Altri argomenti per noi, per i nostri anonimi e per i candidati se si vogliono cimentare

L’altra sera finito l’incontro dei ForaxFora alcuni noi, davanti ad un bicchiere di birra fatta in casa, si sono fermati a ciacolar.

Abbiamo parlato di pianificazione territoriale, di reti tecnologiche, di acqua, di fognature, di energia, di fonti rinnovabili,ecc, ecc, e di economia di sussistenza, quell’economia, dove chi produce, produce solamente per il fabbisogno proprio e quello della sua famiglia.
Un tipo di economia scardinata, in occidente e non solo, dall’economia di mercato e che pur tuttavia resiste ancora in molte parti del mondo permettendo a centinaia di milioni persone comunque di vivere.

Così oltre a ritornarmi in mente Vandana Shiva e il suo libro Il bene comune della terra, nel quale tratta proprio di economia e di agricoltura di sussistenza, mi è ritornato in mente l’intervento di Carlo Petrini (fondatore di slow food) all’apertura di Terra Madre 2006 (la rete che riunisce tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare per difendere insieme agricoltura, pesca e allevamento sostenibili e per preservare il gusto e la biodiversità del cibo)

L’ho ritrovato, potenza di internet, e lo sottopongo QUI alla vostra lettura nella versione integrale, mi sono solo permesso di evidenziare in grassetto alcuni passaggi secondo me significativi che potrebbero aiutare ad aprire dibattiti su più argomenti riportandoli da scala globale a scala nazionale e comunale.

Buona discussione a tutti
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Nuovo dittatore? Risposta all’anonimo che ha posto il quesito

Ovvio, ovvio, troppo ovvio, talmente ovvio che il commento sembra quasi scritto da un gran Capponegiulivo, sempre per dirla alla Orwell/Roberto, o da un suo consanguineo, che forse ha capito poco o niente di che cosa noi vogliamo dire.

Mi vien quasi voglia di spiegare di nuovo l’oggetto della nostra discussione.

Le prerogative del Sindaco sono quelle citate? Si è proprio così.
E’ vero: il potere del Sindaco è enorme, è un dittatore?. Sì lo può essere.
Il Segretario Comunale, succede in molti i comuni, non è più il garante dello Stato, della Comunità e della legittimità degli atti, è invece diventato l’amministratore delegato nominato dal “Presidente dell’Azienda” cioè dal Sindaco .
Il Consiglio Comunale è depauperato delle sue funzioni. A tal proposito il nostro Anonimo potrà leggere QUI (pag. 10, capoverso che inizia per “ TOCCO PER ULTIMO UN TEMA”….) l’intervento di Italo Bocchino (ora Vice Capogruppo alla Camera del Popolo Della Libertà) del 18 Luglio 2006 in Prima Commissione Affari Costituzionali Della Camera dei Deputati (allora era al governo Prodi e lui era all’opposizione).
Questo per rammentare, al nostro anonimo, che il dibattito sui problemi che le attuali norme causano in molti Comuni italiani è un dibattito attuale e non inventato da noi, dato che perfino il legislatore si è posto e si pone il problema di come risolvere queste disfunzioni democratiche.

Ma aldilà delle leggi, il succo del nostro dibattito è questo:
L’Amministrazione attuale è ed è stata trasparente? Ha ed ha avuto una gestione democratica del potere? Ha ed ha avuto una gestione democratica del Consiglio Comunale? Ha o ha dato la possibilità alle minoranze di espletare la loro funzione istituzionale di controllo? Ha o ha voluto incentivare la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa ? Ha o ha cercato di condividere con i propri cittadini le scelte urbanistiche di cui sono pieni i volantini di questi giorni?
La risposta ovvia, ovvia, troppo ovvia, talmente ovvia che è stata scritta in questi cinque anni nella storia del Comune di Gaiarine è: no

Le cronache, i commenti presenti su questo blog, stanno a dimostrare che la risposta ovvia è proprio no e che, d’altra parte, sta nascendo una nuova necessaria esigenza che mette al centro della vita della Comunità: la trasparenza, l’informazione la partecipazione.

Di questo noi discutiamo.

L’attuale Amministrazione non sarà mai in grado di soddisfare questa esigenza, anche se sta tentando trasformismi dell’ultima ora.

Questa Amministrazione, fatta da queste persone, rappresenta se stessa, cioè una casta avulsa dai problemi e dalle esigenze reali dei propri cittadini.

Tanto è vero che si sente parlare in questi giorni di sottoscrizione di patti voluti dalla Lega ed accettati dagli altri due partiti di coalizione, patti che dovrebbero garantire, non la partecipazione decisionale dei cittadini, ma (sentite, sentite) la partecipazione dei loro futuri eletti alle decisioni, perché nei cinque anni trascorsi, non hanno contato nulla o quasi nulla, chi ha sempre deciso, così si dice, è stato il Sindaco.

NUOVO DITTATORE? Lo dicono loro.

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Dedicato a Serena e ad altre/i come Lei.

I tuoi commenti mi meravigliano (nel senso della meraviglia che si può leggere negli occhi spalancati e felici di un bambino di fronte ad un regalo inatteso), ed essi sono proprio un meraviglioso inatteso regalo.

Hai dipinto in modo perfetto un quadro vuoto di democrazia, pieno di onnipotenza, dove i Consiglieri di maggioranza sono ridotti a comparse insignificanti.
Il Consiglio Comunale, come dici tu, ed è vero, dovrebbe essere il luogo dove con il dialogo si costruisce e si tutela l’interesse collettivo, ma sempre più spesso non è così.
Per costruire e tutelare l’interesse collettivo è necessario credere nei valori fondamentali della convivenza civile, avere rispetto delle opinioni altrui, osservare le regole e le leggi, che se valgono per i cittadini comuni e a maggior ragione debbono valere per gli amministratori, avere rispetto dei ruoli istituzionali, soprattutto della minoranza.
Non può esserci dialogo quando di fronte ad osservazioni, argomentazioni, richiami alle regole e alle leggi, qualcuno fa finta di non sentire, perché o ha interessi non collettivi da difendere, o vuol dimostrare di rappresentare il potere fine a se stesso.
Ripubblico, a questo punto delle nostre discussioni, il mio post pubblicato domenica 29 Marzo 2009, per sollecitare ancor di più il dibattito su questi temi che sono uno dei due pilastri su cui abbiamo costruito la nostra azione, non nostra in quanto tale ma nostra in quanto noi ci poniamo l’obbiettivo necessario ed urgente di cambiare il modo di fare gli amministratori e di risvegliare qualche cittadino dormiente.
Lo ripubblico anche per dimostrare che la nostra azione ha già dato qualche frutto se non altro per il fatto che nei programmi elettorali delle due liste in competizione si parli trasparenza, di informazione e di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, in uno, addirittura in modo prioritario, la Trasparenza è diventata addirittura una delle “2T”.

Se da un lato questo mi e ci gratifica dall’altro penso che per ottenere il cambiamento che ci prefissiamo è necessario avere oggi e soprattutto domani tante persone come te.

Per dirla alla Orwell/Roberto sostituite Sindaco con Grantacchino e Segretario con Capponegiulivo

Post del 29 Marzo Titolo: Sindaco nuovo despota?
La legge elettorale che ha portato alla elezione diretta del Sindaco, all’abolizione del Coreco e di fatto anche all’abolizione del Segretario Comunale, non più dipendente dello Stato ma di una Agenzia autonoma preposta alla gestione del relativo albo, ha prodotto un grave deficit di Democrazia nella gestione della Cosa Pubblica.
L’elezione diretta del Sindaco ha sostanzialmente tolto potere al Consiglio Comunale, rendendo i Consiglieri di maggioranza normalmente subalterni ai voleri del Sindaco.Se quest’ultimo non è un paradigma di Democrazia potrà imporre sempre e comunque le sue decisioni tramite il ricatto “se non ho la vostra fiducia andiamo tutti a casa”.
Ho partecipato a quasi tutti i Consigli Comunali dell’attuale Amministrazione ed in quasi cinque anni ho assistito ad un solo voto di astensione da parte di un Consigliere di Maggioranza.

L’abolizione del Coreco ha spostato ancor di più il potere dal Consiglio Comunale al Sindaco, in quanto di fronte ad un atto illegittimo del Sindaco, il Consigliere Comunale non può far nulla, a meno che quell’atto illegittimo non lo danneggi personalmente, mentre prima poteva ricorrere al Coreco.
Con le leggi vigenti il Consigliere Comunale non può neppure ricorrere al Tar .
In questo modo viene a decadere quasi interamente la funzione stessa del Consiglio Comunale, soprattutto nei piccoli comuni come il nostro, e ancor di più viene a mancare la funzione di controllo che per legge dovrebbero svolgere i Consiglieri di Minoranza.
Il segretario Comunale fino al 1997 era un funzionario/dirigente del Ministero dell’interno, successivamente la legge ha dato al Sindaco la possibilità di scegliere il Segretario Comunale in modo assolutamente fiduciario.
Questo incarico fiduciario fa sì che il Segretario Comunale, prima garante dello Stato, del Consiglio Comunale, dei cittadini e di conseguenza dell’intera Comunità, sia diventato sostanzialmente il garante del sindaco e dell’Amministrazione politica, anche a fronte di decisioni temerarie, pena la revoca dell’incarico fiduciario e quindi il “licenziamento”.

Le modifiche legislative di cui abbiamo parlato hanno riposto nelle mani del Sindaco un potere enorme, che può tradursi in una gestione autoritaria e non democratica, se il Sindaco non si attiene al ruolo istituzionale che gli è proprio e cioè quello di amministratore della Comunità non per interessi personali o di qualcuno in particolare ma per garantire a tutti i cittadini i medesimi diritti, e governare con efficienza, efficacia e trasparenza.

Nel nostro Comune, dopo cinque di questa Amministrazione e di questo Sindaco, c’è una forte necessità di ricostruire un minimo di partecipazione democratica e di rendere l’azione Amministrativa trasparente.
Mai nella storia del Comune di Gaiarine si è assistito ad un periodo più buio di questo in termini di autoreferenzialità del Sindaco, di esproprio del potere del Consiglio Comunale, di fastidio nei confronti dei Consiglieri di Minoranza, di intralcio al loro ruolo istituzionale di controllo, di non rispetto delle regole democratiche, di gestione oscurantista degli atti e delle informazioni, di assoluta mancanza di trasparenza.

L’aumento della partecipazione democratica alla vita della Comunità può avvenire solamente rendendo la casa Comunale veramente “aperta a tutti e trasparente”, metaforicamente “una casa di vetro”.
Per costruire questa Casa non è solo necessario rispettare il programma elettorale, dare le informazioni ai cittadini sulle decisioni prese, ma in qualche modo, anche se il cittadino tramite il voto ha trasferito il governo da se a qualcun altro, è necessario che l’amministrazione intraprenda tutta una serie di iniziative in grado di mantenere un proficuo confronto con i cittadini medesimi e dare ai questi la possibilità di controllare l’operato dell’Amministrazione.

E’ altrettanto importante che le opposizioni siano messe nelle condizioni di esercitare fino in fondo la loro funzione istituzionale che è quella del “controllo amministrativo”, in questo senso vanno delineati all’interno dell’Amministrazione percorsi agevolati aldilà della legge 142 per consiglieri di opposizione in modo da rendere più semplice il loro compito.

Le cose che possono essere messe in atto per conseguire i punti sopra indicati sono:

Question time
Consiglio comunale dei “Ragazzi”
“Consiglio comunale nelle frazioni” quando vi sono argomenti che riguardano la vita della frazione.
Giudice di Pace con sede a Gaiarine
Istituzioni delle Commissioni Comunali
Aggiornamento costante del sito internet
Bacheche elettroniche nelle frazioni.

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Ex polveriera: un nuovo stile di governo?

Noi pensiamo che un Sindaco, a qualsiasi parte politica appartenga, qualsiasi sia il numero dei cittadini che lo abbiano votato, proprio perché Sindaco debba garantire i diritti di tutti.
Quello che sta succedendo nel caso del Piano di recupero di iniziativa privata denominato “Ex polveriera”, che sarà discusso nel Consiglio Comunale del 19 Maggio ore 19.00, (sulla intera vicenda dell’ex polveriera ci sarebbe molto da raccontare ai cittadini del nostro Comune, ma magari lo facciamo un’altra volta) ha dell’ incredibile in quanto a tutela dei diritti di tutti.

Sulla ex polveriera è pendente un ricorso al Tar di 26 cittadini del nostro Comune e della Associazione Ambientalista Amica Terra Onlus, che si oppongono alla costruzione in quel luogo di una distilleria, nonostante questo la Giunta in data 19/03/2009 ha adottato in Piano di recupero di iniziativa privata “Ex Polveriera” presentato dall’attuale proprietario dell’area
Naturalmente questo piano è stato approvato dalla Commissione Edilizia dopo l’istruttoria del Dirigente dell’Area Tecnica.

In data 17/04/2009 l’Associazione Amica Terra, nei termini previsti (entro trenta giorni dall’adozione ) ha presentato le Osservazioni al Piano, che potete leggere QUI.
Il 20/04/2009 l’ufficio tecnico di Gaiarine trasmette un fax indirizzato ai progettisti del piano, cioè a quelli incaricati e pagati dal privato proprietario dell’area, il cui contenuto integrale è questo: “Si trasmette in allegato osservazione del Gruppo Ambientale AMICA TERRA al Piano di Recupero di iniziativa privata denominato “EX POLVERIERA” adottato con Delibera Giunta Comunale n. 44 del 19.03.2009. L’approvazione del suddetto Piano dal Consiglio Comunale è fissata per il giorno 24.04.2009, il Sindaco chiede la motivazione per il non accoglimento della stessa”.

Non so se si capisce ma il Sindaco ha stabilito a priori che il Piano è perfetto, che le osservazioni sono da respingere e basta; non solo fa questo ma le motivazioni di non accoglimento se le fa scrivere dai progettisti pagati dal privato, i quali cosa dovrebbero dire, dato che sono gli estensori del piano? Che se il piano non è conforme per omissione, sviste e quant’altro alle norme nazionali, regionali o comunali, non è da approvare?
Sono diventati per volere del sindaco i controllori di loro stessi.

E’ il Comune, con i tecnici comunali o con un tecnico esterno pagato dal Comune stesso, che ha l’obbligo di tutelare il diritto di tutti e verificare se le osservazioni presentate da un qualsiasi cittadino o da Associazioni di qualsiasi tipo o natura, siano pertinenti o non lo siano.

Il sindaco dovrebbe essere il garante dei diritti di tutti i suoi concittadini e non il difensore di uno solo.

Siamo di fronte a un gravissimo vuoto di tutela democratica.

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Sindaco: nuovo despota?

La legge elettorale che ha portato alla elezione diretta del Sindaco, all’abolizione del Coreco e di fatto anche all’abolizione del Segretario Comunale, non più dipendente dello Stato ma di una Agenzia autonoma preposta alla gestione del relativo albo, ha prodotto un grave deficit di Democrazia nella gestione della Cosa Pubblica.
L’elezione diretta del Sindaco ha sostanzialmente tolto potere al Consiglio Comunale, rendendo i Consiglieri di maggioranza normalmente subalterni ai voleri del Sindaco.Se quest’ultimo non è un paradigma di Democrazia potrà imporre sempre e comunque le sue decisioni tramite il ricatto “se non ho la vostra fiducia andiamo tutti a casa”.
Ho partecipato a quasi tutti i Consigli Comunali dell’attuale Amministrazione ed in quasi cinque anni ho assistito ad un solo voto di astensione da parte di un Consigliere di Maggioranza.

L’abolizione del Coreco ha spostato ancor di più il potere dal Consiglio Comunale al Sindaco, in quanto di fronte ad un atto illegittimo del Sindaco, il Consigliere Comunale non può far nulla, a meno che quell’atto illegittimo non lo danneggi personalmente, mentre prima poteva ricorrere al Coreco.
Con le leggi vigenti il Consigliere Comunale non può neppure ricorrere al Tar .
In questo modo viene a decadere quasi interamente la funzione stessa del Consiglio Comunale, soprattutto nei piccoli comuni come il nostro, e ancor di più viene a mancare la funzione di controllo che per legge dovrebbero svolgere i Consiglieri di Minoranza.
Il segretario Comunale fino al 1997 era un funzionario/dirigente del Ministero dell’interno, successivamente la legge ha dato al Sindaco la possibilità di scegliere il segretario comunale in modo assolutamente fiduciario.
Questo incarico fiduciario fa sì che il Segretario Comunale, prima garante dello Stato, del Consiglio Comunale, dei cittadini e di conseguenza dell’intera Comunità, sia diventato sostanzialmente il garante del sindaco e dell’Amministrazione politica, anche a fronte di decisioni temerarie, pena la revoca dell’incarico fiduciario e quindi il “licenziamento”.

Le modifiche legislative di cui abbiamo parlato hanno riposto nelle mani del Sindaco un potere enorme, che può tradursi in una gestione autoritaria e non democratica, se il Sindaco non si attiene al ruolo istituzionale che gli è proprio e cioè quello di amministratore della Comunità non per interessi personali o di qualcuno in particolare ma per garantire a tutti i cittadini i medesimi diritti, e governare con efficienza, efficacia e trasparenza.

Nel nostro Comune, dopo cinque di questa Amministrazione e di questo Sindaco, c’è una forte necessità di ricostruire un minimo di partecipazione democratica e di rendere l’azione Amministrativa trasparente.
Mai nella storia del Comune di Gaiarine si è assistito ad un periodo più buio di questo in termini di autoreferenzialità del Sindaco, di esproprio del potere del Consiglio Comunale, di fastidio nei confronti dei Consiglieri di Minoranza, di intralcio al loro ruolo istituzionale di controllo, di non rispetto delle regole democratiche, di gestione oscurantista degli atti e delle informazioni, di assoluta mancanza di trasparenza.

L’aumento della partecipazione democratica alla vita della Comunità può avvenire solamente rendendo la casa Comunale veramente “aperta a tutti e trasparente”, metaforicamente “una casa di vetro”.
Per costruire questa Casa non è solo necessario rispettare il programma elettorale, dare le informazioni ai cittadini sulle decisioni prese, ma in qualche modo, anche se il cittadino tramite il voto ha trasferito il governo da se a qualcun altro, è necessario che l’amministrazione intraprenda tutta una serie di iniziative in grado di mantenere un proficuo confronto con i cittadini medesimi e dare ai questi la possibilità di controllare l’operato dell’Amministrazione.

E’ altrettanto importante che le opposizioni siano messe nelle condizioni di esercitare fino in fondo la loro funzione istituzionale che è quella del “controllo amministrativo”, in questo senso vanno delineati all’interno dell’Amministrazione percorsi agevolati aldilà della legge 142 per consiglieri di opposizione in modo da rendere più semplice il loro compito.

Le cose che possono essere messe in atto per conseguire i punti sopra indicati sono:

  • Question time
  • Consiglio comunale dei “Ragazzi”
  • Consiglio comunale nelle frazioni quando vi sono argomenti che riguardano la vita della frazione
  • Giudice di Pace con sede a Gaiarine
  • Istituzioni delle Commissioni Comunali
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Pianificazione Territoriale Provincia di Treviso

A proposito di Pianificazione Territoriale del Veneto ed in particolare della Provincia di Treviso riporto qui sotto alcuni passi del PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO
PROVINCIALE adottato con delibera n. 25/66401/2008 del Consiglio Provinciale il 30 Giugno 2008.
Il piano si può trovare a questo indirizzo http://urbanistica.provincia.treviso.it/dettaglio_temi.asp?IDTema=2

“LA RIORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DELLE AREE PRODUTTIVE
…..
Il modello di sviluppo sinora seguito nel Veneto ha portato ad una saturazione del territorio con la creazione di una sorta di area industriale diffusa che ha coinvolto tutte le comunità sociali, dalla grande città al piccolo paese. Questa industrializzazione a macchia di leopardo ha comportato la presenza di “punti di pressione” sulla quasi totalità del territorio provinciale, senza che venisse seguito alcun criterio ambientale e spesso senza neppure tenere conto delle necessità logistiche di comunicazione e collegamento.
La situazione delle aree produttive presenti nella Provincia, di cui si è evidenziato l’elevato, la loro frammentazione, la dispersione sul territorio, gli scarsi servizi a disposizione, la difficoltà di collegamento alla rete infrastrutturale primaria (autostrade), è certamente un problema da affrontare.
Una guida, che viene fornita dallo stesso Programma Regionale di Sviluppo, è quella di pensare il
territorio non indifferenziato rispetto ai grandi assi della mobilità, ma organizzato attorno ad essi con le sue stesse funzioni primarie (abitativa, produttiva, distributiva, terziaria). Risulta quindi evidente che nella pianificazione territoriale, la rete infrastrutturale principale esistente e quella programmata e progettata devono essere assunte come “armatura del territorio”, alle quali riferire le destinazioni d’uso delle aree.
In particolare le aree localizzate in prossimità dei nodi infrastrutturali, saranno caratterizzate da
un’elevata generazione di traffico e anche da un’elevata densità abitativa.
Uno degli obiettivi del PTCP è quello di riorganizzare e razionalizzare il territorio urbanizzato limitando il consumo di nuovo suolo, consentendo l’ampliamento delle sole aree produttive correttamente localizzate sia da un punto di vista ambientale sia infrastrutturale, e che, per ridurre il consumo di suolo, potranno anche prevedere funzioni di sviluppo in verticale.
…..
Una strategia di sviluppo sostenibile non può basarsi sull’indiscriminato incremento quantitativo del sistema produttivo esistente, che anzi va dimostrando ormai la propria incapacità di sostenere, nelle condizioni presenti, l’urto dei mercati globali. La società e l’economia trevigiane devono affrontare oggi è la questione qualitativa; inoltre le “famiglie trevigiane” si attendono che essa sia affrontata senza degradare le risorse di cui il territorio provinciale ancora dispone, anzi recuperando per quanto possibile quelle che nel secolo scorso sono andate disperdendosi o degradandosi sotto la spinta della crescita economica.
L’impegno delle politiche pubbliche per il territorio, del PTCP in particolare, si riconosce allora
nell’aprire alle imprese il campo più adatto a consentire loro di impostare e gestire senza diseconomie, anzi con il massimo di economia di scala e di progresso tecnico, processi di produzione e distribuzione affrontati in tutti i loro diretti ed indotti fattori di input: ricerca scientifica, sperimentazione, produzione pre-competitiva, formazione professionale, produzione, commercializzazione.
…..
Sulla base della popolazione stimata e dell’andamento economico, sono state formulate varie proiezioni sulle quantità di superficie necessaria al 2020 per le attività produttive e terziarie.
Questa previsione ci ha indicato una esigenza, considerando l’ipotesi di sviluppo più favorevole, di circa 52 -53 milioni di m2 di superficie necessaria per i settori produttivo e terziario.
Altre ipotesi, più riduttive, conducono ad un fabbisogno di 35 milioni in extraurbano e di 5 milioni in area urbana.
Il progetto di riorganizzazione del PTCP relativo alle aree produttive è stato impostato considerando lo scenario di sviluppo e quindi su una richiesta di circa 52 milioni di m2.
……
Dati i numeri in gioco, ovvero circa 78.000.000 m2 di superficie urbanizzata destinata ad attività produttiva e commerciale, prevista dai PRG al 2004, le attuali quantità utilizzate (circa 60 milioni di m2) e le previsioni relative alla necessità future (52 milioni in scenario di sviluppo)5 e visto l’art. 2 della l.r. 11/04 (uso di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente) è stato ritenuto, nella stesura di questo piano, di non individuare nuove aree, ma di proporre aree già esistenti che, per condizioni di compatibilità ambientale, possano esser ritenute idonee ad eventuali ampliamenti.”

Credo che questi pochi stralci ci confermino che l’Opzione Zero nel consumo del territorio debba essere non solo una visione strategica vincente, ma addirittura necessaria in quanto, come si evince dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale avendo 20 milioni di mq. di superfici industriali in più del fabbisogno stimato fino al 2020 (le valutazioni sono state eseguite nel 2004 e riviste nel 2005 quindi prima della crisi economica attuale), nei prossimi anni i comuni dovranno impegnarsi a fondo per trovare forme di riconversioni di queste aeree, se non vorranno lasciare sul territorio una miriade di “Cattedrali nel deserto” con il relativo degrado.
Mi dimenticavo di dire che il Piano Provinciale prevede che si dovrà passare entro il 2020 dalle 1077 zone industriali situate in provincia a 250.

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