L’acqua non si vende.. E in Veneto?

Il presidente Luca Zaia al Gazzettino:

[…] se noi abbiamo una damigiana di acqua, e la offriamo alla Calabria che ha sete, e loro se la bevono tutta e ce ne lasciano un bicchiere, non va bene. Io dico: portiamoci a casa la damigiana, diamogli un bicchiere per solidarietà, e poi se la vedano loro. […]

e se di acqua ce ne sarà sempre meno?

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Vitamina L come Legalit

Mattia prende uno sgangherato scatolone e lo deposita a lato, poi va al microfono e guarda verso le decine di ragazzi seduti sul pavimento dell’atrio.

Punta il dito verso uno di loro, lo invita fuori e gli chiede di saltare sullo scatolone, calpestarlo con forza, sfondarlo, frantumarlo.
«Coraggio – lo sprona – ancora, salta, rompilo, rompi quella scatola!»
Poi, mentre i ragazzi sorridono tentando di immaginarne il significato, lo ringrazia e inizia il suo intervento: “Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene massacrato, ucciso, fatto esplodere sui binari della ferrovia perchè faceva il rompiscatole con la mafia, perchè rompeva le scatole a cosa nostra.”
I ragazzi, attenti, silenziosi, immersi nell’ascolto finalmente capiscono e seguono ciò che Mattia racconta.
E forse comprendono meglio anche la sintetica ma impressionante introduzione con la quale Alberto ha cercato di spiegare cosa significa mafia e cosa vuol dire morire di mafia.
E seguono anche il videoclip dei Modena City Ramblers che cantano i 100 passi sulle coinvolgenti immagini del film di Marco Tullio Giordana.
E ascoltano con attenzione anche le due storie che Franco presenta e che parlano di due ragazze, giovanissime come loro ma la cui vita, al contrario di loro, si è intrecciata troppo presto con la tragedia e il dramma del crimine, pagandone il prezzo della vita.
Sono le storie di Rita Atria ed Elisa Claps.
Rita, la prima, testimone di giustizia a fianco di Paolo Borsellino, per questa sua coraggiosissima scelta allontanata e ripudiata dalla sua famiglia e da sua madre, e alla quale, proprio la strage di via d’Amelio, costata la vita al giudice Borsellino e alla sua scorta, ha tolto la speranza di vivere spingendola al suicidio a soli 17 anni.
Elisa, la seconda, la cui vicenda è da poco tornata agli onori della cronaca dopo il ritrovamento dei poveri resti nella dimenticata soffitta di una chiesa, vittima in una vicenda ancora da definire ma nella quale, ancora una volta, spunta l’intreccio con la malavita organizzata.
Due drammatiche, tragiche vicende che tutti i ragazzi presenti in sala hanno ascoltato e seguito; vicende che esistono e devono essere ricordate e conosciute da tutti così come a tutti «se si insegnasse la bellezza li si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. […] bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perchè in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.»
Peppino Impastato

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Vitamina L come Legalit

Mattia prende uno sgangherato scatolone e lo deposita a lato, poi va al microfono e guarda verso le decine di ragazzi seduti sul pavimento dell’atrio.

Punta il dito verso uno di loro, lo invita fuori e gli chiede di saltare sullo scatolone, calpestarlo con forza, sfondarlo, frantumarlo.
«Coraggio – lo sprona – ancora, salta, rompilo, rompi quella scatola!»
Poi, mentre i ragazzi sorridono tentando di immaginarne il significato, lo ringrazia e inizia il suo intervento: “Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene massacrato, ucciso, fatto esplodere sui binari della ferrovia perchè faceva il rompiscatole con la mafia, perchè rompeva le scatole a cosa nostra.”
I ragazzi, attenti, silenziosi, immersi nell’ascolto finalmente capiscono e seguono ciò che Mattia racconta.
E forse comprendono meglio anche la sintetica ma impressionante introduzione con la quale Alberto ha cercato di spiegare cosa significa mafia e cosa vuol dire morire di mafia.
E seguono anche il videoclip dei Modena City Ramblers che cantano i 100 passi sulle coinvolgenti immagini del film di Marco Tullio Giordana.
E ascoltano con attenzione anche le due storie che Franco presenta e che parlano di due ragazze, giovanissime come loro ma la cui vita, al contrario di loro, si è intrecciata troppo presto con la tragedia e il dramma del crimine, pagandone il prezzo della vita.
Sono le storie di Rita Atria ed Elisa Claps.
Rita, la prima, testimone di giustizia a fianco di Paolo Borsellino, per questa sua coraggiosissima scelta allontanata e ripudiata dalla sua famiglia e da sua madre, e alla quale, proprio la strage di via d’Amelio, costata la vita al giudice Borsellino e alla sua scorta, ha tolto la speranza di vivere spingendola al suicidio a soli 17 anni.
Elisa, la seconda, la cui vicenda è da poco tornata agli onori della cronaca dopo il ritrovamento dei poveri resti nella dimenticata soffitta di una chiesa, vittima in una vicenda ancora da definire ma nella quale, ancora una volta, spunta l’intreccio con la malavita organizzata.
Due drammatiche, tragiche vicende che tutti i ragazzi presenti in sala hanno ascoltato e seguito; vicende che esistono e devono essere ricordate e conosciute da tutti così come a tutti «se si insegnasse la bellezza li si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. […] bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perchè in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.»
Peppino Impastato

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L’acchiappastorie (2)

Si è completato il ciclo di tre letture animate tenutosi presso la Biblioteca Comunale in Villa Altan. Le letture hanno attratto un consistente numero di giovani spettatori e, nonostante fossero destinate ai bambini della scuola primaria, hanno visto la presenza interessata di alcuni ragazzi delle scuole medie oltre ad un buon gruppo di scuola dell’infanzia; la partecipazione è stata positiva per la sinergica azione degli insegnanti dell’Istituto Comprensivo e del Comitato di Biblioteca (caparbio nel sostenere quest’attività).
L’iniziativa ha promosso la lettura in un modo nuovo e coinvolgente (almeno per il nostro Comune) in quanto, svincolandola dalla realtà scolastica, ne ha messo in risalto sia il carattere di intrattenimento che
di fruizione estetica; la stessa ha permesso a molti piccoli lettori di affacciarsi, interessarsi e affezionarsi ad un luogo dedicato alla lettura e alla sua divulgazione con spontaneità; senza l’obbligo dei genitori (a volte quasi auspicabile) o degli insegnanti.
Il numero delle nuove iscrizioni al sistema bibliotecario è stato ragguardevole ed ha coinvolto sia mamme che bambini; lasciando intuire che se la sede fosse stata aperta anche i sabati precedenti e non solo nella giornata di venerdì, si sarebbero potuti avere riscontri ancora più positivi in termini di nuovi utenti.
Da sottolineare purtroppo come gli stessi volontari impiegati nel front-office, per quanto disponibili e attenti alle esigenze dell’utenza, possiedano esperienza e competenza limitate nella gestione di un servizio che implica conoscenze specifiche e attitudini relazionali spiccate, senza dimenticare che i continui cambiamenti del personale non aiutano a fidelizzare il pubblico, che possa vedere nella figura del bibliotecario un riferimento preciso, fidato, familiare.
Da sottolineare come proprio le famiglie del Comune di Gaiarine abbiano dimostrato sensibilità nei confronti delle attività cultural-ricreative dedicate alla formazione dei loro figli, dimostrando così come l’idea
di Biblioteca luogo accessorio (quasi surrogato di una sala polifunzionale periferica) sia interpretazione errata o parziale: se le proposte sono motivanti, le persone si spostano e acquisiscono consapevolezza circa le molteplici funzioni di un luogo nato per promuovere la lettura, ma divenuto col tempo spazio di informazione-relazione tra i cittadini.
È auspicabile quindi che la riappropriazione del “luogo” Biblioteca prosegua anche attraverso un ritorno alle origini, quello della promozione del libro proponendo altre letture animate dedicate a tutte le fasce
d’età (variandone le modalità di intrattenimento, magari) cosicché un evento d’eccezione si trasformi in una piacevole consuetudine d’incontro….

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Corso Genitori a Villa Altan

Martedì 04 maggio si è chiuso il corso di formazione genitori tenutosi presso Villa Altan promosso dall’Ulss7, il Sert di Conegliano, l’Associazione Comunità Giovanile e la Cooperativa Thauma, con il patrocinio del Comune di Gaiarine.
Il titolo del corso era “Genitori e figli adolescenti: istruzioni per non navigare a vista”. Era per questo rivolto esclusivamente ai genitori dei ragazzi frequentanti la scuola media inferiore.
Si è sviluppato in dieci incontri così programmati:
1° Introduzione e presentazione del corso
2° Comprendere i propri figli e se stessi
3° La crescita della personalità

4° Le emozioni: una fonte di supporto o di frustrazione?

5° L’incoraggiamento: costruire l’autostima di vostro figlio

6° La comunicazione: l
‘ascolto riflessivo
7° La comunicazione: esprimere i propri sentimenti ed esplorare le alternative

8° La disciplina: lo sviluppo della personalità

9° La disciplina: selezionare un approccio adeguato

10° La prevenzione dei comportamenti a rischio attraverso l’educazione

Gli incontri sono stati guidati dagli psicologi del Sert, Samoela Maniscalco e Michele Canil che hanno introdotto via via gli argomenti e consegnato le varie dispense formative che servivano da materiale di discussione e confronto per l’incontro successivo. Inoltre spunti per la messa a fuoco dei problemi sono scaturiti anche dai filmati che proponevano situazioni familiari possibili seppur appositamente estremizzate.
Il corso aveva per i genitori una funzione formativa e per gli organizzatori invece quella di percorso per la raccolta di dati, attraverso dei questionari, per sondare indirettamente e su campione la situazione delle famiglie con figli adolescenti del territorio.
Infine anche l‘obiettivo, pienamente raggiunto, di mettere in relazione genitori con problematiche educative simili in modo da creare un’empatia, una solidarietà e uno spirito di condivisione che servono a creare una rete sociale.
Perchè la rete? Per sostenersi ed incoraggiarsi nei vari incidenti che il mestiere di genitori comporta e per prevenire situazioni estreme e comportamenti a rischio che sono stati il tema dell’ultima serata. L’interesse e la partecipazione dei genitori (circa 25 persone) sono state altissime durante tutti gli incontri e il Sindaco stesso, intervenuto nell’ultimo appuntamento, ha potuto constatarlo.
In quella occasione i genitori hanno vivamente richiesto al Primo cittadino di riproporre ciclicamente iniziative di questo tipo perchè molti genitori ne sentono il bisogno sia come educatori che come persone.
La qualità della vita infatti non è una questione solo economica o di salute fisica, è anche una questione relazionale!

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