firme se qualcuno si darà da fare per raccoglierle; e quindi constatiamo che le dichiarazioni, per quanto ideali, rimangono pressoché sulla carta, secondo un gioco troppe volte visto ormai (ma evidentemente non sufficienti ancora a farlo smascherare da tutta l’opinione pubblica) dove si fa a gara a chi per primo fa proprio il valore più alto, l’ideale supremo, ergendolo a bandiera e vessilo, ma riducendolo a slogan e propaganda, costringendo l’avversario al silenzio o a borbottare un’adesione forzata fino alla successiva trovata pubblicitaria che inneschi una nuova escalation per l’allungo di una delle parti.
Così è successo con questa delibera, nobile, prestigiosa, ammirevole e generosa nella sua formulazione ma una volta letta dalla minoranza e nemmeno discussa ed esaminata dalla maggioranza (per incapacità dialettica? ignoranza tecnica? solidarietà politica verso chi ha legiferato?) rimossa e dimenticata; che ora il nuovo slogan della maggioranza è “fotovoltaico redditizio e conveniente” (che tradotto significa «far schei còl sol»).
E allora?

E allora una parte della società civile di Gaiarine (noi ForaparFora e Amica Terra), si muove, si informa, sa che il Forum dei movimenti per l’acqua ha costituito un Comitato Nazionale che promuove la raccolta di firme per arrivare alla proposizione di un referendum con 3 quesiti per l’abrogazione parziale della Legge Ronchi, e allora fa proprio lo spirito di questa delibera, e in contatto con i referenti di Treviso, si procura i moduli per la raccolta di firme e li deposita nei comuni di GAIARINE, CORDIGNANO, ORSAGO e CODOGNÈ dando così finalmente ai cittadini di questi quattro comuni la possibilità di firmare per i 3 quesiti.
E gli amministratori del nostro Comune?

Il Sindaco, gli assessori, i consiglieri di maggioranza che faranno?

Avranno la coerenza e il coraggio di apporre la loro firma sui 3 quesiti?

Riuscirà il nostro Sindaco a superare l’idisioncrasia dimostrata pochi mesi fa per le “firme popolari”?
E i consiglieri di minoranza, la cui firma diamo per scontata, avranno la coerenza di esporsi mettendo in campo iniziative concrete per promuovere una raccolta firme in quel di Gaiarine?

Infine alleghiamo, per informare e soprattutto per sensibilizzare i cittadini (e speriamo anche i nostri amministratori), l’email pervenutaci oggi dalla Segreteria della Campagna Referendaria Acqua Pubblica.


Care/i, anche oggi, man mano che in segreteria arrivavano i dati dalle varie regioni, ci si rendeva conto del raggiungimento di un nuovo record settimanale: oltre 150.000 firme raccolte per un totale di 680.624 firme!
Già la prossima settimana raggiungeremo l’obiettivo delle 700.000 firme prefissato a inizio campagna.

Non ci sono flessioni, ogni settimana è una settimana record, complimenti a tutti!

E adesso avanti tutta verso il milione di firme a sostegno dei tre referendum!

Per quanto riguarda il nostro Giro d’Italia dell’acqua pubblica vi comunichiamo che la provincia di Savona ha vinto la maglia rosa (percentuale di firme totali raccolte rispetto alla popolazione) e la provincia di Frosinone ha vinto la maglia blu (maggior numero di fimre raccolte rispetto alla popolazione nell’ultima settimana).

Un grande applauso ai savonesi e ai ciociari che festeggeremo tutti assieme in luglio quando consegneremo le firme.

Nessuna campagna referendaria ha raccolto tanti consensi in così poco tempo come la nostra.

Una grande festa della democrazia e della partecipazione che sta facendo entrare i tre referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua nella storia di questo paese.

Non è il momento di mollare. Dimostriamo tutta la nostra forza, raggiungiamo e superiamo il milione di firme, continuiamo a pedalare tutti insieme verso il traguardo. Questo obiettivo ci consentirebbe di rendere manifesto l’enorme consenso registrato e di dare un maggiore peso politico all’iniziativa.

Proseguiamo il lavoro con l’impegno e l’entusiasmo che abbiamo messo in campo finora perchè il milione di firme è alla nostra portata!

La Segreteria della Campagna Referendaria Acqua Pubblica
info: www.acquabenecomune.org

Condivi
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Acqua bene pubblico: quando la societ

Nel post del 9 maggio scorso ci chiedevamo quale riguardosa e discreta attività stessero conducendo maggioranza e minoranza sul tema della tutela dell’acqua come bene pubblico, così clamorosamente deliberata in Consiglio Comunale non più tardi di 3 mesi fa, approfittando della campagna referendaria con la quale si vuole raccoglier firme per abrogare i passaggi più vergognosi della recente Legge Ronchi, che obbligherà entro due anni a svendere la gestione dell’acqua ai privati.
A quella domanda abbiamo ricevuto una sola risposta (e proprio su questo blog) che si riassume nella disponibilità (apprezzata ma non sufficiente) dei consiglieri di minoranza ad autenticare le firme se qualcuno si darà da fare per raccoglierle; e quindi constatiamo che le dichiarazioni, per quanto ideali, rimangono pressoché sulla carta, secondo un gioco troppe volte visto ormai (ma evidentemente non sufficienti ancora a farlo smascherare da tutta l’opinione pubblica) dove si fa a gara a chi per primo fa proprio il valore più alto, l’ideale supremo, ergendolo a bandiera e vessilo, ma riducendolo a slogan e propaganda, costringendo l’avversario al silenzio o a borbottare un’adesione forzata fino alla successiva trovata pubblicitaria che inneschi una nuova escalation per l’allungo di una delle parti.
Così è successo con questa delibera, nobile, prestigiosa, ammirevole e generosa nella sua formulazione ma una volta letta dalla minoranza e nemmeno discussa ed esaminata dalla maggioranza (per incapacità dialettica? ignoranza tecnica? solidarietà politica verso chi ha legiferato?) rimossa e dimenticata; che ora il nuovo slogan della maggioranza è “fotovoltaico redditizio e conveniente” (che tradotto significa «far schei còl sol»).
E allora?

E allora una parte della società civile di Gaiarine (noi ForaparFora e Amica Terra), si muove, si informa, sa che il Forum dei movimenti per l’acqua ha costituito un Comitato Nazionale che promuove la raccolta di firme per arrivare alla proposizione di un referendum con 3 quesiti per l’abrogazione parziale della Legge Ronchi, e allora fa proprio lo spirito di questa delibera, e in contatto con i referenti di Treviso, si procura i moduli per la raccolta di firme e li deposita nei comuni di GAIARINE, CORDIGNANO, ORSAGO e CODOGNÈ dando così finalmente ai cittadini di questi quattro comuni la possibilità di firmare per i 3 quesiti.
E gli amministratori del nostro Comune?

Il Sindaco, gli assessori, i consiglieri di maggioranza che faranno?

Avranno la coerenza e il coraggio di apporre la loro firma sui 3 quesiti?

Riuscirà il nostro Sindaco a superare l’idisioncrasia dimostrata pochi mesi fa per le “firme popolari”?
E i consiglieri di minoranza, la cui firma diamo per scontata, avranno la coerenza di esporsi mettendo in campo iniziative concrete per promuovere una raccolta firme in quel di Gaiarine?

Infine alleghiamo, per informare e soprattutto per sensibilizzare i cittadini (e speriamo anche i nostri amministratori), l’email pervenutaci oggi dalla Segreteria della Campagna Referendaria Acqua Pubblica.


Care/i, anche oggi, man mano che in segreteria arrivavano i dati dalle varie regioni, ci si rendeva conto del raggiungimento di un nuovo record settimanale: oltre 150.000 firme raccolte per un totale di 680.624 firme!
Già la prossima settimana raggiungeremo l’obiettivo delle 700.000 firme prefissato a inizio campagna.

Non ci sono flessioni, ogni settimana è una settimana record, complimenti a tutti!

E adesso avanti tutta verso il milione di firme a sostegno dei tre referendum!

Per quanto riguarda il nostro Giro d’Italia dell’acqua pubblica vi comunichiamo che la provincia di Savona ha vinto la maglia rosa (percentuale di firme totali raccolte rispetto alla popolazione) e la provincia di Frosinone ha vinto la maglia blu (maggior numero di fimre raccolte rispetto alla popolazione nell’ultima settimana).

Un grande applauso ai savonesi e ai ciociari che festeggeremo tutti assieme in luglio quando consegneremo le firme.

Nessuna campagna referendaria ha raccolto tanti consensi in così poco tempo come la nostra.

Una grande festa della democrazia e della partecipazione che sta facendo entrare i tre referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua nella storia di questo paese.

Non è il momento di mollare. Dimostriamo tutta la nostra forza, raggiungiamo e superiamo il milione di firme, continuiamo a pedalare tutti insieme verso il traguardo. Questo obiettivo ci consentirebbe di rendere manifesto l’enorme consenso registrato e di dare un maggiore peso politico all’iniziativa.

Proseguiamo il lavoro con l’impegno e l’entusiasmo che abbiamo messo in campo finora perchè il milione di firme è alla nostra portata!

La Segreteria della Campagna Referendaria Acqua Pubblica
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Integrazione dell’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Martedì 25 Maggio 2010

L’Ordine del giorno del Consiglio Comunale convocato per Martedì 25 Maggio è stato integrato con i seguenti punti:

Come potete vedere siamo di fronte ad una Amministrazione Comunale che ha l’idee molto chiare:
convoca un Consiglio Comunale con all’ordine del giorno il Conto Consuntivo 2009 e poi lo integra, addirittura, con il Bilancio di Previsione 2010.

Chissà come mai?

Ci stiamo ragionando e una risposta forse la troveremo.

Condivi
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Vitamina L come Legalit

Mattia prende uno sgangherato scatolone e lo deposita a lato, poi va al microfono e guarda verso le decine di ragazzi seduti sul pavimento dell’atrio.

Punta il dito verso uno di loro, lo invita fuori e gli chiede di saltare sullo scatolone, calpestarlo con forza, sfondarlo, frantumarlo.
«Coraggio – lo sprona – ancora, salta, rompilo, rompi quella scatola!»
Poi, mentre i ragazzi sorridono tentando di immaginarne il significato, lo ringrazia e inizia il suo intervento: “Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene massacrato, ucciso, fatto esplodere sui binari della ferrovia perchè faceva il rompiscatole con la mafia, perchè rompeva le scatole a cosa nostra.”
I ragazzi, attenti, silenziosi, immersi nell’ascolto finalmente capiscono e seguono ciò che Mattia racconta.
E forse comprendono meglio anche la sintetica ma impressionante introduzione con la quale Alberto ha cercato di spiegare cosa significa mafia e cosa vuol dire morire di mafia.
E seguono anche il videoclip dei Modena City Ramblers che cantano i 100 passi sulle coinvolgenti immagini del film di Marco Tullio Giordana.
E ascoltano con attenzione anche le due storie che Franco presenta e che parlano di due ragazze, giovanissime come loro ma la cui vita, al contrario di loro, si è intrecciata troppo presto con la tragedia e il dramma del crimine, pagandone il prezzo della vita.
Sono le storie di Rita Atria ed Elisa Claps.
Rita, la prima, testimone di giustizia a fianco di Paolo Borsellino, per questa sua coraggiosissima scelta allontanata e ripudiata dalla sua famiglia e da sua madre, e alla quale, proprio la strage di via d’Amelio, costata la vita al giudice Borsellino e alla sua scorta, ha tolto la speranza di vivere spingendola al suicidio a soli 17 anni.
Elisa, la seconda, la cui vicenda è da poco tornata agli onori della cronaca dopo il ritrovamento dei poveri resti nella dimenticata soffitta di una chiesa, vittima in una vicenda ancora da definire ma nella quale, ancora una volta, spunta l’intreccio con la malavita organizzata.
Due drammatiche, tragiche vicende che tutti i ragazzi presenti in sala hanno ascoltato e seguito; vicende che esistono e devono essere ricordate e conosciute da tutti così come a tutti «se si insegnasse la bellezza li si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. […] bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perchè in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.»
Peppino Impastato

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Vitamina L come Legalit

Mattia prende uno sgangherato scatolone e lo deposita a lato, poi va al microfono e guarda verso le decine di ragazzi seduti sul pavimento dell’atrio.

Punta il dito verso uno di loro, lo invita fuori e gli chiede di saltare sullo scatolone, calpestarlo con forza, sfondarlo, frantumarlo.
«Coraggio – lo sprona – ancora, salta, rompilo, rompi quella scatola!»
Poi, mentre i ragazzi sorridono tentando di immaginarne il significato, lo ringrazia e inizia il suo intervento: “Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene massacrato, ucciso, fatto esplodere sui binari della ferrovia perchè faceva il rompiscatole con la mafia, perchè rompeva le scatole a cosa nostra.”
I ragazzi, attenti, silenziosi, immersi nell’ascolto finalmente capiscono e seguono ciò che Mattia racconta.
E forse comprendono meglio anche la sintetica ma impressionante introduzione con la quale Alberto ha cercato di spiegare cosa significa mafia e cosa vuol dire morire di mafia.
E seguono anche il videoclip dei Modena City Ramblers che cantano i 100 passi sulle coinvolgenti immagini del film di Marco Tullio Giordana.
E ascoltano con attenzione anche le due storie che Franco presenta e che parlano di due ragazze, giovanissime come loro ma la cui vita, al contrario di loro, si è intrecciata troppo presto con la tragedia e il dramma del crimine, pagandone il prezzo della vita.
Sono le storie di Rita Atria ed Elisa Claps.
Rita, la prima, testimone di giustizia a fianco di Paolo Borsellino, per questa sua coraggiosissima scelta allontanata e ripudiata dalla sua famiglia e da sua madre, e alla quale, proprio la strage di via d’Amelio, costata la vita al giudice Borsellino e alla sua scorta, ha tolto la speranza di vivere spingendola al suicidio a soli 17 anni.
Elisa, la seconda, la cui vicenda è da poco tornata agli onori della cronaca dopo il ritrovamento dei poveri resti nella dimenticata soffitta di una chiesa, vittima in una vicenda ancora da definire ma nella quale, ancora una volta, spunta l’intreccio con la malavita organizzata.
Due drammatiche, tragiche vicende che tutti i ragazzi presenti in sala hanno ascoltato e seguito; vicende che esistono e devono essere ricordate e conosciute da tutti così come a tutti «se si insegnasse la bellezza li si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. […] bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perchè in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.»
Peppino Impastato

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