Scuola elementare di Francenigo.

Ringraziamo il “genitore preoccupato” che, su questo Blog, per primo ha reso pubbliche le sue preoccupazioni e ha messo tutti al corrente di quanto successo Giovedì (così ci dicono) nella scuola Elementare di Francenigo, cioè la caduta di due pannelli di controsoffittatura della palestra.

Alla tempestiva segnalazione del corpo docente è corrisposto il pronto intervento del comune che ha provveduto alla sistemazione del danno e a una verifica complessiva sistemando altri pannelli trovati non fissati in modo appropriato e che quindi potevano anch’essi cadere.

La causa della caduta dei pannelli e la precarietà degli altri, come è già stato commentato su questo Blog e che abbiamo potuto verificare con le informazioni raccolte, è da attribuirsi esclusivamente all’attività di tinteggiatura in atto nella scuola.

Quindi è da escludere che la scuola elementare di Francenigo sia poco sicura come in qualche modo traspare dall’articolo della Tribuna di Treviso di oggi.

L’attività di tinteggiatura, che come sembra è stata la causa di tutto, è stata eseguita probabilmente in tutta fretta, dato l’ordine perentorio del Sindaco di terminarla entro la ripresa delle lezioni (termine tra l’altro non rispettato), e nell’ultima settimana anche con l’attività didattica in pieno svolgimento, rendendo più difficile il lavoro e causando disagi agli scolari al corpo insegnante.

Ma chi ha deciso di far eseguire la tinteggiatura della scuola in pieno inverno e con uno spazio temporale così limitato?

Provate a indovinare.

Non il Corpo Insegnante, che pur ritenendola necessaria, aveva in tutti i modi cercato di convincere l’amministrazione comunale ad eseguirla in estate.

Non i genitori che attraverso i propri rappresentanti hanno sconsigliato di eseguirla in questo periodo e di posticiparla all’estate.

Ci siete.

Si proprio il Sindaco, che “pregà come un sant” da tutti di far tinteggiare la scuola in estate ha voluto a tutti i costi farlo in questo periodo.

Sapete come è fatto quando lui decide……non c’è ne per nessuno.

P.S.
Se la tinteggiatura non è eseguita con prodotti ecologici, qualsiasi locale necessità di parecchi giorni di arieggiamento per far disperdere i prodotti chimici contenuti nei prodotti utilizzati.
Ci chiediamo: sono stati utilizzati prodotti ecologici?
Se così non fosse, qualcuno sa dirci come si fa ad arieggiare i locali della scuola in pieno inverno e con l’attività didattica in corso?

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Consiglio Comunale del 28/11/2009: Cronaca

La Quinta seduta del Consiglio Comunale è durata meno di un’ora, quindi è stato un Consiglio super veloce pur avendo nell’ordine del giorno anche l’assestamento del bilancio di previsione, che è sempre un argomento di grande importanza e che comprende anche le opere pubbliche programmate per il triennio (2009/2011).

Il Consiglio è iniziato con la presenza di un foltissimo pubblico, due (diconsi 2) cittadini all’inizio, tre e poi 4 durante, tre alla fine.
Viene spontaneo chiedersi se questa numerosa e folta partecipazione sia solo merito dell’infausto giorno di convocazione(Sabato) o se, passata la sbornia elettorale, siamo ormai entrati nella più completa apatia e disinteresse per quello che succede nel Comune.

Dall’altra parte, forse, non vi è neppure un grande interesse da parte dei Consiglieri che hanno sempre poco da dire, soprattutto quelli di maggioranza, come si può vedere nella nostra rubrica “Chi parla ai Consigli Comunali

Entriamo nel merito.

Estinzione dei muti (terzo punto all’ordine del giorno):
il Consigliere Antoniolli fa presente che invece di estinguere mutui per quasi 540mila euro, utilizzando l’avanzo di amministrazione, quei soldi possono e devono essere utilizzati per «fare opere pubbliche» in particolare mettere mano finalmente alla scuola elementare di Francenigo, dotandola di una nuova mensa e palestra, cosa che invece l’Amministrazione posticipa a data da destinarsi.
Qualche scambio di battute con il Sindaco; il Consigliere però insiste e afferma che in tutte le possibili occasioni ribadirà la necessità di adeguare la scuola elementare e invita tutti Consiglieri di maggioranza di Francenigo a battersi per questo obbiettivo.
Viene subito, dal Sindaco, accusato di essere campanilista.
Battute e contro battute
Alcune domande del Consigliere Poles e si passa ai voti.
La maggioranza compatta vota a favore, la minoranza si astiene tranne uno che vota a favore.

Assestamento di Bilancio di previsione 2009:
molte domande e richieste di chiarimenti da parte del Consigliere Poles.
Sull’ampliamento dell’illuminazione pubblica, il Consigliere fa presente che in una via, sono previsti quattro nuovi punti luce (pali) a fronte di quattro case, il Sindaco conferma: «quattro pali»
Il consigliere Poles, pensando che il sindaco non lo abbia capito, ribatte: «guarda che ci sono quattro case e sono previsti quattro pali»; il Sindaco ripete: «quattro pali».
Se la matematica non è un’opinione quattro case diviso quattro pali fa un palo per ogni casa. Matematico!

Il Consigliere Antoniolli ripete che le vere necessità sono la mensa e la palestra nella scuola elementare di Francenigo.
Il Sindaco, rispondendo, dichiara tra l’altro, «che nessuno ha messo mano alla scuola da trent’anni», usando quel ritornello stantio col quale tenta sempre di colpevolizzare le precedenti amministrazioni e salvare la sua (le sue).
Si vota: maggioranza a favore, minoranza contraria.
Fine del Consiglio.

Considerazioni:
Viviamo in una comunità nazionale e locale dove l’informazione “spot” la fa da padrone, dove nessuno ricorda più cosa è successo ieri, dove la memoria storica è stata annichilita, dove ad avere valore e determinare il nostro futuro è quello che viene affermato in questo preciso istante, anche se in contrasto con quello che si è affermato e magari fatto ieri.
Naturalmente questo “valore” varrà solo fino a domani, quando si affermerà e si farà qualcosa di diverso; e così via.
Per una comunità nazionale e locale invece “avere” e “mantenere” la memoria storica è fondamentale perché essa aiuta in modo oggettivo a giudicare se stessa e a giudicare i propri governanti ed amministratori.

Veniamo al dunque.
Il Sindaco ha affermato che: « … da trent’anni non si è fatto nulla per la scuola elementare di Francenigo»; quella del sindaco è un’affermazione falsa.

Nelle due amministrazioni che lo hanno preceduto, sono stati spesi centinaia di migliaia di Euro per mettere in sicurezza tutte le scuole del Comune, compresa la scuola elementare di Francenigo; lavori che sono serviti per mettere a norma impianti elettrici, uscite e scale di sicurezza, ecc., con l’obiettivo primario di ridurre al minimo i pericoli per scolari e studenti frequentanti le scuole.
Quindi non è vero che non si è fatto nulla per la scuola di Francenigo.

Quello che ancora più stupisce, è il fatto che il Sindaco non ricordi neppure gli interventi eseguiti, non più di quattro anni fa nella scuola elementare di Francenigo dalla sua amministrazione: cioè la mensa.
Si proprio la mensa, quella che ora manca e che il Consigliere Antoniolli continua a chiedere insistentemente insieme alla palestra. .
Ma come: la mensa è già stata fatta,.. e allora perché richiederne un’altra?

Ricordiamo come l’intervento di sistemazione della mensa, costato ben 40.000,00 Euro, sia stata fatto nel 2005 e sbandierato in Consiglio comunale dalla maggioranza come “soluzione” di tutti i problemi della refezione scolastica in quel di Francenigo.

Quella mensa che “non c’è”, come è dimostrato dalla situazione attuale, era stata contestata duramente dalle opposizioni di allora che la ritenevano inutile così come pensata e quindi solo uno sperpero di denaro pubblico.

La memoria storica, che per fortuna “manteniamo”, ci ha fatto ricordare che quella mensa era stata contestata tanto duramente che ne era seguita una polemica sui giornali, e che una parte dell’ opposizione aveva perfino distribuito un volantino alla cittadinanza.

L’abbiamo ritrovato ed eccolo qui, se lo volete leggere.

Ora, i nostri soldi (40.000 euro) sono stati spesi e buttati al vento, i genitori e il corpo insegnante continuano a chiedere una mensa e la palestra, ma questa amministrazione rimanda a chi sa quando la loro realizzazione, in compenso ha in progetto di sistemare tante piazze, tra il 2009 e il 2011, per un costo totale di ben 1.200.000,00 Euro, diconsi un milione e duecentomila Euro.

Ecco l’elenco:
Rifacimento della piazza antistante la sede municipale, per un costo previsto 380.000,00 Euro, i lavori sono già stati appaltati
Sistemazione della piazza Damino Chiesa di Francenigo, per un costo previsto 200.000,00 Euro, anno di realizzazione 2010, il progetto preliminare è stato già approvato
Ampliamento ripavimentazione Piazza Vittori Emanuele II a Gaiarine (sempre quella del Municipio), per un costo previsto 280.000,00 Euro, intervento previsto nell’anno 2011
Rifacimento del sagrato della chiesa di Albina, per un costo previsto 150.000,00 Euro intervento previsto nell’anno 2011
Rifacimento della Piazza antistante la scuola elementare di Francenigo, per un costo previsto 190.000,00 euro intervento previsto nell’anno 2011 .

Non abbiamo parole, soprattutto noi che proponiamo l’adozione del Bilancio Partecipativo.
Viene spontaneo chiedersi: chi stabilisce quali sono le vere esigenze della Comunità che devono essere soddisfatte per prime?
e … giunge dall’interno del nostro Municipio una forte singola voce che risponde…
naturalmente non quelle rilevate dai genitori e dal corpo docente di Francenigo;
naturalmente non quelle rilevate dalle “mamme antitraffico;
naturalmente non quelle, non quelle, non quelle, …
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Una lettura davvero interessante

Su segnalazione di Giambattista, sempre pronto a fornirci spunti interessanti, vi invito a leggere l’articolo che troverete cliccando su questo link http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_20/veneto_piano_casa_stella_bcaebaf2-151a-11de-91ff-00144f02aabc.shtml

Come dice Giambattista “alcuni dati restituiscono la dimensione della recente trasformazione in Veneto e offrono argomenti per la scala locale”.

L’articolo, che spero leggerete, non è scritto dal “solito ambientalista di turno” ma bensì da Gian Antonio Stella, quello, per intenderci, che ha scritto il libro “La Casta”.

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Convocazione Consiglio Comunale Sabato 28/11/2009 alle ore 15.30

Davvero un’Amministrazione indefessa, lavora perfino il sabato pomeriggio.

Lavora talmente tanto che ancora una volta nel sito del comune http://www.comune.gaiarine.tv.it/ non si trova traccia della convocazione del Consiglio Comunale.

Le promesse fatte in campagna elettorale per migliorare l’informazione ai cittadini sono allo stato attuale solo parole, parole, soltanto parole….

P.S. La convocazione al Sabato pomeriggio è per aver più presenza e partecipazione dei cittadini al Consiglio o meno?
A voi l’ardua sentenza.

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Mentre, mentre, mentre….

Mentre le “mamme” di Gaiarine protestano contro l’inquinamento e il traffico oramai diventati insopportabili

Mentre viene lanciata sul nostro blog la proposta di un “anello” a senso unico che sollevi, fino a primavera o giù di li, (apertura della A28) il centro di Gaiarine dallo stato pietoso in cui si trova.

Mentre il Sindaco di Gaiarine fa riunioni ad “alto livello”, e riunioni e riunioni.

Mentre il Sindaco di Gaiarine manifesta solo sulla stampa il suo “pensiero” dicendo no alla proposta dell’”anello” a senso unico.

Mentre il Sindaco di Gaiarine nel consiglio comunale appena terminato, non fa nessuna dichiarazione pubblica sulla situazione del traffico e dell’inquinamento.

Mentre il Sindaco di Gaiarine nel consiglio comunale appena terminato, non fa nessuna dichiarazione pubblica sulle soluzioni che adotterà per migliorare la situazione dei nostri centri, mettendo in sicurezza i cittadini e rendendo l’aria più respirabile.

Mentre il Sindaco di Gaiarine non fa nulla, non vuole fare nulla, in poche parole se ne infischia delle proteste dei cittadini e delle proposte delle” mamme” e nostre.

Mentre i Consiglieri del nostro Comune fanno finta che il caso non sia loro.

Mentre i partiti rappresentati nel nostro Consiglio Comunale fanno finta che il caso non sia loro.

Mentre, mentre, mentre …..

Dal Gazzettino di Giovedì 29 Ottobre 2009,
SAN FIOR – (gdn) Senso unico e divieto di transito dei mezzi pesanti sono i provvedimenti adottati dal Comune di San Fior per porre in sicurezza la circolazione di piazza Venezia a Castello Roganzuolo. Le continue lamentale sollevate dai residenti costretti a fare quotidianamente i conti con la complessità della situazione viaria, caratterizzata dall’intenso traffico che congestiona e rende pericoloso l’accesso e il deflusso alla piazza, ha portato all’emanazione dell’ordinanza. «Si tratta – spiega l’assessore, Christian Poser – di un intervento sperimentale».

A buon intenditor poche parole.

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A proposito del prossimo Consiglio Comunale del 29/10/2009: le nefandezze del Piano Casa

Attenta analisi di una circolare esplicativa che rivela le nefandezze della legge e le aggrava ulteriormente.
Ecco emanata dal presidente della Regione Veneto la circolare esplicativa della legge regionale n° 14 del 29.09.2009 che, meglio conosciuta come “piano casa”, è ufficialmente denominata come segue: “intervento regionale a sostegno del settore edilizio per favorire l’utilizzo dell’edilizia sostenibile e modifica della legge regionale 12 luglio 2007, n. 16”. Il titolo sa tanto da exscusatio non petita: la ridondante definizione e l’utilizzo del tanto abusato termine “sostenibile” manifesta la chiara intenzione di giustificare una misura almeno discutibile qualificandola come intesa a un nobile fine.

La contraddizione principale della legge (che, ricordiamolo, arriva dopo tre condoni edilizi) viene esplicitata dalla stessa circolare nella quale si legge che “pare opportuno specificare che la LR 14/2009 non è una legge urbanistica né edilizia pur avendo contenuti che incidono significativamente sulla disciplina di queste materie ma è , prima di tutto, una legge economico e finanziaria”. Infatti “la legge, di carattere straordinario, prevale sulle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali, comunali, provinciali e regionali, nonché sulle altre leggi regionali in contrasto con essa”. Rimane ai Comuni la potestà di deliberare (entro il 30 ottobre 2009) se e con quali limiti e modalità applicare le disposizioni; trovano, invece, immediata applicazione gli interventi sulle “prime case”.

Evitando di entrare nel merito di temi quali l’opportunità della normativa o dell’indifferenza al problema della necessità di alloggi popolari, analizziamo alcuni aspetti della legge regionale, alla luce della recente circolare.

In primo luogo è previsto, in deroga a strumenti di ogni ordine, l’ampliamento degli edifici esistenti (come definiti dalla stessa circolare) nei limiti del 20 % del volume se destinati ad uso residenziale e del 20 % di superficie coperta se destinati ad uso diverso.

E’ poi ammessa la demolizione e ricostruzione degli edifici legittimi realizzati prima del 1989; la demolizione e ricostruzione può prevedere aumenti fino al 40% della cubatura e fino al 40% della superficie coperta a seconda delle destinazioni, percentuali che possono essere elevate fino al 50% nel caso della ricomposizione volumetrica nell’ambito di un piano attuativo.

Va evidenziata la modifica della nozione stessa di ristrutturazione: il piano casa prevede che in caso di demolizione e ricostruzione possano essere mantenute le distanze precedenti, incidendo sulla consolidata prassi derivata da decenni di evoluzione normativa e da decenni di giurisprudenza, in base alla quale tutto ciò che è qualificato come “aliquid novi” deve rispettare i distacchi previsti dalle normative nazionali e dagli strumenti urbanistici. Va evidenziato che questa è una disposizione non legata agli interventi da realizzare con il “piano casa” ma a regime. Quindi con una normativa che ha valenza economica finanziaria si va ad incidere sulla delicata questione dei distacchi in probabile contrasto, ad esempio, con l’articolo 9 del decreto interministeriale 1444/1965, che stabilisce le distanze minime tra i fabbricati.

Dagli interventi suddetti non sono esclusi i fabbricati ricadenti in zona agricola anche nel caso in cui l’edificio non sia più funzionale alla conduzione del fondo, in aperto contrasto con quanto disposto dalla legge urbanistica regionale se non altro nelle more di approvazione del primo Piano di assetto del territorio. Nello specifico per la prima casa di abitazione ricadente in zona agricola è ammesso l’ampliamento calcolato non sulla volumetria esistente, ma sulla volumetria massima realizzabile.

Inoltre, le disposizioni si applicano anche a edifici soggetti a specifiche forme di tutela (ad es. “gradi di protezione”) a condizione, in questo caso, che gli interventi siano conformi alla normativa statale e regionale e agli strumenti urbanistici e territoriali.

Di immediata applicazione, infine, la facoltà di realizzare pensiline o tettoie destinate all’installazione di impianti solari e fotovoltaici, le quali non concorrono a formare cubatura nel caso in cui la superficie coperta non superi i 60 mq.

Evidenti sono le distorsioni che tale normativa comporta e i rischi ad essa connessi.

Emergono subito il fallimento della pianificazione territoriale ad ogni livello e il fallimento degli intenti della nuova legge urbanistica regionale. Viene inoltre da chiedersi a cosa siano servite tutte le verifiche attuate dagli uffici tencici negli anni passati, per garantire la corretta attuazione dei piani regolatori generali con particolare riferimento al loro dimensionamento.

Quali, inoltre, i risultati attesi? Il “piano casa” viene proposto dai media come indirizzato a favorire la ripresa del settore edilizio e a permettere alle famiglie che hanno una casetta di aggiungere la stanza per il secondo figlio senza la difficoltà dei soliti “lacci e lacciuoli”.

Premesso che, gli interventi su case a schiera o condomini sono praticamente resi impossibili dal necessario accordo di tutti i proprietari, entriamo nel merito dell’equità della norma. L’ampliamento di volume o superficie è proporzionale all’esistente. Come sempre accede in questo paese, chi più ha più avrà: chi possiede una villa di 2000 mc potrà realizzarne ulteriori 400; chi invece possiede un piccolo alloggio, forse riuscirà a realizzare un ripostiglio (per realizzare il quale magari aveva potenzialità edificatoria residua).

Per non parlare di cosa si intende per ampliamento, considerato che la circolare ribadisce che, qualora l’ampliamento compromettesse “l’estetica del fabbricato”, è possibile effettuarlo su un corpo edilizio separato di carattere accessorio e pertinenziale: chi verrà ritenuto depositario della conoscenza necessaria per decidere se l’ampliamento compromette l’estetica del fabbricato non è dato saperlo.

Rimane poi la questione della difficoltà economica in cui versano molte famiglie italiane in questo momento: chi avrà comprato una casa accedendo ad un mutuo, non avrà presumibilmente difficoltà ad impegnarsi economicamente per un ampliamento?

A vantaggio di chi andrà, allora, questa misura (sempre ammesso che vi siano nel territorio le risorse per investire)?

Un vantaggio limitato per chi possiede una casa monofamiliare modesta; un grosso vantaggio per chi possedere una grande villa; rimane nebuloso il possibile vantaggio per chi possiede un’attività commerciale essendo gli edifici con questo uso esclusi dai benefici qualora gli interventi “siano volti ad eludere o derogare le disposizioni regionali” (non è dato sapere chi valuterà tutto questo); un enorme vantaggio per chi possiede alberghi e attività produttive. Viene da chiedersi dove sia finita la volontà di fermare il consumo indiscriminato del territorio veneto sottesa alla cosiddetta “Legge blocca capannoni” (LR 35/2002) emanata dalla Regione Veneto in attesa della Legge urbanistica regionale 11/2004.

Un enorme vantaggio, infine, andrà agli avvocati, vista l’altissima probabilità di contenziosi con particolare riferimento alle distanze.

Interessante è, poi, la questione dell’onerosità e delle opere di urbanizzazione. Il comma 4 della LR 14/2009 subordina gli ampliamenti all’esistenza e all’adeguatezza (o il previsto adeguamento) delle opere di urbanizzazione primaria; si specifica che l’eventuale carenza è superabile solo con l’adeguamento delle stesse nei modi consentiti dalla legge. Ad una prima lettura sembrerebbe che sia concesso realizzare in deroga una serie di interventi che incidono pesantemente sul carico urbanistico, previo il pagamento di un contributo di costruzione in misura eventualmente ridotta nelle quantità e modi previsti dai Comuni (salvo che per la prima casa per la quale casistica il contributo è da subito ridotto del 60%; notare che attualmente, ai sensi degli art. 17 comma 3 lettera b. del Testo unico per l’edilizia, gli ampliamenti fino al 20% del volume di case monofamiliari sono esentati dal pagamento del contributo di costruzione) e che, qualora non vi siano le necessarie opere di urbanizzazione queste dovranno essere adeguate non si sa da chi (dal comune?) e non si sa con quali risorse considerata la possibilità della riduzione del contributo di costruzione.

Infine, con riferimento alla retorica della riduzione dei tempi della burocrazia, tanto cara al centro destra, evidenzio che le opere consentite dal Piano casa, avrebbero dovuto essere attuate con Denuncia di inizio attività, intenzione pericolosissima rilevato che, come sa bene chi opera negli uffici tecnici della pubblica amministrazione, la verifica dei requisiti oggettivi (parametri, vincoli, ecc…) da parte dei tecnici progettisti (che nel caso della denuncia di inizio attività si sostituiscono alla pubblica amministrazione nell’attestazione della conformità dell’opera in progetto), in molti casi è errata, certamente anche a causa della complessità dei regolamenti edilizi e le abissali differenze fra i comuni. In merito al necessario titolo abilitativo, la circolare esplicativa chiarisce che, nella Regione Veneto, rimane la facoltà di realizzare le opere previste dal piano casa con DIA, ma è possibile presentare in alternativa Permesso di Costruire. Addirittura la presentazione dell’istanza di permesso di costruire è obbligatoria qualora si intenda eseguire un intervento che in parte esuli dall’ambito di applicazione della legge speciale.

Se da un lato questa decisione riduce il rischio di errori (più e meno voluti) nella valutazione dei requisiti per la realizzazione delle opere, dall’altro viene eluso l’obiettivo della riduzione dei tempi che rimangono quelli della normale istanza di un permesso di costruire.

La scelta potrebbe comportare un enorme carico di lavoro per gli uffici tecnici comunali, peraltro ridotti notoriamente all’osso grazie al patto di stabilità, viste sia la quantità delle pratiche che potrebbero pervenire presso i comuni, sia la complessità delle verifiche da effettuare. Ricordo che la percentuale di ampliamento realizzabile è legata alla prestazione energetico- ambientale da valutare mediante il complesso di 34 criteri. Ovviamente, tutto ciò, con lo scopo dell’osannata semplificazione.

Autore Gnec, Sara
Tratto dal sito web http://eddyburg.it/

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Ordine del giorno del Consiglio Comunale del 29/10/2009

Naturalmente se andate nel sito del Comune (http://www.comune.gaiarine.tv.it) non troverete, fino a questo momento, la convocazione del Consiglio Comunale.
Qualcuno ( leggi Sindaco) non aveva promesso di rendere il sito del comune uno strumento per migliorare la comunicazione e l’informazione?
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