Zanardo: “O sante o puttane, è la concezione delle donne che emerge dal caso Ruby”

di Eleonora Bianchini

Secondo l’autrice del documentario “Il corpo delle donne”, i festini di Arcore restituiscono l’immagine di ragazze che usano il loro corpo come merce di scambio per l’ascesa sociale. Colpa della tv commerciale. Ma anche la sinistra ha le sue responsabilità

L’Italia deve abbandonare la dicotomia cattolica della ‘femmina santa o puttana’ e la sinistra, complice del modello culturale diffuso dalla tv commerciale, deve proporre un’alternativa al corpo come merce di scambio per l’ascesa sociale. Per Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne”, lo scandalo dei festini di Arcore delinea un’immagine del ‘sesso debole’ profondamente radicata nel nostro paese e, purtroppo, non c’è niente di inaspettato: “Dalle intercettazioni constatiamo ciò che abbiamo lasciato sviluppare noi adulti negli ultimi 30 anni”.

Nulla di nuovo quindi?
Esatto. Sono arrabbiata con la mia generazione over 40 con la sinistra che ha permesso tutto questo. Non è vero che le ragazze vogliono fare solo le veline e chi lo desidera è perché ritiene che la tv permetta di esistere, e se non appari non esisti. Lo vediamo con il nostro progetto di
media education (“Nuovi occhi per la tv”, corso di mediaeducation, ndr) che portiamo nelle scuole di tutta Italia.

La sinistra quindi è complice.
Sì, non ha fatto la legge sul conflitto di interessi e ha sottovalutato il potere della tv. E’ stata colpa di un liberismo pernicioso, quel desiderio di benessere che ha fatto proseliti bipartisan. Il risultato? Che mentre Bossi si fa fotografare in canottiera vicino agli alpini, i leader dell’opposizione preferiscono il cachemire, Capalbio, le barche, i pranzi con De Benedetti. Ma se sono un poveraccio una foto di George Clooney non serve a niente. Bisogna tornare nelle fabbriche per reale interesse, non perché fa figo. I giovani chiedono modelli di riferimento e bisogna che noi diamo risposte.

Quali sono gli elementi che convincono le ragazze a vendersi a Berlusconi?
La proposta di ascesa sociale, che determina l’esistenza dell’individuo secondo la cultura televisiva, e il guadagno facile. Ogni giorno mi arrivano mail di ragazze che prendono 800 euro al mese quando riescono a trovare un lavoro. Portarne a casa qualche migliaio a serata fa una bella differenza. La sinistra deve proporre un discorso sulla morale, non sul moralismo, e sul valore di rispetto, dignità. Pare che oggi ce ne vergogniamo.

Nelle intercettazioni le ragazze parlano di Berlusconi come un ‘vecchio’ che ‘deve sganciare’ e allo stesso tempo sentiamo dichiarazioni di amore e devozione, come ha fatto ad esempio Evelina Manna. Perché?
Credo che temano la verità e le sue conseguenze. Del resto alcune del ‘giro’ sono poco più che maggiorenni, inesperte. Mettere nei pasticci il presidente del Consiglio fornisce una dose di euforia tanto forte quanto la paura per il rischio che si corre.

C’è chi crede di finire come Brenda, la trans del caso Marrazzo ritrovata carbonizzata nel suo appartamento.
Tutti avremmo paura. Queste ragazze sono entrate in contatto con le massime cariche istituzionali, da piccole e indifese sono state ammesse al cospetto del potere.

Le serate sono gestite da ‘dirigenti’ al femminile, da Licia Ronzulli a Nicole Minetti. Che immagine ha una donna che si presta a coordinarne altre come oggetti ad uso e consumo degli uomini paganti?
Bisogna distinguere se l’organizzazione è portata avanti da giovani coetanee o donne adulte. Nel primo caso procacciano situazioni e serate per le loro simili per essere ‘manager del proprio corpo’, come aveva dichiarato Sara Tommasi dopo una laurea in Bocconi e un reality. Se invece ci sono donne adulte è più doloroso: si tratta di un’interruzione dei rapporti intergenerazionali in cui la tv ha molta responsabilità. Oggi si mette in dubbio che tra una donna adulta e una giovane sia possibile una relazione profonda perché conta solo il corpo oggetto e le over 40 si sentono sconfitte o assediate nella competizione fisica. Così si è persa la capacità di fare rete.

Siamo sicuri che sia un elemento introdotto dalla tv? La tv l’ha amplificato molto. Certo, anche negli anni 50 le mamme mandavano le figlie a Miss Italia e in tempi antichi le cortigiane erano donate da madri compiacenti. Ma si trattava di eccezioni. Oggi l’analogo di questi eventi rimbomba attraverso il piccolo schermo. Per l’80% della popolazione che si informa, le notizie arrivano dalla tv. E ‘se l’hanno detto in tv’ è vero e indiscutibile.

Abbiamo visto le interviste a Sabina Began su SkyTg24 e a Ruby da Alfonso Signorini che ribadiscono la loro gratitudine al premier e prendono le distanze da orge e festini a sfondo sessuale. Perché recitano la parte delle ragazze caste?
Perché siamo in Italia. Da una parte abbiamo la tv, dall’altra la nostra cultura ancora profondamente cattolica, secondo cui esistono due tipi di donne: la santa e la puttana. Nel nostro paese non si è fatta strada la proposta di donna emancipata: o va a letto coi potenti o è poverina e sfruttata. Ci manca quel che hanno in Germania e Francia, ovvero la femmina con lo sguardo alto e fiero, soggetto e non oggetto che non è bacchettona e motiva le sue ragioni. Queste sceneggiate adoranti per Berlusconi fanno presa sul pubblico perché si è convinti che la donna non sia indipendente.

In tutto questo anche le donne avranno le loro responsabilità.
Sì, quelle adulte. Per me Ruby e Noemi Letizia sono bambine, è mostruosa una società che le giudica creature in grado di circuire politici adulti e smaliziati. E’ come ai tempi delle streghe al rogo. Che cosa manca a noi donne per farci rispettare? Siamo il 60% del pubblico tv, il 55% del welfare, determiniamo il mercato.

Ecco, cosa manca alle donne?
Dobbiamo smettere di cercare l’approvazione dell’uomo, lavorare su autostima e indipendenza, ricominciare a fare rete intergenerazionale.

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L’acqua non si vende: si difende! (3)

Fiumi battete le mani
di Alex Zanotelli
Sono queste le parole del Salmo 98 che mi sono improvvisamente affiorate alla mente quando mi è stato comunicato che la Corte Costituzionale aveva dato il via al referendum sull’acqua. Dopo anni di impegno, un sussulto di gioia e di grazie al Signore che riesce ancora a operare meraviglie, e un grazie allo straordinario “popolo dell’acqua” che ci ha regalato in due mesi un milione e mezzo di firme. La Corte ha approvato due dei tre quesiti referendari: il primo, che afferma che l’acqua è un bene di non rilevanza economica, e il terzo che toglie il profitto dall’acqua. Che la Corte Costituzionale (piuttosto conservatrice) abbia accolto queste due istanze sull’acqua in contrasto con i dogmi del sistema neo-liberista, è un piccolo miracolo.
E questo grazie agli straordinari costituzionalisti che le hanno formulate e difese, da Rodotà a Ferrara, da Mattei a Lucarelli senza dimenticare Luciani.

Ma la grande vincitrice è la cittadinanza attiva di questo paese che diventa il nuovo soggetto politico con cui anche i partiti dovranno fare i conti. “ I cittadini si sono appropriati del diritto di esprimersi sui beni comuni- hanno commentato A. Lucarelli e U. Mattei- sui beni di loro appartenenza, su quei beni che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali. Si è dato così significato e dignità all’art.1 della Costituzione Italiana, ovvero al principio che assegna al popolo la sovranità in una stagione di tragedia della democrazia rappresentativa.”
Tutto questo apre a una nuova stagione di democrazia: il cammino per riappropriarci dei beni comuni che ci sono stati sottratti.
E questo l’abbiamo ottenuto senza finanziamenti (ognuno ha dato quello che ha potut
o), senza i partiti presenti in Parlamento e senza l’appoggio dei grandi media. Questo rende ancora più straordinaria questa vittoria, la prima nel suo genere nell’Unione Europea. Dobbiamo ora lavorare sodo per informare, sensibilizzare, per convincere 25 milioni di italiani ad andare a votare (questo è il quorum necessario per la validità del referendum).
Sarà una campagna referendaria molto dura perché abbiamo davanti un Sistema economico-
finanziario che non può perdere l’oggetto del desiderio del XXI secolo: l’oro blu che è già scarso e andrà sempre più scarseggiando per il surriscaldamento del Pianeta. Per questo dobbiamo organizzarci bene con comitati a livello provinciale come a quello regionale. Dobbiamo imparare i processi democratici partendo dal basso, lavorando in rete e tenendoci tutti per mano, nel profondo rispetto del volto di ogni persona. Dobbiamo far nascere il nuovo dentro un Sistema che mercifica tutto, anche le persone.
Nel frattempo invitiamo poi i cittadini a chiedere tre cose:

  1. la Moratoria della legge Ronchi, per impedire la privatizzazione dell’acqua in pieno svolgimento del referendum perché, in caso di vittoria ,quei Comuni che avranno privatizzato, dovranno sborsare somme notevoli ai privati per riappropriarsi della loro acqua;
  2. la convocazione di un consiglio comunale monotematico sull’acqua per sottrarre il servizio idrico alle regole del mercato e della concorrenza, e sostenere e appoggiare i due Sì al referendum promosso dal Comitato referendario 2 Sì per l’acqua bene comune;
  3. il voto referendario venga associato alle elezioni amministrative previste per il mese di maggio.

Riteniamo poi fondamentale il ruolo che la Chiesa italiana può svolgere in questo referendum. Pertanto ai cristiani, alle parrocchie, alle comunità ecclesiali, chiediamo il coraggio di scendere a fianco di questo grande movimento dell’acqua pubblica. Chiediamo ai nostri vescovi di esprimersi ribadendo che l’acqua è la vita ed è un diritto fondamentale umano. In vista del referendum, chiediamo che la CEI si esprima sul tema di questo referendum, perché si tratta di un problema etico e morale.
Tutto questo è stato espresso molto bene dal vescovo cileno Luis Infanti della Mora di Aysén (Patagonia), nella sua stupenda lettera pastorale “Dacci oggi la nostra acqua quotidiana” : “La crescente politica di privatizzazione è moralmente inaccettabile quando cerca di impadronirsi di elementi così vitali come l’acqua, creando una nuova categoria sociale: gli esclusi. Alcune multinazionali che cercano di impadronirsi di alcuni beni della natura, e soprattutto dell’acqua, possono essere legalmente padroni di questi beni e dei relativi diritti, ma non sono eticamente proprietari di un bene dal quale dipende la vita dell’umanità. E’ un’ingiustizia istituzionalizzata che crea ulteriore fame e povertà, facendo sì che la natura sia la più sacrificata e che la specie più minacciata sia quella umana, i più poveri in particolare.
E allora diamoci tutti da fare perché ‘i fiumi ritornino a battere le mani’ quando il popolo italiano sancirà con i 2 Sì che l’acqua è bene comune, diritto fondamentale umano.

in molti hanno partecipato al concorso di idee per realizzare il logo della campagna referendaria “2 si per l’Acqua Bene Comune”. In totale, infatti, abbiamo ricevuto 38 produzioni con differenti caratteristiche e fantasie, sicuramente un’ulteriore attivazione per il popolo dell’acqua.
Ora, per scegliere quale sarà il logo che ci accompagnerà fino al voto per i 2 referendum per la ripubblicizzazione, apriamo le consultazioni!

Dunque sarà possibile votare per uno (e uno solo) dei loghi al seguente indirizzo: Scegliamo il logo della Campagna Referendaria 2 Sì per l’Acqua Bene Comune.

E’ importante dare la propria opinione e farla dare anche a chi non iscritto nelle nostre liste; per questo inoltriamo questo messagio e facciamo partecipare il più possibile alla scelta!

Dunque da oggi, e fino a martedì 01 Febbraio alle 19.00, sarà possibile esprimersi.

Quindi collegatevi, guardate e votate!

http://www.acquabenecomune.org/
http://www.referendumacqua.it/

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Semo a.. post! (33)

Castigat ridendo mores
che non significa il castigo per chi ride è la morte
come vorrebbero i tristi che si prendono troppo sul serio,
ma correggere i (mal)costumi deridendoli !

davvero impossibile ignorare uno sconcio simile

Art. 54 della Costituzione Italiana

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.


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L’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI : vero scandalo sanitario ed economico

Organizzato da PordenoneGrilla.it

L’incontro si terrà alle ore 20.30
presso la sala della Regione in Via Roma a Pordenone
***************
Dalla biblioteca online dell’ISDE:

“Effetti sulla salute umana degli impianti di incenerimento di rifiuti: cosa emerge dallo studio su Forlì” (Patrizia Gentilini)

Una buona occasione di fare Prevenzione Primaria è a nostro avviso quella di scegliere metodi di gestione dei rifiuti alternativi all’incenerimento, evitando di costruire impianti che emettono pericolosi inquinanti, tra cui anche sostanze classificate come cancerogeni certi per l’uomo. Sotto questo profilo appare moralmente inaccettabile continuare ad esporre le popolazione a rischi assolutamente evitabili. Tutto quanto sopra ci rammenta e conferma l’amara verità di Irwin Bross: “quando ( ..il governo e la classe dirigente medica e scientifica…) dicono che qualcosa è sicuro e buono per te, ciò che questo significa veramente è che è sicuro o buono per loro. A loro non importa quello che succede a te (…)
Se c’è qualcuno che proteggerà la tua vita e sicurezza, quel qualcuno non potrai essere che tu.

dedicato a veronesi, tirelli, de anna..

dal blog di Stefano Montanari
« … che cosa ne è del povero Principio di Conservazione della Massa, che cosa accade agli elementi chimici (esempio il piombo, il mercurio, l’arsenico, il cromo, e via discorrendo) che entrano nella combustione, quale sarà la sorte delle polveri primarie filtrabili, di quelle primarie condensabili e delle polveri secondarie. Poi, magari, potrebbe chiedere quali polveri sono catturate dai filtri e quale sarà la sorte di quelle polveri. Da ultimo, senza voler entrare in particolari troppo noiosamente tecnici, il volenteroso potrebbe chiedere all’ignoto giornalista che cosa ne è dei seguenti composti:

pentano;
triclorofluorometano;
acetonitrile;
acetone;
iodometano;
diclorometano;
2-metil-2-propanolo;
2-metilpentano;
cloroformio;
etil acetato;
2,2-dimetil-3-pentanolo;cicloesano;
benzene;
2-metilesano;
3-metilesano;
1,3-dimetilciclopentano;
1,2-dimetilciclopentano;
tricloroetano;
eptano;
metilcicloesano;
etilciclopentano;
2-esanone;
toluene;
1,2-dimetilcicloesano;
2-metilpropil acetato;
3-metilen eptano;
paraldeide;
ottano;
tetracloroetilene;
etil butirrato;
butil acetato;
etilcicloesano;
2-metilottano; dimetildiossano;
2-furancarbossialdeide;
clorobenzene;
metil etanolo;
trimetilcicloesano;
etil benzene;
acido formico;
cilene;
acido acetico;
composti carbonilici alifatici;
etilmetilcicloesano;
2-eptanone;
2-butossietanolo;
nonano;
isopropil benzene;
propilcicloesano;
dimetilottano;
acido pentancarbosslico;
propil benzene;
benzaldeide;
5-metil-2-furan carbossialdeide;
1-etil-2-metilbenzene;
1,3,5-trimetilbenzene;
trimetilbenzene;
benzonitrile;
metilpropilcicloesano;
2-clorofenolo;
1,2,4-trimetilbenzene;
fenolo;
1,3-diclorobenzene;
1,4-diclorobenzene;
decano;
acido esanoico;
1-etil-4-metilbenzene;
2-metilisopropilbenzene;
alcol benzilico;
1-metil-3-propilbenzene;
2-etil-1,4-dimetilbenzene;
2-metilbenzaldeide;
1-metil-2-propilbenzene;
metil decano;
4-metilbenzaldeide;
1-etil-3,5-dimetilbenzene;
1-metil-(1-propenil)benzene;
bromoclorobenzene;
4-metilfenolo;
metil benzoato;
2-cloro-6-metilfenolo;
etildimetilbenzene;
un decano;
acido eptanoico;
1-(clorometil)-4-metilbenzene;
1,3-dietilbenzene;
1,2,3-triclorobenzene;
alcol 4-metilbenzilico;
acido etilesanoico;
etil benzaldeide;
2,4-diclorofenolo;
1,2,4-triclorobenzene;
naftalene;
decametil ciclopentasilossano;
metil acetofenone;
1-(2-butossietossi) etanolo;
4-clorofenolo;
benzotiazolo;
acido benzoico;
acido ottanico;
2-bromo-4-clorofenolo;
1,2,5-triclorobenzene;
dodecano;
bromoclorofenolo;
2,4-dicloro-6-metilfenolo;
diclorometilfenolo;
idrossibenzonitrile;
tetraclorobenzene;
acido metilbenzoico;
triclorofenolo;
acido 2-(idrossimetil) benzoico;
1,2,3,4-tetraidro-2-etilnaftalene;
2,4,6-triclorofenolo;
4-etilacetofenone;
2,3,5-triclorofenolo;
acido 4-clorobenzoico;
2,3,4-triclorofenolo;
1,2,3,5-tetraclorobenzene;
1,1′-bifenil (2-etenil-naftalene);
3,4,5-triclorofenolo;
acido clorobenzoico;
2-idrossi-3,5-diclorobenzaldeide;
2-metilbifenile;
2-nitrostirene (2-nitroetenilbenzene);
acido decanoico;
idrossimetossibenzaldeide;
idrossicloroacetofenone;
acido etilbenzoico;
2,6-dicloro-4-nitrofenolo;
acido solfonico (p.m. 192);
4-bromo-2,5-diclorofenolo;
2-etilbifenile;
bromodiclorofenolo;
1(3H)-isobenzofuranone-5-metile;
dimetilftalato;
2,6-di-tert-butil-p-benzochinone;
3,4,6-tricloro-1-metil-fenolo;
2-tert-butil-4-metossifenolo;
2,2′-dimetilbifenile;
2,3′-dimetilbifenile;
pentaclorobenzene;
bibenzile;
2,4′-dimetilbifenile;
1-metil-2-fenilmetilbenzene;
fenil benzoato;
2,3,4,6-tetraclorofenolo;
tetraclorobenzofurano;
fluorene;
acido dodecanoico estere italico;
3,3′-dimetilbifenile;
3,4′-dimetilbifenile;
esadecano;
benzofenone;
acido tridecanoico;
esaclorobenzene;
eptadecano;
fluorenone;
dibenzotiofene;
pentaclorofenolo;
acido solfonico (p.m. 224);
fenantrene;
acido tetradecancarbossilico;
ottadecano;
estere italico;
acido tetradecanoico isopropil estere;
caffeina;
acido 12-metiltetradecacarbossilico;
acido pentadecacarbossilico;
metilfenantrene;
nonedecano;
acido 9-esadecen carbossilico;
antrachinone;
dibutilftalato;
acido esadecanoico;
eicosano;
acido metilesadecanoico;
fluoroantene;
pentaclorobifenile;
acido eptadecancarbossilico;
ottadecadienale;
pentaclorobifenile;
ammidi alifatiche;
acido ottadecancarbossilico;
esadecanammide;
docosano;
esaclorobifenile;
benzilbutilftalato;
diisoottilftalato;
acido esadecanoico esadecil estere;
colesterolo;

visto che tutti questi sono normalmente presenti nei fumi d’incenerimento (temo che cambiare nome in “termovalorizzazione” non ce la faccia a stravolgere la chimica), così come ci ricorda Jay, K., Stieglitz, L. Identification and quantification of volatile organic components in emissions of waste incineration plants. (1995). Chemosphere 30 (7): 1249-1260. »

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