Un sincero augurio di
BUON NATALE
e di un
FELICE ANNO NUOVO
da parte del Gruppo di Cittadinanza Attiva
Fora par Fora
Siamo in una situazione difficile, di crisi economica, con aziende costrette alla cassa integrazione, alla mobilità, alla chiusura, con la sottooccupazione e la disoccupazione che sale e sempre più famiglie che stentano..
E cosa fa il MegaloSindaco, amministratore attento e oculato?
Costruisce una nuova palestra!
A fianco di una esistente, funzionante, efficiente, sufficiente!
Sì, certo, è vero che
«l’opera dell’importo complessivo di € 1.050.000,00 è finanziata per € 812.186,11 con il contributo del “Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale – anni 2008 / 2009 / 2010 / 2011” concesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e i i restanti € 237.813,89 sono finanziati con fondi propri del bilancio comunale;»
punto 3) delibera di giunta 64/2013
ma è altresì vero che aggiunge
«di dare atto che l’opera non trova oggi piena copert(ur)a economica e che l’approvazione presente è finalizzata a consentire l’accesso a forme di finanziamento pubblico.»
punto 2) delibera di giunta 64/2013
Ovvero
Questa è la peggiore politica del “fare“: intanto “facciamo” qualsiasi cosa pur di “fare“, i soldi se non ci sono li troveremo, oppure chiederemo un contributo, oppure faremo un mutuo, oppure li troverà qualcun altro, domani, forse domani l’altro, chissà, chissene..
Questa, signori, è malapolitica!
Questa, signori, è megalomania!
FINALMENTE!
Ieri mattina passando davanti alle Scuole Medie di Calderano la
SORPRESA!
Sulla palizzata del cantiere della bispalestra milionaria una scritta gridava:
NO ALLA PALESTRA DELLA VERGOGA
(sgrammaticatura che dimostra una volta di più
che ben dicevano i latini IN CORPORE SANO sì ma MENS SANA)
In ogni caso: FINALMENTE!
Le nostre denunce, i nostri appelli, i nostri post hanno spinto
qualche cittadino del comune a palesare il suo dissenso.
I forconi dilagano?
Piccoli foraxfora crescono?
Ai posteri l’ardua sentenza..
L’elevato volume di traffico veicolare che attraversa un piccolo centro urbano è un problema diffuso. Nel comune di Gaiarine e non solo.
E’ utile ricordare il principio dominante che ha guidato,negli ultimi decenni, la gestione del traffico e la modificazione dello spazio di circolazione: rendere la circolazione veicolare il più fluida possibile per una evacuazione rapida.
Questo principio ha generato, per esempio, il progressivo allargamento della sede stradale e l’eliminazione di possibili barriere. Nei centri del comune di Gaiarine addirittura antichi corsi d’acqua e edifici.
In generale le mosse possibili per risolvere la questione sono due: separare in spazi diversi i flussi di traffico (automezzi, bici, pedoni..), realizzando una nuova strada ( bypass, circonvallazione…) o integrare nello stesso spazio diversi flussi.
Separare il traffico con una nuova strada è la soluzione spesso più ovvia. Tuttavia è costosa, sottrae spazio ad altri usi del suolo (spesso agricolo), è una barriera per flussi trasversali di pedoni, bici, flora e fauna.
Ci sono buone ragioni per esplorare i vantaggi dell’integrazione, una soluzione di senso sia quando una nuova strada, per ragioni diverse, non può o non è opportuno che si realizzi, sia quando una nuova strada riduce il traffico pesante di attraversamento, ma il traffico locale permane.
Il principio guida sul quale si basa un progetto che integra nello stesso spazio diversi flussi di traffico è il rallentamento (non la velocità) e la continuità dei flussi.
E’ necessario premettere che è la velocità del traffico che riduce la sicurezza (reale e percepita) e non tanto il volume del flusso. In generale, un elevato volume di traffico veicolare che procede a velocità ridotta e costante rappresenta una minaccia minore – per l’incolumità e comfort di pedoni e bici – di quanto non sia uno scarso volume di traffico ma che attraversa lo spazio di pedoni e bici a velocità sostenuta.
A partire da questo principio guida, progetti recenti sperimentano forme di integrazione. Ma rari sono quelli dove la trasformazione della gestione del traffico e la trasformazione dello spazio urbano interagiscono generando una qualità complessiva maggiore. Questo è il concetto di spazio multifunzionale: sinergia tra diverse funzioni e obiettivi che interagiscono insistendo sulla stessa area, ed integrandosi in modo convincente a vantaggio dei cittadini, dell’ economia, l´immagine e funzione del territorio locali.
Qui l’ esempio di Poynton, un piccolo centro in Inghilterra. Il video e’ in inglese ma perfettamente comprensibile anche senza il sonoro.
Hanno ottenuto voti:
Matteo Renzi 112
Pippo Civati 22
Gianni Cuperlo 19
In un articolo ed una intervista recenti, Massimo Malvestio, tratteggia la storia di alcune politiche economiche recenti e dei loro effetti sull’immagine e sul valore del territorio Veneto. Una storia di svendita e dissipazione di un enorme capitale sociale (il territorio) promossa, “bipartisan”, sia da soggetti della politica (di destra e di sinistra) e dell’ impresa. Scelte scellerate di una intera classe dirigente.
In questa storia riconosciamo, in modo implicito, recenti trasformazioni del Comune di Gaiarine e del territorio locale.
Un esempio eclatante è il progetto realizzato ed incompiuto della vasta zona industriale di Roverbasso. Promosso a ridosso della crisi. Realizzato occupando una area agricola isolata dalla rete di trasporti e servizi adeguati e di rischio idrogeologico. A fronte di zone industriali esistenti semivuote. L’ ex sindaco, uno dei principali attori di questa vicenda, Lorena Andreetta, è stato promosso a segretario provinciale del partito.
Un atlro esempio, è il raddoppio della palestra di Calderano ad opera dell’ attuale amministrazione di Gaiarine. Qui l’ inutilità pubblica è evidente.
Questi progetti sono l’esito di scelte inattuali, in contrasto con le condizioni di crisi sociale ed economica ed ambientale, ma anche paradossali per il peso ulteriore che eserciteranno sui cittadini negli anni a venire. Progetti fallimentari.
Progetti fallimentari chiamano in causa il fallimento di scelte politiche e dei soggetti che li hanno promossi.
Se oggi la sfida di senso è trovare nuovi e promettenti rapporti tra economia, società e territorio non possiamo sottrarci dal capire dove si celano le contraddizioni.
Per voltare davvero pagina e cominciare a scrivere una storia diversa.