Acqua bene pubblico: quando la societ

Nel post del 9 maggio scorso ci chiedevamo quale riguardosa e discreta attività stessero conducendo maggioranza e minoranza sul tema della tutela dell’acqua come bene pubblico, così clamorosamente deliberata in Consiglio Comunale non più tardi di 3 mesi fa, approfittando della campagna referendaria con la quale si vuole raccoglier firme per abrogare i passaggi più vergognosi della recente Legge Ronchi, che obbligherà entro due anni a svendere la gestione dell’acqua ai privati.
A quella domanda abbiamo ricevuto una sola risposta (e proprio su questo blog) che si riassume nella disponibilità (apprezzata ma non sufficiente) dei consiglieri di minoranza ad autenticare le firme se qualcuno si darà da fare per raccoglierle; e quindi constatiamo che le dichiarazioni, per quanto ideali, rimangono pressoché sulla carta, secondo un gioco troppe volte visto ormai (ma evidentemente non sufficienti ancora a farlo smascherare da tutta l’opinione pubblica) dove si fa a gara a chi per primo fa proprio il valore più alto, l’ideale supremo, ergendolo a bandiera e vessilo, ma riducendolo a slogan e propaganda, costringendo l’avversario al silenzio o a borbottare un’adesione forzata fino alla successiva trovata pubblicitaria che inneschi una nuova escalation per l’allungo di una delle parti.
Così è successo con questa delibera, nobile, prestigiosa, ammirevole e generosa nella sua formulazione ma una volta letta dalla minoranza e nemmeno discussa ed esaminata dalla maggioranza (per incapacità dialettica? ignoranza tecnica? solidarietà politica verso chi ha legiferato?) rimossa e dimenticata; che ora il nuovo slogan della maggioranza è “fotovoltaico redditizio e conveniente” (che tradotto significa «far schei còl sol»).
E allora?

E allora una parte della società civile di Gaiarine (noi ForaparFora e Amica Terra), si muove, si informa, sa che il Forum dei movimenti per l’acqua ha costituito un Comitato Nazionale che promuove la raccolta di firme per arrivare alla proposizione di un referendum con 3 quesiti per l’abrogazione parziale della Legge Ronchi, e allora fa proprio lo spirito di questa delibera, e in contatto con i referenti di Treviso, si procura i moduli per la raccolta di firme e li deposita nei comuni di GAIARINE, CORDIGNANO, ORSAGO e CODOGNÈ dando così finalmente ai cittadini di questi quattro comuni la possibilità di firmare per i 3 quesiti.
E gli amministratori del nostro Comune?

Il Sindaco, gli assessori, i consiglieri di maggioranza che faranno?

Avranno la coerenza e il coraggio di apporre la loro firma sui 3 quesiti?

Riuscirà il nostro Sindaco a superare l’idisioncrasia dimostrata pochi mesi fa per le “firme popolari”?
E i consiglieri di minoranza, la cui firma diamo per scontata, avranno la coerenza di esporsi mettendo in campo iniziative concrete per promuovere una raccolta firme in quel di Gaiarine?

Infine alleghiamo, per informare e soprattutto per sensibilizzare i cittadini (e speriamo anche i nostri amministratori), l’email pervenutaci oggi dalla Segreteria della Campagna Referendaria Acqua Pubblica.


Care/i, anche oggi, man mano che in segreteria arrivavano i dati dalle varie regioni, ci si rendeva conto del raggiungimento di un nuovo record settimanale: oltre 150.000 firme raccolte per un totale di 680.624 firme!
Già la prossima settimana raggiungeremo l’obiettivo delle 700.000 firme prefissato a inizio campagna.

Non ci sono flessioni, ogni settimana è una settimana record, complimenti a tutti!

E adesso avanti tutta verso il milione di firme a sostegno dei tre referendum!

Per quanto riguarda il nostro Giro d’Italia dell’acqua pubblica vi comunichiamo che la provincia di Savona ha vinto la maglia rosa (percentuale di firme totali raccolte rispetto alla popolazione) e la provincia di Frosinone ha vinto la maglia blu (maggior numero di fimre raccolte rispetto alla popolazione nell’ultima settimana).

Un grande applauso ai savonesi e ai ciociari che festeggeremo tutti assieme in luglio quando consegneremo le firme.

Nessuna campagna referendaria ha raccolto tanti consensi in così poco tempo come la nostra.

Una grande festa della democrazia e della partecipazione che sta facendo entrare i tre referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua nella storia di questo paese.

Non è il momento di mollare. Dimostriamo tutta la nostra forza, raggiungiamo e superiamo il milione di firme, continuiamo a pedalare tutti insieme verso il traguardo. Questo obiettivo ci consentirebbe di rendere manifesto l’enorme consenso registrato e di dare un maggiore peso politico all’iniziativa.

Proseguiamo il lavoro con l’impegno e l’entusiasmo che abbiamo messo in campo finora perchè il milione di firme è alla nostra portata!

La Segreteria della Campagna Referendaria Acqua Pubblica
info: www.acquabenecomune.org

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Vitamina L come Legalit

Mattia prende uno sgangherato scatolone e lo deposita a lato, poi va al microfono e guarda verso le decine di ragazzi seduti sul pavimento dell’atrio.

Punta il dito verso uno di loro, lo invita fuori e gli chiede di saltare sullo scatolone, calpestarlo con forza, sfondarlo, frantumarlo.
«Coraggio – lo sprona – ancora, salta, rompilo, rompi quella scatola!»
Poi, mentre i ragazzi sorridono tentando di immaginarne il significato, lo ringrazia e inizia il suo intervento: “Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene massacrato, ucciso, fatto esplodere sui binari della ferrovia perchè faceva il rompiscatole con la mafia, perchè rompeva le scatole a cosa nostra.”
I ragazzi, attenti, silenziosi, immersi nell’ascolto finalmente capiscono e seguono ciò che Mattia racconta.
E forse comprendono meglio anche la sintetica ma impressionante introduzione con la quale Alberto ha cercato di spiegare cosa significa mafia e cosa vuol dire morire di mafia.
E seguono anche il videoclip dei Modena City Ramblers che cantano i 100 passi sulle coinvolgenti immagini del film di Marco Tullio Giordana.
E ascoltano con attenzione anche le due storie che Franco presenta e che parlano di due ragazze, giovanissime come loro ma la cui vita, al contrario di loro, si è intrecciata troppo presto con la tragedia e il dramma del crimine, pagandone il prezzo della vita.
Sono le storie di Rita Atria ed Elisa Claps.
Rita, la prima, testimone di giustizia a fianco di Paolo Borsellino, per questa sua coraggiosissima scelta allontanata e ripudiata dalla sua famiglia e da sua madre, e alla quale, proprio la strage di via d’Amelio, costata la vita al giudice Borsellino e alla sua scorta, ha tolto la speranza di vivere spingendola al suicidio a soli 17 anni.
Elisa, la seconda, la cui vicenda è da poco tornata agli onori della cronaca dopo il ritrovamento dei poveri resti nella dimenticata soffitta di una chiesa, vittima in una vicenda ancora da definire ma nella quale, ancora una volta, spunta l’intreccio con la malavita organizzata.
Due drammatiche, tragiche vicende che tutti i ragazzi presenti in sala hanno ascoltato e seguito; vicende che esistono e devono essere ricordate e conosciute da tutti così come a tutti «se si insegnasse la bellezza li si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. […] bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perchè in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.»
Peppino Impastato

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Vitamina L come Legalit

Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un politico, attivista e conduttore radiofonico italiano, famoso per le denunce delle attività della mafia in Sicilia, che gli costarono la vita.
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie è un’organizzazione dedita a sollecitare e coordinare la società civile contro tutte le mafie e favorire la creazione e lo sviluppo di una comunità alternativa alle mafie stesse.
Nata il 25 marzo 1995, la prima iniziativa è stata la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge che prevedesse il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Sarà approvata a scadenza di legislatura la legge 109/96. Attualmente consta di 1300 gruppi locali e nazionali.
Libera Terra è il suo marchio che contraddistingue le produzioni delle cooperative che producono le materie prime su terre confiscate alla criminalità organizzata. Il presidente dell’organizzazione è don Luigi Ciotti, già fondatore del Gruppo Abele di Torino e direttore della rivista Narcomafie. Il presidente onorario è Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia.

Diversi i settori di lavoro di Libera: beni confiscati, formazione (scuole, università ed extra scuola), sport, Libera Terra, Internazionale e memoria.

I Cento Passi (cantano i Modena City Ramblers – scene dal film di Marco Tullio Giordana)

«La mafia non esiste!» (Piero Chiambretti intervista Marcello Dell’Utri)

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Televisione, cellulare e Internet rischi e opportunit

Ci giunge notizia e pubblichiamo con il giusto risalto la seguente iniziativa nella speranza che siano molti i genitori che sentano la curiosità e la necessità di partecipare, consapevoli del ruolo sempre più importante giocato dai nuovi media nella vita quotidiana dei loro figli e nella loro educazione.

Incontri formativi per genitori
Televisione, cellulare e Internet rischi e opportunità per i nostri figli


Cosa sappiamo dei nostri figli e dell’uso che fanno di queste tecnologie?

Quali misure legislative tutelano l’infanzia?

Quali strategie per un uso sicuro di queste tecnologie?
Che ruolo ha il genitore in tutto ciò?

Il Comitato Biblioteca del Comune di Gaiarine, in collaborazione con il Comune, ha colto l’opportunità offerta dalla Provincia di Treviso per realizzare un ciclo di tre incontri rivolto ai genitori delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.
Durante gli incontri i partecipanti potranno confrontarsi con esperti su come ridurre i rischi dell’uso della televisione, del cellulare e di Internet.


1° incontro Mercoledì 14 Aprile 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e ….. TELEVISIONE”


2° incontro Mercoledì 28 Aprile 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e …. CELLULARE”


3° incontro Mercoledì 12 Maggio 2010 ore 17.00 – 19.00
“Bambini, adolescenti e….. INTERNET”


Gli incontri si svolgeranno presso la Biblioteca Comunale – Villa Altan

L’INGRESSO È LIBERO E GRATUITO

nel 1960 Rodari così scriveva della televisione

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Quién sabe? Che tradotto…

… significa: chi lo sa? Chi lo sa che cosa sta facendo il nostro Sindaco (e con lui tutti gli amministratori del Comune) che, mesi or sono, aveva rassicurato la cittadinanza affermando che nella primavera di quest’anno i pesanti problemi del traffico nei nostri centri urbani sarebbero stati risolti?

Ecco, domani è il 21 marzo, comincia la primavera e, volendo essere “costruttivi”, ci piacerebbe elencare i successi della nostra Amministrazione, ma o siamo particolarmente disattenti o è tutto in alto mare (o per aria, scegliete voi).
Facciamo un breve elenco delle richieste (dei cittadini) e delle rassicurazioni (degli amministratori) disattese:
- non sono stati effettuati controlli sulla qualità dell’aria;
- il lavori della circonvallazione di Gaiarine sono fermi;
- il casello di Godega (Pianzano) dell’autostrada A28 non è stato riaperto, né è stata ultimata la bretella che lo deve unire alla strada statale 13 “Pontebbana” (presupposto necessario alla riapertura del casello, secondo le sentenze della giustizia amministrativa);
- il termine di consegna dei lavori di completamento dell’autostrada A28, previsto in aprile, potrebbe un ulteriore slittamento per problemi legati al “pagamento da parte della committenza per l’avanzamento delle opere” (vedi articolo del Gazzettino di Treviso di ieri).
Quindi, se la mente non ci inganna (e vorremmo davvero sperare che così fosse), il gran attivismo del Sindaco Sonego non ha sortito effetto.
Ma vogliamo essere costruttivi e, considerando che la primavera dura tre mesi, chiediamo al nostro Sindaco (e con lui gli altri amministratori del nostro Comune) di dare prova di ragionevolezza e di trasparenza nei confronti dei suoi concittadini, nei nostri confronti. Chiediamo che l’Amministrazione Comunale di Gaiarine informi la cittadinanza, in maniera puntuale e precisa, secondo i propri doveri istituzionali, su:
- l’attuale stato di avanzamento dei lavori della circonvallazione di Gaiarine;
- l’attuale stato di avanzamento dei lavori della bretella di collegamento tra il casello autostradale di Godega (Pianzano) e la strada statale “Pontebbana”;
- l’attuale stato di avanzamento dei lavori di completamento dell’Autostrada A28 Conegliano-Portogruaro (nonché sui tempi previsti di inaugurazione).
Chiediamo inoltre che siano avviati i controlli sulla qualità dell’aria sulle principali strade del Comune.
Per finire vorremmo aggiungere una piccola richiesta che riguarda lo stile amministrativo. Chiediamo che il nostro Sindaco (e con lui gli altri amministratori) smetta di fare dichiarazioni e promesse che non hanno alcun seguito reale, frutto della (loro) necessità di chiudere positivamente un incontro o una riunione pubblica. Abbiamo avuto più volte l’impressione della totale mancanza di reale interesse per le questioni discusse, nonostante le rassicurazioni e le promesse. A dichiarazioni e promesse fatte a diversi soggetti non sono seguiti i fatti. Non siamo gli unici che se ne sono accorti. La (non) gestione della questione del traffico è solo il caso più evidente. Chiediamo che venga ristabilito il rispetto tra amministrati e amministratori, attraverso il mantenimento della parola data.
Chiediamo troppo?
.
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GiraLivenza

Tre anni fa il regista Daniele Vicari, presentando a Pordenone il suo film “Il mio paese” (interessante documentario su 50 anni di industrializzazione italiana, di cui trovate una sintesi alla pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Il_mio_paese) affermò l’opinione secondo la quale noi, abitanti del Bel Paese, siamo ben coscienti del fatto che il nostro territorio è stato devastato, che l’antica bellezza del nostro paessaggio è andata (colpevolmente) perduta per sempre. E aggiunse un’altra impressione, e cioè che, secondo lui, noi italiani non riusciamo a fare la pace (disse proprio così) con questa nostra stessa consapevolezza. Si tratta di una perdita enorme, con la quale non riusciamo a fare i conti.
Ritengo che questa sia una chiave di lettura molto forte, che può spiegare alcuni nostri disagi quotidiani. Per esempio il senso di dispiacere profondo che proviamo passando davanti all’ennesima area industriale, il più delle volte esteticamente orribile, installata là dove fino a qualche anno prima c’era una angolo di campagna veneta o friulana semplicemente bella.
Diverse volte mi sono chiesto come possa essere stato vivere un paesaggio bellissimo e naturalmente integro come era il nostro prima dell’industrializzazione. Ma devo dire di considerarmi del tutto immune da un certo tipo di nostalgia del passato che porta a considerare migliore solo ciò che non si può più avere.
Però in alcuni casi, per esempio quando ammiro immagini come questa dipinta dal Bellotto attorno al 1740, devo ammettere che quel senso di perdita di cui parla Vicari diventa bruciante.












Non credo che questo “Capriccio veneto” ricordi Portobuffolè solo a me. Ed è straordinario che, pur essendo parte della nostra cultura, questa opera abbia assunto un così forte carattere esotico. Esotico letteralmente significa “che viene da fuori”. Il passato della nostra società per certi versi non ci appartiene più.
Però, per quanto modificati, degradati e “compressi” dallo sviluppo industriale, di quel passato ci restano gli elementi fisici del paesaggio. E uno su tutti, probabilmente il più importante, così forte da permetterci di immaginare una possibile rinascita, il nostro fiume: la Livenza.
Non è un caso se negli ultimi anni molti progetti hanno preso in considerazione la Livenza e gli altri corsi d’acqua veneti e friulani quali possibili assi di rinnovato sviluppo delle nostre comunità. Si tratta di capire se questi progetti siano orientati alla ricerca di nuove occasioni per la creazione di profitto (del quale per definizione godono in pochi), oppure rappresentino reali cambiamenti di rotta (verso la reale condivisione delle ricchezza, sia essa materiale, naturale, psichica, ecc.).
Ultimo progetto in ordine di tempo è quello di cui ha dato conto ieri sulle pagine dell’inserto Nordest del Sole 24 Ore, il nostro caro amico Stefano Pittarello. Si tratta di un progetto che dovrebbe unire turismo e mobilità lenta, si chiama GiraLivenza e prevede che Gaiarine ne sia il centro geografico.
Possiamo considerarlo un’occasione di sviluppo veramente sostenibile? Di questo vogliamo e dobbiamo discutere nel modo più aperto e condiviso possibile, come stiamo cercando di fare oramai da quasi un anno. Aspettiamo i vostri commenti.
;)

Itinerari slow sul fiume Livenza

Il Sole 24 Ore Nordest, 3 marzo 2010

Un unico corridoio fluviale dall’Austria fino al Mare Adriatico. Un progetto di sviluppo turistico legato alla mobilità lenta che assume meno i contorni del sogno con l’avvio della terza ed ultima tranche di lavori in Veneto Orientale per ultimare gli itinerari ciclabili e navigabili lungo il fiume Livenza. La Livenza, come si dice da queste parti. Un terzo circa dei 110 km complessivi di piste ciclopedonali e 9 ore di navigabilità del corso d’acqua, patrimonio comune di Veneto e Friuli, attraverso le province di Pordenone, Treviso e Venezia e 17 municipalità, dalla sorgente a Polcenigo (PN) alla foce di Caorle (Ve).
Il percorso nei 25 km di tratto finale nel veneziano incide solo su terreni demaniali ed è una novità assoluta. Non era mai accaduto che il Genio Civile regionale di concerto con gli altri enti pubblici rilasciasse questo tipo di autorizzazione per l’utilizzo turistico delle servitù demaniali. Una soluzione quindi “economica”, visto che evita spese legate ad espropri di terreni privati.
250mila euro il costo complessivo del progetto GiraLivenza. 90mila euro saranno il fondo per il coordinamento tecnico che la Provincia di Venezia, nominato ente capofila, gestirà per il coordinamento tecnico. Lo stabilisce un protocollo d’intesa firmato a dicembre a Treviso, unitamente alla possibilità di accedere ad ulteriori contributi pubblici e privati, risorse economiche e cofinanziamenti derivanti da fondi comunitari o di altro tipo.
La Livenza è ambito di tre diversi Gruppi di Azione Locale: Montagna Leader per la Provincia di Pordenone, Terre di Marca per Treviso e Veneto Orientale per l’area terminale del corso d’acqua. Spiega Giorgia Andreuzza, Assessore al Turismo della Provincia di Venezia: .
Nella visione complessiva, il centro geografico del Giralivenza diventerà il comune trevigiano di Gaiarine, ubicato nelle immediate vicinanze del futuro ponte ciclopedonale di Villa Varda Morpurgo a Brugnera che dovrà fisicamente unire i percorsi di Friuli e Veneto.
Entro la fine del 2011 dovranno essere completate sia opere di carattere idraulico, come la creazione di pontili ed approdi per consentire ai natanti di attraccare, che i percorsi ciclonaturalistici lungo le alzaie.
Non è comunque l’unico esempio di progettazione per l’area da integrare nel sistema fluviale europeo. Verso Nord le amministrazioni lavoreranno per collegare il GiraLivenza ai percorsi in provincia di Udine, delinando in questo modo l’unione con il corridoio naturalistico dell’Austria. In Veneto sono invece in fase avanzata di progettazione altri tre corridoi naturalistici confluenti nella Litoranea Veneta e legati a fiumi più o meno grandi: il GiraPiave, nei 30 km. verso la foce in territorio veneziano; il GiraLemene a cui sono interessati 4 Comuni in 55 km. di percorso di confine tra Pordenonese e Portogruarese; ed il GiraMonticano, corridoio naturalistico di 40 km., che bagna 7 comuni della provincia di Treviso e potrà venir collegato al GiraLivenza da un ulteriore percorso ciclonaturale da Vallonto a Fontanelle. Il bouquet di questi quattro piani più la pista ciclabile friulana della Noncello-Mare compongono il progetto interregionale “Greenways Boschi e Fiumi della Repubblica di Venezia” coordinato dall’architetto trevigiano Roberto Pescarollo.

Stefano Pittarello

Il progetto è consultabile alla pagina http://www.slideshare.net/netexsrl/presentazione-greenways-boschi-e-fiumi-della-repubblica-di-venezia
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il ruolo del sindaco

Giuseppe De Rita, il presidente del Censis, in un recente commento al 43° rapporto dedicato all’analisi della società italiana, dichiara: “Il futuro, con tutte le sue incognite, si affronta costruendo un “soggetto collettivo […] Cosa vuol dire fare soggetto collettivo? Significa che dove viviamo dobbiamo tornare a fare comunità, nel piccolo Comune, nel quartiere, nel condominio..” (http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/cronaca/censis-comunicazione/censis-de-rita/censis-de-rita.html) A me sembra che questo tensione sia reale e sia urgente nel nostro Comune. Quali sono le condizioni per la costruzione di un soggetto collettivo? Forse condizione fondamentale e’ la nascita di una opinione collettiva che si forma quando il cittadino e’ informato e dunque consapevole e decide di intervenire nel discorso pubblico. E cittadino attivo. Quando il Sindaco esercita il potere rigettando le proposte che sono espressione dell’ opinione pubblica senza argomentare (come per esempio qualla sul traffico) non e’ solo passivo ma si contrappone a questo processo di formazione democratica, negando il suo ruolo di primo cittadino nella sostanza.

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