Un brevissimo e necessario consiglio comunale.
Convocato per approvare una convenzione con altri due comuni per poter partecipare ad un bando in scadenza il 30 marzo.
Ma di questo parleremo più avanti.
Intanto chi c’era.
I presenti qui.
4 “gatti” tra il pubblico. Letteralmente quattro.
E dopo?
Quello che è “mancato”.
Non è stato osservato un minuto di silenzio in favore del popolo Ucraino.
A quasi un mese dall’inizio (24 febbraio – 22 marzo) della invasione dell’Ucraina da parte della Russia e di fronte al massacro di civili e alla distruzione di intere città, a nessuno, né al sindaco, né alla maggioranza, né alle minoranze, è venuto in mente di chiedere di osservare un minuto di silenzio per manifestare solidarietà al popolo Ucraino.
Eppure nel precedente consiglio del 10 febbraio, data coincidente con il Giorno del Ricordo, un minuto di silenzio fu osservato per i morti delle foibe.
Ma il Giorno del Ricordo, si sa, è quella giornata voluta dalle destre italiane per ricordare le Foibe, quasi in antagonismo con quella della Memoria (Soah) e quella della Festa della Liberazione.
Come dire: il popolo Ucraino non sappiamo ancora se sta a destra o a sinistra, nel caso stesse a “destra” … beh allora potremmo sempre rimediare … tanto tempo ce n’è …
Come dire che il Comune di Gaiarine è accanto ai morti di 70 anni fa, ma non a quelli di adesso.
Come dire che è accanto agli sfollati di 70 anni fa ma non ai quasi 4 milioni di ucraini che attualmente cercano un posto in cui andare.
Si, sappiamo che un minuto di silenzio è un piccolo gesto, che non contribuisce a riportare in vita i morti, non rida ai bimbi i genitori, non attenua le sofferenze, non ricostruisce gli ospedali, le scuole, gli asili, le case distrutte.
E’ un piccolo gesto che i nostri rappresentanti, però, potevano fare a nome di tutti noi cittadini di Gaiarine per dire che noi stiamo con l’Ucraina e siamo contro la guerra, qualsiasi guerra.
Ci è chiaro che moltissimi altri minuti di silenzio si sarebbero dovuti osservare per le continue guerre che in questi anni si sono succedete in tutte le parti del mondo.
Un Minuto di silenzio per la guerra in Cecenia, in Iraq, in Afghanistan, in Yemen, in Siria, solo per citarne alcune forse tra le più atroci e feroci, e per la trentina che insanguinano attualmente l’Africa, e poi per i genocidi che ancora oggi vengono perpetrati contro i Rohingya, contro i Curdi o quello culturale degli Uiguri in Cina.
Ma ancor di più sappiamo che un minuto di silenzio ogni giorno lo dovremmo fare da soli, nella nostra intimità, sicuramente per tutte le guerre in corso, ma anche per ricordarci quello che questa umanità fa con la distruzione degli ecosistemi, con l’alterazione del clima, con l’accaparramento e spreco delle risorse, con la negazione di diritti elementari, con i soprusi e le violenze.
E forse due minuti di silenzio andrebbero osservati per chi a causa di tutto questo è costretto ad andarsene dal proprio paese e magari annegare in quella tomba d’acqua che si chiama Mediterraneo.
Al secondo e ultimo punto del consiglio il sindaco presenta la convenzione con i comuni di Godega e Cordignano per la partecipazione ad un bando riguardante la “rigenerazione urbana”.
Bando accessibile ai comuni con più di quindicimila abitanti o a quei comuni con meno abitanti che “convenzionandosi” ” con altri raggiungono tale soglia.
In questa “associazione temporanea di comuni“, denominata “Paesi in Festa“, Gaiarine fa da capofila per i tre progetti che coinvolgono i tre comuni.
Per Gaiarine l’intenzione dell’amministrazione, se mai arriveranno i soldi, è quella di sistemare l’area centrale di Francenigo, la cosiddetta area “ARCUF“.
Possiamo tranquillamente dire che sarebbe davvero una azione meritoria.
Da troppo tempo, infatti, quest’area, che potrebbe essere il fulcro del paese, è stata ed è in stato di degrado.
Ci sono tra le indicazioni, non tutte chiarissime, date dal sindaco sugli interventi previsti alcune cose interessanti e altre, appunto, da chiarire.
Bellissima l’idea, così l’abbiamo capita, di fare con quel che rimane del fabbricato esistente, recuperandolo, un palcoscenico per spettacoli all’aperto, e altrettanto interessante è la sistemazione del percorso lungo l’Aralt con la riqualificazione delle sue sponde, noi suggeriamo la semina sulle sponde di fiori perenni per sostenere gli insetti impollinatori.
Anche la piantumazione di alberi è una cosa che necessariamente va fatta e che naturalmente condividiamo.
Ma quando il sindaco parla di pavimentazione drenante, chiediamo: dove? per far cosa? quanti mq.?
Perché delle due l’una: o quell’area diventa un vero e proprio parco urbano, con un teatro all’aperto, con zone verdi a prato, alberi, panchine, ecc. usufruibile dalla scuola e dalla cittadinanza tutta, diventando anche un luogo verde di aggregazione sociale, oppure diventa altro: un luogo dove installare capannoni per la sagra o altre manifestazioni (ricordiamo con sgomento il vecchio progetto Arcuf, che prevedeva al centro dell’area persino un parcheggio).
Si possono sposare le due cose? Forse.
Eventualmente lo “sposalizio” va fatto con molta “intelligenza” e non sacrificando in nessun modo la vocazione a “parco urbano” dell’area.
Altrimenti si rischia di spendere circa un milione di euro (sembra questa la cifra) per non avere “né carne né pesce”.
Alcune cose in consiglio non sono state chiarite:
1. L’Arcuf che ha in comodato d’uso per 99 anni una parte dell’area, compreso il fabbricato, rinuncerà a tale concessione?
2. Se l’Arcuf non rinuncerà al comodato d’uso, e ammesso che arrivino i soldi, cosa farà il comune?
Sicuramente non potrà fare opere su aree concesse in comodato d’uso (99 anni) ad un privato. O no?
Se lo facesse, aldilà degli aspetti amministrativi/legali, sarebbe un affronto troppo grande nei confronti degli altri tre comitati festeggiamenti del comune, ai quali sono state concesse in comodato le aree, ma tutto il resto (capannoni, cucine, ecc.) se lo sono pagato con i loro soldi e non con i soldi del comune.
Insomma: la necessità di sistemare l’area c’è.
La progettualità manifestata ha in se delle belle e utili idee.
Esiste però, a nostro avviso, il pericolo di compromessi al ribasso che potrebbero ridurre la potenzialità di quell’area che come già detto può diventare, anche per la presenza dell’acqua, un magnifico parco urbano.
Vi è quindi la necessità di monitorare attentamente gli sviluppi di questo progetto da parte dell’intera cittadinanza, comprese le minoranze che come compito istituzionale hanno proprio il controllo sull’operato dell’amministrazione.
Alla prossima.