Il 24 maggio di cento anni fa l’Italia si schierò al fianco di Inghilterra, Francia e Russia contro gli ex alleati dell’Impero Austro-Ungarico e della Germania, entrando fattivamente nella “Grande Guerra” anche se la maggioranza dei cittadini italiani era contraria.
Non ci dilunghiamo a spiegare come questa guerra fu condotta da parte dei generali italiani e quale immane tragedia fu per l’Italia e per gli altri paesi che vi parteciparono,
Bastano poche cifre per dare un quadro esauriente di che cosa fu realmente: morirono 37 milioni di persone,tra soldati e civili; il sacrificio italiano fu 1.240.000 morti,di cui 651.000 soldati e 589.000 civili.
In tutti i paesi d’Italia furono eretti monumenti o fissate lapidi riportanti i nomi dei militari caduti e così avvenne anche in ogni frazione (Albina, Campomolino, Francenigo, Gaiarine) del nostro comune.
Da quattro anni nella frazione di Albina il monumento ai caduti non c’è più, è stato smontato e messo a “riposo” nel campanile della chiesa in attesa di restauro.
Nel centenario dell’inizio della “grande Guerra”, il comune di Gaiarine, quasi sicuramente, unico comune in Italia, non ha “trovato” i soldi per riposizionare restaurato il monumento pur essendo stato sollecitato a farlo da alcuni cittadini e dal gruppo Consiliare ESSERCI, che il 6 novembre del 2014 ha presentato in consiglio comunale un’interrogazione urgente (vedi qui), chiedendo che il monumento fosse restaurato entro il 24 maggio 2015, centenario dell’inizio della guerra..
La promessa “contro voglia” fatta dal sindaco fu che il monumento sarebbe stato restaurato entro il 4 novembre del 2015, ma a tale promessa noi non crediamo.
Di fatto in quattro anni, pur sprecando notevoli risorse economiche per opere inutili, la precedente amministrazione e questa (in carica dal 2014) a trazione leghista, non sono state in grado di trovare quattro denari per il restauro o per dirla tutta non hanno voluto, pur annoverando,ora in giunta, in qualità di Vicesindaco Ermanno Fellet, che si dice appassionato di storia ed in particolare della Grande Guerra, tant’è che ha tenuto conferenze su tale argomento.
Si sa che a parole sono tutti bravi.
In attesa dell’improbabile restauro, noi, che essendo pacifisti aborriamo ogni tipo di guerra, che non siamo “storici” e che siamo contro ogni retorica nazional-patriottica, vogliamo rendere omaggio e memoria a questi giovani mandati a morire da generali incapaci e rappresentanti di un potere cieco.
Noi desideriamo che i loro nomi non siano dimenticati e che la frazione di Albina anche se solo virtualmente abbia il proprio monumento.
Al puro elenco dei nomi, dove ci è stato possibile, abbiamo aggiunto le informazioni che siamo riusciti a reperire, naturalmente non esaustive, ma che rendono un po’ meno “anonimi” questi giovani caduti.
Abbiamo aggiunto anche i caduti, i dispersi e coloro che hanno partecipato alla resistenza della guerra 1940-1945.
E così, purtroppo solo virtualmente, diamo ad Albina quello che aspetta da più di 4 anni, un monumento ai caduti…..