Vedo, prevedo, stravedo: Gaiarine, futuro prossimo o post-anteriore?

Il comune di Gaiarine si prepara ad un nuovo Rinascimento: accogliendo le scorie radioattive provenienti dalla centrale nucleare di Monfalcone e le ceneri tossico/nocive degli inceneritori di Silea e Marghera; già localizzate le ubicazioni apposite nel territorio comunale (laghetti ed ex-cave) riceverà come contropartita dal governo 100 milioni di euro con i quali rifare le piazze del capoluogo e delle frazioni, costruire tre nuove palestre e quattro mense, realizzare 2 circonvallazioni, 3 tangenziali, la bretella di raccordo e 18 rotatorie, un poliambulatorio ed un hospice per terminali oncologici, un centro per l’infanzia polivalente per il monitoraggio e lo studio delle malattie genetiche derivate dall’inquinamento ambientale, un dispensario specialistico per il trattamento delle nuove patologie allergologiche e psicosomatiche.

Questo ci dichiara un entusiasta MegaloSindaco: “Saremo all’avanguardia nel nordest, un laboratorio di progresso, sviluppo ed evoluzione.. Con tutto il denaro che riceveremo potremo trasformare il comune con l’efficienza di chi fa parlare i fatti e senza tralasciare i risparmi di scala: smantelleremo la vecchia illuminazione pubblica grazie alla luminescenza notturna della radioattività diffusa, riclassificheremo la superata acqua pubblica dell’acquedotto in pregiato liquido per uso industriale grazie alle infiltrazioni nelle falde di metalli pesanti e composti chimici, e valuteremo la possibilità di reclamizzare le proprietà balsamico/terapeutiche della nostra aria, finalmente valorizzata dalla diffusione di micro e nano particelle di letali polveri sottili e per questo sosterremo la riconversione di uno stremato settore mobiliero nel ben più fiorente e sicuro settore funerario .. e tutto questo nella tradizione delle nostre radici religiose e cattoliche con le quali rilanceremo la ingiustamente dimenticata tradizione della Festività delle Ceneri che recita: “di cenere e polvere siamo e di cenere e polvere ritorneremo“..
Potremo abbandonare l’ormai superato slogan “una casa per tutti” lanciando il nuovissimo “una cassa per tutti!“..

Mai più code di automobili e autotreni nei nostri centri, mai più società sportive senza palestra e scolari affamati nei corridoi, mai più costosissimi viaggi della speranza dei nostri malati nel resto d’italia o all’estero: saremo federalisti anche in questo, ci cureremo i malati che produrremo in un circolo virtuoso di filiera cortissima che promuoveremo con la campagna «tumori a km zero»..”
Concordi e unanimi anche assessori e consiglieri della maggioranza che così hanno voluto esprimere il loro articolato pensiero: “……………………….”

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L’acqua non si vende: si difende!

Mentre centinaia di migliaia di italiani stanno firmando per i 3 referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua, il ministro per le Politiche Comunitarie, Andrea Ronchi dà il via a una “operazione verità” intitolata “Acqua le ragioni dell’intervento”, una sorta di decalogo di “veri” e “falso” sulla cosiddetta “riforma dei servizi pubblici locali”, che il ministro si pregia di aver avviato e che sarebbe mistificata da noi referendari, dai movimenti dell’acqua bene comune e da tutti i difensori del servizio pubblico.
Il Forum dei Movimenti per l’acqua risponde alle “verità ministeriali” confutandole punto per punto e mette in guardia tutti i Comuni italiani dal farsi scippare per decreto competenze e servizi in cambio di promesse di investimenti ed efficienza che non si sono mai visti.

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Darse da far… BISOGNA!

“La cultura non è buon tempo, non sta in una laurea in un cassetto, né su uno scaffale di libri chiusi, non è merce per turisti, digestiva o esotica.
Non è un settore dell’economia, non è nemmeno una una tantum come un condono.
Allora cos’è?
In Veneto è come la campagna, qualcosa di cui ogni tanto ci si sgionfa di ciacole e poi ci si dimentica per fare finanza con i terreni.
A curare l’orto, il proprio orto, son bravi tutti, certo, bisogna!
Ma non basta mica.
Voglio parlare di futuro, di paesaggio e di servitù di passaggio.”
Marco Paolini



Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei

e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht Berlino, 1932.
attribuita anche al pastore Martin Niemöller

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